“Ma quale crisi, vi dico cosa fanno i giovani quando gli offro lavoro nel mio ristorante…”

giovanile rimane uno dei problemi più gravosi del nostro Paese. Fondatore della catena di ristoranti giapponesi-fusion “Zushi”, Gaifa offre così la sua testimonianza: “I ventenni il problema sembra non lo sentano. Non so come fanno. Anzi, forse un’idea ce l’ho. Temo che abbiano ancora molte sicurezze economiche alle spalle. Ovvero, i genitori”… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Di fronte alle offerte di impiego – soprattutto da cameriere – della sua catena, ecco le risposte: “I ventenni il problema sembra non lo sentano. Non so come fanno. Anzi, forse un’idea ce l’ho. Temo che abbiano ancora molte sicurezze economiche alle spalle. Ovvero, i genitori”. Lui racconta di offrire spesso posti di lavoro con “stipendi veri” per lo più da cameriere ed ecco quello che accade: “Un disastro. Gli ultimi questa settimana. Tre interpellati su tre, tutti disoccupati, mi hanno detto: ‘Ci penso e vi faccio sapere’. Non hanno telefonato nei giorni successivi come d’accordo. Allora li abbiamo richiamati noi… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=””]

‘No, grazie’. Il nostro è un contratto di lavoro a stipendio pieno fin dal primo giorno. Quattordici mensilità e contributi pagati. Tre mesi a tempo determinato, poi nella grandissima parte dei casi assunzione a tempo indeterminato. Eppure tre su dieci neanche si presentano. Su dieci che ci contattano almeno tre candidati non vengono neanche al colloquio iniziale. E non avvertono. L’altro giorno il nostro direttore di un ristorante veneto ha aspettato per un pomeriggio intero: su tre prenotati non è venuto neanche uno. Ma fosse quello. Il problema è che proprio gli italiani non si fanno avanti”. Insomma, rivolgersi ai lavoratori stranieri è quasi obbligatorio: “Lavapiatti, pulizie, gestione dei locali: abbiamo solo non italiani. Ma ci sono delle mansioni per le quali è richiesta una competenza linguistica molto buona… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Tutti i lavori a contatto con il pubblico, insomma. È lì che abbiamo richiesta. Ma manca la domanda. O per lo meno quella dei ventenni. Per i più anziani è diverso, lì c’è richiesta. Magari perché hanno una famiglia da mantenere, o sono divorziati e hanno il mutuo”. Ecco alcune delle esperienze che più hanno lasciato basito Gaifa: “L’ultimo che ho incontrato, anche lui disoccupato, quando gli ho detto che avrebbe cominciato la settimana successiva… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE[nextpage title=”Le scuse più assurde”]

mi ha risposto: ‘Eh, ma avevo prenotato una vacanza’. Con un altro, un veronese, è andata anche peggio. Ci ha chiesto dov’è il ristorante: a Borgo Trento. ‘Troppo lontano, abito a Borgo Milano’, ci ha detto. Neanche un chilometro di distanza, capisce? Poi una ragazza sui trent’anni, alla prima esperienza lavorativa. La sera prima di cominciare ha chiamato in ristorante. ‘Mi spiace, non vengo più, papà mi ha regalato una casa e per i prossimi mesi dovrò arredarla’”.

Compra una casa, ma c’è qualcuno dentro: “Non andiamo via, vediamo che fai…”

Una vicenda che sta davvero indignando tutto il mondo e che vede ovviamente l’Italia al centro dell’attenzione mediatica. Il motivo? Ovviamente questioni con profughi e immigrati. Ma cosa sta accadendo questa volta? La storia ha come protagonista un uomo, un muratore di 51 anni che ha acquistato una casa all’asta ma l’ha trovata occupata da circa trenta profughi. Immediato il ricorso all’ufficiale giudiziario ma…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Profughi”]

A nulla sono valsi i tentativi di far uscire da quella casa i profughi. Borgo Ceka, questo il nome del muratore albanese da anni residente nel nostro Paese e da tutti conosciuto come Giorgio ha allora rilasciato una lunga intervista/atto di denuncia contro le autorità dicendo “Io ho pagato quella casa al tribunale fallimentare, in parte con i contanti, in parte aprendo un mutuo. E voglio entrarci dentro, con mia moglie e i miei figli, uno dei quali ha già un bambino e la moglie incinta. Vogliamo…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Il nostro lavoro”]

“Vogliamo ristrutturare l’interno un po’ alla volta, è il nostro lavoro. Invece non riesco a prenderne possesso. E paghiamo tre affitti, io e i figli, e anche l’Imu su questa perché risulta seconda casa anche se la prima non ce l’ho, 160 euro al mese. La Croce Rossa mi ha chiesto di poter tenere dentro i profughi pagandomi l’affitto che dava al proprietario di prima, ma io ho comprato quella casa perché mi serve per andarci ad abitare”.

