Purtroppo non tutti i bambini hanno una vita facile. Molti hanno delle patologie gravi che li costringono sin da piccolissimi ad affrontare situazioni difficili come andare su e giù per gli ospedali per problemi più o meno gravi. La mamma di questo bambino che ha problemi gravi al cuore vorrebbe trovare un donatore per suo figlio, e non esita a commentare così la cosa: “Sarebbe meraviglioso se riuscisse ad avere un cuore nuovo. Sarebbe più di un sogno per tutti noi”. Suo figlio Henry Bromberg, è nato con la sindrome del cuore sinistro ipoplastico, una cardiopatia congenita che comporta un ridotto sviluppo del ventricolo sinistro del cuore.
Il bimbo è stato ribattezzato “Henry Mezzo Cuore” dopo l’appello accorato della mamma che non riesce ad immaginare cosa potrebbe succedere a suo figlio se non avesse un trapianto. Nonostante la sua tenera età, il piccolo è andato sotto i ferri per ben 38 volte sotto i ferri. Non può frequentare la scuola per via del suo problema sta sempre in ospedale. Henry vuole vivere però, perché ha un grande sogno: desidera infatti diventare un neurologo e aiutare i bambini sfortunati come lui. Speriamo che presto trovi un donatore compatibile. CONTINUA A LEGGERE
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Vede per la prima volta suo fratello e gli canta una dolcissima canzone
Questo bambino ha una reazione davvero dolcissima. Ecco cosa fa quando lo vede per la primissima volta:”Mi piacciono i tuoi occhi, il tuo naso, la tua bocca, le orecchie, le mani, le tue dita”, con questa tenera canzone il fratello maggiore incontra il suo fratellino, che dolcezza.
Ecco il video.
“E’ lui il bambino più solo del mondo, regaliamogli un sorriso”: il web si commuove
Questo bambino si chiama Aron Anderson ha 10 anni ed è l’unico allievo della scuola nella piccola isola scozzese di Out Skerries, nelle Shetland. Sul web è partita una campagna per fargli arrivare centinaia di cartoline d’auguri per Natale, un modo simpatico per farlo sentire meno solo
Su Reddit Ross McMahon spiega come è nata questa simpatica iniziativa: “Sono venuto a conoscenza della storia di Aron e ho quindi deciso di organizzare qualcosa di carino per lui”. “Ho telefonato a scuola la settimana scorsa per far sapere ai genitori e all’insegnante che sarebbero arrivate un po’ di lettere per lui. Mi sono raccomandato di aiutarlo ad aprirle tutte quando arriveranno. Speriamo gli si stampi sul viso un sorriso enorme, gigante”.
Aron non è proprio solissimo. Ha due fratelli e qualche amico sull’isola, ma vanno tutti a scuola a Lerwick, un’altra bella cittadina delle Shetland. Così ogni mattina Aron è a scuola da solo e passa le giornate con la maestra Jean: insieme oltre a stare in classe fanno molte attività all’aperto.
La madre racconta al Telegraph: “Sono triste all’idea di Aron sempre solo a scuola, ma lui è felice, veramente, poi passa un sacco di tempo con gli adulti e questo lo ha fatto maturare in fretta”.
Casen Broussard: il Bambino Malato che ha Incontrato Gesù
Forse già avete sentito parlare di lui. Questo bellissimo bambino si chiama Casen Broussard e purtroppo è gravemente malato. Durante il suo periodo di dolore e sofferenza ha visto Dio e parlato con Gesù. Lo racconta la mamma in Tv:
La vicenda di Casen Broussard, così come raccontata dalla WLBT e dall’Indipendent Journal, ha dell’incredibile: Casen è stato un piccolissimo paziente oncologico, nel 2014, quando aveva appena 2 anni e mezzo, gli fu diagnosticato unneuroblastoma e da allora ad oggi la sua vita è divenuta una lotta per la sopravvivenza e contro la malattia.
