Cagliari, malato di sla muore ustionato dopo una sigaretta

Una terribile vicenda quella che ha visto protagonista un uomo di 57 anni malato di sla, morto ustionato dopo essersi acceso una sigaretta. La dinamica dei fatti ha interessato Cagliari, poiché l’uomo originario di Onanì viveva a Quartu. Aveva deciso di fumarsi una sigaretta, ma il fiammifero è caduto sulla coperta chimica scatenando l’incendio.

È stato condotto immediatamente all’ospedale, ma purtroppo ha perso la vita pochi istanti dopo a causa delle gravissimi ustioni riportate sul corpo. L’incendio è scoppiato all’interno della sua dimora e, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti che stanno indagando sul caso, sarebbe stata proprio una semplice sigaretta a causare la sua morte.

L’uomo, malato di sla, si trovava sulla sua carrozzina quando il dramma è avvenuto: il fiammifero sarebbe caduto alla base della struttura, provocando l’incendio. Al momento del fatto la vittima si trovava sola in casa e le sue condizioni fisiche non gli hanno dato alcuna possibilità di sopravvivenza. Non è riuscito a spegnere le fiamme a causa della sua disabilità.

La moglie è rientrata dopo poco e ha subito notato il fumo uscire dalla finestra. Ha cercato di placare l’incendio senza esiti positivi, aiutata dai vicini. Il 57enne è stato portato all’ospedale di Brotzu e presentava ustioni sul 90% del corpo: impossibile salvarsi. A seguito della vicenda, la moglie ha avuto un malore. Per investigare sulla vicenda sono intervenuti anche gli specialisti della Scientifica per effettuare tutti i rilievi del caso.

19enne si uccide con il paracetamolo, la mamma lancia un appello

Questa è la storia di Charlotte Yousaf, una giovane ragazza di 19 anni che si è tolta la vita con il paracetamolo. La ragazza non era riuscita a superare la fine della sua storia d’amore con un ragazzo, assumendo la sostanza per provare meno dolore. L’impiego del farmaco è diventato sempre più frequente, fino a diventare una vera e propria forma di abuso.

Charlotte era una ragazza brittanica decisa a utilizzare l’antidolorifico per far fronte alla sofferenza causata dalla delusione amorosa, ma purtroppo ciò che pensava potesse farle bene l’ha condotta alla morte. È stata portata in ospedale a seguito di un malore dovuto all’abuso della sostanza, morendo poco dopo.

A questo proposito, la madre della giovane ha deciso di fare un appello a tutti i giovani, considerato il fatto che è molto importante evitare di seguire mode o stereotipi di alcun genere. Pare infatti che, attualmente, via sia una specie di gara o prova di forza per chi riesce ad assumere il maggior numero di farmaci in un preciso lasso di tempo.

Un’abitudine decisamente pericolosa che, con il tempo, può portare alla morte. Se assunto in dosi elevate il medicinale può causare una morte lenta e dolorosa, dovuta alla conseguente distruzione del fegato. Anche le autorità locali non restano in silenzio, mettendo in guardia i più giovani in merito ai rischi che potrebbero correre. Mandy, la madre di Charlotte, ha dichiarato: “Vedere adolescenti che si incitano a vicenda è sconvolgente e sicuramente non sanno quello che stanno facendo”.

Bimbo rubato dalla culla incontra la sua vera madre dopo 42 anni

Una notizia toccante e che sicuramente farà parlare quella che ha visto protagonisti Nelly Reyes e Travis. Era il 15 novembre 1973 quando Nelly, di soli 19 anni, ha dato alla luce il suo primo bambino. A seguito del parto, un’infermiera le riferì che il piccolo presentava delle serie malformazioni e, per questa ragione, aveva perso la vita.

La donna non ha mai potuto vedere il corpo e non ha mai ricevuto il certificato di morte. Ha così deciso di arrendersi e di non rivedere mai più il suo piccolo Travis, convinta che si trovasse in Paradiso. Il bimbo non era morto, ma è stato rubato alla madre biologica e dato in adozione ad una famiglia americana che ne aveva fatto richiesta.

