La conferma purtroppo è arrivata: “E’ morto”

Ha perso la vita in un modo davvero assurda. Lui era Andrea Busca, 50enne fondatore di Universo Bimbo, una catena di negozi per l’infanzia con sedi in tutta Italia. Ecco cosa è successo all’uomo. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Ecco cosa è successo”]

Andrea Busca, era nelle acque di Santa Manza, golfo a pochi chilometri da Bonifacio, in Corsica al momento dell’incidente. L’imprenditore, in vacanza da alcuni giorni nell’isola francese, stava partecipando a una battuta di pesca in apnea quando è stato travolto da un’imbarcazione. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La tragedia”]

Il 50enne è stato gravemente ferito ad una gamba, ma è stato immediatamente trasportato in elicottero nell’ospedale più vicino. Purtroppo, l’emorragia è stata fatale. La dinamica dell’incidente, è ancora poco chiara e le autorità locali hanno aperto un’indagine per accertare l’effettiva dinamica dei fatti.CONTINUA A LEGGERE

Il figlioletto cerca il papà in spiaggia a Caorle, ma l’uomo è morto annegato

È successo tutto poche ore fa: Il figlioletto lo cerca in spiaggia, ma per lui non c’è nulla da fare. È stato davvero duro il destino con Altin Xhihani, 40enne albanese residente a Motta di Livenza. L’uomo era andato al mare a Caorle, in Veneto, con il bimbo e alcuni amici. Ecco cosa è successo. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”L’incidente”]

La sua piccola gita si è trasformata in una vera e propria tragedia. Mentre faceva il bagno, infatti, l’uomo è andato sott’acqua, affogando. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Ecco come hanno trovato l’uomo”]

L’allarme è scattato in serata, verso le 18, quando il suo bambino ha notato che suo padre era in mare da ore. Le ricerche sono partite dopo qualche minuto, ma solo un’ora dopo è stato ritrovato il corpo senza vita dell’uomo a circa 50 metri dalla costa. La causa della morte. CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La causa della morte”]

Non è ancora nota la causa per cui l’uomo sia affogato, probabilmente però Altin ha avuto un malore durante il bagno in mare. Il medico legale non ha riscontrato segni di violenza e il corpo dunque è stato restituito alla famiglia spezzata dal dolore. CONTINUA A LEGGERE

“Guardate cos’ha fatto quest’uomo a mio figlio”: la mamma scatta la foto, il web si mobilita

Il suo gesto ha conquista il web. Anche se è un gesto piuttosto semplice, ha colpito molte persone. Stiamo parlando di quello che ha fatto questo ragazzo in foto. Lui è John Goodlett, il dipendente di una ditta di autonoleggio in Oklahoma a cui si era rivolta Coty Vincent, per sostituire temporaneamente la propria auto dopo un tamponamento. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La difficoltà della donna”]

Essendo madre di due gemelli, la donna, sprovvista di un passeggino, era costretta a tenere entrambi i figli in braccio mentre sbrigava le pratiche per affittare l’auto. Notandola in difficoltà il dipendente ha preso con sé uno dei due bambini, mentre con l’altro braccio completava la scheda al computer. Ecco cosa è successo dopo. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La reazione al gesto sul web”]

La donna, allora, ha voluto immortalare il momento condiviso su Facebook con un post che ha dato il via all’hashtag #BeaJohn, volto a incoraggiare i semplici atti di gentilezza e ora usato da coloro che hanno avviato una vera e propria catena social. Ecco cosa ha dichiarato la donna alla CNN.CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Le parole della donna”]

“Abbiamo bisogno di persone come John, che facciano quel piccolo gesto in più. Sii come Jonh. Penso che il mondo sarebbe un posto migliore se tutti fossimo come John. Se vogliamo vedere più gentilezza nel mondo dobbiamo iniziare noi a farla”.
La pensate anche voi come lei?CONTINUA A LEGGERE
Fonte: Today.it