Prima di addentrarci nel racconto della storia di Casen Broussard, sento l’irrefrenabile bisogno di esprimere un personalissimo parere sulla fede:
“Molte persone credono ma tanti, a volte troppi, credenti cercano per una vita intera una riprova concreta della loro fede. Oggi è lunedì e ieri sono stata in chiesa con la mia famiglia, il parroco dall’altare ci ha ricordato che Dio è amore e speranza. Nelle celebrazioni religiose che conducono al Natale l’officiante della chiesa cattolica indossa una veste viola e il viola nasce dalla combinazione di due colori: il rosso, colore dell’amore, mescolato al blu, colore del cielo. Amore e speranza non meritano di essere ricercati se prima non vengano praticati e vissuti. Con questo non voglio mettere, io per prima, in dubbio la storia di Casen Broussard, intendo solo dire che ciascuno di noi può trovare più semplicemente conferma dell’esistenza di Dio nel proprio agire quotidiano.”
Casen Broussard, malgrado la sua giovane età, a causa della sua malattia è stato spesso vicino alla morte; ha subito ricoveri lunghi e terapie estenuanti; è entrato in sala operatoria più volte e il suo corpo ha dovuto resistere ad operazioni invasive e profonde.
Il neuroblastoma è una forma di cancro molto aggressiva e tipica in età pediatrica, colpisce soprattutto neonati e bambini al di sotto dei 10 anni. E’ un tumore che ha origine dalle cellule del sistema nervoso, colpisce il pannello di controllo delle funzioni vitali perché le cellule del sistema nervoso controllano alcune funzioni vitali ed involontarie come il battito cardiaco, la respirazione o la digestione.
Data la giovane età dei pazienti è facile comprendere che nella malattia vengono coinvolte cellule immature o ancora in via di sviluppo. Dette cellule, che i medici chiamano neuroblasti, si trovano in tutto l’organismo, ciò comporta che nel caso in cui divengano tumorali ovvero si ammalino, il mneuroblastoma può colpire e può svilupparsi in diverse aree del corpo.
Dopo alcuni interventi, il piccolo Casen Broussard cominciò a raccontare alla sua famiglia di avere incontrato Gesù e di aver parlato con lui.
In un’occasione in particolare, prima di un ingresso in sala operatoria, il bambino indicò a suo nonno la presenza di Gesù presso il suo capezzale.
Sua madre, Linzey Broussard, ha riportato con dovizia di particolari i racconti del figlio. Ha dichiarato anche che durante i lunghi periodi di sofferenza avrebbe sorpreso il bambino mentre parlava da solo, e si sarebbe sentita rispondere che lì c’era Gesù venuto a far visita a Casen.
Durante le operazioni Casen Broussard “sognava” il paradiso e uscito dalla sala operatoria riportava ai familiari racconti celestiali.
<<Ha detto: “Sono andato in cielo”.
Io ho detto: ”Ok, chi c’era?”
Mi ha risposto: “Gesù, il Padre, e si sa, l’altro>>, questo uno dei passaggi del racconto di Linzey, la mamma di Casen Broussard.
Secondo Linzey e gli altri familiari, il bambino non avrebbe potuto apprendere da nessuno racconti su Gesù, Dio e il Paradiso, quindi, secondo i suoi cari, Casen Broussard avrebbe veramente avuto l’onore e il privilegio di incontrare Gesù.
Quella di questo bambino sarebbe un’esperienza pre mortem molto sui generis. Sebbene esistano testimonianze di esperienze pre mortem in casi di interventi chirurgici gravi o serissimi incidenti oppure condizioni di coma, va detto che quella di Casen Broussard sembra più una personale testimonianza di speranza.
