Il mistero nel sangue umano: se avete questo gruppo sanguigno siete speciali. Ecco perché…

Rh negativo del gruppo 0. Si tratta del sangue che viene considerato il più puro in assoluto sulla faccia della Terra. Può essere donato a tutti i tipi di sangue, ma la persona con questo gruppo può riceverlo solamente dai…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Poche persone”]

…donatori Rh negativo. Solo il 15% delle persone presenti nel pianeta hanno quest’ultimo gruppo. Questa rarità fa capire che il sangue in questione è pregiato come pochi. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Alieni ed esseri”]

Spesso si sono scritti anche articoli secondo cui il gruppo sarebbe addirittura una manipolazione genetica degli alieni oppure l’evoluzione di qualche essere presente sulla Terra migliaia di anni fa. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”carattere”]

Le caratteristiche dei portatori di Rh negativo sono molto interessanti. Si tratta di persone con tendenza a cercare la verità, un quoziente intellettivo superiore alla media, sguardo profondo e la tendenza a fare sogni molto vividi.

TERREMOTO: ESTRATTI VIVI DALLE MACERIE

I numeri grazie al cielo non hanno nulla a che vedere con quelli del precedente terremoto del Centro Italia, ma qualche danno è stato registrato anche a…

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seguito di questa scossa: fortunatamente due anziani a Pievebovigliana sono stati estratti vivi dalle macerie e sono stati tanti i malori accusati per lo…

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spavento. Tra questi, purtroppo, una persona ha perso la vita: un infarto a cui non ha retto il cuore di un signore nel Tolentino. Tra feriti e contusi sono circa 9 le persone…

CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”Ussita”]

coinvolte, mentre sono stati molti i crolli di edifici, in particolare a Ussita. Le parole del sindaco lo confermano: “Il nostro paese è finito”.

Sisma, notte di terrore. Oltre 60 scosse: “Le case sono crollate, la gente grida…”

L’Italia vive nuovamente la paura del terremoto. Ieri sera le due forti scosse con epicentro tra Marche e Umbria, mentre nella notte numerose scosse di minori entità. Circa 60 i movimenti registrati dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, di cui due comunque di magnitudo rilevante… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Le due scosse notturne”]

Nella provincia di Macerata una scossa di 4.1 è stata avvertita alle 5.19, mentre una di magnitudo 4.4 è stata registrata alle 5.50. Molte persone hanno trascorso la notte in macchina o nei locali allestiti dagli enti locali e della Protezione civile. “La notte è trascorsa in un silenzio assordante, lo sguardo perso nel vuoto, mentre lo sciame sismico continua”, ha raccontato Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”L’uomo morto per infarto”]

L’unica vittima legata finora al terremoto, seppur in modo indiretto, è un uomo di 73 anni morto per infarto a Tolentino. In ogni caso, stando a quanto riportato dal comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, non ci sarebbero altre persone rimaste uccise in seguito ai crolli.

“Fermatelo è veramente un pazzo”. Ma è troppo tardi, il mondo ora trema

Alcuni atteggiamenti, soprattutto se sostenuti da politici, è assurdo pensare siano permesse anche nel 2016. Eppure, i giorni riportano l’ennesima follia del dittatore nordcoreano che questa volta ha fatto giustiziare con la contraerea due funzionari. A rivelarlo è il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo, secondo cui Kim avrebbe fatto giustiziare due alti funzionari del regime, entrambi con l’accusa formale di aver disobbedito agli ordini impartiti dall’alto. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Chi ha condannato a morte?”]

Si tratterebbe di Hwang Min, ex ministro dell’Agricoltura, che secondo quanto riferito sarebbe stato giustiziato per le “proposte di riforma da lui sostenute, viste come sfida diretta alla leadership di Kim Jong-un”. L’altro caso è quello di Ri Yong-jin, un funzionario di livello ministeriale al dicastero dell’Educazione, la cui unica colpa sarebbe stata quella di essersi “appisolato in un meeting presieduto da Kim”. Un sonnellino fatale. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La pena”]

I due sono stati giustiziati in un’accademia militare di Pyongyang: come sempre, è quasi impossibile verificare le notizie che provengono dalla Corea del Nord.CONTINUA A LEGGERE

Oltre 100 persone ricoverate in Italia dopo aver mangiato…

Un’occasione di gioco e divertimento si è trasformata in un giorno da dimenticare. Durante il torneo di volley, organizzato nel fine settimana al centro sportivo Matterello per ragazzi dai 15 ai 35 anni dalla parrocchia Ognissanti, molti si sono sentiti mali e sono finiti al pronto soccorso per un’intossicazione alimentare. Ecco cosa hanno mangiato. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Ecco cosa hanno mangiato “]
I ragazzi hanno mangiato un piatto dell’insalata di riso preparata dai volontari del centro giovanile parrocchiale. Alle 12 per i ragazzi impegnati nella partita è iniziata la distribuzione di panini e insalata di riso. I sintomi hanno colpito l’uno dopo l’altro tutti quelli che hanno toccato cibo: nausea, vomito e diarrea. Ecco cosa è successo dopo. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Ecco cosa hanno passato i giocatori”]

