Il caso Yara Gambirasio sta interessando sempre più persone, considerato il fatto che si tratta dell’omicidio di una ragazzina di 13 anni che, a distanza di anni, non ha ancora un colpevole. Il maggiore indiziato è Massimo Bossetti, ma a quanto pare potrebbe non essere stato lui ad uccidere la piccola. È infatti uscito un nuovo colpo di scena a riguardo, grazie a due lettere anonime pervenute nei confronti del settimanale Oggi.
La 13enne sarebbe stata uccisa da un muratore polacco mentre Bossetti era presente; il presunto killer di cui si è sempre sospettato fino ad oggi, sarà processato a luglio come possibile assassino di Yara Gambirasio. Entrambe le lettere sono state consegnate alla Procura di Bergamo e a quanto pare sarebbero state scritte in italiano con errori di grammatica. Il vero assassino sarebbe un muratore polacco che, dopo qualche bicchiere di troppo, diventa particolarmente violento.
Sempre secondo quanto riportato dalle lettere, l’uomo polacco sarebbe poi stato ucciso da alcuni complici in un cantiere, facendo credere che si trattasse di un infortunio. Il colpo di scena risiederebbe nel fatto che Massimo Bossetti avrebbe assistito all’omicidio, sarebbe stato colto da un malore e sarebbe poi scappato per paura. Riportiamo alcune frasi delle due lettere anonime:
“Certo che signor Bossetti non potrà mai dire tutta la verità visto cosa hanno fatto sorella, piena di botte poveretta. Nessuna meraviglia qualcuno se la prenda con la sorella di Massi. Lui non può, non deve proprio parlare ok? Il Massi ricordo che è scappato dalla spavento… Certo eravamo in diversi e voi non lo capite. La Yara l’abbiamo portata in campo e abbandonata come un sacco di patate. Si può dire? Vergogna, sì… Abbiamo vomitato nel fare io sono pure svenuto se può interessare o forse no, si figuri il Massi. La Yara era conosciuta brava ragazza davvero, anche sua sorella. Ciao ciao diceva. Punto e basta, poco di più… e poi quella brutta sera maledetta. Yara dunque in primo momento è stata in casa di una brava signora, eravamo diversi e nessuno poteva pensare male. Un certo momento si è innervosita e voleva andare via tornare a casa l’aspettavano i genitori. Il polacco ubriaco ha cominciato a smaniare, a comportarsi male e molto. Non sapevamo che fare. La bimba gridava pure noi poi il vuoto, il nero, un buio…”.
Dagli ultimi aggiornamenti possiamo dire che le lettere hanno il timbro postale di Padova e proverrebbero da Santa Giustina in Colle. L’unico indiziato di questa località è Roberto Benozzo, datore di lavoro di Fikri.