“Ricovero in ospedale non necessario”: La donna muore due ore dopo in ambulanza

Questa donna è morta per un nuovo caso di malasanità. La protagonista di questa sventurata vicenda è stata trasportata in ospedale ma durante una visita eseguita qualche minuto prima, le era stato detto che il ricovero presso il nosocomio non era necessario.
È morta in queste circostanze Antonietta Petti, 48enne mamma di due figli, lo scorso lunedì sera. Ufficialmente per un arresto cardiaco, ma ora la procura di Nocera Inferiore ha aperto un fascicolo d’inchiesta a seguito della denuncia dei familiari, che contestano una scarsa assistenza da parte del personale medico nei riguardi della donna.

Tutto sarebbe avvenuto nel giro di un paio d’ore: dal quartiere Taverne di Nocera Superiore, residenza della donna, arriva una telefonata diretta al 118. Sono i familiari della quarantottenne, che richiedono un pronto intervento. La donna sta male, è preda di una crisi d’ansia. I parametri vitali sarebbero risultati buoni, così come accurata sarebbe stata la stessa visita. A quel punto il medico avrebbe rassicurato la famiglia, precisando che il ricovero in ospedale non era necessario eppure la donna è deceduto, quindi adesso saranno le indagini a mettere luce sulla vicenda.

Refezione scolastica, assunzioni in cambio di appalti: 17 misure cautelari

Il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip a carico di 17 persone ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere e di turbata libertà degli incanti, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio, frode in pubbliche forniture e falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale, nonché estorsione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Tra queste sei sono finite in carcere, cinque ai domiciliari, tre hanno ricevuto il divieto di dimora e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra questi l’ex vice sindaco del Comune di Maiori (Salerno), tre dirigenti e un dipendente dei comuni di Solofra (Avellino), Montoro Inferiore (Avellino) e Sant’Agnello (Napoli).
Ricostruendo gli eventi, le indagini hanno portato a dati inquietanti: il cibo servito ai bambini era di provenienza incerta e talvolta scaduto, non a caso i bambini spesso hanno accusato malori dopo i pasti. Confezioni di pomodori provenienti dalla Cina venivano etichettate come prodotte in Italia.
Le scuole materne ed elementari coinvolte riguardano i comuni di Casalnuovo e Sant’Agnello (Napoli), Montoro Inferiore e Solofra (Avellino), Maiori e Padula (Salerno).
L’organizzazione si serviva di referenti territoriali, preferibilmente donne, le quali, forti delle rapporti collusivi vantati con alcuni membri delle diverse commissioni di gara, veicolavano agli stessi informazioni negative – talvolta non veritiere – sul conto delle ditte concorrenti, che venivano fatte oggetto di una vera a propria attività di “dossieraggio” al fine di determinarne l’esclusione dalla gara.
Inoltre è stata accertata l’esistenza di veri e proprio rapporti corruttivi tra i referenti delle imprese indagate e amministratori, funzionari e dipendenti pubblici dei comuni interessati dalla gare di appalto per la refezione scolastica. Quest’ultimo in cambio dell’assunzione di familiari o di altre persone di fiducia, adottavano provvedimenti amministrativi in corso di gara, volti a privilegiare l’assegnazione degli appalti agli indagati. Spesso comunicavano notizie riservate, relative ai pianificati controlli sanitari e amministrativi da parte degli organi preposti.

Cachi: proprietà terapeutiche e benefici

L’organismo può ricavare molte cose positive assumendo cibi come i cachi. Non  è un frutto molto diffuso e amato, eppure serba ottime qualità. A produrre questi dolci frutti è l’albero dei cachi, il cui nome scientifico è Diospyros Kaki, che appartiene alla famiglia   delle Ebenacee e proviene dall’Asia: proprio nel continente asiatico, diversi di questi alberi furono in grado di sopravvivere alla bomba atomica di Nagasaki; caratteristica che conferì loro il soprannome di “Alberi della Pace”.