Ci sono 100 posti di lavoro, ma nessuno li vuole…

Una delle misure adottate negli ultimi anni per tamponare il problema della disoccupazione è il programma “Garanzia Giovani”. Sono circa 800 mila i ragazzi che hanno trovato un impiego temporaneo con questa iniziativa (per cui la Regione di competenza copre il costo del lavoratore al posto dell’azienda o dell’ente)… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Le critiche”]

Un provvedimento che però ha attirato anche le critiche di chi ha lamentato raccomandazioni (padri che assumono parenti per sfruttare gli incentivi) e sfruttamento. Un altro tipo di ammonimento viene invece lanciato da Laura Girardi, responsabile della filiale di San Donà di Eurointerim: “Da un mese abbiamo almeno 100 richieste ma nessuno si presenta, una quarantina di esse sono a partenza immediata ossia se il dipendente risponde alle caratteristiche viene assunto subito… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Per altre 60 si tratta di valutazioni, ossia ricerche meno urgenti, anche in questi casi però non troviamo nessuno quando sento parlare di crisi penso che piuttosto sia la voglia di lavorare a scarseggiare. Il settore con più offerte è quello metalmeccanico”.

La moglie del Ministro ha trovato un lavoro straordinario. Ecco come

L’inchiesta è partita dal quotidiano Libero. Michela Di Biase, moglie del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e capogruppo Pd nel consiglio comunale di Roma, è passata dalla Cotral (azienda regionale dei trasporti) alla Fondazione Sorgente Group. La coincidenza messa in luce dall’inchiesta è che la fondazione si occupa di arte e cultura, per “sua natura lavora molto con il ministero dei Beni Culturali” e gode di agevolazioni fiscali sui finanziamenti privati. Secondo Libero “potrebbe esserci un conflitto di interessi con il ruolo istituzionale del ministro e pure una sorta di concorrenza familiare, visto che… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La replica del Ministero”]

il ministero non ha a disposizione grandi fondi mentre oggi le fondazioni private possono avere più risorse da investire nella cultura”. All’inchiesta ha replicato un comunicato ufficiale del Ministero: “Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo non ha alcun rapporto né collaborazione in essere con la Fondazione Sorgente group. Quest’ultima risulta semplicemente beneficiaria di erogazioni liberali da parte di Sorgente group Spa, uno dei soggetti privati presenti nella circolare pubblicata ogni anno dal Mibact per monitorare l’applicazione del testo unico delle imposte sui redditi. Si sottolinea che… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Anche la Fondazione si difende”]

la circolare del Mibact non ha alcun valore di ‘determinazione’ ma di semplice ricognizione, ai sensi delle norme vigenti, delle erogazioni effettuate da privati”. Anche la Fondazione Sorgente ha replicato a Libero: “La Fondazione Sorgente Group, Istituzione per l’Arte e la Cultura, è una fondazione privata ed autonoma, finanziata interamente da Sorgente SGR Spa, e che opera nell’ambito e nel rispetto delle normative fiscali previste dalla legge. La Fondazione è – dal punto di vista economico – interamente autonoma e non riceve nessun contributo dal Ministero dei Beni Culturali. Infine, la Dottoressa Michela Di Biase è stata selezionata dalla Fondazione Sorgente Group per il suo curriculum, la sua professionalità ed esperienza in ambito istituzionale al fine di promuovere le attività culturali della Fondazione stessa”.

Equitalia: ecco perché le persone in difficoltà non potranno beneficiare della “rottamazione”

Sembrava tutto troppo bello per essere vero. Le domande per usufruire della “rottamazione” delle cartelle di Equitalia vanno presentate entro il prossimo 23 gennaio, come stabilito dalla recente riforma. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”L’allarme”]

L’economista Paolo Fior sta però contestando questa sanatoria. A suo dire, è qualcosa che converrà solamente ai “furbetti” e a chi non ha problemi di liquidità. Le fasce più deboli non…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Fasce più deboli”]

…avranno invece nessun vantaggio. Il governo ha pensato di recuperare 1,4 miliardi di euro e di alleggerire sanzioni e interessi, ma non sono tutte rose e fiori. La convenienza della rottamazione rispetto…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Rateazione”]

…alla rateazione con 72 mensilità non è provata. Chi ha perso il lavoro e si trova in difficoltà, ad esempio, non potrà ottenere le cartelle rottamate e nemmeno chi vive in condizioni di indigenza.

ARRIVA L’ASSEGNO BONUS ANTI-DISOCCUPAZIONE: DA MILLE A 5 MILA EURO

Partirà già da questo mese di novembre l’assegno anti-disoccupazione. Si va da un minimo di 1.000 euro a un massimo di 5.000 euro. L’importo sarà tanto più alto quanto più sarà elevato il rating elaborato dall’Anpal (la nuova Agenzia per le politiche attive per il lavoro)… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Il rating”]

in base alle reali esigenze dei disoccupati: “Siamo pronti per fare partire già questo mese la fase sperimentale, mettendo a disposizione un primo blocco di circa 30mila assegni da offrire… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Prima misura nazionale”]

su tutto il territorio nazionale per poi estenderlo a tutti i richiedenti nella prima parte del 2017”, spiega all’Adnkronos il presidente dell’Anpal, Maurizio Del Conte. Si tratta secondo lui della “prima vera misura di politica attiva nazionale”.

