Padre Jacques: “Io m’inginocchio solo davanti al Signore”. E l’hanno sgozzato…

La Francia e l’intera Europa piangono la morte tragica di Padre Jacques, il prete di Rouen (cittadina della Normandia) trucidato da due attentatori affiliati all’Isis. L’ennesimo atto di violenza degli jihadisti, che ha colpito nel profondo la Chiesa cattolica. Da questa vicenda emergono la grande fede e il coraggio di un uomo anziano, ma fermo nei suoi valori. Ecco cosa racconta Suor Danielle… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La testimonianza di Suor Danielle”]

 a proposito dell’orrenda morte del prelato: i due “invasati” , come li definisce, “gridavano Daesh, Daesh o anche Allah Akbar” e “volevano che Padre Jacques si inginocchiasse, giravano attorno all’altare facendo una specie di proclama islamico, in arabo. Tutti gridavano. ‘Fermatevi, non sapete cosa state facendo È una follia”. Ma i due avevano i coltelli e minacciavano tutti”. Poi la richiesta al prete di inginocchiarsi… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=””]

“Padre Jacques non ha voluto inginocchiarsi, ha resistito e credo che tutto sia degenerato in quel momento”. Suor Danielle era vicino alla porta della chiesa e oggi racconta i retroscena di un atto barbarico che rattrista tutti.

L’Italia colpita da un lutto tremendo, purtroppo è appena morto Paolo…

Morire per futili motivi. Ha ricevuto una coltellata al cuore dopo una discussione relativa al traffico. Paolo Cialini, 47 anni, è morto per questa banalissima ragione. L’aggressore è stato arrestato dai carabinieri. A Quanto risulta da una prima ricostruzione, la lite sarebbe scaturita dopo una mancata precedenza. L’aggressore sarebbe sceso dall’auo e, con un coltello, avrebbe colpito la vittima in pieno petto. La vittima è di Mosciano S.Angelo (Teramo). L’accoltellatore ha 60 anni ed è in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario. Tornando all’aggressione, la vittima deve aver suonato a quello che lo precedeva, per sollecitarlo a muoversi. Quest’ultimo avrebbe reagito scatenando un’accesa discussione. Sul posto ci sono i carabinieri della locale compagnia, diretti dal capitano Calore.  CONTINUA A LEGGEREamb

Ha l’alzheimer dimentica di pagare il canone Rai: Equitalia gli pignora la casa

Questa è una notizia davvero sconcertante. Il protagonista di questa storia non ha pagato per molti anni il canone Rai: nel 2012, un anziano signore rimasto vedovo, è venuto a mancare. Da anni era stato colpito dall’alzheimer e per via della malattia spesso di dimenticava di fare alcune cose.
Anni fa racconta al Resto del Carlino l’avvocato P., il figlio che ha dovuto fare una battaglia legale contro Equitalia per riottenere i beni di famiglia pignorati – io e mia sorella gli abbiamo messo accanto una badante, ma la signora non ricorda di aver visto arrivare a casa cartelle di Equitalia”. Queste cartelle, con cui Equitalia chiedeva al malato di pagare le tasse su rifiuti e canone Rai, erano arrivate solo due volte. Prima però che accanto all’uomo malato vi fosse una badante. “Insomma – aggiunge il figlio avvocato – nessuno ha mai preso quelle raccomandate di Equitalia, o forse mio padre le ha pure ritirate, ma poi si è dimenticato di averle. Chissà mai dove sono finite. E se ci sono mai state”. Ma per Equitalia era una giustificazione debole. Come se una malattia come l’Alzheimer, che ti fa dimenticare anche quali sono i tuoi figli, non sia sufficiente a giustificare una dimenticanza. La pratica dell’uomo è risultata così inevasa, ma l’ente di riscossione non ha inviato alcun sollecito. Intanto il debito continuava a salire, grazie agli interessi. Tanto da arrivare a un livello che a detta dei fiscalisti rasenta l’usura. E così Equitalia ha prima ipotecato la casa e poi l’ha messa all’incanto “come nuda proprietà – aggiunge l’avvocato – così quando mio padre è morto, il nuovo proprietario, a cui, insomma, Equitalia aveva venduto la casa senza dire nulla a nessuno, ha chiesto di entrare in possesso del bene; avevo appena sepolto mio padre e mi sono trovato questi gabellieri alla porta che mi chiedevano di sgomberare al più presto la casa. Non ci ho visto più”. E così ha fatto causa agli esattori. Vincendo. Per fortuna il figlio dell’uomo è un avvocato penalista. C’è da pensare che se fosse capitato a qualcun altro (e forse è già successo), un’intera famiglia sarebbe stata buttata fuori di casa. Ma dopo la vittoria in tribunale non è finita. “Qualche giorno fa – racconta l’avvocato al Resto del Carlino – il nuovo proprietario della casa di Genova, un mio vecchio amico d’infanzia a cui ho venduto dopo essermela ripresa, mi ha avvertito che era arrivata una nuova cartella di Equitalia a nome di mio padre. Era di quasi 11mila euro, frutto di una sommatoria di cartelle, alcune risalenti anche al 1997. Con tanto d’intimazione al pagamento, pena il sequestro di una cantina che è ancora intestata a mio padre. Ovviamente – continua – sono dovuto volare a Genova, dimostrare che quella roba lì era stata tutta ampiamente saldata e che loro non avevano più nulla da chiedere, né a me, né tantomeno ai morti. Non si sono neppure scusati”.

