“Ministro prepari la valigia, venga all’estero…”: così una ragazza risponde agli insulti di Poletti

“Se 100mila giovani se ne sono andati dall’Italia, non è che qui sono rimasti 60 milioni di ‘pistola’. Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”. Questa uscita clamorosa del ministro Giuliano Poletti ha scatenato una selva infinita di polemiche. E di risposte soprattutto, da parte di chi è dovuto emigrare per garantirsi un futuro migliore. Tra tutte, la replica di Lara Lago ha conquistato il web. Giovane giornalista veneta che oggi vive ad Amsterdam, la lettera che Lara ha pubblicato su Facebook è stata condivisa migliaia di volte… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La lettera”]

“Caro Ministro Poletti, questa non è una lettera di protesta ma un invito, suo, personale, lo prenda in considerazione. La invito a chiudere la sua vita in una valigia, 23 chili per la precisione. Ci metta dentro i suoi effetti personali, vestiti, foto di un paese assolato, speranze, competenze mischiate tra lo spazzolino e le scarpe da ginnastica. Perché ci sarà da correre. Venga pure da solo. Preghi non tanto di parlare un buon inglese, quello è vitale e lo diamo per scontato, a lei come a tutta la vostra classe politica, si auguri piuttosto di capire ogni venatura degli accenti inglesi che popolano il mondo: quello spigoloso dell’indiano a cui dovrà chiedere indicazioni in stazione, quello veloce degli autoctoni cresciuti senza doppiaggi anche in un paese non anglofono, quello dei madrelingua in azienda, americani, australiani, inglesi, i capi che la scruteranno dall’alto al basso solo per le sue idee e per la capacità di esprimerle, non certo per la sua cravatta o per come è stirata la sua giacca. Qui nessuno usa il ferro da stiro, tanto per dire, e l’essere brillanti non ha bisogno di essere inamidato. Venga Ministro. Nei primi giorni, quando fa buio provi a rientrare a casa con agilità, provi cosa significa il dover partire da zero. E quando dico zero intendo non sapere più fare la spesa perché i nomi sono tutti diversi e a comprare il burro con il sale ci si mette un attimo. Soprattutto se nemmeno si immagina l’esistenza del burro con il sale. Quando dico zero intendo nessuno che la aspetterà a casa, nessuno da chiamare se prenderà una storta sulle scale. Certo, urlando Help qualcuno la sentirà. Ma non si aspetti il calore italiano, caro Ministro, che se tutto il mondo è paese non tutti i paesi sono l’Italia e se le si dovesse fermare la macchina in una strada… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=””]

e se volesse chiamare un collega di lavoro, questo con il suo efficace pragmatismo le manderà un sms con l’indirizzo dell’autorimessa più vicina. Poi chiami in Comune, prenoti un appuntamento, vada a registrarsi in un paese che la sta accettando nella misura in cui ce la farà da solo contro il mondo, compili carte, burocrazia, apra un conto in banca nel nuovo Paese, condivida con altri la casa, il piano, il bagno, a volte la stanza con la sporcizia, i turni per la cucina. E non osi lamentarsi con altri italiani perché all’inizio si sentirà dire ‘È normale che sia così, cosa credi? Di essere in Italia?’. Lei dice che i 100mila giovani che se ne sono andati non sono i migliori. È vero, ma siamo quelli che non si sono accontentati, quelli che non si arrendono, quelli che non tollerano di avere un futuro impacchettato nella nebbia, quelli che, anche se non saranno i migliori, erano troppo bravi a scuola, con troppe idee, troppo spavaldi, con troppa voglia di farcela. Così tanta da non sopportare un Ministro del lavoro che non capisce che se stiamo andando via è solo per questo: per il lavoro. E quando ci stupiamo che qui dopo tre contratti scatti il tempo indeterminato, i mutui abbiano interessi bassi e vengano concessi anche e soprattutto ai giovani e che sì, lavorando si possa ancora comprare una casa, ci sentiamo rispondere: ‘È normale che sia così, cosa credi? Di essere in Italia?’ Un’ultima cosa Ministro. Tra tutti gli italiani che vivono in Olanda non ne ho ancora sentito uno che dica: ‘Si sta meglio qui.’ Tutti invece dicono: ‘Se si potesse vivere una vita così anche in Italia torneremmo di corsa. Ma.’ Non so se il nostro Ma è in mano a lei Ma torneremo solo quando il coraggio e le competenze verranno viste come un valore aggiunto. Coraggio e competenze, non raccomandazioni e furbizia. La aspetto ministro Poletti, anzi no, troppo facile avere qualche appiglio. Si tuffi, è morbido. Sicuramente di più di certe sue affermazioni morbide solo perché inconsistenti. Firmato: una dei 100mila giovani che se n’è andata dall’Italia, una di quelle che ‘è meglio non avere tra i piedi’ come ha dichiarato lei. Una che ci mette la faccia e le idee. Senza poterle o doverle rettificare”.

