Torniamo a parlare di un fenomeno in continua crescita e che suscita parecchie polemiche nel mondo: la violenza sulle donne. Oggi ci occupiamo della storia dell’infermiera Aruna Shanbaug, che purtroppo non ha avuto un lieto fine. La donna è diventata una sorta di simbolo contro questa terribile problematica, anche se dopo 42 anni di coma dovuto a uno stupro è morta.

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Ci troviamo in India: aveva solo 25 anni quando è stata ridotta in fin di vita, costretta a trascorrere il resto dei suoi giorni in un letto senza poter parlare o muoversi. La famiglia ha sempre cercato l’eutanasia, forse per smettere di vederla soffrire o per regalarle la libertà tanto meritata. Purtroppo, la Corte suprema indiana non ha mai accettato la loro richiesta.

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Il dramma è avvenuto il 27 novembre 1973, nelle mura di un ospedale dove aveva cominciato l’apprendistato come infermiera. È stato in quel terribile giorno che il suo cervello ha smesso di funzionare. Legata a un letto con un guinzaglio per cani da parte di un inserviente che le ha provocato uno strangolamento. A seguito di tale violenza, il sangue non è più riuscito ad arrivare al cervello. Era già in coma quando è stata violentata.

Un fenomeno di ingiusta a tutti gli effetti, considerato il fatto che la polizia del posto ha registrato la vicenda come un tentato omicidio per rapina, senza citare la violenza sessuale subita dalla giovane. L’infermiera doveva sposare un medico e quest’ultimo non desiderava scandali nella sua vita. Il delinquente che le ha rovinato e tolto la vita è rimasto solo per sei anni in prigione; attualmente lavora ancora in un ospedale sotto falsa identità.

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