VIDEO SHOCK: SPINGE L’AMICA GIU’ DA UN PONTE DI 20 METRI

Uno scherzo che si è trasformato in tragedia quello di una ragazza di 18 anni che ha spinto l’amica sedicenne giù da un ponte alto 20 metri. I famigliari della vittima hanno poi deciso di denunciare la sua amica. In seguito alla caduta, infatti, la sedicenne ha riportato gravissime ferite dovute all’impatto con l’acqua del fiume sottostante. Il referto medico…CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE E VEDERE IL VIDEO…[nextpage title=”COSA E’ SUCCESSO”]

Il referto medico parla, tra l’altro, di 6 costole rotte e i polmoni perforati. Taylor Smith, questo il nome della ragazza che ha compiuto la bravata, ora rischia una pesante condanna. Jordan, la ragazza spinta ha detto “Beh all’inizio non volevo davvero che Taylor si mettesse nei guai. Ma ora che ci ho pensato di più voglio quasi che vada in prigione e pensi almeno a quello che ha fatto. Ho un sacco di dolore, il mattino è il momento peggiore, mi fa male respirare, mi fa male la spalla, non riesco nemmeno ad alzarmi”. A riprendere il fatto il cellulare di un’altra persona presente…CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER VEDERE IL VIDEO…

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Il video: https://www.youtube.com/watch?v=tzo7hX5aAKU

LA FOTO RUBATA DI BARBARA D’URSO QUANDO AVEVA 30 ANNI

Sembra proprio che la bravissima regina dei pomeriggi di Canale Cinque abbia un segreto di bellezza. Stiamo ovviamente parlando di Barbara D’Urso che, poche ore fa, è tornata al centro dell’attenzione mediatica nonostante si stia riposando in qualche lido nascosto del mondo dopo le dure fatiche di un anno di lavoro che l’hanno vista protagonista per tutta la settimana (sabato escluso) sulle reti Mediaset. Il motivo? CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…[nextpage title=”LA PRIMA FOTO”]

E’ stata pubblicata una foto che ritrae la bella Barbara alla “tenera” età di 30 anni appena compiuti quando ancora non era sicuramente la donna più seguita del palinsesto Mediaset. A pubblicare la foto è stata la stessa Barbara e lo ha fatto, non servirebbe neanche dirlo, sul suo account personale Instagram. Nello scatto…CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…

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Nello scatto Barbara è ripresa a fianco dell’allora seguitassimo e famosissimo attore Jerry Calà. I due erano in barca per una giornata di relax. Nello scatto, in cui Barbara appare in costume, la futura regina di Canale Cinque metteva in mostra le sue gambe slanciate e l’inconfondibile sorriso. 

LA MAPPA DEI PONTI A RISCHIO CROLLO IN ITALIA

L’allarme ora si estende a tutta l’Italia. Dopo i crolli del viadotto Himera sulla A19 in Sicilia, quello sull’A14 ad Ancona, il cavalcavia ad Annone Brianza, in provincia di Lecco, e quello sulla tangenziale di Fossano, in provincia di Cuneo ora il crollo del ponte Morandi di Genova ha messo in allarme tutti e si fa più forte la voce degli esperti che da anni chiedono controlli e verifiche di stabilità su decine di ponti presenti nel nostro Paese. Molti non lo sanno neanche ma i ponti che percorrono ogni giorno potrebbero non avere la stabilità che si pensa. Ad esempio…CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…[nextpage title=”Cosa dice l’esperto”]

Dal CNR dicono “Molti ponti hanno superato i 50 anni d’età. La sequenza di crolli di infrastrutture stradali italiane sta assumendo, da alcuni anni, un carattere di preoccupante regolarità, L’elemento in comune è l’età (media) delle opere: gran parte delle infrastrutture viarie italiane (i ponti stradali) ha superato i 50 anni di età, che corrispondono alla vita utile associabile alle opere in calcestruzzo armato realizzate con le tecnologie disponibili nel secondo dopoguerra (anni ’50 e ’60). Decine di migliaia di ponti in Italia hanno superato, oggi, la durata di vita per la quale sono stati progettati e costruiti”. CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…[nextpage title=”L’elenco dei ponti a rischio”]

La mappa dei ponti a rischio – Non sono crollati, ma potrebbero farlo – segnala la Stampa – due dei quattro ponti sulla superstrada Milano-Meda, in Brianza, e il viadotto dei Lavatoi, in provincia di Como. In Piemonte allerta per i viadottidi Stura di Demonte, Ferrania e Chiaggi. In Abruzzo danno qualche preoccupazione i viadotti danneggiati dal terremoto sulla A24/A25. In Campania occchio al viadotto di Ariano Irpino, mentre in Sicilia dà qualche preoccupazione il ponte sulla statale 18 tra Gioia Tauro e Palmi e quello sulla stata 107. Anche a Roma desta preoccupazione il viadotto della Magliana. Insomma, chi può evitarli, li eviti!