Valeria Marini, la RICHIESTA CHOC al Grande Fratello Vip!

Una delle più grandi protagoniste del Grande Fratello VIP tanto che la conduttrice del programma, Ilary Blasi, l’ha incoronata come la vera vincitrice del reality di Canale Cinque, è tornata a parlare della sua esperienza all’interno delle mura più spiate d’Italia. Valeria, nelle scorse ore ha scritto una lettera indirizzata a…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”I litigi nella casa”]

Come sappiamo Valeria è stata la protagonista di accesi diverbi all’interno delle mura di Cinecittà che l’hanno vista protagonista con personaggi del calibro di Elenoiere Casalegno e Stefano Bettarini. Ebbene, diciamo la verità, Valeria ne è sempre uscita alla grande, con un enorme sorriso e cercando di far pace il prima possibile con tutti ma…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Le parole su Oggi”]

A distanza di giorni dalla fine del reality, Valeria, attraverso le pagine del settimanale Oggi ha detto si aver sofferto molto per quei litigi e di volere, a questo punto, delle scuse. Ecco le sue parole: “Nella Casa del Grande Fratello Vip ho sofferto molto. I miei compagni erano in larga parte dei cecchini che volevano spararmi addosso… Mi hanno offesa… Bettarini e la Casalegno hanno persino sostenuto che sono una donna sconnessa mentalmente…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Cattiverie gratuite”]

“Signorini è una iena, mi ha detto cattiverie gratuite… Chi ha seguito il programma sa che qualcuno dovrebbe chiedermi scusa. Spero di avere almeno un figlio. Magari non sarò più davanti alle telecamere… Mica posso fare la bella a vita”.

“Cara infermiera, grazie di aver cullato il mio bambino prematuro”

Una lettera emozionante, piena di gratitudine per la persona che ha assistito la sua piccola nata prematura. La blogger Natalie Romero ha dedicato questo lungo messaggio, sull’Huffington Post, all’infermiera che l’ha seguita nei momenti successivi al parto:

“Cara infermiera del reparto di terapia intensiva non so se sei cosciente dell’impatto che hai avuto sulla mia famiglia. Non penso di averti ringraziata. Spero che non sia troppo tardi. Grazie per aver chiuso le tende per darmi la privacy necessaria quando non riuscivo a smettere di piangere. Grazie per aver cullato il mio bambino quando non potevo stare con lui di notte. Grazie per aver cucito a maglia cappellini e babbucce. Grazie per avergli letto dei libri. Grazie per avergli cantato delle ninne nanne. Grazie per essere stata con lui in sala operatoria. Grazie per essere stata gentile con lui quando era abbattuto e malconcio dopo ore e ore di operazione chirurgica. Grazie per averlo difeso e aver messo tutto in discussione, persino i medici, quando hai pensato che si trattasse di cure non necessarie. Grazie per aver messo… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Grazie per…”]