Pordenone: bimba di tre anni muore azzannata da un cane

Ci troviamo in provincia di Pordenone, precisamente a San Martino al Tagliamento. Una vicenda terribile ha segnato per sempre la vita di una giovane famiglia, costretta a salutare per sempre una bambina di soli tre anni. Si chiamava Astrid Guarini e, a seguito di un attacco violento da parte di un cane, è deceduta in ospedale dopo numerosi soccorsi.

La piccola si trovava a casa della zia quando il fatto è successo ed è stato proprio il cane di questa parente ad azzannarla. Astrid è stata subito ricoverate in rianimazione, morendo poco dopo. Secondo le ultime indiscrezione, la bambina si trovava nel giardino di casa insieme a una cuginetta prima di essere aggredita dal cane. Infatti, sarebbe stata proprio la cugina ad urlare attirando l’attenzione dei parenti.

La famiglia è subito intervenuta, bloccando il cane e richiudendolo in una gabbia. Hanno subito chiamato i soccorsi, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Attualmente il caso è sotto sequestro e affidato alla proprietaria, una zia materna a cui Astrid era andata a fare visita insieme alla mamma. Le indagini predisposte dai carabinieri di Pordenone dovranno stabilire possibili responsabilità riguardo la mancata custodia nei confronti del cane, verificando così l’ipotesi che il terribile incidente si trasformi in un reato di omicidio colposo.

Monza: si costituisce il pirata della strada

Presso il comando della polizia locale di Monza si è presentato, questa sera, un quarantaduenne brianzolo che si è autodenunciato come autista del SUV che ha causato un maxi incidente in cui Elio Bonavita, 15 anni, ha perso la vita. L’uomo si è presentato dal suo legale, ha raccontato la sua versione sulla dinamica del sinistro ed è stato denunciato a piede libero.

Elio stava per trascorrere una giornata come le altre, stava per andare, in auto con la mamma, al campo di calcio per disputare una partita con i compagni di squadra della Giovanissimi della Dominante di Monza. Ma la sua vita è stata spezzata ad un incrocio di viale Brianza, quando una auto che non ha rispettato una precedenza ha colpito la vettura della madre, correndo via.

Chi era al volante, non s’è preoccupato minimamente della salute dei passeggeri della vettura, ed è scappato dopo una carambola mortale. La madre, ora, è in prognosi riservata al Niguarda di Milano, con fratture multiple agli arti e trauma cranico.

Strage in Tunisia, nove arresti

La strage al museo del Bardo, avvenuta ieri pomeriggio, ha un bilancio non ancora definitivo di 25 morti, di cui 4 sono italiani. I due rinvenuti oggi, infatti, erano dispersi, e ne sono stati solo trovati i corpi. E’ stata l’ambasciata Italiana di Tunisi, congiuntamente all’Unità di Crisi della Farnesina, ad aver compiuto il riconoscimento fotografico dei corpi, attualmente ospitati presso l’obitorio dell’ospedale Charles Nicolle.

E il gruppo jihadista dell’ISIS ha rivendicato l’attacco, minacciando nuovi attacchi, definendo la strage di Tunisi “la prima goccia di pioggia“. Intanto, nove sospetti sono stati tratti in arresto, quattro dei quali avrebbero legami diretti con l’attacco. In manette anche la sorella di Jabeur Khachnaoui, uno dei terroristi in possesso di cinture esplosive e armi avanzate, in grado di fare un numero ben più elevato di vittime. “Siamo in guerra“, ha detto il presidente tunisino Beji Caid Essebsi.

Papa Francesco andrà a Napoli, festa in città

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, parla dell’attesa per il Pontefice, che si recherà nel capoluogo campano sabato, parlando di “grandissima partecipazione spirituale, una imponente macchina organizzativa in un momento storico difficile”.

Il papa attraverserà l’intera città, e la visita è gestita con grande partecipazione ed una capacità organizzativa impensabile, con collaborazione fra le istituzioni. E rispondendo ad una domanda su eventuali manifestazioni per il lavoro, ha detto che “Napoli senza proteste non l’ho mai vista. Questa è Napoli. Non faremo vedere al Papa una Napoli diversa, è una Napoli con le proteste e le sofferenze, con la ferita dei senza lavoro e dei disoccupati“, continuando che ognuno deve collaborare alla riuscita della giornata.

Alla giornata prenderanno parte 1500 volontari, centomila bandierine, 10 mila cappelli e 10 mila foulard, oltre alle 68 suore di clausura che, con uno speciale permesso, potranno uscire dai conventi per la visita del Papa..