“La causa della morte è da ricondurre ad una condizione di morte cerebrale con tossicità sistematica da sovradosaggio di Vinblastina, somministrata alla dose di 90 mg anziché alla dose di 9mg”. Questo ciò che si legge nella perizia, firmata da tre medici catanesi, che stabilisce le cause della morte di Valeria Lembo, la giovane deceduta nel reparto di Oncologia del Policlinico di Palermo: una dose fatale, dieci volte superiore al richiesto, di un antitumorale che avrebbe dovuto salvarle la vita.
L’errore di base era l’inosservanza del ruolo degli specializzandi e degli studenti nel reparto di Oncologia del Policlinico, chiuso e riaperto dopo quattro mesi di sospensione chiesti dal Ministero e dalla regione Sicilia: a dare il via libera ad una prescrizione, infatti, adesso saranno il medico prescrittore, il controllore, il farmacista responsabile e il direttore della farmacia, una misura in grado di evitare la ripetizione dell’errore che ha stroncato Valeria, in cura per un Linfoma di Hodgkin.
Intanto, rimangono sotto inchiesta per omicidio colposo l’ex primario Sergio Palmeri, gli specializzandi Laura Di Noto e Alberto Bongiovanni (che avrebbe anche cercato di cancellare il numero fatale ndr), lo studente universitario Gioacchino Mancuso e l’infermiera Clotilde Guarnaccia.