via una piccola parte di capelli che sono stati tagliati dalla sua testa perché l’unica vena disponibile era sul cranio. “Questo è stato il suo primo taglio di capelli” ci hai detto offrendocela il mattino seguente. Grazie per avermi insegnato a fargli il bagnetto senza far scattare tutti gli allarmi. Grazie per avermi insegnato a leggere tutti i macchinari a cui era attaccato. Grazie per avermi aiutato a tenerlo in braccio senza tirare tutti i tubi. Grazie per essere rimasta silenziosamente accanto a me mentre piangevo lacrime di impotenza. Grazie per avermi aiutata a vedere tutto il buono che stavo facendo incoraggiandomi a pompare ogni tre ore. Grazie per avermi fatta sentire una mamma normale nei momenti in cui mi sentivo tutt’altro che normale. Grazie per aver festeggiato ogni oncia di latte consumato, ogni respiro esalato senza il respiratore, ogni momento in cui il numero sulla bilancia è aumentato. Grazie per aver… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Spero tu sappia…”]

festeggiato quando lui è stato dimesso. Grazie per avermi aiutata ad attraversare una delle esperienze più difficili di tutta la mia vita, tu sei stata una delle ragioni per cui sono sopravvissuta. Io sicuramente non ho visto la metà di ciò che hai visto tu. So che anche se sembra che tu stia sempre sorridendo dietro le porte piangi anche tu. So che nei momenti di caos, quando gli allarmi stavano suonando e venivano chiamati i codici e le mie parole sembravano schiantarsi intorno a me tu sei rimasta calma e concentrata e hai fatto in modo che il mio mondo rimanesse dritto. Spero che tu sappia che ho sentito la tua mano sulla mia spalla. Spero che tu sappia che sono stata grata di vedere il tuo volto tutte le mattine. Spero tu sappia quanto sei stata importante per noi”.

La moglie di Renzi massacrata da una lettera scritta da una prof.ssa! Fatela leggere a tutti…

“Cara Agnese, Mi perdonerai se ti do del tu…”. Inizia così la lettera che un’insegnante, oggi in pensione, ha scritto ad Agnese Landini, la moglie del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Leggete queste parole:

“Mi perdonerai se ti do del tu, ma vista la mia età, potresti essere mia figlia, e poi siamo colleghe, dato che sono una insegnante anche io, anche se ormai in pensione… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Stamattina alla tv hanno trasmesso le immagini che ti ritraevano mentre scendevi la passerella dell’aereo appena arrivata negli States, e subito ho pensato a tutte quelle insegnanti, di ruolo o no, che sono costrette, nonostante mille impegni, o problemi di salute, a presentarsi ugualmente a lavoro. Tu, cara Agnese, sei una docente come tutte le altre, a prescindere dal lavoro e dalla carica istituzionale che ricopre tuo marito, e dovresti presentarti regolarmente a scuola anche tu, per portare a termine il lavoro per il quale sei pagata. Lascia perdere queste mondanità. Credimi, tutta bardata e lookata come una Kate Middlenton qualsiasi non hai credibilità e non sei un buon esempio per i tuoi alunni… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Incontrare persone famose ed interessante immagino sia molto stimolante per te, ma tutto questo non ti dovrebbe importare, solo per attaccare una nuova figurina nel tuo album personale dei ricordi importanti. Se questa mattina, invece di seguire tuo marito in America, ti fossi presentata regolarmente a lavoro con jeans e maglietta, tutti ti avrebbero applaudito e avrebbero apprezzato maggiormente te e questo gesto. In ogni caso, ti auguro un buon soggiorno! Un appunto: Kate e’ la moglie del futuro Re d’Inghilterra, rappresenta la corona e…… usa gli aerei di linea!”.