Casen Broussard racconta di essere stato spinto da Gesù giù da una nuvola e di aver volato nel cielo con ali che sono tornare in paradisi dopo aver liberato il suo corpo; racconta di aver visto la gente del Paradiso e di essere stato al cospetto di Dio; narra di incontri con la trinità, padre figlio e Spirito Santo e descrivi viaggi verso la salvezza.
Dovresti avere una linea che va a finire tra il medio e l’indice.
Jett Nato di 25 Settimane Pesava 700 Grammi: Oggi è Così … (Foto)
Jett è nato piccolissimo, più piccolo di un pacco di zucchero e più piccolo della mano di suo padre, frutto della caparbietà e della forza dei suoi genitori.
Quando la mamma Mhairi ha rotto le acque prematuramente a sole 20 settimane, i dottori si sono subito pronunciati per l’aborto, l’unica via logica e possibile per concludere quella che definivano come una non-vita.
Lei e suo marito Paul però non si sono arresi, hanno cercato altre vie, altri consigli, altre possibilità e hanno sfidato il destino.
Ciò che è successo è assolutamente incredibile e speciale.
Jett è sopravvissuto altre 5 settimane nella pancia della mamma. Dopo la sua nascita ha avuto problemi respiratori immaginabili e l’ittero, oltre che problemi cardiaci, pesava meno di 700 grammi.
Eppure Jett ce l’ha fatto ed è andato a casa quasi 3 settimane prima della sua originaria data di nascita presunta e sta bene!
A dispetto di tutti, e anche di alcuni effettivi problemi alla nascita, Jett ha compiuto già un anno e sta benissimo.
Bambino Morto Soffocato, Dopo 3 Anni si Aspetta Giustizia
Un genitore non dimentica mai, non lo può fare. In questi tre anni continuano a far vivere Alessandro nei loro cuori e attraverso le loro parole nella pagina facebook del figlio, gestita anche insieme alla nonna Annalisa, la nonna “tesora” come amava chiamarla lui.
Sono passati tre anni ma i genitori di Ale devono sopportare il terzo anniversario della morte di Alessandro: un bambino morto soffocato, la cui esistenza è stata troncata da quello che per i genitori è stato un tragico ed assurdo errore.
Alessandro era un bambino con un lieve ritardo psicomotorio, vivace, allegro, socievole, che amava la musica, cantare e divertirsi, amava i suoi animali, la vita! Era stato operato due volte per un difetto al rachide, operazioni importanti ma senza complicazioni postume, che lui aveva affrontato con forza e coraggio.
Tra settembre e ottobre del 2012 Alessandro presenta i sintomi di una bronchite insistente e più e più volte i suoi genitori si recano fiduciosi dai medici, sia dal pediatra che in ospedale per un consulto. Nessuno riscontra problemi particolari e viene rimandato a casa quasi fosse un’esagerazione dei genitori e del bimbo, il bambino morto soffocato non viene ricoverato, non vengono richiesti ulteriori indagini diagnostiche doverose soprattutto in un quadro clinico di questo tipo!
Eppure potete constatare anche dal video che vi vogliamo riportare qui sotto quanto fossero evidenti le sue difficoltà anche agli occhi di una persona non competente, di un “non” medico, un semplice esame obiettivo avrebbe già dovuto suscitare dubbi da indagare. Malgrado tutto ciò e le condizioni delicate del bimbo non si fa nulla per indagare ulteriormente sulle cause…Dal giorno 11 ottobre fino al 5 novembre, l’immagine che i genitori hanno scelto come copertina della pagina sarà quella della bara che custodiva il suo corpicino. Una scelta che può essere giudicata forte da alcuni, dell resto come forte è stata la perdita di un figlio!
Le parole della mamma sono queste:
Da oggi fino al 5 novembre questa sarà l’immagine di copertina. Oggi di 3 anni fa cominciavano i nostri viaggi in pediatria. Erano passate appena tre settimane dall’intervento anteriore alla colonna vertebrale la sera dell’ 11 ottobre sentimmo che Ale respirava male, con un affanno che non ci convinceva, quindi alle otto di sera lo portammo in pediatria.