FABRIZIO CORONA SHOCK: SILVIA NON MI FACEVA PIU’ I…

Sembrava che dopo le incomprensioni dovute all’incontro neanche tanto segreto tra Fabrizo e Belen, il rapporto con Silvia Provvedi si fosse rimesso sui giusti binari e che i due pensassero finalmente a costruire qualcosa insieme. Ma, come il tempo ha poi dimostrato, la cicatrice che si era creata era troppo profonda e ormai la loro relazione era compromessa. Così…CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…[nextpage title=”La confessione”]

Così Fabrizio ha deciso di mettere un punto alla sua relazione con Silvia e provare a ricostruire la sua vita sentimentale con un’altra donna. Fabrizio ha detto “Dunque: con Silvia ho vissuto una storia-non storia. Per una serie di mie mancanze, per le guerre con Nina, per quella maledetta paura di star da soli e morire da soli; lei mi è stata accanto in un momento nero. Invece di rifugiarmi nella mia famiglia, mi sono ritrovato nella sua. La storia era finita da tempo. Mi ero autoconvinto che…CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…[nextpage title=”La verità”]

La storia era finita da tempo. Mi ero autoconvinto che si potesse salvare, pur sapendo dentro di me che non c’era futuro. Con tutto il rispetto per il reality, al GF mandateci Le Donatella e Francesco Monte. Alle fake news rispondo con un semplice: trovatevi un lavoro serio. E se devo piangere, oggi lo faccio solo per mio figlio.”

IL VIDEO DEL CROLLO DEL PONTE DI GENOVA

Ieri sera si parlava di 26 vittime ma purtroppo il numero dei decessi per il crollo del ponte Morandi di Genova continua a salire di ora in ora. Al momento, secondo informazioni che si apprendono dall’ANSA, il numero dei morti per il collasso del ponte sarebbe salito a 39 tre dei quali sarebbero dei bambini. Si scava ancora per trovare i dispersi ma…CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…[nextpage title=”COSA E’ REALMENTE SUCCESSO”]

Si scava ancora per cercare i dispersi ma le speranze di trovare ancora qualcuno in vita si fanno davvero sempre più flebili. Il governo proclamerà il lutto nazionale e la Regione Liguria ha chiesto il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale. Nei confronti della Società Autostrade, intanto, sono state avviate le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni e per comminare multe fino a 150 milioni di euro. Lo hanno annunciato il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e i vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che chiedono anche le dimissioni dei vertici della società. Di Maio ha detto “I responsabili hanno un nome e cognome e sono Autostrade per l’Italia. Se non sono capaci di gestire le nostre autostrade, lo farà lo Stato”. Salvino dice “E’ il minimo che ci si possa aspettare”. Intanto in rete…CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…[nextpage title=”IL VIDEO”]

Intanto in rete si sta diffondendo il video del momento del crollo del ponte. Ecco le immagini IL VIDEO

LE UNGHIE E I PRIMI SEGNALI DI MALESSERE LANCIATI DAL NOSTRO CORPO

I piccoli segnali che ci lancia il nostro corpo sono troppo spesso sottovalutati. Da un lato la vita sempre più frenetica e il poco tempo a disposizione, dall’altro il pensare che lievi anomalie sul corpo non siano di rilevante importanza per la nostra salute, portano sempre più spesso a non richiedere tempestivamente l’intervento di un medico per curare malattie che con il passare del tempo diventano sempre più gravi.

Per esempio, molte persone non sanno che le unghie sono tra le parti del nostro corpo che per prime forniscono un segnale di malessere latente. Sempre più spesso si sente parlare di problematiche come l’onicodistrofiae l’onicomicosi. Ma sapete di cosa si tratta?





