Introduzione

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Questa storia arriva dall’ospedale Sirai di Carbonia, in Sardegna, e racconta di un rapporto tra medico e paziente che travalica il rapporto professionale per diventare indelebile a livello umano. È lo stesso medico, Marco Deplano, ad aver deciso di condividere su Facebook la sua incredibile vicenda. La paziente di cui parla è una signora con un tumore terminale. Leggete cosa ci racconta il dott. Deplano:

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«Oggi mi chiamano per una consulenza in un altro reparto. Una delle solite e molteplici consulenze della giornata… ordinaria amministrazione. Paziente con un tumore in fase ormai terminale con insufficienza renale da compressione degli ureteri. Arriva con il letto una paziente tra i 70 e gli 80 anni, bianca bianca, capello rosso carota con due dita di ricrescita ma smalto rosa impeccabile. -“Buongiorno signora”. -“Buongiorno a lei dottore”. Vedo la cartella, la visito e ripeto l’ecografia. -Allora signora in questo momento i suoi reni hanno difficoltà a scaricare le urine per cui non potendo eliminare le urine per via naturale devo posizionare un tubicino, una specie di rubinetto che scavalca l’ostacolo così farà pipì da due tubicini nella schiena collegati a due sacchette…”. -“Scusi se la interrompo… avrò un’altra sacchetta anche dietro?” (aveva la colostomia). -“Si signora…”. Silenzio assordante di un minuto che sembrava interminabile… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE

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