Decine di casi, un centinaio circa, che hanno messo a dura prova i sanitari del Suem per viaggi al pronto soccorso di Arzignano. Fortunatamente, tutti gli intossicati si sono ripersi in poche ore. Dalle analisi effettuate dai due ospedali dall’Ulss 5 è emersa come ipotesi più probabile un’infezione da stafilococco, prodotta da qualche ingrediente dell’insalata di riso, forse la maionese ma dovremmo aspettare le analisi per essere certi sulla colpevolezza di tale ingrediente.CONTINUA A LEGGERE

Antibiotici, le regole del Ministero per assumerli

Molto spesso i farmaci vengono usati mali e provocano disagi più o meno gravi negli italiani. Proprio per questo l’agenzia italiana per il farmaco, ha voluto chiarire alcune cose sull’uso dei farmaci. L’annuncio ha lo scopo di sensibilizzare i pazienti sull’importanza di non assumere antibiotici per curare l’influenza, infezioni virali o raffreddori non di origine batterica. Basta seguire 3 regole per usufruire di questi medicinali:
1. Gli antibiotici vanno usati solo quando necessario, dietro prescrizione medica, osservando scrupolosamente dosi e durata della terapia indicata dal medico.
2. Gli antibiotici non curano le malattie virali.
3. L’uso improprio degli antibiotici mette a rischio la salute e quindi è responsabilità del singolo, mentre favorire lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza, attraverso un uso improprio degli antibiotici, mette a rischio la salute della collettività, ed è quindi responsabilità di tutti.
È raccomandato seguire sempre alla lettera queste indicazioni per la prorpia saluta e quella delle persone care.

Fonte: Retenews24

Trovate le confessioni di Natuzza: “Ho visto i morti, ecco come sarà l’aldilà e cosa si fa”