“Q come Quore”: l’alfabeto d’amore di un papà per la figlia vissuta solo 29 giorni

Oggi vi racconteremo la storia della piccola Sofia, una storia molto triste dato che questa piccola creatura è riuscita a stare al mondo solo per 29 giorni a causa di una malattia cardiaca. Il suo papà che si è perdutamente innamorato di lei dal primo istante che l’ha vista, ha voluto farle dono di un diario digitale con un alfabeto molto speciale. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Ecco cosa ha fatto il suo papà”]

Antonello Colaps, il suo papà, ha cominciato a pensare alla sua futura figlia già quando era ancora nel pancione della mamma e pesava solo 1 chilo. Per lei aveva già deciso di creare un diario online con cui accompagnarla nella sua crescita. Ecco il suo regalo. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Un regalo bellissimo”]

Ad ogni lettera infatti corrisponde:
• un commento ironico,
• un saggio consiglio,
• la presentazione dei componenti della famiglia,
• le speranze che un qualsiasi papà formula per il proprio figlio.
In quei 29 giorni, la piccola Sofia ha insegnato tanto alla sua mamma e al suo papà, ad esempio:
• il vero valore di una fotografia
• sentirsi un unico con un’altra persona
• che cos’è una famiglia
• l’amore incondizionato
• la bellezza agli occhi di un genitore
e molte altre ancora. CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Le parole commoventi dell’uomo”]

Ecco le parole commoventi dell’uomo:“Fare questo sito è stato, alla fine, il mio modo per conoscere una figlia che non è potuta crescere, per immaginare chi sarebbe potuta essere”.
Un gesto davvero bellissimo che sicuramente servirà ad elaborare un lutto così devastante. CONTINUA A LEGGERE

ULTIM’ORA – Vi arriverà una lettera a casa: cosa dovete fare

Avete avuto dei problemi con la dichiarazione dei redditi? Allora è probabile che anche voi rientriate nelle 90mila segnalazioni di anomalie che l’Agenzia delle entrate sta spedendo ad altrettanti italiani, in riferimento alla dichiarazione del 2012.

In allegato ci…

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[nextpage title=”L’allegato”]
sarà pure la procedura per poter accedere al sito e visionare tramite un calcolatore gratuito realizzato per poter accedere alle sanzioni ridotte del ravvedimento operoso a coloro che abbiano ricevuto una comunicazione di promozione della compliance per l’anno d’imposta 2012.

Su questi due fronti si…

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[nextpage title=”Il comunicato”]

rinnova ancora una volta l’impegno dell’Agenzia a migliorare e intensificare il dialogo e la collaborazione con i cittadini. In ogni caso, chi riceverà la lettera del Fisco potrà mettersi in contatto con l’Agenzia per chiarire subito la propria posizione, evitando che l’anomalia si traduca in futuro in un avviso di accertamento vero e proprio. Questo sia se dal confronto emergerà che il contribuente non ha commesso errori, sia nel caso in cui il cittadino voglia regolarizzare in maniera agevolata la propria posizione con le sanzioni ridotte previste dal nuovo ravvedimento operoso”.

Questa bimba è morta. I suoi genitori hanno scoperto in camera sua una scatola che conteneva qualcosa di inimmaginabile…