Ci troviamo in Cile e Nelly non ha mai scoperto nulla fino a poco tempo fa. Travis ha sempre saputo di essere stato adottato e ha cercato le due radici per moltissimi anni. Oggi ha 42 anni ed ha finalmente scoperto che, un tempo, i bambini cileni venivano rubati dalla propria madre naturale se non sposata, per essere affidati ad altre famiglie. Il fenomeno era piuttosto diffuso intorno agli ’60 e ’80.

A questo punto, Travis comincia a cercare sul web come sia possibile trovare la propria madre naturale, rivolgendosi a un sito che trattava di adozione. Ha così fornito tutti i dati di cui disponeva e, nell’arco di un solo mese, sono riusciti a scoprire il nome della sua mamma. Dopo 42 anni, Nelly ha potuto finalmente abbracciare il suo “bambino” per la prima volta.

Sanità: medico dimentica il cellulare nell’addome di una donna

Ci troviamo in Giordania, dove una giovane mamma ha accusato un medico di averle lasciato il cellulare nella pancia durante il parto. Un’accusa piuttosto grave, considerato il fatto che un corpo elettronico estraneo nel nostro organismo potrebbe causare seri danni alla nostra salute. La notizia è stata pubblicata sul Daily Mail secondo le dichiarazioni rilasciate da Hanan Mahmoud Abdul Karim, la neo mamma di 36 anni che ha partorito il suo bambino tramite cesareo il 24 aprile 2015.

La donna, a seguito dell’operazione, non ha notato nulla di strano e nessun tipo di complicazione dal punto di vista medico, considerato il fatto che aveva deciso di rivolgersi alla clinica privata di Amman per sottoporsi all’intervento. Purtroppo, dopo un breve periodo, i suoi famigliari hanno confermato di aver visto vibrare lo stomaco della donna. La madre ha dichiarato: “Mia figlia ha sofferto gravi dolori e non era più in grado di muoversi. L’ho portata di nuovo in ospedale, ma non è stato fatto nulla per lei”.

In una fase successiva è stata condotta in un’altra clinica, eseguendo dei normali raggi X. Dagli esami è emerso che nella sua pancia c’era un oggetto non identificato e, di conseguenza, è stata operata nuovamente per vedere di che cosa si trattasse. Tuttavia, l’ospedale non ha specificato che il corpo estraneo era un cellulare. Un portavoce del ministero della sanità ha definito le accuse come costruite e infondate, decidendo di non effettuare alcun tipo di accertamento. Tuttavia, Salim Al Bataynah, un membro del parlamento, ha dichiarato: “Uno scandalo del genere in un altro Paese avrebbe portato alle dimissioni dei responsabili al governo. Bisogna mostrare rispetto per le sofferenze della donna”.

Verona: cadavere di una donna trovato in un canale

Nella giornata di ieri, martedì 26 maggio, è stato ritrovato il cadavere di una donna nella città di Verona. Ci troviamo di fronte a un caso piuttosto complicato, considerato il fatto che, per il momento, non conosciamo la causa della morte della giovane vittima.

Si tratterebbe di una cittadina serba di soli 31 anni, ritrovata vicino alle griglie della centrale idroelettrica Agsm. Sono stati i vigili del fuoco di Verona nel Basso Acquar a ripescare il corpo della donna privo di vita, ma attualmente non possiamo fornirvi ulteriori dettagli a riguardo.

L’allarme è stato lanciato dal personale che gestisce il canale, poiché nella giornata di ieri avrebbero avvistato il corpo. Il cadavere della donna è stato portato immediatamente all’Istituto di medicina legale del Policlinico di Borgo Roma, mentre i Carabinieri cercano di fare luce sulla vicenda tramite accurate indagini.