I cachi contengono, fra le altre cose, in prevalenza acqua, fibre, vitamine la A e la C e sali minerali, come il potassio, il manganese, il fosforo, il selenio, il calcio, il magnesio e il sodio. Una delle loro qualità è proprio quella di dare energia al corpo. Grazie al contenuto di vitamina C, i cachi sono in grado di potenziare le difese dell’organismo e rafforzare, dunque, il sistema immunitario: il corpo è, quindi, in grado di difendersi maggiormente dalle aggressioni batteriche.

 I cachi vantano, inoltre, delle proprietà depurative e diuretiche: queste caratteristiche sono, infatti, fornite dalla presenza di potassio.

L’Apocalisse tra 10 anni: città sommerse e deserti

In due studi pubblicati sulle riviste Pnas e Science Advances non si parla di ciò che potrebbe accadere tra 50 o 100 anni ma appena 10. Un disastro climatico che potrebbe causare la desertificazioni di alcuni Paesi e l’allagamento di altri, facendo nascere una vastissima comunità di “rifugiati climatici”.

50 milioni di persone, infatti, vedrebbero innalzato il livello del mare di 60 metri, città come New York, Berlino, Shanghai, Londra e Parigi sarebbero sommerse. Il mondo sta rischiando seriamente di superare il tetto massimo per l’aumento della temperatura globale fissato a due gradi rispetto ai livelli preindustriali, l’Apocalisse sulla Terra.

“Se dovessimo bruciare tutte le riserve di combustibili fossili, questo eliminerebbe la calotta antartica e provocherebbe un innalzamento permanente del livello del mare senza precedenti nella storia umana” ha spiegato Ricarda Winkelmann, autrice dello studio.

Come potremmo proteggerci da questa apocalisse?

I due nonni fanno l’amore sulla panchina dei giardinetti: denunciati

Non c’è proprio età che tenga alla presa della passione per cui ogni luogo per sfogare i suoi eccessi. Un caso come questo desta veramente l’attenzione delle persone che solitamente nei giardinetti sono soliti portarci i proprio figli. Ad Avellino, in atti sessuali espliciti. Lui 72 anni, lei 61, hanno infatti scelto una panchina pubblica, sotto gli occhi dei passanti, in pieno giorno, per esibirsi in performance hot.

I due si sono quasi denudati nei giardinetti di piazza Kennedy, nel centro della cittadina irpina, incuranti della presenza di diverse persone. Diverse segnalazioni sono giunte alla Polizia, che ha fatto intervenire una Volante. I focosi nonnetti sono stati rintracciati e – sulla base delle testimonianze dei passanti – denunciati per atti osceni in luogo pubblico.
Cercate di evitare che la passione vi esploda in pubblico!

Boscotrecase, donna operata dopo la morte per coprire un errore: a processo 3 medici

Forse avrete già sentito parlare ai telegiornali di lei. Si chiamava Tommasina De Laurentiis, la ragazza di 25 anni che morì l’8 marzo del 2013 durante un’operazione alla colecisti all’ospedale di Boscotrecase, in provincia di Napoli.
I tre medici che la operarono sono stati rinviati a giudizio con le accuse di omicidio colposo e falso: avrebbero operato la ragazza quando era già morta per eliminare le prove dell’errore medico che causò il decesso.
Mercoledì pomeriggio il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Torre Annunziata, Emma Aufieri, ha rinviato a giudizio i tre medici che la operarono: A.P, A.V e A.V. L’accusa per i tre è grave: omicidio colposo e falso.
Secondo quanto ricostruito dall’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Antonella Lauri, la causa della morte della ragazza non fu un’errata manovra di rianimazione, come sostenuto dai medici, ma un errore durante la colecistectomia. Ma c’è di più: dopo l’operazione sbagliata, la paziente secondo il pm sarebbe stata operata altre due volte per eliminare le prove dell’errore stesso: e almeno una di queste operazioni sarebbe avvenuta quando Tommasina era già morta. Successivamente i medici avrebbero poi falsificato la cartella clinica della paziente.