Spiegammo tutta la storia e le complicazioni che c’erano state durante il primo intervento e nel secondo, complicazioni al polmone che si riempiva di secrezioni e a causa del quale sia a marzo che a settembre Ale si era fatto 5 giorni di terapia intensiva invece delle normali 24 ore. Diagnosi: bronchite. Antibiotico e cortisone e ci rassicurarono mandandoci a casa…
Due settimane dopo quella prima visita il mio bambino è MORTO per un arresto respiratorio in casa nostra, fra le nostre braccia…e nei giorni seguenti quando giaceva in una cella frigo all’obitorio sotto sequestro dalla procura ci è toccato l’innaturale compito di organizzare un funerale degno di lui, degno di un bimbo di 10 anni che amava la vita e meritava di vivere… il 3 novembre ci sarà l’udienza preliminare… confido nella giustizia…”
Emozioni che un bambino non può sopportare
A volte ci dimentichiamo che i bambini sono piccole anime molto fragili che capiscono tutto quello che diciamo. Gli adulti non sempre valutano la sensibilità del bambino con la dovuta profondità: esistono emozioni che un bambino non può sopportare perché creano in lui sconcerto, ansia e paura del futuro, quindi sono destabilizzanti.
La solitudine, il rifiuto, l’umiliazione, il tradimento e l’ingiustizia sono stati dell’animo o meglio emozioni che un bambino non può sopportare, rappresentano esperienze negative che se reiterate possono influire sull’autostima del piccolo riducendola o inibendola.
L’amore, il rispetto, la cura dipendono anche dall’educazione: più un figlio sarà oggetto delle attenzioni del genitore meglio saprà esprimere i suoi sentimenti e selezionare i comportamenti affettivi da tenere, in casa e fuori. Ciò potrebbe incidere positivamente persino sulla selezione delle amicizie in età adolescenziale ed adulta.
Il consiglio rivolto ai genitori è solo uno: abbiate a cuore il benessere dei vostri figli emancipandovi dal concetto materiale di cura. Non basta sfamarli e vestirli per dirsi genitori partecipi alla vita dei bambini, ma è importante condividere con i figli esperienze, emozioni e momenti. Il vostro tempo è il regalo più prezioso che possiate fare ad un figlio.
La paura del rifiuto può essere una conseguenza della solitudine:
“ora non posso devo lavorare”, “adesso no, sto facendo un’altra cosa”, “non puoi venire con me, non è una faccenda adatta ai bambini”, “non posso parlare con te, sono al telefono”, eccetera.
La vita moderna, il lavoro, gli impegni (che spesso si traducono in forti responsabilità) sovente “isolano” ciascun individuo e ci intrappolano nelle cose da fare dandoci la sensazione di non avere mai abbastanza tempo.
Attenzione, però, alla percezione che i bambini hanno della nostra vita frenetica: i figli sono spesso troppo piccoli per rendersi conto del grande carico di responsabilità che grava sui genitori. Per i bambini i “No” reiterati possono rappresentare delle barriere, dei muri, dei rifiuti netti e mortificanti.
Coinvolgere i piccoli nella vita di tutti i giorni è un buon sistema per minimizzare il rifiuto, inteso come limite alla condivisione dell’esistenza, e, contemporaneamente, è un sistema per responsabilizzare il bambino rendendogli più semplice la comprensione delle cose dei grandi.
Mia figlia è la mia aiuto cuoco e la mia segretaria. In ufficio risponde al telefono o annota gli appuntamenti sull’agenda; in cucina, sempre sotto la mia supervisione, apparecchia la tavola, asciuga le posate e qualche stoviglia, nei limiti delle sue possibilità contribuisce alla preparazione della cena.
