Yara, l’inaspettata decisione dei giudici su Bossetti a pochi giorni dall’inizio del nuovo processo

È previsto per il 30 giugno l’inizio del processo d’appello per Massimo Bossetti, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Il procuratore generale di Brescia ha preso una decisione importante… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La decisione del procuratore generale”]

Ha vietato l’ingresso in aula a telecamere e macchine fotografiche. Secondo i giudici infatti “nella specie non risulta sussistere un interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento”, inoltre “le riprese richieste potrebbero pregiudicare il sereno e regolare svolgimento del processo”. BresciaOggi fa sapere poi che… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Le misure prese”]

Bossetti farà il suo ingresso in aula da un’entrata sotterranea, mentre le emittenti tv si posizioneranno al di fuori del palazzo di giustizia con i loro furgoni-regia. Il processo è invece aperto al resto del pubblico.

Caso Yara: la dichiarazione dei Ris lascia tutti senza parole

Dopo anni di indagini una sentenza definitiva: Massimo Bossetti è indiscutibilmente l’assassino di Yara Gambirasio. La stessa sentenza di condanna gli da l’ergastolo per omicidio volontario con l’aggravante di sadismo e inaudita violenza. Bossetti si è sempre dichiarato innocente, provando tramite i…

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suoi legali a far riaprire il caso. Fino ad ora però la magistratura non ha mai accettato la sua richiesta, solo oggi emerge tale possibilità grazie a un particolare: nell’analisi dei carabinieri si leggere che i calzini di Yara erano impregnati del suo stesso sangue, nonostante non ci fossero ferite ai piedi della…

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ragazza. Questo dettaglio contenuto nel fascicolo di Bosetti, non compare nella sentenza di condanna del muratore di Mapello, dove si parla solamente do macchie bruno rossastre e non di sangue. Le analisi però parlano chiaro riguardo a quelle macchie ritrovate: “E’ stato possibile estrapolare un unico…

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profilo genotipico femminile riconducile a Yara da ambedue i prelievi effettuati in corrispondenza delle tracce ematiche”. A questo si aggiunge anche l’affermazione di uno dei poliziotti il giorno del ritrovamento del corpo di Yara, il quale dubitava che il cadavere si trovasse li da mesi.

Yara, c’è un supertestimone: “Un urlo, poi ho visto chi la rapiva”

Il caso legato all’omicidio di Yara Gambirasio continua a far parlare di sé. Stavolta è la testimonianza di un’ex guardia giurata a offrire una nuova luce al rapimento della piccola ragazzina di Brembate, per il cui assassinio la Corte d’Assise ha condannato all’ergastolo Massimo Bossetti… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=””]

“Avrò il rimorso per il resto della mia vita”, rivela questo nuovo testimone al settimanale Oggi. Il suo nome è Mario Torraco: “C’è stato un urlo che mi ha fatto voltare. Era una voce femminile. Mi sembra abbia urlato “aiuto””. E subito dopo ho udito una voce maschile: “Stai zitta””… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Il dubbio mi divora”]

L’uomo racconta di aver pensato a un banale litigio tra fidanzati: “Il dubbio mi divora. Sarà un rimorso che mi tormenterà per il resto della mia vita. Quell’uomo, alto e atletico, che ho visto sollevare, stringendola a sé, una ragazza vestita con un giubbetto scuro, poteva essere l’aggressore di Yara”… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE[nextpage title=”La sua testimonianza”]

Dopo la notizia della scomparsa di Yara, l’ex guardia aveva raccontato subito tutto alle forze dell’ordine: la sua testimonianza però non fu ritenuta attendibile e probabilmente riferita a un’altra sera.