Oggi vi riporteremo un articolo pubblicato su Retenews24, e tratto dal sito pontifex: qui vi riporteremo quello che ha rivelato don Marcello Stanzione, sulle esperienze di Natuzza Evolo. La donna era nota come la mistica di Paravati. Ormai questa donna è scomparsa ormai da qualche anno, ma questo articolo vi riporterà le sue parole sull’aldilà e delle anime che la visitavano in spirito. Ecco il racconto:
“Molti anni fa discorrevo con un noto sacerdote carismatico che aveva fondato un gruppo ecclesiale riconosciuto da alcuni Vescovi. Iniziammo a parlare di Natuzza Evolo e, con mia grande sorpresa, il sacerdote affermò che, secondo lui, Natuzza faceva dello spiritismo a buon mercato. Rimasi molto contrariato da questa affermazione, per una forma di rispetto non risposi al famoso sacerdote ma, nel mio cuore, subito pensai che tale grave affermazione nasceva da una forma non nobile di invidia verso una povera donna analfabeta alla quale migliaia di persone si rivolgevano ogni mese ottenendone sempre un sollievo nell’anima e nel corpo. Con gli anni cercai di studiare il rapporto di Natuzza con i defunti e mi resi completamente conto che la mistica calabrese non andava assolutamente considerata come una “medium”. Infatti, Natuzza non invoca i defunti chiedendo loro di venire da lei e …… le anime dei morti le compaiono non per sua decisione e volontà, ma unicamente per volontà delle anime stesse grazie ovviamente al permesso divino.
Quando le persone le chiedevano di avere dei messaggi o delle risposte alle loro domande, da parte dei loro defunti, Natuzza rispondeva sempre che questo loro desiderio non dipendeva da lei, ma unicamente dal permesso di Dio ed invitava loro a pregare il Signore affinché questo loro pio desiderio venisse esaudito. Il risultato era che alcune persone ricevevano messaggi da parte dei loro trapassati, ed altri invece non erano esauditi, mentre Natuzza avrebbe desiderato accontentare tutti. Comunque, l’angelo custode la informava sempre se tali anime nell’aldilà avevano più o meno bisogno di suffragi e di sante Messe.
Nella storia della spiritualità cattolica apparizioni di anime del Paradiso, del Purgatorio e talora anche dell’Inferno, sono avvenute nella vita di numerosi mistici e di santi canonizzati. Per quanto riguarda il Purgatorio, possiamo tra i numerosissimi mistici, ricordare: San Gregorio Magno, da cui è derivata la pratica delle Messe celebrate di seguito per un mese, dette appunto “Messe Gregoriane”; santa Geltrude, santa Teresa d’Avila, santa Margherita da Cortona, santa Brigida, santa Veronica Giuliani e, più vicini a noi, pure santa Gemma Galgani, santa Faustina Kowalska, Teresa Newmann, Maria Valtorta, Teresa Musco, san Pio da Pietrelcina, Edwige Carboni, Maria Simma e tanti altri. E’ interessante sottolineare che mentre per questi mistici le apparizioni delle anime del Purgatorio avevano l’obiettivo di accrescere la loro stessa fede e a spronarli a maggiori preghiere di suffragio e di penitenze, così di affrettare il loro ingresso in Paradiso, nel caso di Natuzza, invece, oltre ovviamente a tutto ciò, questo carisma le è stato accordato da Dio per un’ampia attività di consolazione del popolo cattolico e in un periodo storico in cui, nella catechesi e nella omiletica, il tema Purgatorio è quasi completamente assente, per rafforzare nei cristiani la fede nella sopravvivenza dell’anima dopo la morte e nell’impegno che la Chiesa militante deve offrire a favore delle Chiesa sofferente.
I defunti ribadivano a Natuzza l’esistenza del Purgatorio, del Paradiso e dell’Inferno, a cui venivano inviati dopo la morte, come premio o castigo per la loro condotta di vita. Natuzza, con le sue visioni, confermava l’insegnamento plurimillenario del Cattolicesimo, cioè che immediatamente dopo la morte, l’anima del defunto viene condotta dall’angelo custode, al cospetto di Dio e ne viene perfettamente giudicata in tutti i minimi particolari della sua esistenza. Coloro che venivano inviati nel Purgatorio, richiedevano sempre, tramite Natuzza, orazioni, elemosine, suffragi e soprattutto sante Messe affinché fossero loro abbreviate le pene.
Secondo Natuzza, il Purgatorio non è un posto particolare, ma uno stato interiore dell’anima, la quale fa penitenza “negli stessi luoghi terreni dove ha vissuto ed ha peccato”, dunque anche nelle stesse case abitate durante la vita. Talvolta le anime fanno il loro Purgatorio anche dentro le chiese, quando è stata superata la fase di maggiore espiazione. Il nostro lettore non deve meravigliarsi di queste affermazioni di Natuzza, perché la nostra mistica, senza saperlo, ripeteva cose già affermate da papa Gregorio Magno nel suo libro dei Dialoghi. Le sofferenze del Purgatorio, benché siano alleviate dal conforto dell’angelo custode, possono essere molto aspre. A testimonianza di ciò a Natuzza capitò un singolare episodio: Ella vide una volta un defunto e gli chiese dove si trovasse. Il morto le rispose di trovarsi tra le fiamme del Purgatorio, ma Natuzza, vedendolo sereno e tranquillo, gli osservò che, a giudicare dal suo aspetto, ciò non doveva essere veritiero. L’anima purgante le ribadì che le fiamme del Purgatorio se le portava con sé, dovunque andasse. Mentre proferiva queste parole ella lo vide avvolto dalle fiamme. Credendo che si trattasse di una sua allucinazione, Natuzza gli si avvicinò, ma venne investita dal calore delle fiamme che le procurarono una fastidiosa ustione alla gola e alla bocca che le impedì di nutrirsi normalmente per ben quaranta giorni e fu costretta a rivolgersi alle cure del dottor Giuseppe Domenico valente, medico condotto di Paravati. Natuzza ha incontrato numerosissime anime sia illustri che sconosciute. Lei che ha sempre detto di essere ignorante ha incontrato anche Dante Alighieri, che le ha rivelato di aver scontato trecento anni di Purgatorio, prima di poter entrare in Paradiso, perché anche se aveva composto sotto ispirazione divina, le cantiche della Commedia, purtroppo aveva dato spazio, nel suo cuore, alle proprie simpatie ed antipatie personali, nell’assegnare i premi e le pene: da qui il castigo di trecento anni di Purgatorio, trascorsi però al Prato Verde, senza soffrire altra sofferenza che quella della mancanza di Dio. Numerose testimonianze sono state raccolte sugli incontri tra Natuzza e le anime della Chiesa sofferente.