ULTIMA ORA: Italia sotto shock, la conferma è appena arrivata, è morto Alessio…

Una morte sul lavoro tragica, che riporta alla luce un problema spesso sottovalutato. Alessio Iabichella, elettricista di 26 anni, è morto carbonizzato in un incendio divampato nell’azienda “Ovo Bianco” di Modica, in provincia di Ragusa… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”L’incidente”]

Alessio, che giocava a calcio nel Frigintini, stava lavorando per conto di una ditta esterna che effettuava controlli periodici nella struttura. I dipendenti dell’azienda hanno provato a prestare soccorso, ma il fuoco ha reso il luogo inaccessibile… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”L’accusa”]

Il pm Marco Rota sta ora indagando sulla vicenda, mentre il titolare dell’azienda è sotto inchiesta per omicidio colposo.

Purtroppo è tutto vero, una notizia drammatica: è morto Michele…

Un altro incidente mortale sulle strade italiane. Michele Fabbro aveva solo 26 anni, viveva nella località friulana di Camino al Tagliamento e lavorava in una ditta della zona, oltre che giocare a calcio in terza categoria… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La dinamica dell’impatto”]

Si trovava alla guida della sua auto, lungo la provinciale 95 chiamata anche “strada ferrata”, quando – secondo le prime ricostruzioni – avrebbe perso il controllo della propria vettura. Quindi l’impatto violento contro un autoarticolato che proveniva in direzione opposta… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”I soccorsi inutili”]

I soccorsi sono giunti in breve tempo, ma il giovane è deceduto sul colpo. Michele stava rientrando dal lavoro, quando questo terribile incidente l’ha strappato all’amore della sua fidanzata e dei suoi cari.

Salvatore perde il lavoro e lo cerca per due anni. Alla fine decide di commettere un gesto estremo

Quando si ha la sfortuna di perdere il lavoro e al contempo si ha una famiglia da mantenere, tutto il mondo sembra crollarci addosso. Proprio come è successo a Salvatore De Francesco, ex dipendente della Ixfin, azienda casertana ormai dismessa. Ecco cosa ha deciso di fare Salvatore. CLICCA SUL PUNTO 2 PE R CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Ecco cosa ha fatto l’uomo”]

In preda al panico e alla disperazione, l’uomo padre di famiglia, ha deciso di togliersi la vita. lasciando ai suoi cari un messaggio straziante. Ecco cosa ha scritto. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Il suo ultimo messaggio”]

“Scusatemi, ma così non ha più senso vivere”: sono queste le ultime parole del 43enne che ormai era da oltre due anni senza lavoro. Si è tolto la vita buttandosi dal terrazzo del palazzo in cui viveva la sorella. L’uomo lascia la moglie e due figli. Ecco come sopravvivevano. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La situazione drammatica”]

A portare qualche soldino a casa, negli ultimi tempi, era solo la moglie che, di tanto in tanto, si occupava di svolgere lavoretti saltuari. L’uomo, in questi due anni, non è stato con le mani in mano. Ha provato a cercare senza sosta un lavoro, ma in vano. Le proteste dei suoi colleghi. CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La protesta degli ex colleghi”]

Mentre lui si toglieva la vita, gli ex colleghi della Ixfin protestavano a Caserta davanti alla Prefettura perché da oltre un anno non hanno alcuna forma di sostegno al reddito. I funerali. CLICCA SUL PUNTO 5 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”I funerali”]

Sono stati proprio i suoi ex colleghi ed amici, grazie ad un passaparola su Facebook, ad organizzare una colletta per la famiglia che necessitava di fondi per i funerali di Salvatore. CONTINUA A LEGGERE

Assegno di ricollocamento per disoccupati da 4 mesi

Queste notizie non riescono mai a circolare come si deve. Nel Jobs Act è stato introdotto un assegno di ricollocamento per i disoccupati da più di 4 mesi che si aggiunge al già noto mensile previsto per coloro che hanno perso il lavoro.

Il nuovo ammortizzatore prevede un voucher per i disoccupati da almeno 4 mesi che sono ancora privi di una nuova occupazione. La somma può essere spesa solo nei Centri per l’Impiego o qualsiasi soggetto accreditato in un corso di formazione professionale che possa servire per trovare un altro lavoro.

Se il disoccupato dovesse trovare un nuovo impiego, l’assegno di ricollocamento, insieme alla sua indennità di disoccupazione, termineranno
Per fare domanda bisogna:
• recarsi al più vicino Centro per l’Impiego
• fare il colloquio per ufficializzare il proprio profilo professionale
• dare la propria disponibilità per le iniziative e i corsi formativi previsti dal Centro per l’Impiego e ad accettare tutte le offerte che si adattano al proprio profilo professionale