Amici 14: terribile perdita per Grazia Di Michele

Amici 14 sta riscuotendo sempre più successi da parte del pubblico, considerato il fatto che ci troviamo di fronte a giovani ragazzi con grande talento e desiderio di mettersi in mostra per le proprie capacità. Tuttavia, anche gli insegnanti meritano la giusta attenzione, poiché sono proprio loro ad aiutare i giovani a migliorare.

La notizia che vi diamo oggi riguarda Grazia Di Michele, insegnante di canto nella scuola di Amici 14 da numerosi anni. Purtroppo non è una cosa piacevole, considerato il fatto che è stata costretta a subire una grave perdita nella sua vita. Un lutto che ha sconvolto la sua vita, considerato il fatto che il suo adorato papà Erminio è morto.

L’uomo aveva 90 anni, ma nonostante l’età non presentava problemi di salute. Il mese scorso entrò a fare parte dei partigiani combattenti invitati dall’ANPI per la giornata dedicata alla Liberazione, data identica al suo giorno di nascita. Purtroppo la sua salute è peggiorata improvvisamente, senza preavviso. I funerali si terranno a Roma giovedì 28 maggio.

Grazia Di Michele, sicuramente provata da una perdita simile, aveva dedicato una canzone al suo papà: Io e mio padre. Trattasi di un pezzo con cui esordì al Festival di Sanremo del 1990, una sorta di autobiografia che raccontava la gioia di aver ritrovato la figura paterna dopo un breve allontanamento. Non ci resta che farle le nostre più sentite condoglianze.

Caso Maurantonio: sotto sequestro i cellulari dei compagni di classe

Domenico Maurantonio era un giovane di 19 anni quando ha perso la vita durante una gita scolastica cadendo dalla finestra di un Hotel a Milano. Attualmente, si sta ancora cercando di capire che cosa sia realmente successo. Per questo motivo, gli investigatori hanno deciso di sequestrare tutti i cellulari dei suoi compagni di classe sperando di scoprire qualcosa di più a riguardo.

Con questo gesto, le autorità desiderano controllare chat e messaggini scambiati dai ragazzi durante quella notte, la notte in cui Domenico Maurantonio ha perso la vita. Secondo gli inquirenti, alcuni giovani avrebbero fornito delle testimonianze piuttosto utili dopo essere stati ascoltati. Il Pm che segue il caso avrebbe richiamato tutti i ragazzi da Padova per poterli riascoltare.

Numerose le incongruenze createsi durante i vari racconti in merito a quanto successo tra la notte del 9 e del 10 maggio, ma sono state superate. Gli esperti dovranno quindi cercare di approfondire quanto hanno appreso dalle dichiarazioni dei giovani. La squadra mobile di Padova, dopo una richiesta da parte della Questura di Milano, dovrà ascoltare tutti gli scolari della classe 5F e della 5E, poiché entrambe parteciparono all’Expo.

Purtroppo, pare che nessuno dei ragazzi abbia visto o sentito nulla. Nel frattempo, si aspettano i risultati degli esami medico-legali, genetici e tossicologici. Il padre del ragazzo credeva che gli amici parlassero in merito a quando successo, poiché cadere da una finestra per sbaglio è del tutto impossibile, visto che aveva avuto modo di perlustrare la struttura in cui avrebbe alloggiato il figlio.

Pordenone: bimba di tre anni muore azzannata da un cane

Ci troviamo in provincia di Pordenone, precisamente a San Martino al Tagliamento. Una vicenda terribile ha segnato per sempre la vita di una giovane famiglia, costretta a salutare per sempre una bambina di soli tre anni. Si chiamava Astrid Guarini e, a seguito di un attacco violento da parte di un cane, è deceduta in ospedale dopo numerosi soccorsi.

La piccola si trovava a casa della zia quando il fatto è successo ed è stato proprio il cane di questa parente ad azzannarla. Astrid è stata subito ricoverate in rianimazione, morendo poco dopo. Secondo le ultime indiscrezione, la bambina si trovava nel giardino di casa insieme a una cuginetta prima di essere aggredita dal cane. Infatti, sarebbe stata proprio la cugina ad urlare attirando l’attenzione dei parenti.

