Difendiamo Massimo

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indignato la famiglia di Massimo, la quale ha denunciato la vicenda a gran voce soprattutto sul web. Creando una pagina Facebook in suo nome “Difendiamo Massimo” con il seguente messaggio “Amici di Facebook vi chiedo aiuto, vi chiedo di far girare questa notizia. Adesso vi spiego di cosa sto parlando e perché ho tutta questa rabbia. Massimo era un ragazzo di 46 anni ucciso per pochi spicci, nella notte dell’immacolata, un giorno di festa per tutti, ma non per la famiglia di massimo. È stato accoltellato alle spalle sul posto di lavoro. Massimo aveva una pompa di benzina. Perché ho creato questo gruppo? Perché vi sto raccontando queste cose? Perché ancora una volta lo stato italiano ci fa capire che non siamo tutelati da nessuna legge, che le leggi le fanno come vogliono loro. L’assassino di Massimo dopo neanche un mese dal suo arresto, ora si trova agli arresti domiciliari. Dov’è la giustizia?”. Parte anche un appello a Roberto Saviano, nella speranza che il famoso scrittore possa dare voce a questa vicenda: “Oggi ti scrivo per rendere pubblica una tragica vicenda successa a mio cugino Massimo Neiviller residente a Santa Maria Capuavetere. Il 7 dicembre subisce una….

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