Il  Codacons ha notificato oggi la prima class action italiana contro Volkswagen per lo scandalo delle emissioni falsificate. L’azienda dovrà comparire davanti ai giudici il prossimo 11 febbraio, per rispondere delle richieste risarcitorie avanzate dal Codacons.

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L’associazione dei consumatori spiega che: “In particolare gli interessi gravemente lesi dalla Volkswagen sono la responsabilità per violazione delle norme su correttezza e buona fede, inadempimento contrattuale, diversità del bene venduto rispetto quello voluto ed elusione delle norme sulla concorrenza. Meritevole di tutela è quindi la posizione del consumatore vittima (in caso di accertata responsabilità della Volkswagen) di pratiche commerciali scorrette, di pubblicità ingannevole ed aggressiva per occultamento fraudolento di dati inerenti il rispetto delle norme che impongono limiti massimi di emissione. L’inadempimento contrattuale, quindi, è ravvisabile nell’aver, la Volkswagen, venduto un mezzo diverso da quello richiesto dal consumatore, in quanto del tutto privo dei requisiti essenziali per la sua corretta individuazione” .

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“La condotta posta in essere della Volkswagen (se confermata nella sua offensività) integrerebbe anche la violazione degli articoli 20, 21 e 23 del Codice del consumo, in quanto il messaggio “Das Auto” non solo avrebbe fornito, per anni, informazioni non corrette, privando il consumatore della libertà di autodeterminazione ed inducendolo ad assumere una decisione che non avrebbe altrimenti preso, ma anche notizie ingannevoli sottoponendo l’utente anche a sanzioni in caso di accertamenti sulle emissioni del proprio mezzo. Inoltre per il Codacons vi è la violazione del diritto ad un ambiente salubre”.

“Tutti i proprietari di vetture del gruppo Volkswagen coinvolte nello scandalo possono ora formalmente preaderire alla class action, in attesa della pronuncia del Tribunale sulla ammissibilità, compilando i moduli pubblicati sul sito www.codacons.it, e chiedere il risarcimento dei danni subiti in relazione agli illeciti subiti, alla perdita di valore dell’automobile, al danno esistenziale da inquinamento involontario, ad eventuali richiami delle vetture, per un importo compreso tra 10mila e 50mila euro ad automobilista” conclude l’associazione.

 

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