 L’onicodistrofia è una alterazione della morfologia dell’unghia – sia essa di mani o piedi – che può dipendere sia da cause endogene (come l’alterazione della matrice ungueale determinata da carenze di minerali come il ferro) sia esogene (determinate da eventi traumatici). La superficie dell’unghia, in questi casi, si presenta frastagliata, ondulata e con un colore tendente al giallo con una maggiore propensione della stessa a rompersi o scheggiarsi. L’onicodistrofia può colpire una sola unghia – è il caso, piuttosto frequente, dell’unghia del pollice o dell’alluce – oppure comparire su più unghie.

Per quanto riguarda, invece, l’onicomicosisi tratta di un’infezione dell’unghia causata da funghi dermatofiti (microscopici organismi in grado di insediarsi nei tessuti ricchi di cheratina come le unghie). In una minoranza di casi, l’infezione può essere causata da muffe e lieviti. Nel caso di onicomicosi oltre al danno ripetuto dell’unghia si evidenzia anche un aspetto sgradevole della stessa che tende ad ispessirsi provocando anche fastidio e dolore. Quando una o più unghie vengono attaccate da un fungo generalmente diventano opache, si macchiano o cambiano colore diventando gialle, verdi o marroni.

Cosa occorre fare nel caso in cui le nostre unghie diano i primi segnali di indebolimento?

La prima ed unica cosa da fare è sottoporsi ad una visita dermatologica approfondita. Le unghie, come i capelli, infatti, sono definiti “annessi cutanei” e sono composti dalle stesse sostanze costitutive della pelle. Il dermatologo saprà individuare eventuali cause di alterazioni delle unghie e fornirvi la giusta e più idonea cura.

Ascoltate il vostro corpo e non sottovalutate i segnali che costantemente vi manda!

Alcune frasi in spagnolo da imparare prima di recarsi in Messico

Lo spagnolo è una delle lingue più parlate al mondo. Per la precisione, è terza in una classifica che la vede sopravanzare solo dal cinese (o più esattamente dal mandarino) e dall’inglese. La lingua spagnola è infatti parlata regolarmente – come prima o seconda lingua – da circa 600.000.000 di persone, sparse letteralmente per tutti e cinque i continenti.

Tuttavia, quando ci si accinge a intraprendere un viaggio in un paese di lingua spagnola non bisogna dare per scontato che ogni aspetto grammaticale, sintattico, lessicale e fonetico sia uguale a ogni latitudine. È vero che la base è sempre lo spagnolo castigliano, ma ogni paese ne ha poi declinato l’utilizzo in base a costumi e abitudini prevalentemente autoctoni.

Questo fenomeno è particolarmente riscontrabile quando si visitano i paesi dell’America Latina, ovvero quel blocco di stati che percorrono il continente americano da nord a sud, partendo dal Messico fino ad arrivare a Cile e Argentina. In pratica, lo spagnolo occupa tutto il continente americano, con le sole eccezioni di Canada (dove si parla inglese e francese), Stati Uniti (che curiosamente non hanno una lingua ufficiale riconosciuta in tutto il territorio federale, sebbene l’inglese sia considerato universalmente la lingua nazionale), Belize (lingua ufficiale: inglese), Guyana (inglese), Suriname (olandese) e Brasile (portoghese), più un pugno di repubbliche caraibiche (dall’anglofona Giamaica alla francofona Haiti, per intenderci). In pratica 16 stati su 22, considerando solo la Mainland.

Ebbene, sarebbe errato considerare questi paesi come un blocco unico dal punto di vista linguistico. Tra di loro, infatti, esistono notevoli differenze, che li distinguono a loro volta anche dal castigliano parlato in Spagna.

Il caso messicano

Il Messico è sicuramente uno degli stati di lingua spagnola che ha sottoposto l’idioma originario a una delle più radicali revisioni interne. Pertanto, se state pensando di visitare questo paese (ricchissimo di attrazioni turistiche, dai principali siti storici precolombiani alle incantevoli spiagge che lo circondano), non pensiate che una pur buona preparazione scolastica possa bastare, da sola, a mettervi al riparo da brutte figure e/o fraintendimenti. Certo, un sostanzioso ripasso di spagnolo “istituzionale” non vi farà di certo male (e se volete provvedere in tal senso potete andare a colpo sicuro scegliendo uno dei docenti proposti in questo link:https://preply.com/it/skype/tutor-spagnola), ma in alcune situazioni particolari potrebbe non essere sufficiente.