La mortificazione si concretizza in quella sensazione di errore così profonda da trasformare un difetto in cruccio o dolore. Il bambino mortificato non troverà soluzione al suo errore, non comprenderà perché ha errato né come migliorarsi, ma “giustificherà” il proprio comportamento in base ad un “non so fare” o “non capisco”, “non posso” o “non sono capace”.
Maggiore è l’umiliazione più grande è il senso di non appropriatezza che il bambino subisce ed il pericolo ultimo è che nel piccolo si ingeneri il dubbio di non poter mai fare meglio o bene: “non saprò mai farlo” o “non lo capirò mai”, “non potrò mai fare questo” o “non ne sarò mai capace”.
Le emozioni che un bambino non può sopportare corrispondo a quei dolori dai quali il piccolo non riesce a liberarsi.
Il giovane papà vede che il bambino nella culla è tutto nero….
In clinica, il giovane papà entra in camera della giovane mamma.
Il bambino nella culla è tutto nero.
Di fronte alla faccia interrogativa del marito, la mamma spiega: – Comprendo la tua sorpresa, ma vedi, ho riflettuto molto e ho capito perchè nostro figlio è nero: tu sai che quando ero piccola, mio padre lavorava in Costa d’Avorio, e mia madre aveva trovato una balia nera. I geni del suo latte sono passati nel mio sangue ed ecco perchè nostro figlio è nero.
– Davvero? E’ per questo? Sei proprio sicura? Oh, cara, come ti amo!
E il giovane papà va ad annunciare la nascita del bambino ai suoi genitori.
Sua madre: – E’ nato? Come sono contenta! E dimmi, ti somiglia?
– A dire la verità, è nero… ma c’è una spiegazione. Sai che quando tua nuora era piccola, suo padre lavorava in Costa d’Avorio, e suo madre aveva trovato una balia nera. I geni del suo latte sono passati nel suo sangue ed ecco perchè il bambino è nero.
– Ah, sì, capisco. E’ successo lo stesso a te: quando eri piccolo ti ho dato del latte di mucca, i suoi geni sono passati nel tuo sangue ed è per questo che sei cornuto!
Bimbo di 10 anni muore annegato: tragedia in spiaggia ad Altavilla
E’ Gaetano Grado, il nome del bambino di 10 anni morto annegato in mare. Il piccolo era stato soccorso da alcuni bagnanti in spiaggia in contrada Passi a pochi metri da quello che era il lido la Capannina.
A quanto pare il bambino era stato portato sull’arenile da alcune persone che lo avevano visto finire sott’acqua. A nulla sono serviti i tentativi di rianimazione degli operatori del 118. Si attende il medico legale. Sotto shock i giovani genitori.
Probabilmente il piccolo è stato colto da malore mentre si trovava in acqua. Speriamo che episodi come questi non si verifichino più sulle nostre spiagge.
India, bambino nasce con 3 peni. Accade una volta ogni 5 milioni
Un bambino indiano è nato una rarissima anomalia: il suo corpo ha dalla nascita 3 peni.. Il piccolo, dell’età di due anni, soffriva di diphallia, una condizione estremamente rara che vede la crescita di un secondo organo sessuale maschile. Nel caso del bimbo la situazione era ancor più anomala, essendone spuntato anche un terzo. Oggi, uno dei tre è stato del tutto eliminato, mentre gli altri due sono stati letteralmente integrati uno all’altro dopo una operazione delicatissima che ha visto l’impiego di alcuni tra i più esperti medici dell’India. Il bambino potrà avere una vita sessuale assolutamente normale e sarà perfettamente fertile.
“Desideravamo solo che nostro figlio potesse condurre una vita normale – hanno detto i genitori del bimbo – e siamo grati ai medici che sono riusciti in un’intervento molto complicato. La diphallia è una patologia estremamente rara che colpisce un bambino ogni 6 milioni di nati. Solo un centinaio di casi sono stati registrati dalla letteratura medica a partire dal 1609. Finalmente l’incubo dei genitori è terminato.