L’anestesista è donna, paziente rifiuta l’intervento: “Non mi fido”

L’episodio sta facendo e farà ancora discutere. Un 70enne doveva essere operato a causa di un’ernia inguinale a Savona, ma ha rifiutato l’intervento dopo aver appreso che l’anestesista era una donna. La sua frase a commento della…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Le parole del paziente”]

…scelta è stata inequivocabile:
“Non mi faccio operare con una anestesista donna, nulla di personale, ma in giro dicono le donne anestesiste non sono brave”. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Il disappunto del primario”]

La sala operatoria era pronta, con tanto di chirurgo e staff, ma il paziente non è mai arrivato, anzi è rimasto nella propria stanza insieme alla moglie. Il primario ha ovviamente espresso grande disappunto per quanto successo. Il…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Il commento della regione”]

…vicepresidente della Regione Liguria ha così commentato il fatto:
“Solidarietà all’anestesista: è un gesto grave che non può essere accettato. Nel sistema sanitario regionale ci sono professionisti che offrono prestazioni di altissimo livello. E’ un gesto che non può essere accettato, da qualsiasi parte provenga. Ancor più grave in questo caso, perché il paziente ha rifiutato le cure”.

Squilla il telefono del centralino dell’Ospedale, nessuno poteva immaginare chi fosse..!!

Una dolce e anziana signora chiama l’ospedale per un geniale motivo, con l’operatore che viene lasciato del tutto senza parole. Costei effettua una chiamata presso l’ospedale di St. Joseph, e chiede timidamente se è possibile riuscire a parlare con qualcuno che possa dirle come stia un paziente a cui le sta a cuore. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”La risposta dell’operatore”]

“Salve, potrei parlare con qualcuno che può dirmi come sta un paziente?” e l’operatore risponde: “Signora, potrei provarci: mi dica il nome ed il numero della stanza” e lei: “Si chiama Norma Findlay, e si trova nella camera 302”.

Così l’operatore risponde: “Bene, vedo cosa posso fare, la lascio un attimo in attesa…”. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Una buona ripresa”]

Alcuni minuti dopo, l’operatore si ripropone al telefono, dicendo: “Eccomi signora, scusi per l’attesa, comunque ho una buona notizia, perché l’infermiera di Norma mi ha riferito che si sta riprendendo molto bene. Attualmente ha una ottima pressione, le analsi dicono che è tutto ok, ed il dottor Cohen, il suo medico, ha programmato già la dimissione della paziente”. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Nessuno mi dice mai niente”]

“Oh che bello, sono molto felice… E’ davvero magnifico tutto questo! Grazie per la risposta, è stato gentilissimo, è fantastico, sono contentissima, e pensare che ero così tanto preoccupata…”. E l’operatore: “Sono felice anche io signora, lei è la figlia?”

E l’anziana donna risponde: “No, io sono Narma Findlay della camera 302… Qui nessuno mi dice mai niente!”

In Italia da poche ore, strappa i cavi che tengono in vita un paziente in rianimazione …

Un 35enne polacco ha ucciso un paziente nel reparto di rianimazione dell’Ospedale di Legnago. Lo straniero si è scagliato anche contro infermieri e medici: due di loro hanno tentato di bloccarlo, ma sono rimasti…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Atti di autolesionismo”]

…feriti in seguito alla colluttazione. Il 35enne era giunto nel nostro paese da appena due giorni ed era stato ricoverato per atti di autolesionismo, visto che ha tentato il suicidio tagliandosi le vene. Una volta…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Cavi strappati”]

…soccorso è stato trasferito in ospedale ed è proprio nella struttura che si è alzato dal letto e con un paio di forbici ha strappato i cavi dei macchinari che tenevano in vita un 52enne malato terminale. Il paziente è…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”L’arresto dei carabinieri”]

…deceduto poco dopo. I Carabinieri sono riusciti a bloccare e arrestare il polacco: si tratta del secondo caso nel giro di pochi giorni dopo quanto avvenuto al pronto soccorso di Pesaro, quando un uomo è entrato nell’ambulatorio con una spada.

“GRAZIE DOTTORE, MA IO SONO GIÀ MORTA 15 ANNI FA”: IL POST DEL MEDICO DIVENTATO VIRALE CHE HA FATTO COMMUOVERE L’ITALIA

Questa storia arriva dall’ospedale Sirai di Carbonia, in Sardegna, e racconta di un rapporto tra medico e paziente che travalica il rapporto professionale per diventare indelebile a livello umano. È lo stesso medico, Marco Deplano, ad aver deciso di condividere su Facebook la sua incredibile vicenda. La paziente di cui parla è una signora con un tumore terminale. Leggete cosa ci racconta il dott. Deplano:

«Oggi mi chiamano per una consulenza in un altro reparto. Una delle solite e molteplici consulenze della giornata… ordinaria amministrazione. Paziente con un tumore in fase ormai terminale con insufficienza renale da compressione degli ureteri. Arriva con il letto una paziente tra i 70 e gli 80 anni, bianca bianca, capello rosso carota con due dita di ricrescita ma smalto rosa impeccabile. -“Buongiorno signora”. -“Buongiorno a lei dottore”. Vedo la cartella, la visito e ripeto l’ecografia. -Allora signora in questo momento i suoi reni hanno difficoltà a scaricare le urine per cui non potendo eliminare le urine per via naturale devo posizionare un tubicino, una specie di rubinetto che scavalca l’ostacolo così farà pipì da due tubicini nella schiena collegati a due sacchette…”. -“Scusi se la interrompo… avrò un’altra sacchetta anche dietro?” (aveva la colostomia). -“Si signora…”. Silenzio assordante di un minuto che sembrava interminabile… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Sorridendo mi dice:”Scusi dottore, come si chiama?”. -“Deplano”. -“No il nome”. -“Marco”. -“Marco, che bel nome… hai due minuti per me?”. -“Certo signora ci mancherebbe…”. -“Lo sai che io sono già morta?”. -“Scusi non la seguo… non è così immediato…”. – “Sì… sono morta 15 anni fa”. Silenzio. -“15anni fa mio figlio a 33 anni e venuto a mancare… ha avuto un infarto. Io sono morta quel giorno lo sai?”.

“Mi spiace signora…”. -“Io dovevo morire con lui 15 anni fa, dovevo morire 10 anni fa quando mi hanno trovato la malattia e adesso io non devo più fingere per gli altri. I figli sono sistemati, i nipoti pure… io devo tornare da lui. Che senso ha vivere qualche giorno in più con sacchette soffrendo e facendo penare i miei cari… io ho una dignità. Ti offendi se non voglio fare nulla… io sono stanca e mi affido alle mani di Dio. Dimmi la verità soffriró?”. -“No signora… lei può fare quello che vuole… ma mettendo due…”. -“Marco ti ho detto no. La vita e mia e ho deciso cosi. Anzi fai una cosa sospendi la trasfusione che ho voglia di tornare a casa e mangiare un gelato con mio nipote”. Piano piano ogni parola mi ha spogliato come quando si tolgono i petali a una rosa… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Ho scordato la stanchezza, la rabbia e tutto quello che mi angoscia. Non c’erano più gli anni di studio, le migliaia di pagine studiate, le linee guida… nulla tutto inutile. Nudo e disarmato dinanzi a un candore e una consapevolezza della morte che mi hanno tramortito. Mi sono girato per scrivere la consulenza per evitare che mi vedesse gli occhi lucidi e l’infermiera si è allontanata commossa. Non sono riuscito a controllarmi e chi mi conosce sa che non è da me… -“Marco ti sei emozionato?”. -“Si signora un pochino, mi scusi”. -” É bello invece, mi fai sentire importante. Senti fammi un altro favore. Se vengono i miei figli e ti prendono a urla chiamami che li rimprovero per bene. Tu scrivi che io sto bene cosí…Ok?”. -“Si signora”. -“Marco posso chiederti una cosa?”. -“Si signora dica”. -“Sei un ragazzo speciale io lo so e sei destinato a grandi cose. Me lo dai un bacio? Come quelli che i figli danno alle mamme”. -“Si signora”. -“Pregherò per te e per mio figlio. Spero di riverderti”. -“Anche io signora… grazie.”. In quel momento era la donna più bella del mondo, luminosa, decisa, mamma, nonna… in una parola amore puro… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Forse è stata la volta in cui sono stato contento di fare una figura di merda. Smontato, denudato e coccolato da chi avrei dovuto aiutare e invece mi ha impartito la lezione di vita piu toccante della mia vita. La morte vista come fase finale della vita, senza ansia, paura, egoismo. Consapevolezza che anni di studio mai ti insegneranno…il mio curriculum valeva meno di zero… Anni di studio, master, corsi… Il nulla. Parlavano le anime. Tutto é relativo e io sono piccolo piccolo davanti a tanta grandezza. Tutto quello che riguarda la vita, quando la si cerca, quando la si ha o la si perde fino a quando finisce va vissuto intimamente nella massima libertà e discrezione. L’unico momento che davvero unisce chi si vuol bene cancellando litigi e negatività. Sembra paradossale ma il dolore che è un aspetto dell’amore unisce a volte più dell’amore stesso. Io credo molto nell’accompagnamento in queste fasi: a volte una parola dolce ha più beneficio di molte medicine. Comunque vada buon viaggio…».

Infermiera avvelena paziente 76 enne con l’acido per le tubature: “Era il papà di una sua collega”

L’accusa è pesantissima: quella di aver avvelenato un paziente. Un’infermiera è indagata con l’accusa di avere avvelenato Celestino Valentino, l’anziano ricoverato all’ospedale Santissimo Rosario di Venafro, in provincia di Isernia, per un ictus e morto per avere ingerito un liquido acido. Il movente lascia di stucco: la donna era gelosa della figlia dell’uomo, una sua collega, la quale era indicata come assistente del genitore in base alla legge 104.[nextpage title=”Ecco l’assurdo movente”]
Quando in seguito al riordino ospedaliero è stata spostata da Venafro e la sua collega no, avrebbe meditato la vendetta. Il paziente, 76 anni, è morto lo scorso 25 giugno, ma soltanto recentemente si è fatta pienamente luce sulla vicenda. “Le indagini sono ormai concentrate su una pista precisa”, come ha dichiarato il procuratore capo di Isernia, Paolo Albano, che coordina l’inchiesta. CONTINUA A LEGGERE