La famiglia è subito intervenuta, bloccando il cane e richiudendolo in una gabbia. Hanno subito chiamato i soccorsi, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Attualmente il caso è sotto sequestro e affidato alla proprietaria, una zia materna a cui Astrid era andata a fare visita insieme alla mamma. Le indagini predisposte dai carabinieri di Pordenone dovranno stabilire possibili responsabilità riguardo la mancata custodia nei confronti del cane, verificando così l’ipotesi che il terribile incidente si trasformi in un reato di omicidio colposo.

Olio extravergine d’oliva: ecco quelli tarocchi

Sono nove le marche d’olio extravergine d’oliva analizzate dal laboratorio chimico di Roma dell’Agenzia delle Dogana. Su 20 bottiglie analizzate, solo 11 hanno superato il test come migliori extravergine d’oliva, ovvero: Zeffiron Monini, Farchioni, Conad Classico, Antica Badia Eurospin, Sagra Classico, Costo d’oro Extra, San Giorgio, Carapelli, Coop e Colavita.

Le marche a cui dobbiamo prestare attenzione, che non hanno superato il test, sono queste: De Cecco, Gentile, Bertolli, Carrefour, Santa Sabina, Lidl, Cirio, Coricelli e Carapelli. Per essere considerato extravergine, l’olio d’oliva deve rispettare ogni parametro chimico pattuito secondo le norme vigenti obbligatorie per legge dal 1991. Tutti i prodotti non devono presentare alcun tipo di difetto organolettico.

Nel caso in cui, durante l’analisi, venga rinvenuta una sola minima pecca, l’olio non dovrà più essere considerato extravergine d’oliva, ma solo vergine. Nonostante le critiche e il declassamento nei confronti dei prodotti, le case produttrici decidono di intervenire per vie legali. Quest’anno è stato decisamente terribile per la produzione d’olio a causa della mosca olearia, la quale avrebbe rovinato buona parte del raccolto.

Sono numerose le aziende italiane che si sono ritrovate costrette a rinunciare alle olive tradizionali, optando per quelle spagnole. Tale decisione comporterebbe un calo di incasso, considerato il fatto che si è speso il 30-40% in più per un prodotto che viene svalutato a causa delle indagini effettuate.

Donne e violenza: morta l’infermiera indiana dopo 42 anni di coma

Torniamo a parlare di un fenomeno in continua crescita e che suscita parecchie polemiche nel mondo: la violenza sulle donne. Oggi ci occupiamo della storia dell’infermiera Aruna Shanbaug, che purtroppo non ha avuto un lieto fine. La donna è diventata una sorta di simbolo contro questa terribile problematica, anche se dopo 42 anni di coma dovuto a uno stupro è morta.

Ci troviamo in India: aveva solo 25 anni quando è stata ridotta in fin di vita, costretta a trascorrere il resto dei suoi giorni in un letto senza poter parlare o muoversi. La famiglia ha sempre cercato l’eutanasia, forse per smettere di vederla soffrire o per regalarle la libertà tanto meritata. Purtroppo, la Corte suprema indiana non ha mai accettato la loro richiesta.

Il dramma è avvenuto il 27 novembre 1973, nelle mura di un ospedale dove aveva cominciato l’apprendistato come infermiera. È stato in quel terribile giorno che il suo cervello ha smesso di funzionare. Legata a un letto con un guinzaglio per cani da parte di un inserviente che le ha provocato uno strangolamento. A seguito di tale violenza, il sangue non è più riuscito ad arrivare al cervello. Era già in coma quando è stata violentata.

Un fenomeno di ingiusta a tutti gli effetti, considerato il fatto che la polizia del posto ha registrato la vicenda come un tentato omicidio per rapina, senza citare la violenza sessuale subita dalla giovane. L’infermiera doveva sposare un medico e quest’ultimo non desiderava scandali nella sua vita. Il delinquente che le ha rovinato e tolto la vita è rimasto solo per sei anni in prigione; attualmente lavora ancora in un ospedale sotto falsa identità.