Yara Gambirasio: clamorose dichiarazioni della moglie di Bossetti

Nuove importanti rivelazioni sul caso Yara Gambirasio, dove Massimo Bossetti è stato accusato di aver ucciso la ragazzina di soli tredici anni. A parlare è la moglie Marita Comi, in un’intervista rilasciata al settimanale Oggi. Ecco le sue parole:

“Massi era sorvegliato già due mesi prima che fosse arrestato. Di notte e di giorno. Attorno a casa, nei campi sul retro della palazzina o all’imbocco della strada che dalla Provinciale porta nel nostro cortile c’erano spesso due persone che chiacchieravano o fumavano… Eravamo preoccupati, ne abbiamo parlato, ci siamo chiesti chi potessero essere, cosa facessero, cosa volessero. Abbiamo pensato a dei ladri. Mai avremmo immaginato quello che è successo due mesi dopo. Chissà perché dal 16 giugno 2014, il giorno dell’arresto di mio marito, quei due sono spariti… Più visti”.

Questa importante rivelazione andrebbe contro ciò che, fino a questo momento, hanno spiegato gli inquirenti. La mamma di Ignoto 1 sarebbe Esther Arzuffi, trovata il 14 giugno, due giorni prima dell’arresto di Massimo Bossetti sul presunto omicidio di Yara Gambirasio. La moglie commenta anche le lettere anonime: “Se Massi avesse solo assistito a quello che si racconta in questi fogli prima o poi me l’avrebbe confidato. Non è capace di tenere un segreto così pesante. Non avrebbe dormito di notte. Massi non è un duro. È un sentimentale tenero”.

Yara Gambirasio, scagionato Bossetti: ecco chi l’ha uccisa

Il caso Yara Gambirasio sta interessando sempre più persone, considerato il fatto che si tratta dell’omicidio di una ragazzina di 13 anni che, a distanza di anni, non ha ancora un colpevole. Il maggiore indiziato è Massimo Bossetti, ma a quanto pare potrebbe non essere stato lui ad uccidere la piccola. È infatti uscito un nuovo colpo di scena a riguardo, grazie a due lettere anonime pervenute nei confronti del settimanale Oggi.

La 13enne sarebbe stata uccisa da un muratore polacco mentre Bossetti era presente; il presunto killer di cui si è sempre sospettato fino ad oggi, sarà processato a luglio come possibile assassino di Yara Gambirasio. Entrambe le lettere sono state consegnate alla Procura di Bergamo e a quanto pare sarebbero state scritte in italiano con errori di grammatica. Il vero assassino sarebbe un muratore polacco che, dopo qualche bicchiere di troppo, diventa particolarmente violento.

Sempre secondo quanto riportato dalle lettere, l’uomo polacco sarebbe poi stato ucciso da alcuni complici in un cantiere, facendo credere che si trattasse di un infortunio. Il colpo di scena risiederebbe nel fatto che Massimo Bossetti avrebbe assistito all’omicidio, sarebbe stato colto da un malore e sarebbe poi scappato per paura. Riportiamo alcune frasi delle due lettere anonime:

Certo che signor Bossetti non potrà mai dire tutta la verità visto cosa hanno fatto sorella, piena di botte poveretta. Nessuna meraviglia qualcuno se la prenda con la sorella di Massi. Lui non può, non deve proprio parlare ok? Il Massi ricordo che è scappato dalla spavento… Certo eravamo in diversi e voi non lo capite. La Yara l’abbiamo portata in campo e abbandonata come un sacco di patate. Si può dire? Vergogna, sì… Abbiamo vomitato nel fare io sono pure svenuto se può interessare o forse no, si figuri il Massi. La Yara era conosciuta brava ragazza davvero, anche sua sorella. Ciao ciao diceva. Punto e basta, poco di più… e poi quella brutta sera maledetta. Yara dunque in primo momento è stata in casa di una brava signora, eravamo diversi e nessuno poteva pensare male. Un certo momento si è innervosita e voleva andare via tornare a casa l’aspettavano i genitori. Il polacco ubriaco ha cominciato a smaniare, a comportarsi male e molto. Non sapevamo che fare. La bimba gridava pure noi poi il vuoto, il nero, un buio…”.

Dagli ultimi aggiornamenti possiamo dire che le lettere hanno il timbro postale di Padova e proverrebbero da Santa Giustina in Colle. L’unico indiziato di questa località è Roberto Benozzo, datore di lavoro di Fikri.