La professoressa Pia Mandarino, di Cosenza, ricorda: “In seguito alla morte di mio fratello Nicola, avvenuta il 25 gennaio 1968, caddi in uno stato di depressione e persi la fede. Mandai a dire a Padre Pio, che avevo conosciuto tempo prima: “Padre, rivoglio la mia fede!”. Per motivi a me ignoti non ricevetti subito la risposta del Padre e, nel mese di agosto, andai a trovare Natuzza per la prima volta. Le dissi: “Io in chiesa non ci vado, la Comunione non la faccio più…”. Natuzza si fece una risatina, mi accarezzò e mi disse: “Non ti preoccupare, che verrà presto il giorno nel quale non ne potrai fare a meno. Tuo fratello è salvo, ed ha fatto una morte da martire. Ora ha bisogno di preghiere ed è dinnanzi ad un quadro della madonna, in ginocchio, che prega. Soffre perché sta in ginocchio”. Le parole di Natuzza mi rasserenarono e, qualche tempo dopo, mi arrivò, tramite Padre Pellegrino, la risposta di Padre Pio: “Tuo fratello si è salvato, ma ha bisogno di suffragi”. La stessa risposta di Natuzza! Come Natuzza mi aveva predetto, sono ritornata alla fede ed alla frequenza della Messa e dei sacramenti. Circa quattro anni fa ho appreso da Natuzza che Nicola è andato in Paradiso, subito dopo la prima Comunione dei suoi tre nipotini che, a San Giovanni Rotondo, hanno offerto la loro prima Comunione per lo zio”.
La signorina Antonietta Polito di Briatico sul rapporto di Natuzza con l’aldilà porta la seguente testimonianza: “Avevo avuto un litigio con una mia parente. Poco tempo dopo, recatami da Natuzza, ella, posandomi la mano sulla spalla, mi disse: “Vi siete bisticciata?”. “E voi come lo sapete?”. “Me lo ha detto il fratello (defunto) di quella persona. Vi manda a dire di cercare di evitare questi litigi perché lui ne soffre”. Io non avevo parlato per nulla di questo fatto a Natuzza e lei non poteva averlo saputo da nessuno. Mi nominò esattamente la persona con la quale avevo litigato. Un’altra volta Natuzza mi disse a proposito di questo stesso defunto che era contento perché la sorella gli aveva ordinato le messe gregoriane. “Ma chi ve lo ha detto?”, le chiese, e lei: “Il defunto”. Molto tempo prima le avevo domandato notizie di mio padre, Vincenzo Polito, morto nel 1916. mi chiese se avessi una sua foto, ma le risposi di no, perché in quell’epoca non se ne facevano ancora, da noi. La volta seguente che andai da lei mi informò che da molto tempo era in paradiso, perché andava in chiesa mattina e sera. Io non sapevo di questa sua abitudine, perché quando mio padre morì avevo appena due anni. mia madre, poi, da me interpellata, me lo confermò”.
La signora Teresa Romeo di Melito Portosalvo ha dichiarato: “Il 5 settembre 1980 morì una mia zia. Lo stesso giorno dei funerali una mia amica andò da Natuzza e le chiese notizie della defunta. “E’ salva!”, le rispose. Quando furono trascorsi quaranta giorni, io mi recai da Natuzza, ma mi ero dimenticata della zia e non avevo portato con me la sua foto, per farla vedere a Natuzza. Ma questa, appena mi vide, mi disse: “O Teresa, sai chi ho visto ieri? Tua zia, quella vecchierella che è morta per l’ultima (Natuzza non l’aveva mai conosciuta in vita) e mi ha detto “Sono la zia di Teresa. Ditele che sono contenta di lei e di quello che ha fatto per me, che ricevo tutti i suffragi che mi manda e che prego per lei. Io mi sono purificata sulla terra”. Questa mia zia, quando morì, era cieca e paralizzata a letto”.
La signora Anna Maiolo residente a Gallico Superiore narra: “Quando mi recai per la prima volta da Natuzza, dopo la morte di mio figlio, ella mi disse: “Vostro figlio è in un luogo di penitenza, come del resto avverrà a tutti noi. Beato chi può andare in Purgatorio, perché ce ne sono che vanno all’Inferno. Ha bisogno di suffragi, ne riceve, ma ha bisogno di molti suffragi!”. Io allora feci fare varie cose per mio figlio: feci celebrare molte messe, feci fare una statua della Madonnina Ausiliatrice per le Suore, comprai un calice ed un ostensorio in sua memoria. Quando tornai da Natuzza ella mi disse: “Vostro figlio non ha bisogno di niente!”. “Ma come, , Natuzza, l’altra volta mi avevate detto che aveva bisogno di tanti suffragi!”. “Basta tutto quello che avete fatto!”, mi rispose. Io non l’avevo informata di quanto avevo fatto per lui. Sempre la signora Maiolo testimonia: “Il 7 dicembre del 1981, vigilia dell’Immacolata, dopo la Novena, io ritornavo a casa mia, accompagnata da una mia amica, la signora Anna Giordano. In chiesa avevo pregato Gesù e la Madonna, dicendo loro: “Gesù mio, Madonna mia, datemi un segno quando mio figlio entrerà in paradiso”. Giunta vicino a casa mia, mentre stavo per salutare la mia amica, di colpo, vidi nel cielo, sopra la casa, un globo luminoso, della della grandezza della luna, che si muoveva, ed in pochi secondi disparve. Mi sembrava che avesse una scia azzurrina. “Mamma mia, cosa è?”, esclamò la signora Giordano, impaurita come me. Corsi dentro a chiamare mia figlia ma il fenomeno era già cessato. Il giorno dopo chiamai l’Osservatorio geofisico di Reggio Calabria, chiedendo se la sera prima ci fosse stato qualche fenomeno atmosferico, o qualche stella cadente di grandi dimensioni, ma mi risposero di non aver osservato niente. “Avete visto un aereo”, mi dissero, ma ciò che io e la mia amica avevamo visto non aveva nulla a che fare con gli aerei: era una sfera luminosa simile alla luna. Il 30 dicembre successivo mi recai con mia figlia da Natuzza, le narrai il fatto, ed ella mi spiegò così: “Era una manifestazione di vostro figlio che entrava in paradiso”. Mio figlio era morto il 1° novembre 1977 ed il 7 dicembre 1981 era dunque entrato in paradiso. Natuzza, prima di questo episodio, mi aveva sempre assicurato che lui stava bene, tanto che, se io lo avessi visto nel posto dove stava, gli avrei certo detto: “Figlio mio, stai pure là” e che pregava sempre per la mia rassegnazione. Quando io dicevo a Natuzza: “Ma non aveva fatto ancora la cresima”, ella avvicinandosi a me, e parlandomi col volto, come fa, con la lucentezza dei suoi occhi, mi rispondeva: “Ma era puro di cuore!”.
Il professor Antonio Granata, docente all’Università di Cosenza, porta quest’altra sua esperienza con la mistica calabrese: “Martedì 8 giugno 1982, durante un colloquio, mostro a Natuzza le fotografie di due mie zie, di nome Fortunata e Flora, morte da un paio d’anni e alle quali sono stato molto affezionato. Ci scambiammo queste frasi: “Queste sono due mie zie morte da qualche anno. Dove si trovano?”. “Sono in un luogo buono”. “Sono in paradiso?”. “Una (indicando la zia Fortunata) è al Prato Verde, l’altra (indicando la zia Flora) è in ginocchio davanti al quadro della Madonna. Comunque sono salve tutte e due”. “Hanno bisogno di preghiere?”