“Ti mangi le unghie? Ecco 7 trucchi per smettere subito!

Onicofagia: è questo il nome scientifico con cui si indica l’abitudine che hanno tante persone di mangiarsi le unghie. Le cause sono diverse, in particolare ansia, nervosismo e paura. Esistono però diversi rimedi naturali che permettono…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Smettere in tempi rapidi”]

…di smettere in tempi rapidi. Le conseguenze possono essere molto serie, visto che si provocano ferite oppure infezioni alla pelle, senza dimenticare le cuticole e le dita. Ecco in che modo non mangiare più le unghie. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Palline e oli amari”]

Bere tisane rilassanti
Masticare chewing gum o radici
Stringere una pallina di gomma
Applicare oli amari

PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Altri rimedi”]

Aglio o limone
Indossare un paio di guanti
Seguire una dieta ricca di oli essenziali

6 cose da fare prima di mangiare per dimagrire 3 kg in 7 giorni

Alcuni comportamenti possono aiutare parecchio a dimagrire e a tenere sotto controllo i chili di troppo. Si tratta di sei cose che devono essere fatte per evitare problemi e conseguenze non troppo gravi sull’organismo e il resto del corpo. Di cosa stiamo…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Digestione fondamentale”]

…parlando? La digestione è fondamentale e con i preziosi consigli che stiamo per fornirvi è possibile evitare gonfiori all’intestino, uno degli organi più preziosi in assoluto. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Acqua e masticazione”]

Bere molta acqua.
Masticare lentamente
Fare dei respiri profondi prima di mangiare PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Riscaldamento”]

Abbassare il riscaldamento
Colore rosso
65 % del cibo: il 65 % della nostra alimentazione lo dovremmo introdurre nella colazione, spuntino a metà mattina e pranzo, l’altro 35 % dovete dividerlo tra merenda e cena.

25 trucchi per perdere peso senza soffrire

Perdere peso è una vera e propria missione e non tutti sono in grado di arrivare fino alla fine. Esistono però dei trucchi che vi permetteranno di raggiungere l’obiettivo senza privazioni. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Masticare bene”]

I cibi vanno masticati bene, in modo da facilitare la digestione e sentirsi sazi. Inoltre, bisogna bere l’acqua fuori dai pasti per eliminare le tossine. Molto importante è assumere i cibi ricchi di fibre (frutta e verdura in primis), senza dimenticare di evitare lo zucchero bianco. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Bere infusi”]

Molto utili sono gli infusi, come ad esempio il tè verde (aiutano a bruciare i grassi). Il sale va evitato per non agevolare la ritenzione idrica e bisogna prestare attenzione alle colazioni troppo complete. La cena deve essere leggera per non immagazzinare troppe calorie. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Frutta a merenda”]

La merenda andrebbe fatta con la frutta. Inoltre, proprio la frutta andrebbe consumate in piccole quantità per scongiurare la stitichezza. Le verdure vanno mangiate con frequenza e si deve stare alla larga dalle diete basse in calorie o ricche di proteine. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE [nextpage title=”Mangiare davanti alla tv”]

L’ananas e la papaya vanno mangiati a crudo: i cibi precotti o fritti vanno evitati e non si deve abusare di nessun alimento. Mangiare fuori casa è pericoloso e va fatto con attenzione, senza dimenticare i rischi dei pasti davanti alla tv. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 6 DELL’INDICE [nextpage title=”Altri trucchi”]

Gli ultimi trucchi sono quelli di non concludere il pasto completamente sazi, non mangiare dolci a fine pasto, come anche la frutta, prendere il ginseng per alcune settimane, non abusare di farine, fare ginnastica regolarmente e non dare troppa importanza al cibo.

I lavoratori di McDonald’s: “Ecco le cose da non mangiare lì…”

Se ce lo dice chi ci lavora, allora dobbiamo sicuramente accettare il loro consiglio. Ecco cosa hanno consigliato alcuni dipendenti del McDonald’s, delle informazioni molto utili. Prima di…

CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”File-o-fish”]

tutto hanno consigliato di evitare il file-o-fish, perché è tra i meno venduti e per questo resta a lungo nella dispensa. Sarebbe meglio evitare anche le patatine fritte, per…

CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”Cibo grigliato”]

l’enorme quantità di sale che viene usata per condirle. Da evitare anche il cibo grigliato, perché in realtà è precotto e riscaldato nel microonde. Consiglio…

CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”La notte”]

generale: mai mangiare nelle ore notturne, perché mancano i responsabili e i dipendenti fanno un po’ come gli pare e si è molto soggetti a scherzi.

