Il racconto della giornalista

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“RIMANGA in attesa”. Una cordiale voce di donna me lo ripete in italiano, inglese e spagnolo. Il telefono è tra orecchio e spalla, mentre con tutta la forza cerco di sollevare mio padre che è mezzo steso a terra, una gamba piegata sotto l’addome, l’altra tesa indietro. Respira, si lamenta e dal viso scendono a terra gocce di sangue. “Rimanga in attesa”. Dentro di me sono convinta di poterlo rialzare, ma il solo sforzo per impedirgli di scivolare ancora è enorme, soprattutto per me che sono uno scricciolo e lui un omone. Gli dico che gli voglio bene, che andrà tutto bene e che arriverà presto qualcuno ad aiutarci… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE

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