Ecco perché, nelle righe che seguono, abbiamo approntato un agile prontuario delle principali parole, frasi ed espressioni idiomatiche in cui potrete imbattervi visitando il territorio messicano. Chissà, può darsi che voi stessi vi troverete nelle condizioni di doverne utilizzare alcune…

Glossario d’emergenza per turisti non ispanofoni in Messico

  • Tra le principali differenze che intercorrono tra il castigliano puro e il messicano, ve ne sono alcune che riguardano i pronomi. La più ricorrente è l’utilizzo del pronome ustedesin luogo di vosotros. Nello spagnolo classico ustede ustedessono modi di rivolgersi alle persone estremamente formali, mentre in Messico il secondo è utilizzato anche in forma confidenziale (quindi quasi sempre, dato che i messicani tendono a non formalizzarsi più di tanto).
  • Inoltre, sarà per la vicinanza (almeno dal punto di vista geografico) con gli Stati Uniti, ma i messicani sono molto permeabili agli anglismi. Tuttavia ciò non dovrebbe comportare grosse difficoltà per un italiano, dal momento che anche noi abbiamo lo stesso vezzo (o vizio, a seconda dei punti di vista). Pertanto, crediamo che non vi scandalizzerete più di tanto se sentirete un messicano parlare di look,trend, happening,afterhour,crewe via anglicizzando…
  • L’uso delle parolepadree madrerivela molto della mentalità vagamente (eufemismo) machista e patriarcale del messicano medio. In genere, il termine padreviene associato all’ipervalutazione di oggetti, pensieri, idee, esperienze e situazioni (“¡Qué padre!” è un’esclamazione di stupore, meraviglia e ammirazione, corrispettivo dell’inglese “So cool”), mentre il termine madreha un effetto sminuente sulle medesime cose (“Me vale madre”: non me ne frega niente; al contrario, “Poca madre” vuol dire “Che forza!”, dato che la madreè, appunto, poca).
  • L’esclamazione “¡Aguas!” ha un’etimologia strana. Pare infatti che derivi dall’abitudine delle massaie messicane di rovesciare in strada copiose secchiate d’acqua con la quale avevano appena pulito casa. Pertanto tale esclamazione significa “Stai attento!”…
  • Se in Messico vi apostrofano come fresasappiate che non vi stanno facendo un complimento. La traduzione letterale della parola è fragola, ma il frutto non c’entra nulla. Allo stesso modo, questa locuzione non ha alcuna connotazione riguardante l’orientamento sessuale (l’equivoco sorge spesso, anche presso gli spagnoli in visita in Messico). Indica piuttosto il classico figlio di papà viziato ed egocentrico. Insomma, se ve lo prendete durante una conversazione fatevi un esame di coscienza, perché di sicuro non vi siete messi in una buona luce agli occhi dei vostri interlocutori.

Royal Baby, come si chiamerà il terzo figlio di William e Kate?

Cresce in Inghilterra l’attesa per il terzo figlio di William e Kate. E, con essa, anche gli auspici dei bookmaker, che hanno rivelato quali potrebbero essere i nomi più papabili per il terzo figlio del Duca e della Duchessa di Cambridge.

Ebbene, gli scommettitori credono che la coppia reale avrà un’altra bambina e, in questo scenario, stanno puntando sul fatto che William e Kate la chiameranno Mary, nome che ha una lunga associazione con la monarchia britannica. Il bookmaker William Hill ha infatti dato a Mary una quota di 3-1, seguito da Alice con un 6-1 e da Victoria con un 8-1. Anche Coral ha Mary e Alice come nomi più gettonati, con quotazione di 5-1, mentre Victoria è visto un po’ meno probabile, a 8-1.

Sul perché Mary sia così prevedibile c’è molto da dire. La bisnonna di William, la moglie di George V, si chiamava Mary, ed è una donna di cui il principe di Galles parla ancora affettuosamente. Mary è anhce uno dei nomi “medi” della regina. Non solo: la Gran Bretagna ha visto due Mary al trono – Mary I, conosciuta come “Bloody Mary” per la sua persecuzione contro i protestanti, e Mary II, che ha governato insieme al marito olandese, William III, come monarca.

Ancora, Rupert Adams, di William Hill, ha dichiarato che più del 90% delle scommesse piazzate sono state indirizzate su nomi femminili: “La preferita è Mary, ma non riesco a vederla come favorita, poiché è sostenuta in maniera troppo evidente” – ha dichiarato Adams – “Alice è un buon nome, ma personalmente sono tutto per Victoria, un’opzione che per me avrebbe senso”.

