Arresti domiciliari
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rapina armata mentre lavora. In ambulanza dichiara e riconosce il suo aggressore che poi viene arrestato. Il 12 dicembre il suo cuore smette di battere al Monaldi di Napoli. Il 12 gennaio l’aggressore omicida viene mandato agli arresti domiciliari. Mio carissimo fratello, mio cugino è stato pugnalato ben 5 volte! Non solo dall’assassino, ma anche dalla cattiva sanità, dal sistema giudiziario e dai mass media che non hanno dedicato neanche un minuto a un fatto di cronaca così grave. Perché?”. Invitiamo a dare solidarietà a questa iniziativa, non solo per l’ingiustizia subita da Massimo, ma per la nostra stessa tutela. “Difendiamo Massimo” (come le molte altre iniziative in merito) non deve essere solo un grido di famigliari e parenti rivolto a una giustizia che non c’è stata in un singolo caso. Ma una voce unisona di un paese, stanco di assistere inerme ogni giorno e ad ogni occasione alla propria incompetenza, anche in ambito giudiziario. Una lotta intrapresa da chiunque vorrebbe vedere sentenze reali e commisurate ai reati commessi. Perché, un domani, potreste essere voi a chiedere di avere una giustizia che di fatto non vi sarà concessa.