Taylor Smith aveva 12 anni e tutto sembrava procedere per il meglio per questa bambina vicina alla soglia dell’adolescenza. Ma un giorno ha contratto un raffreddore che si rivelerà fatale. I sintomi erano in tutto e per tutto quelli dell’influenza: mal di gola e affaticamento alle gambe. Quando i genitori si accorgono che Taylor fatica a riprendersi, decidono di portarla dal medico. Purtroppo, anche il medico non si accorge della situazione drammatica in cui riversa la piccola. Il 5 gennaio 2014 Taylor muore. I medici accertano che Taylor era affetta da un’infezione polmonare. La famiglia è distrutta, straziata da un dolore logorante. I genitori, qualche tempo dopo, trovano una scatola con diverse lettere scritte dalla ragazzina. Tra queste, in particolare ce ne è una davvero speciale. Clicca sul punto 2 dell’indice per leggere la lettera [nextpage title=”Ecco la lettera che ha commosso il web”]
La lettera riporta chiaramente delle istruzioni da seguire, scritte su entrambi i lati della busta. La lettera si sarebbe dovuta aprire solo il 13 aprile del 2023. Ma la piccola non potrà mai vivere quel giorno, e per questo i genitori decidono di aprirla. Qui il testo completo della lettera: Cara Taylor, come va? La vita è abbastanza semplice per il momento (10 anni nel tuo passato). So di essere in ritardo per te ma, come ti sto scrivendo, adesso è ancora presto… così: congratulazioni per il diploma di scuola superiore! Se non ce l’hai fatta, continua a provare. Prendi quel diploma! Sei (siamo) all’Università? Se no, lo capisco. Dopo tutto, abbiamo sufficienti e buone ragioni. Non dimenticare che oggi è l’11° compleanno di Allana! Mamma mia, già 11? Nel mio tempo, lei ha appena compiuto un anno! Non ho avuto la possibilità di andare al suo compleanno, però, perché ero a Cranks, in Kentucky, per la mia prima missione di viaggio. Parlando del più e del meno, come è il tuo rapporto con Dio? Hai pregato, adorato, letto la Bibbia, o servito il Signore di recente? In caso contrario, alzati e fallo ORA! Non mi importa a che punto della nostra vita ci troviamo in questo momento, fallo! Egli è stato deriso, picchiato, torturato, e crocifisso per te! Un uomo senza peccato, che non ha fatto mai nulla di sbagliato contro te o qualsiasi altra persona. Ora, hai fatto altre missioni di viaggio? Sei già stata fuori dal paese? E che ne dici dell’aereo Doctor Who è ancora in onda? Se la risposta è no, come è finito? Dovresti vedere un po’ di Doctor Who! Più tardi, però, devi finire di leggere le tue proprie e sagge parole! Hai già un posto tutto tuo? Se siamo all’Università, in cosa ci stiamo laureando? In questo momento voglio essere un avvocato. Sei stata a Dollywood di recente? In questo momento, la loro nuova attrazione è l’Aquila Selvaggia. É così divertente! Penso che ho intenzione di vendere il mio iPad e comprare un iPad mini… e non dimenticare di dire ai tuoi figli che siamo più vecchie dei tablet! Ho attaccato anche un disegno di un Ipad così glielo puoi mostrare. Bene, credo sia tutto. Ma ricordati, sono passati 10 anni ani da quando ho scritto questa cosa. Sono accadute cose, belle e brutte. Così va la vita, e tu devi procedere con lei. Con affetto, Taylor Smith. CONTINUA A LEGGERE

Attacchi di panico: una lettera struggente di una persona che ne ha sofferto per 12 anni