A uccidere la 25enne sarebbe stata una grave emorragia interna, dovuta forse alla mancata suturazione di due arterie tagliate nel corso dell’intervento, e poi ricucite solo dopo la morte della ragazza. I particolari erano emersi già lo scorso dicembre, dopo che erano stati depositati in tribunale gli esiti di una seconda perizia richiesta dal legale di parte civile Gennaro Ausiello e dalla procura. Adesso si apre il processo che stabilirà una volta per tutte cosa accadde l’8 marzo di due anni fa.

Clinicamente ero MORTO e sono risuscitato. Vi dico come!

Non poteva che accadere a Medjugorje, nel paesino sperduto tra i monti della Bosnia Erzegovina. I fedeli avevano appena finito di pregare la Via Crucis sul Monte Kricevac e finalmente, dopo tante preghiere e salite ripide, siamo arrivati con il resto del gruppo alla grande Croce.
Insieme al gruppo vi è un giovane ragazzo siciliano di 23 anni proveniente da Favara. Il suo nome è Dino Stuto, si trova in pellegrinaggio a Medjugorje con la sua famiglia per ringraziare colei che ormai è definita da tutti la Gospa, la Regina della Pace.
Dino ha raccontato del suo incidente avvenuto nel 2010, in prossimità del ferragosto. Ecco le sue parole: “Il 13 agosto del 2010 esco a bordo del mio motorino per andare in spiaggia, all’improvviso un auto non si ferma allo STOP e vengo travolto in pieno. Mi ritrovo a terra agonizzante, qualcuno cerca di chiamare l’ambulanza, ma subito si ferma un passante. Era un medico che aveva appena finito il servizio in ospedale e nel sedile posteriore della sua auto aveva un respiratore che subito ha adoperato per salvarmi la vita prima che arrivasse l’ambulanza. Se non fosse arrivato quest’ angelo, forse a quest’ora non sarei qui. Poi sono stato portato all’ospedale di Agrigento e subito dopo mi hanno trasferito in elicottero a Palermo. La situazione era grave, i medici non davano speranza ai miei genitori. Avevo delle emorragie al fegato, le braccia, il femore e la spalla rotta, un ematoma in testa e la febbre alta che non consentiva ai medici di intervenire. Mi hanno operato ai polmoni, in tutto sono stato sottoposto a 14 operazioni e due mesi di coma. I medici dicevano ai miei genitori che le possibilità che io tornassi in vita erano ben poche, se mi fossi svegliato sarei rimasto un vegetale sulla carrozzina. Mia madre per tutti quei mesi mi benediceva con l’acqua benedetta”.
Ma oggi è tutto cambiato per lui: “Oggi ho scalato il Kricevac con le mie gambe, sono in piena salute e sono qui per ringraziare la Regina della Pace per avermi salvato dalla morte quel giorno e per avermi restituito alla vita”.
Solo i credenti potranno capire cosa è stato a salvare quest’uomo.

Sapete cosa accade quando fate scrocchiare le dita?

I ricercatori dell’Università dell’Alberta (Canada) ha svelato il segreto delle dita che `scrocchiano´, un mistero che durava da 77 anni. All’origine del `croc´ ci sono delle bolle che si formano all’interno delle nocche. C’è infatti una cavità tra la giuntura della nocca e l’articolazione formata da muscoli e tendini, nella quale ristagna il liquido sinoviale che ricopre e lubrifica l’articolazione e dove si vengono a formare delle bolle di idrogeno e ossigeno.
Quando ci scrocchiamo le dita attiviamo la formazione delle bolle e si produce il caratteristico rumore. Lo studio è pubblicato su `Plos One´. Per arrivare alla loro conclusione, i ricercatori hanno `fotografato´ con una risonanza magnetica l’intero fenomeno grazie a un tiraggio artificiale del dito posto all’interno della macchina. «La capacità di far scrocchiare le nocche potrebbe essere correlata alla salute delle articolazioni», sottolinea Greg Kawchuk, autore principale dello studio e docente della Facoltà di Medicina riabilitativa.
. «Può darsi che potremo utilizzare questa nuova scoperta per analizzare quando iniziano i problemi articolari molto prima della comparsa dei sintomi. Questo darebbe ai pazienti e ai medici la possibilità di affrontare in anticipo problemi molto gravi».