Nel caso in cui William e Kate dovessero avere una bambina, potrebbero dunque prendere in considerazione Alice, il nome della madre del Duca di Edimburgo. La principessa Alice di Battenberg nacque sorda ma imparò a parlare e a leggere in quattro lingue, divenendo un simbolo evidentemente piuttosto forte, che potrebbe essere “ripreso” con la scelta del nome della prole di William e Kate. Per i nomi dei bimbi, William Hill ha scelto come probabili Albert, Arthur e Fred, tutti a quota 14-1, mentre Coral ha Albert e Arthur a 12-1, e diversi nomi a quota 16-1 tra cui Arthur, Fred e Philip.

A questo punto, considerato che oramai sui bookmakers stranieri si scommette proprio su tutto, se vuoi partecipare anche a tu questo betting non ti resta che iscriverti a uno dei più noti portali di settore e piazzare la tua scommessa. Le quote sembrano essere piuttosto definite, e probabilmente nel corso dei prossimi giorni andranno ulteriormente a limarsi.

Se vuoi saperne di più sul mondo del betting online, clicca qui per scoprire quali sono le opportunità che i bookmakers di primo piano internazionale ti possono proporre. Ti consigliamo naturalmente di scommettere con cautela, ricordandoti che si tratta di un’attività d’azzardo e che, a fronte di grandi vincite, è comunque da mettere in conto la perdita totale della tua puntata.

TRGA DI BOLZANO “ANCORA CONTRO” LA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

Apparentemente, sembrerebbe “una guerra fredda” quella che si è aperta già da un po’ tra il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa e la Provincia Autonoma di Bolzano: sono sempre più frequenti le sentenze emesse da quel Trga che attengono il gioco d’azzardo e l’applicazione della Legge Regionale della città di Bolzano che ha “funestato” tutto il settore del gioco di quel territorio dal quale è stato espulso quasi sin dall’inizio del suo nascere. La Provincia Autonoma di Bolzano, come si sa, si è subito dichiarata contraria al mondo del gioco pubblico, in tutti i suoi comparti, particolarmente ne confronti delle apparecchiature da intrattenimento e, di conseguenza, aveva provveduto ad emettere norme e provvedimenti che hanno prodotto “il bando” da quel territorio del settore ludico.

Ecco, quindi, che si vuole riferire di una sala giochi che rispetta la propria Legge Provinciale, ha il proprio locale a “debita distanza” dai luoghi sensibili e possiede, senza dubbio, una autorizzazione che “dovrebbe valere” cinque anni nei quali “dovrebbe poter lavorare e commercializzare” nel proprio esercizio l’offerta di prodotti di gioco, insieme alla somministrazione di bevande: un esercizio “perfettamente in regola”, quindi, senza alcuna macchia né paura. Il Trga di Bolzano, in virtù delle peculiarità di questo esercizio di gioco, quindi, ha ritenuta illegittima la limitazione biennale contenuta nell’autorizzazione impugnata dalla sala giochi ed espressa dalla Provincia Autonoma di Bolzano, dovendo tale punto di gioco avere l’autorizzazione valida per un quinquennio.

É chiaro che la società di gioco ricorrente, che si occupa anche di slot machine gratis, aveva esposto le sue ragioni non ritenendo giusto tale “declassamento” da cinque a due anni della sua autorizzazione e si era rivolta al Trga di Bolzano per vedere respingere la limitazione biennale dell’efficacia dell’autorizzazione alla raccolta di giocate tramite apparecchi di gioco appartenenti alla “tipologia Comma 6”, denominati Vlt, in capo al proprio esercizio che comprende anche mescita di bevande alcoliche e superalcoliche come attività accessoria nell’esercizio della sala giochi.

Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Bolzano ha annullato il provvedimento impugnato nella parte in cui si indica (e si limita) in due anni il limite di validità dell’autorizzazione in capo alla società di gioco ricorrente. Tale autorizzazione non risulta incompatibile con la normativa in vigore che ha ampliato il raggio di azione dei siti sensibili, poiché la sala giochi non interseca “il prescritto raggio distanziale rispetto ad alcuno dei siti sensibili normativamente individuati”. E subordinatamente, qualora fosse ritenuta fondata l’interpretazione provinciale del “dettato transitorio” che assoggetterebbe al termine biennale tutte le autorizzazioni emesse successivamente all’entrata in vigore della legge, la ricorrente portava all’attenzione dell’adito Tribunale, con il suo ricorso la questione, di legittimità costituzionale della disposizione per supposto contrasto con gli articoli 41 e 97 della Costituzione.