Chi non ha mai avuto un attacco di panico non sa di cosa si tratta nello specifico. Leggendo questa struggente lettera potrete rendervi conto della sua gravità:
“La paura della paura, le ossessioni perché se la porta si chiude resto intrappolato, il terrore di uscire a cena, la paura di un concerto, i percorsi alternativi che studi per non prendere la metropolitana per andare al lavoro, cercare le uscite di sicurezza…”
La nostra sezione Benessere si è spesso occupata di attacchi di panico trattandosi di una disturbo massivamente diffuso nella società contemporanea che interessa molti lettori. Riceviamo spesso commenti e richieste di informazioni più approfondite sull’argomento. La vigilia di Natale, però, ho ricevuto una mail di una nostra lettrice che racconta in maniera davvero struggente cosa significhi convivere con questo tipo di disturbo, quello che può arrivare a “prendersi” e l’inferno che ne deriva. La parte più importante del suo scritto, però, è nel finale in cui viene dimostrato come sia possibile uscire da questo tunnel superando i retaggi legati a vergogna e alle cure farmacologiche che spesso, a causa di pressapochismo informativo e profonda ignoranza, vengono stupidamente demonizzate. Abbiamo quindi deciso di pubblicare questa testimonianza, su richiesta di chi l’ha scritta e rigorosamente in forma anonima, per dimostrare che il dolore privato spesso è un dolore comune a molti dal cui giogo è possibile liberarsi.
“Ho letto i vostri articoli sugli attacchi di panico (in particolare questo:Attacchi di panico come aiutare, 5 cose che dovete ricordarvi di dire a chi amate e che ne soffre) e ho provato un senso di sollievo. Sono una donna separata di 42 anni che soffre di questo male da 12 anni. Il senso di legittimazione che mi ha dato leggere tutti quei commenti di persone sconosciute che parlavano precisamente di quello che io provo ogni giorno, chiusa nella vergogna e nella solitudine di comunicarlo, mi ha fatto riflettere. Io non ho mai accettato di soffrire di una cosa tanto difficile da spiegare, in parte mi aspettavo che dicendolo a qualcuno non avrebbe capito. Per una volta nella vita, anche se in forma anonima, vorrei invece liberarmi e condividere con il mondo intero, protetta dall’anonimato, quello che una persona che soffre di attacchi di panico prova. Magari qualcuno troverà conforto nel riconoscersi, si sentirà meno solo e più “normale”. Altri, forse, che hanno persone che amano a fianco che ne soffrono potranno sforzarsi di capire quello che a loro pare indecifrabile.
La prima cosa che odio del panico è che è invisibile: un occhio pesto, un’allergia, persino un singhiozzo li puoi vedere ma il panico ti si agita dentro e ti fa scoppiare le bombe nel corpo senza dare alcun segnale esterno. Questo ti fa pensare che sei pazzo, perché è tutto nella tua testa, perché fuori non c’è niente, perché gli altri sono tranquilli. Questo fa anche credere agli stupidi, agli ignoranti, agli insensibili che tu finga. Come se ti piacesse il ruolo della malata.
Il panico ti lega a lui, ti sposa, ti entra sottopelle e non sparisce all’esaurirsi di un attacco. Nel frattempo resta l’ansia, iniziano i meccanismi perversi: la paura della paura, le ossessioni perché se la porta si chiude resto intrappolato, il terrore di uscire a cena, la paura di un concerto, i percorsi alternativi che studi per non prendere la metropolitana per andare al lavoro. La macchina che di colpo hai paura di guidare e il senso di umiliazione profonda che deriva dalla coscienza di essere diventato dipendente dagli altri. Da solo è impensabile, fa troppa paura. Se succede mentre guido? Se sbando e vado fuoristrada? Se succede in autostrada? I posti a teatro sempre vicini all’uscita di sicurezza, le scuse che ci si inventa per evitare un aperitivo, il terrore dei luoghi affollati e che manchi l’aria, la paura che venga un infarto mentre cammino. E’ come se si potesse avere una sorta di visione della morte senza morire davvero. L’ansia ti cambia, ti umilia, ti mette all’angolo, si mangia la tua personalità, si divora la tua vita. Tu non decidi più nulla, semplicemente vivi in punta di piedi per non svegliarla. E’ l’esperienza assoluta: nascere e morire insieme.
E poi la nascondi, te ne vergogni. Diventi bravissimo a mentire, a inventare le scuse migliori e più credibili per abbandonare una cena, una riunione, una festa. Non ti muovi senza un piano di emergenza per la fuga. Ho sbagliato, mi sono nascosta e mi sono vergognata a lungo. Mi sono colpevolizzata perché nonostante gli sforzi non passava, mi impegnavo ma non passava. L’anno scorso un’amica carissima, che ha capito senza che io le dicessi nulla, mi ha letteralmente trascinata da uno psichiatra. Già dalla prima seduta ho capito quanto tempo avessi perso: lui traduceva i miei sintomi e miei disagi come fossero la cosa più normale e più diffusa del mondo. Mi ha anche detto sorridendo che si tratta di una delle patologie più diffuse in assoluto e che quindi di cure ce ne sono davvero parecchie. Lo psichiatra mi ha detto che prima si cura l’urgenza, ovvero si fa rientrare l’attacco farmacologicamente e poi, quando sono serena, si lavora anche a livello terapico. Così abbiamo fatto. Mese dopo mese ho iniziato a smettere di soffrire, gli attacchi sono spariti anche se l’ansia generalizzata è rimasta. In 12 anni non avevo mai avuto una tregua di 10 mesi, ora facciamo anche terapia. Ho paura a dirlo, perché mi sembra troppo bello per poterci credere davvero, ma inizio a credere, per come stanno andando le cose, che curarsi e uscirne sia possibile. L’unica cosa che non è possibile è dimenticarli: non si torna mai più gli stessi dopo averne sofferto.
Grazie se pubblicherete questa lettera che spero di cuore possa servire ai tanti che conoscono questo dramma.”