Appassionate di Sushi? Ecco 10 informazioni che potrebbero tornarti utili la prossima volta che ti troverai ad un ristorante giapponese!

Ci sono tantissime persone che vanno matte per il famoso piatto giapponese. Stiamo ovviamente parlando del sushi che affascina persone in tutto il mondo.

1. Le origini
Se vi chiedo “Da dove arriva il sushi?“, cosa mi rispondereste? Dal Giappone, naturalmente! E invece no! E qui cade il primo falso mito sulla pietanza. I cari amici giapponesi hanno importato la tecnica di abbinare il pesce al riso, tecnica utilissima per conservare le proprietà degli alimenti, dai vicini cinesi. Ma qui va spezzata una lancia in favore degli abitanti del Giappone: sono stati loro ad inventare intorno al 1800 la ricetta del ”nighiri”, ossia riso e salmone presentato nella caratteristica forma allungata.
2. La salsa di soia
Andare a mangiare in un qualsiasi ristorante giapponese pensando di mangiare il vero Sushi equivale ad andare in una qualsiasi pizzeria all’estero credendo di assaggiare la vera pizza! Un errore mostruoso! Per quanto le ricette possano ricalcare alla perfezione quelle originali della tradizione, gli ingredienti non potranno mai essere gli stessi. Prendiamo ad esempio la salsa di soia. Questa, secondo la ricetta antica, viene realizzata mischiando acqua, semi di soia e sale e viene lasciata riposare per alcuni mesi insieme a delle muffe che ne stimolano la fermentazione.
Naturalmente la salsa di soia che viene servita nei ristoranti giapponesi “di importazione” difficilmente ha nel menù proprio quel tipo di salsa.
Sarà più facile trovare la salsa realizzata con soia idrolizzata.

3. Non parliamo del wasabi: Un altro alimento da annoverare tra i prodotti che non corrispondono all’originale ricetta è il wasabi. Quello che ci viene servito generalmente è definito dai giapponesi doc western wasabi, ossia una versione rivisitata composta da radici di rafano e colorante verde.
Mentre il vero wasabi, chiamato “hon wasabi” è realizzato con una pianta, la Wasabia Japonica, talmente rara da essere anche estremamente costosa e quindi centellinata in cucina.

4. Il salmone: Chi è abituato a consumare i propri pasti orientali nei ristoranti giapponesi occidentali sarà anche solito ordinare salmone, convinto che questo sia il piatto più tipico e diffuso. In realtà in Giappone il salmone è molto difficile da trovare, proprio perché non è un pesce autoctono.
Solo i ristoranti di Tokyo a 5 stelle, e di conseguenza i loro clienti, possono permettersi di inserire nel menù il salmone, perché hanno la possibilità economica di sostenere le spese di importanze della merce, che arriva direttamente dalla Norvegia.

5. Il tonno: Se volete proprio sembrare dei veri esperti di Sushi allora non potrete non sapere che con il tonno vengono realizzati tre piatti diversi di sashimi, a seconda della parte di pesce utilizzata. Con la parte più magra e scura si cucina l’akami, generalmente molto economico. Con quella più grassa il chutoro, che è leggermente più costoso. Infine con la parte più grassa e chiara si prepara l’otoro, economicamente una salassata!

6. Lo zenzero: Un’altra chicca che spesso mette in crisi gli appassionati di Sushi è l’uso che va fatto dello zenzero sottaceto, il cosidetto gari.
Questo ingrediente non serve per insaporire le pietanze, bensì per risciacquare la bocca tra una portata di pesce e l’altra.

7. Il problema delle bacchette: Una delle qualità che distingue un esperto di Sushi da un dilettante è la destrezza con la quale afferra il cibo ricorrendo alle hashi, ossia le infernali bacchette di legno.
Non siete esperti abbastanza per potervi nutrire con l’utilizzo di questo supporto? Non preoccupatevi.
Il Sushi in Giappone si mangia con le mani… proprio come la pizza!
8. La zuppa di miso, questa sconosciuta: Non avete la più pallida idea di cosa sia la zuppa di miso? È una ricetta che viene considerata l’elisir di lunga vita nella tradizione giapponese. Preparata con semi di soia gialla è molto simile ad un purè.