. “Potete aiutarle ad accorciare il loro periodo d’attesa” e, prevedendo una mia ulteriore domanda aggiunge: “E come potete aiutarle? Ecco: recitando qualche Rosario, qualche preghiera durante il giorno, facendo qualche comunione, o se fate qualche opera buona la dedicate a loro”. Il professor Granata continua nel suo racconto: “Nei primi giorni del luglio successivo faccio un pellegrinaggio ad Assisi con dei Frati francescani e rivengo in contatto con la realtà dell’indulgenza della Porziuncola che conoscevo superficialmente già da anni (infatti già molte volte avevo visitato la Porziuncola) ma alla quale non attribuivo alcun significato particolare non avendo riacquistato la fede. Ma adesso una indulgenza plenaria mi sembrò una cosa strabiliante, “dell’altro mondo”, e decido subito di lucrarla per le mie zie. Stranamente, per quanto mi informi, non riesco ad ottenere chiare informazioni sulla corretta prassi da seguire: penso che essa possa essere lucrata in ogni giorno dell’anno e così infatti faccio durante quel pellegrinaggio chiedendola per entrambe le mie zie. Fortunatamente, alcune settimane dopo, nella mia parrocchia, trovo nel fogliettino della Messa domenicale la prassi corretta, da eseguirsi tra il 1° e il 2 agosto e a favore di una sola persona. Il 1° agosto 1982, dopo varie peripezie (non è facile confessarsi e comunicarsi nel mese di agosto!), chiedo l’indulgenza per la zia Fortunata. Mercoledì, 1° settembre 1982, ritorno da Natuzza e mostrandole le foto delle mie zie accenno alle risposte da lei datemi precedentemente e alla mia richiesta dell’indulgenza della Porziuncola. Natuzza ripete tra di sé: “L’indulgenza della Porziuncola” e guardando le foto risponde subito senza esitazioni: “Questa (indicando la zia Fortunata) è già in paradiso; questa (indicando la zia Flora) non ancora”. Io rimango molto sorpreso e contento e chiedo per conferma: “Ma è stato proprio per l’indulgenza?”. Natuzza risponde: “Sì, sì, l’indulgenza della Porziuncola”. Voglio aggiungere che io rimasi molto stupito e confortato da questo episodio: stupito di come una grazia così grande sia stata concessa dietro pochissima fatica da parte mia; confortato e felice del fatto che una preghiera detta da un poveretto come me sia stata ascoltata. Sento come se con questa grazia sia stato suggellato il mio recente ritorno alla Chiesa. Riguardo alla zia Flora chiedo l’indulgenza plenaria il 1° novembre successivo e giovedì 18 novembre 1982 ricevo da Natuzza la seguente risposta: “Adesso (Flora) si trova in paradiso si trova al Prato Verde; è andata lì per i suffragi ricevuti”.
Il dottor Franco Stilo racconta: “Nel 1985 o nel 1984 mi sono recato da Natuzza e le ho fatto vedere le foto di una mia zia e di mio nonno, defunti. Le feci vedere prima la foto di mia zia. Natuzza, immediatamente, con una rapidità impressionante, senza nemmeno pensarci minimamente, si illuminò nel volto e, tutta contenta, disse: “Questa è santa, si trova in paradiso con la Madonna”. Quando prese la foto di mio nonno, cambiò invece espressione, e disse: “Questo ha molto bisogno di suffragi”. Io rimasi stupefatto per la rapidità e la sicurezza con la quale diede le risposte. La zia, Antonietta Stilo, nata il 3.3.1932 e morta l’8.12.1980 a Nicotera, fin da bambina era religiosissima e a 19 anni andò a Napoli per diventare suora, ma subito dopo si ammalò e non potè proseguire, ma pregava sempre, era molto buona e gentile con tutti, ed offrì sempre la sua malattia al Signore; mio nonno Giuseppe Stilo, invece, il padre della zia, nato il 5.4.1890 e morto il 10.6.1973 non pregava mai, non andava mai a messa, qualche volta bestemmiava e forse non credeva in Dio, mentre la zia era tutto l’opposto. Natuzza di tutto ciò naturalmente non poteva sapere nulla ed io, ripeto, rimasi meravigliatissimo per la rapidità eccezionale con la quale Natuzza mi diede le risposte”.
Il professor Valerio Marinelli, uno scienziato autore di diversi libri sulla Evolo, una volta le domandò: “Soffrono anche il freddo, ad esempio, le anime del Purgatorio?”. E lei: “Sì, anche il vento e il gelo, a seconda dei peccati hanno una pena particolare. Ad esempio ai superbi, ai vanitosi ed agli orgogliosi, è destinato di stare nel fango, ma non è un fango normale, è un fango di putredine. Il tempo nell’aldilà è come questo qua, ma sembra più lento a causa della sofferenza. Nessuno conosce i misteri dell’aldilà, e gli scienziati conoscono solo la millesima parte di quello che c’è qui nel mondo terreno”.
Il dottor Ercole Versace di Reggio Calabria ricorda: “Un mattino di tanti anni fa, mentre io, mia moglie e Natuzza pregavamo insieme nella cappellina a Paravati, e non c’era nessun altro con noi, ad un certo punto Natuzza divenne luminosa in volto e mi disse: “Dottore, voi avevate un fratello che è morto quando era piccolo?”. Ed io: “Sì, perché?”. “Perché è qua con noi!”. “Sì, e dove sta?”. “In un prato verde, bellissimo”. Si trattava di mio fratello Alberto, che morì a quindici anni, il 21 maggio 1940, per un attacco appendicolare, mentre studiava a Firenze al Collegio della Quercia. Natuzza non aggiunse altro”.
Suor Bianca Cordiano delle Missionarie del Catechismo, dichiara: “Ho chiesto molte volte a Natuzza dei mie parenti defunti. Quando le ho domandato di mia madre mi ha detto subito, con un’espressione di gioia: “E’ in paradiso! Era una santa donna!”. Quando le domandai di mio padre, mi disse: “La prossima volta che venite vi darò la risposta”. Quando la rividi, Natuzza mi disse: “il 7 ottobre fate celebrare una Messa per vostro padre, perché salirà in paradiso!”. Rimasi colpita profondamente da queste sue parole, perché il 7 ottobre è la festa della Madonna del Rosario e mio padre si chiamava proprio Rosario. Natuzza non conosceva il nome di mio padre”. E’ opportuno adesso riportare una parte dell’intervista del 1984 concessa dalla mistica calabrese al noto professore Luigi Maria Lombardi Satriani, docente di antropologia di estrazione marxista che però ha sempre lodato Natuzza Evolo, insieme all’illustre docente anche la giornalista Maricla Boggio intervistò Natuzza, utilizziamo le iniziali D. per Domanda e R. per risposta: “D. – Natuzza, sono ormai migliaia le persone che sono venute da lei e continuano a venire. Per che cosa vengono, quali bisogni vi dicono, quali richieste vi fanno? R. – Richieste per malattie, se il medico ha indovinato la cura. Domandano per i morti, se sono in paradiso, se sono in purgatorio, se hanno bisogno o no, per consigli. D. – E voi come fate a rispondere loro. Per i morti, ad esempio, quando vi domandano dei morti. R. – Per i morti li riconosco se li ho visti per esempio 2, 3 mesi prima; se li ho visti un anno prima non li ricordo, ma se li ho visti da poco tempo li ricordo, attraverso la fotografia li riconosco. D. – Quindi vi mostrano la fotografia e voi potete anche dire dove si trovano? R. – Sì, dove si trovano, se sono in paradiso, in purgatorio, se hanno bisogno, se mandano a dire qualche messaggio ai parenti. D. – Voi potete anche riferire ai morti messaggi dei vivi, dei familiari? R. – Sì, pure dei vivi. D. – Ma una persona, quando muore, voi subito dopo potete vederla o no? R. – No, dopo quaranta giorni. D. – E dove si trovano durante questi quaranta giorni le anime? R. – Non dicono dove, non hanno mai parlato di questo. D. – E