Un uomo si trova con l’amante, in casa di lei, ma poco dopo sentono aprire la porta!

Una storia come questa vi metterà di certo di buon umore. Buona lettura!
Un uomo si trova a letto con l’amante, in casa di lei, ma all’improvviso sentono aprire la porta.
e’ mio marito! Veloce, scappa via dalla finestra!
ma sta piovendo e io sono senza vestiti!
macchissenefrega! Se mio marito ci becca ci ammazza tutti e due!
E così l’uomo fa un fagotto dei suoi vestiti, li mette sottobraccio, prende le scarpe ed esce dalla finestra. Fortunatamente la casa era a piano terra.
In quel momento sul viale principale si trova un gruppo di persone che fanno jogging. Lui, senza pensarci due volte, si infila nel gruppo e comincia a correre.
Dopo qualche secondo lo notano tutti ed un ragazzo chiede:
ma lei corre sempre nudo?
si, certo. In questo modo aiuto a disperdere il calore corporeo e miglioro le mie prestazioni. Inoltre è piacevole sentire il fresco dell’aria sulla pelle. Le posso dire che in questo modo mi sento più tonico.
ho capito…
Corrono ancora per un pò…
e, mi dica, ma perché porta vestiti e scarpe sottobraccio?
così appena finisco di correre mi posso subito rivestire. Non vorrà che giri nudo per la città?
eh certo! Che stupido a non averci pensato!
Corrono per qualche altro secondo e il signore gli dice:
eh, scusi se la disturbo ancora, ma quando corre nudo porta sempre il preserva**vo?
no, quello lo uso solo quando piove!

La moglie muore a Parigi, Antoine Leiris scrive ai terroristi: “Non avrete il mio odio”

“Non avrete il mio odio”. Antoine Leiris si rivolge così, in un lungo post su Facebook, ai terroristi che venerdì sera hanno ucciso sua moglie al Bataclan.
Leiris, giornalista di cinema per France Bleu, padre a 34 anni di un bambino di appena 17 mesi, si è ritrovato improvvisamente solo, dopo la morte di Helene, l’amore della sua vita. Eppure, nonostante il dolore, Leiris ribadisce nella sua lettera aperta: “Non avrete il mio odio”. Ecco la sua lettera molto commovente.
“Venerdì sera avete rubato la vita di un essere eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, ma non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale vi uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Allora no, non vi farò il regalo di odiarti. Ve lo meritereste, tuttavia rispondere all’odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Volete che io abbia paura, che guardi i miei concittadini con un occhio diffidente, che sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. Ma avete perso. L’ ho vista stamattina. Alla fine, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita quel venerdì sera, bella come quando mi sono innamorato di lei dodici anni fa. Naturalmente io sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei sarà con noi ogni giorno e che ci ritroveremo in questo paradiso delle anime libere a cui non voi non avrete mai accesso. Siamo due, io e mio figlio, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Pertanto non ho più tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha 17 mesi appena, deve fare la sua merenda come tutti i giorni, poi andremo a giocare come tutti i giorni e per tutta la sua vita questo bambino vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, non avrete neanche il suo odio.”