9. Come ti cucino il polpo: Lo sapevate che se decidete di ordinare il polpo potreste rischiare di aspettare oltre 45 minuti prima di mangiarlo?
Eh già! 45 sono infatti i minuti che l’animaletto tentacolato dovrà essere massaggiato prima di venire cucinato.
Avete capito bene! Massaggiato.
Per fortuna che ad occuparsene sono di solito gli apprendisti o i cuochi più giovani, almeno lo chef potrà continuare a cucinare gli altri piatti.
10. Il problema dell’ordinazione: Adorare il cibo giapponese non significa masticare anche la lingua del paese. Quindi come si esce da una situazione imbarazzante in cui lo chef non parla una parola di italiano e voi non sapete che cosa ordinare?
Basta dire la parola magica: “omakase“.
E proprio come per “abracadabra” con la porta della caverna dei 40 ladroni, anche le porte dell’ordinazione vi saranno magicamente aperte.
Omakase infatti significa “mi fido di te“. Quindi pronunciando questa semplice parola lascerete allo chef carta bianca sul cibo da servirvi, levandovi dall’impiccio di dover spiegare a gesti cosa volete mangiare.

Cosa succede se si mangiano 12 banane al giorno

Ve lo siete mai chiesti? La risposta vi sorprenderà senz’altro. Yulia Tarbath, una ragazza impegnata a seguire un regime alimentare vegetariano e crudista, che presuppone il consumo di alimenti non cotti, e che ha deciso di mangiare solo banane per dodici giorni di seguito. Un esercizio mentale che ha comportato un notevole sacrificio, ma che aveva lo scopo di ripulire l’organismo di Yulia.
La banana, in effetti, è un vero e proprio concentrato di nutrienti che ha numerosi pregi: permette di perdere peso, contribuisce al miglioramento della vista ed è un toccasana per chi deve fare i conti con la pressione alta. Per dodici giorni, quindi, la Tarbath ha mangiato unicamente banane, senza limitazioni dal punto di vista della quantità: doveva solo avere l’accortezza di consumare frutti maturi e non acerbi, cercando di coprire il fabbisogno di calorie quotidiano e accompagnando il tutto con tre litri di acqua. Uno stile di vita che ha presupposto anche otto ore di riposo per notte e una costante attività fisica. Dopo Yulia ha notato degli evidenti miglioramenti non solo dal punto di vista del fisico, ma anche sul piano emotivo: per esempio la sua digestione è diventata più fluida e più agevole, ma soprattutto silenziosa, visto che il corpo era impegnato a digerire unicamente banane; la pelle, invece, ha assunto una maggiore luminosità, e anche al tatto è migliorata, diventando più morbida, quasi setosa.
Anche le guarigioni sono facilitate, essendo più rapide, mentre le prestazioni fisiche vengono esaltate e l’organismo non è più invitato e attratto dal cosiddetto junk food. La perdita di peso è naturale, e ciò è un vantaggio per chi vuole ritrovare la linea. Come si può facilmente immaginare, non si può improvvisare una dieta monofrutta da un giorno all’altro. Prima di tutto, è indispensabile chiedere il parere e il consulto del proprio medico di fiducia. Un suggerimento sempre valido, poi, è quello di aumentare progressivamente il consumo di verdura e frutta ogni giorno: in linea di massima, cinque o sei porzioni dovrebbero essere più che sufficienti.

Ordina un Big Mac ma quello che ci trova dentro è disgustoso

Annah Sophia Stevenson, della Nuova Zelanda, ha trovato nel suo Big Mac qualcosa di veramente disgustoso. La donna era andata insieme al figlio di 3 anni a mangiare al McDonald’s, dove ha ordinato il celebre panino.
Al Daily Mail, la donna ha raccontato che dopo qualche morso, si è resa conto che qualcosa non andava: “Ho sentito qualcosa di insolito in bocca, ho capito che qualcosa non andava e l’ho tirato fuori dalla bocca vedendo lo scarafaggio”.
La donna è corsa in bagno dopo essersi sentita male notando poi che alcune parti dell’insetto le erano rimaste tra i denti. “Mi sono sentita violata, traumatizzata e disgustata”. Poi ha postato la foto su Facebook denunciando il rivoltante incidente avvenuto al McDonald’s.
Cosa farà la nota catena di Fast Food per rimediare al danno provocato?