loro possono essere al purgatorio o al paradiso o all’inferno? R. – O all’inferno, sì. D. – O anche in qualche altro posto? R. – Loro dicono che il purgatorio lo fanno sulla terra, dove hanno vissuto, dove hanno commesso i peccati. D. – Voi certe volte parlate del prato verde. Che cos’è il Prato Verde? R. – Loro lo dicono, che è l’anticamera del paradiso. D. – E voi come fate a distinguere, quando vedete le persone, se sono vive o se sono morte. Perché voi le vedete contemporaneamente. R. – Non sempre le distinguo, perché tante volte mi è capitato di dare la sedia ad un morto perché non distinguo se è vivo o se è morto. Distinguo solo le anime del paradiso perché sono sollevate da terra. Le altre invece no, le piglio per vivi. Infatti quante volte do loro la sedia e loro mi dicono: “Non ho bisogno perché sono un’anima dell’altro mondo”. E poi mi parla del parente presente perché tante volte capita che, quando viene, per esempio, una persona, è accompagnata dal fratello morto o dal padre che mi dice tante cose da suggerire al figlio. D. – Queste voci dei morti le ascoltate solo voi? Gli altri nella stanza non le sentono? R. –No, solo io, io ripeto quello che sento.
Lo scienziato Valerio Marinelli che, a lungo, ha studiato i fenomeni paranormali di Natuzza raccogliendo varie testimonianze, ricorda: “Nel 1985 la signora Jolanda Cuscianna, di Bari, mi incaricò di chiedere a Natuzza della mamma Carmela Tritto, morta nel settembre del 1984. questa signora era stata testimone di Geova e la figlia era preoccupata per la sua salvezza. Già padre Pio, quando la mamma era ancora in vita, le aveva detto che si sarebbe salvata, ma la signora Cuscianna voleva la conferma di Natuzza. Natuzza, alla quale non parlai del responso di Padre Pio, ma dissi solo che era stata testimone di Geova, mi disse che quell’anima era salva, ma che aveva bisogno di suffragi. La signora Cuscianna pregò molto per la mamma e le fece celebrare anche le Messe gregoriane. Quando fu richiesto a Natuzza, un anno dopo, ella disse che era andata in paradiso”.
Sempre il professor Marinelli ricorda, riguardo alla tematica del Purgatorio: “Padre Michele la interrogò dopo su questo tema, e Natuzza gli ribadì che effettivamente le sofferenze del Purgatorio possono essere molto acute, tanto che si parla di fiamme del Purgatorio, per farci capire l’intensità del loro dolore. Le anime del Purgatorio possono essere suffragate dagli uomini vivi, ma non dalle anime dei defunti, nemmeno da quelle del paradiso; soltanto la Madonna, tra le anime del cielo, può aiutarle. E durante la celebrazione della Messa, disse Natuzza a padre Michele, molte anime si affollano all’interno delle chiese, aspettando come mendicanti la preghiera del sacerdote a loro vantaggio. Il 1° ottobre del 1997 ebbi l’occasione di incontrare Natuzza presso la Casa Anziani, alla presenza di padre Michele, e tornai ancora con lei su questo argomento. Le chiesi se fosse vero che le sofferenze della terra sono poca cosa rispetto a quelle del Purgatorio, e lei mi rispose che le pene del Purgatorio sono sempre commisurate ai peccati compiuti dalla singola anima; che le sofferenze terrene, se accettate con pazienza ed offerte a Dio, hanno grande valore, e possono accorciare di molto il proprio Purgatorio: un mese di sofferenza terrena potrebbe evitare, ad esempio, un anno di purgatorio, come capitò a mia madre; mi ricordò Natuzza, che con la sua malattia avuta prima di morire ebbe risparmiata una parte di Purgatorio e andò quasi subito al Prato Verde, dove non si soffre pur non avendo ancora la visione beatifica. Le sofferenze del Purgatorio, aggiunse Natuzza, possono essere talvolta più aspre perfino di quelle dell’Inferno, ma le anime le sopportano volentieri perché sanno che prima, o dopo, avranno la visione eterna di Dio e sono sorrette da questa certezza; inoltre arrivano a loro i suffragi che mitigano ed abbreviano le loro pene. Qualche volta hanno il conforto dell’angelo custode. Tuttavia a qualche anima che aveva gravemente peccato, ha raccontato Natuzza, è capitato di essere rimasta per molto tempo in dubbio sulla propria salvezza, stando sopra un precipizio da dove da una parte c’era il buio, da un’altra il mare, e dall’altra il fuoco, e l’anima non sapeva se fosse in Purgatorio oppure all’Inferno. Solo dopo quarant’anni apprese di essersi salvata, e fu felicissima”.
Le testimonianze sulle visioni di Natuzza sul Purgatorio sono in accordo con i dati del Magistero, inoltre esse costituiscono una conferma preziosa di verità di fede professata. Natuzza ci fa capire che cosa significhi infinita misericordia e infinita giustizia di Dio, che non sono in contrasto tra di loro, ma si armonizzano mirabilmente senza nulla togliere né alla misericordia né alla giustizia. Natuzza sottolinea spesso l’importanza delle preghiere e dei suffragi per le anime del Purgatorio e soprattutto la richiesta di celebrazioni di sante Messe ed in tal modo sottolinea l’infinito valore del sangue di Cristo Redentore. La lezione della Evolo è estremamente preziosa oggi in un periodo storico nel quale impazzano il pensiero debole relativista ed il nichilismo. Il messaggio di Natuzza è un forte richiamo alla realtà e al buonsenso. In particolare Natuzza invita ad avere un profondo senso del peccato. Una delle grandi disgrazie di oggi è appunto la perdita completa del senso del peccato. Le anime purganti sono in numero enorme. Ciò ci fa capire sia la misericordia di Dio, che salva quanto più è possibile, e sia i difetti e le carenze anche delle anime migliori.
La vita di Natuzza è servita non solo ad aiutare le anime sofferenti in Purgatorio, ma a rinvigorire la coscienza di tutti coloro che si rivolgevano a lei sulla gravità del peccato e così impostare una vita cristiana molto più rigorosa e impegnata moralmente. Natuzza parlava spesso del Purgatorio ed anche questo è un suo grande insegnamento perché purtroppo, assieme ai Novissimi, anche il tema del Purgatorio è quasi completamente scomparso dalla predicazione e dall’insegnamento di molti teologi cattolici. La ragione è costituita dal fatto che oggi tutti (anche gli omosessuali) ci crediamo talmente buoni da non poter meritare altro che il Paradiso! Qui c’è certamente la responsabilità della cultura contemporanea che tende a negare il concetto stesso di peccato, cioè proprio di quella realtà che la fede lega all’Inferno e al Purgatorio. Ma nel silenzio sul Purgatorio c’è anche qualche altra responsabilità: la protestantizzazione del cattolicesimo. In conclusione l’insegnamento di Natuzza sul Purgatorio può essere sommamente utile alla salvezza dell’anima dei cattolici del XXI secolo che vorranno ascoltarla.
Cosa ne pensate delle sue ultime dichiarazioni? Tutto è avvolto nel mistero, solo la fede può aprirvi il cuore.