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Padre Pio: la statua misteriosa ed il “Miracolo” della maternità che il santo continua a fare ancora oggi

Chi non ricorda una figura così affascinante come quella di Padre Pio, una delle figure più profonde e carismatiche che la Chiesa possa vantare e ricordare, la sua spiritualità è di quelle che catturano, ed ammaliano tantissimi fedeli che ancora oggi a volte, gli chiedono miracoli.
Il frate di San Giovanni Rotondo è il santo dell’umanità, della carità concreta, della viva lealtà, della sofferenza, della verità del sangue e della forza della vita. In suo onore ed in sua memoria sono numerosissimi i pellegrini che raggiungono San Govanni Rotondo e che per pregare si recano nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, eretta proprio per venire incontro ai fedeli che affluiscono sempre numerosi.
Esattamente nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie si consuma un “presunto” miracolo moderno del Santo:
per lungo tempo si è rincorsa tra i fedeli la voce di una statua misteriosa, qualcuno l’avrebbe vista, in pochissimi sarebbero riusciti a fotografarla e in molti ne negherebbero persino l’esistenza. La statua rappresenta il Santo mentre tiene tra le braccia il bambino Gesù neonato.

Nei ai piedi: ecco come riconoscere il Pericolo di un Melanoma

Non tutti sanno che non bisogna sempre spaventasi davanti ad un ritrovamento di un neo in prossimità delle dita dei piedi: parecchie persone si spaventano perché pensano che possa essere qualcosa di grave. In realtà, è necessario prima di tutto conoscere in quali casi un neo al piede può diventare un melanoma, quali sono i rischi che si corrono e come curarsi.
Il melanoma è una forma di cancro (tumore maligno) che ha inizio nelle cellule della pelle chiamate melanociti. Queste cellule sono situate nell’epidermide (lo strato superiore della pelle) e sono responsabili della produzione di melanina, un pigmento scuro naturale.
I piedi sono una delle parti meno curate del corpo e vengono per lo più ignorati a meno che non causino un problema. I tumori del piede e della caviglia sono spesso diagnosticati troppo tardi perché possono essere difficili da identificare. La prognosi è generalmente felice quando una persona si trova davanti ad un tumore questa posizione. Per questo, è necessario stare molto attenti ai nei ai piedi.
Il cancro della pelle sulla pianta del piede e su altre aree della pelle raramente esposte al sole può anche essere collegato ad un virus, all’esposizione a sostanze chimiche cancerogene, ad un’infiammazione cronica o ad un’irritazione oppure anche ai tratti ereditari e alla genetica.
Di seguito, vediamo quali sono i fattori di rischio per il melanoma e per lo sviluppo del cancro della pelle:
• raaggi ultravioletti (UV) ed esposizione alla luce
• nei ai piedi
• pelle chiara, lentiggini e capelli chiari
• storia familiare di melanoma
• storia personale di melanoma
• età
• genere
• Xeroderma pigmentoso.
Vediamo come riconoscere un neo in base alle sue caratteristiche per capire se e quando si può presentare il rischio di malattie gravi come un tumore alla pelle.
• Asimmetria
La metà del neo non è identica all’altra metà, quindi un neo asimmetrico può essere piuttosto pericoloso se non viene tenuto sotto controllo.
• Bordo, contorno del neo
La lesione ha un bordo irregolare o indistinto: anche in questo caso, è necessario tenere il tutto sotto controllo.
• Colore
La lesione presenta più di un colore al suo interno (per esempio marrone e nero, oppure marrone chiaro e scuro)
• Diametro
La lesione ha un diametro maggiore di 6 mm.
Quindi, in sostanza, non è necessario allarmarsi subito quando si vedono i nei ai piedi, ma soltanto fare dei controlli appositi che consentano di definire se i nei sono pericolosi o no (mappa dei nei).