Mangiate le unghie? Avete una malattia che si chiama “Onicofagia”. Ecco cosa provoca

Ci sono tantissimi motivi che ci spingono a mangiucchiare le nostre unghie a volte fino allo stremo. E’ un gesto dettato da nervosismo, stress, ansia, malumore. Uno studio di professori statunitensi dell’American Psychiatric Association hanno classificato questa “usanza” come una vera e propria malattia mentale chiamata onicofagia.
Da Wikipedia leggiamo: che L’onicofagia è un disturbo compulsivo che porta il paziente, pediatrico o adulto, a mangiare le proprie unghie. Secondo la teoria freudiana è un sintomo di fissazione orale. L’onicofagia può portare al danneggiamento dell’iponichio, la porzione di pelle posta alla base e ai lati dell’unghia. Questo può portare a una maggior suscettibilità ad agenti batterici o virali e causare un patereccio. Anche la saliva può avere un ruolo nell’arrossamento e nell’infezione dell’area.

L’onicofagia è correlata anche alla patologia dentale e può portare a malocclusione e danno gengivale e può facilitare il trasporto di microbi dall’ano alla bocca. L’ingestione dei residui ungueali può provocare anche danni gastrici. La persistenza del disturbo negli anni può, in taluni casi, comportare una deviazione e deformazione delle dita.
Anche gli psicologi, oltre i dottori, hanno lanciato un allarme alla popolazione sottolineando che mangiare le unghie è un vero e proprio disturbo da non sottovalutare.

Mangiare piccante può allungare la vita: ecco perché

Il  British Medical Journal ha rivelato in uno studio che consumare ogni giorno spezie piccanti riduce del 14% il rischio di morte, per quanto gli scienziati siano ancora cauti nel raccomandare a tutti una dieta basata su peperoncino, curry e altre spezie dal gusto ‘hot’.

Lo studio ha coinvolto 487.375 persone dai 30 ai 79 anni, arruolati nella China Kadoorie Biobank dal 2004 al 2008 e seguiti per un tempo di circa 7 anni. Tutti avevano completato un questionario che indagava le condizioni generali di salute, vari parametri fisici e il consumo di cibi piccanti, carne rossa, vegetali e alcol. L’analisi ha escluso chi aveva alle spalle una storia di cancro, malattie cardiache e ictus e ha corretto il possibile impatto di fattori come età, stato civile, grado di educazione e attività fisica.

La ricercatrice Nita Forouhi dell’Università di Cambridge ha osservato come siano note molte delle virtù del peperoncino e in particolare della capsaicina, l’alcaloide che è responsabile della sua piccantezza, ma la prudenza è alta: “Occorre un’ulteriore ricerca per stabilire se il consumo di cibo piccante è in grado di migliorare la salute e ridurre il tasso di mortalità in modo diretto o se è solo il segno esterno di altri fattori concernenti le abitudini dietetiche e lo stile di vita” hanno precisato gli esperti.

Salmone: ecco perché non dovremmo mangiarlo

Ha un sapore molto particolare e c’è chi ne mangerebbe in grandi quantità. Stiamo parlando ovviamente del salmone: un pesce che non è tra quelli raccomandati dagli esperti, anzi. Il salmone selvatico, infatti, è una specie in via d’estinzione e quello che consumiamo abitualmente proviene dagli allevamenti.

È Slow Food, ha elecanto almeno 10 motivi per cui sarebbe meglio non mangiarne.

  1. Il salmone proveniente dagli allevamenti intensivi viene pescato da un ambiente che non viene mai ripulito dai reflui, per cui escrementi e rifiuti rimangono lì, e le loro tracce si depositano sui pesci.
  2. La permanenza del salmone da allevamento in un ambiente così sporco aumenta le mutazioni di agenti patogeni.
  3. Uno scienziato statunitense, David O. Carpenter, in un suo articolo del 2004 ha dichiarato che “… il salmone di allevamento si dovrebbe evitare come la peste”.
  4. Il colore dei salmoni di allevamento non è rosa come quello del salmone selvatico, per cui viene alterato artificialmente tramite l’aggiunta di coloranti ai mangimi.
  5. In Norvegia, l’Unione Europea ha consentito di aumentare le quantità di Endusolfano nei mangimi, un pesticida pericoloso bandito da gran parte dei Paesi.
  6. I mangimi con cui i salmoni vengono alimentati contengono derivati animali.
  7. Le reti presenti negli allevamenti sono un pericolo per altre specie che vi rimangono intrappolate.
  8. Per alimentare i salmoni presenti in un allevamento, vengono sacrificati molti più pesci di altre specie, il che ne sta provocando la scomparsa.
  9. La presenza di allevamenti intensivi ha ridotto ulteriormente il numero di salmoni selvatici.
  10. Il salmone da allevamento contiene molte tossine, per cui i medici norvegesi ne sconsigliano il consumo alle donne in gravidanza, poiché potrebbero danneggiare lo sviluppo del cervello del nascituro.