Fonte: Retenews24

In Tibet la usano da 5000 anni: Ecco la ricetta contro Artrite, Pressione Alta, Gastrite e Infiammazioni

Oggi vi sveleremo un rimedio curativo che esiste da millenni ed è davvero molto efficace: In un antico monastero tibetano, è stata trovata, infatti, questa ricetta che risale a circa 5.000 anni fa. E’ così potente che si è dimostrata efficace nel curare una vasta gamma di problemi di salute. Questa incredibile ricetta richiede di utilizzare solo un paio di ingredienti.
Questo rimedio è in grado di curare l’aterosclerosi, caratterizzata da infiammazione cronica delle arterie di grande e medio calibro che si instaura a causa dei fattori di rischio cardiovascolare, impedendo il normale flusso del sangue.
La ricetta è stata utilizzata da persone che soffrono di pressione alta, un problema che può aumentare notevolmente il rischio di malattie cardiovascolari.
Un grande sollievo viene riscontrato da coloro che soffrono di svariati problemi respiratori come: raffreddore, tosse, asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e cancro ai polmoni, questo semplicemente assumendo questa antica ricetta tibetana.
E’ l’ideale per le persone che soffrono di sinusite. Questo elisir tibetano è anche noto per essere altamente efficace contro l’infiammazione e l’irritazione dello stomaco la comune gastrite.
L’assunzione di questo mix curativo è adatto per coloro che desiderano perdere i propri chili in eccesso, dato che si è dimostrato essere in grado di contribuire ad accelerare il metabolismo e rendere più efficiente la combustione delle cellule di grasso.