Infatti, la ricorrente sala da giochi ritiene sproporzionata la prevalenza accordata dalla norma sospettata di incostituzionalità alla tutela dell’interesse pubblico, rispetto al grande sacrificio imposto all’impresa che vedrebbe i propri investimenti ridotti in un termine troppo breve: in pratica, si ravviserebbe la violazione proprio del dettato costituzionale, poiché si andrebbe a “creare incertezza normativa e disparità di trattamento”: il Tribunale di Giustizia Amministrativa di Bolzano ha accettato le motivazioni del ricorso ed ha cassato il provvedimento della Provincia Autonoma di Bolzano, ancora una volta.

LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA COSA CERCA NEL GIOCO?

Infilarsi nel mondo del gioco d’azzardo è risultato lo “sport” più frequentato dalla criminalità organizzata che vede in questo mondo la facilità di movimentare “il danaro sporco” e farlo circolare in un settore dove il danaro lecito gira in modo vertiginoso, dove diventa difficoltoso controllarne tutte le varie provenienze (almeno per il momento) e dove, quindi, diventa “interessante” provare a mettervi dentro la testa (e le mani), approfittando di una parte di quel gioco ancora illegale ed anche delle derive che l’abuso del gioco d’azzardo provoca, a catena.

La criminalità organizzata, così, si ritrova a mettere in campo i suoi affari acquisendo magari il controllo delle sale da gioco e dei casino online aams traendo anche profitto dalle attività collaterali quali lo “strozzinaggio” per quei giocatori che hanno bisogno di contanti per proseguire il gioco, oppure arredando queste sale con apparecchiature non collegate alla rete lecita, con apparecchi manomessi dove le possibilità di vincita sono alquanto labili e sui quali ovviamente non viene pagata alcuna tassa all’Erario e non sottostando a normative di legge.

E poi con il gioco d’azzardo, la criminalità può estendersi con gli investimenti in altre attività collegate al gioco, come ristoranti, strutture alberghiere, locali da intrattenimento: tutti luoghi e posti dove si gioca e dove si offrono altri servizi. Grande giro di quattrini, magari danaro sporco che viene riciclato, “lavato ed asciugato” e rimesso in circolazione perfettamente lecito per essere poi investito in attività legali, con prestanome che danno a queste attività criminali la possibilità di sembrare attività legali e lecite agli occhi dei più, ma non certamente a quelli delle Forze dell’Ordine.

Infatti, il rapporto annuale dell’Uif, relativamente al 2016 per fare un esempio, conferma che fra le attività più frequentemente utilizzate dalle organizzazioni criminali quelle preferite sono nel settore dei giochi online, nelle slot machine e nelle scommesse sportive: ciò avviene attraverso, come detto, l’uso di prestanome in seno a società che gestiscono queste particolari attività ludiche. Parallelamente, di conseguenza, al circuito legale si nota sempre più frequentemente la presenza di attività svolte su piattaforme illegali di scommesse sportive e di videopoker, con l’utilizzo di server ubicati in Paesi esteri.

Il gioco online, d’altronde, è per sua natura un gioco “transfrontaliero” ed i siti di gioco alternativi a quelli regolarmente autorizzati sono accessibili alquanto facilmente dalla rete: di conseguenza, ne deriva la possibilità di un’offerta illegale di gioco online la cui entità obbiettivamente è difficilmente stimabile ed a volte anche rintracciabile. Un’altra casistica che è stata segnalata, e che potrebbe attirare l’interesse da parte della criminalità organizzata, riguarda sempre il settore del gioco e l’utilizzo di disponibilità di società in liquidazione per acquistare fiches al casinò.

Le fiches non vengono poi impiegate per attività di gioco, ma cambiate in contanti con operazioni sotto la soglia prevista per ottenere l’acquisizione dei dati di identificazione del cliente: praticamente vengono utilizzate per richiedere l’emissione di assegni. L’analisi finanziaria ha inoltre evidenziato come questo tipo di operazioni fossero finalizzate, probabilmente, a distrarre fondi dal patrimonio delle società in liquidazione in danno dei creditori: ed anche qui si potrebbe “infilare” la furbizia e l’astuzia della criminalità organizzata, considerando che il gioco d’azzardo e l’imprenditoria sono due settori a lei confacenti e compiacenti e nei quali ci “sguazza come un delfino nel mare”!