Ingredienti:
350 grammi di aglio crudo
200 millilitri di rum o alcol (assicurati che non contenga benzalconio cloruro o metanolo)
Procedimento:
Sbuccia l’aglio.
Tritalo.
Mettilo in un barattolo di vetro sterilizzato.
Riempi il vaso di vetro con il rum o l’alcol.
Chiudi il vaso e lascia riposare il composto per 10 giorni.
In seguito, filtra e metti nuovamente il liquido filtrato nel vaso di vetro.
Lascia riposare in frigo per un altro paio di giorni.

Come si trasformano i pensieri in malattie?

Quando una persona è molto ansiosa o depressa, è probabile che la malattia, oltre ad agire a livello psicologico, scateni una serie di sintomi fisici.
Gli studi effettuati negli ultimi anni ci dicono che uno stato di benessere mentale si associa ad uno stato fisico migliore, tanto dello stato reale dello stesso, quanto della percezione che abbiamo di esso.
Sembra che l’ordine e la speranza che dimorano nelle nostre idee abbiano la capacità, tramite il funzionamento del nostro sistema nervoso, di trasformarsi in un migliore stato fisico.
Spiegato al contrario, questo significa che siamo più inclini a contrarre malattie quando la nostra mente è squilibrata, ovvero che l’ansia e la depressione sono malattie mentali che possono contribuire alla comparsa di sintomi fisici indesiderati.
Il corpo difficilmente può liberarsi di tutta quell’energia che si sta producendo e che comporta una pressione enorme sul nostro sistema nervoso.
Le vene e le arterie che si diramano nei nostri muscoli si dilatano appena e, inoltre, il nostro cuore inizia a pompare moltissimo sangue. Il risultato è un collasso quasi sicuro.
Quando l’intensità è continua e molto forte, possono scaturirne gravi danni.
Una delle relazioni più evidenti è quella del funzionamento del nostro sistema cognitivo con la forza del nostro sistema immunitario.
Quando la nostra mente non funziona bene, è molto comune che si rivolti contro lo stesso corpo e che potenzi internamente qualche attacco che si ripercuoterà all’esterno.
La nostra mente è come un computer e il nostro sistema immunitario un antivirus. Se il nostro computer funziona male, disattiva l’antivirus, rendendo l’accesso dei virus molto più facile.
Questa debilitazione, inoltre, non si presenta quando soffriamo di stress, ma quando lo stress scompare.
Una struttura fondamentale è l’ipotalamo, che svolge un ruolo molto importante nella regolazione ormonale.
La peculiarità di questa piccola struttura è che è tremendamente reattiva di fronte ai nostri pensieri, che si tratti di ricordi, interpretazioni di stimoli presenti o anticipazioni di fatti futuri.
Così, il nostro ipotalamo può svegliarci in modo da agire più velocemente, rilassarci per addormentarci o potenziare la sensazione di piacere.
Questo si verifica anche nella nostra dieta quotidiana. Tramite il gusto, proviamo ad ottenere il piacere che ci sembra di aver perso in altri aspetti della vita. Sfortunatamente, l’immagine delle ragazze delle serie televisive sedute sul sofà, che mangiano vaschette intere di gelato dopo una rottura amorosa, è reale.
È il nostro modo nocivo per far si che l’ipotalamo restituisca alla nostra mente la sensazione di benessere che abbiamo perso. È il nostro modo per evitare che compaiano pensieri negativi.
Vari studi realizzati su persone malate hanno dimostrato che un atteggiamento mentale positivo ha reso possibile un pronostico di miglioramento.
Questo può avvenire grazie all’azione diretta dei pensieri tramite la biochimica corporea oppure tramite l’intervento di strumenti di controllo della malattia, come la realizzazione di esercizio fisico o la cura della dieta.
Vi invitiamo a prendervi cura al massimo della vostra salute mentale, perché, tramite questa, animerete il resto del vostro corpo. Che ne dite, ne vale la pena?

Banchetto a base di carne di cane: 4 morti e decine di avvelenati

Un banchetto finito molto male quello che di cui vi parleremo. Ben quattro persone morte e trenta intossicate, alcune delle quali in gravi condizioni. E’ questo il bilancio di un “tradizionale” banchetto a base di carne di cane. Secondo quanto riportano i media locali, l’animale era morto dopo aver ingerito del veleno. La sostanza tossica nel suo corpo ha poi intossicato i commensali.
Per il Cambogia Daily Chae Rath, questo il nome del padrone di casa, aveva comprato il cane, già morto, in un mercato e aveva invitato amici e parenti per un barbecue in famiglie. E’ accaduto domenica scorsa nella provincia di Kratie, vicino al confine con il Vietnam.
Rath, 66 anni, è morto poche ore dopo il pasto. Le altre vittime, due delle quali si sono sentite male proprio durante i funerali dell’uomo, sono la figlia, Proeng Saron, e una vicina di casa Bin Naykeng.
Per la cronaca bisogna sottolineare che in Cambogia il consumo di carne di cane è “tollerato”, quindi “non illegale” anche se l’usanza di mangiare questa carne non è così diffusa come in Vietnam o in Cina.