Tragedia in mare: 39enne muore per salvare i figli. La dinamica shock…

Un uomo di origine rumena e residente a Settimo Torinese, è morto annegato per salvare i figli che stavano loro stessi annegando davanti la spiaggia di Torro Ovo (Taranto). Un vigile, che aveva assistito alla scena, si è tuffato in mare per soccorrere l’uomo. Nonostante sia riuscito a portarlo a riva, non c’è stato nulla da fare: il 39enne era già morto. La tragedia si è consumata in pochi minuti: la moglie dell’uomo si trovava sul bagnasciuga, quando ha visto il marito gettarsi in mare per salvare i figli che arrancavano tra le onde. Dopo aver soccorso i primi tre, si è tuffato nuovamente in mare per recuperare l’ultimo figlio, ma è rimasto sopraffatto dalle onde. CONTINUA A LEGGERE

Infarto, quasi uno su due è “silenzioso”: arriva senza sintomi e sfugge alle cure

Purtroppo si muore sempre più spesso di Infarto, e come sapete è una malattia silenziosa che non ha particolari sintomi. E’ questo quello che risulta da una recente ricerca del Wake Forest Baptist Medical Center a Winston-Salem, in Carolina del Nord, pubblicato sulla rivista Circulation.
Così una ricerca americana ha realizzato uno studio in cui sono stati analizzati per diversi anni lo stato di salute cardiovascolare di un campione di quasi 9.500 persone selezionati per uno studio sull’aterosclerosi.
Pare che almeno 317 partecipanti hanno avuto un infarto silente, mentre 386 hanno registrato un attacco cardiaco con i classici sintomi clinici (dolore toracico, fiato spezzato, sudore freddo).
Importante è la prevenzione.CONTINUA A LEGGERE

Fonte: Tgcom24

Quest’uomo porta tra le braccia la moglie tradita sulla soglia di casa. Poi nota che qualcosa…

Le coppie di oggi, spesso risolvono i problemi con una parolina magica che sta diventando sempre più comune: il divorzio. Prima di arrivare ad una tale decisione bisognerebbe rifletter però sul legame col partner e se si possa in qualche modo recuperare e soprattutto porsi una domanda: cos’è che non va più? Ecco una storia che vi farà riflettere.
“Un giorno, tornai a casa, portando la cena a mia moglie, le presi la mano e le dissi: “Voglio il divorzio”. Lei non sembrò per niente turbata e mi chiese, calma, il perché. La mia risposta fu evasiva e quello la fece arrabbiare. Gettò il piatto della cena e urlò: “Non sei un vero uomo!”. Non ci parlammo più per tutta la notte. Sapevo che cercava un motivo per il fallimento del nostro matrimonio, ma io non potevo dirle altro: mia aveva perso per colpa di Jane. Non l’amavo più e mi dispiaceva per lei!
Le mostrai, sentendomi in colpa, le carte per il divorzio, lasciandole casa, macchina e il 30% della mia azienda. Sembrava così irritata e strappò i documenti. La donna con cui avevo passato 10 anni della mia vita, era diventata un’estranea. Mi dispiaceva che lei avesse investito tempo, sforzi e risorse nel nostro matrimonio, ma non potevo rimangiarmi quello che avevo detto o quello che sentivo. Alla fine scoppiò in lacrime, la reazione che mi aspettavo dall’inizio e all’improvviso il divorzio sembrò più reale.
Quando tornai a casa dal lavoro il giorno dopo, la trovai seduta al tavolo intenta a scrivere. Non c’era niente da mangiare, andai dritto a letto e mi addormentai.
Il giorno dopo mi comunicò i suoi termini per il divorzio: non voleva nulla da me, ma mi chiese di trascorrere il mese successivo vicino a lei, come se niente fosse successo. Il motivo: nostro figlio aveva degli esami importanti proprio in quel periodo e non voleva caricarlo del peso della nostra separazione.
Mi chiese anche di pensare al giorno del nostro matrimonio, quando l’avevo portata sulla soglia della nostra casa tra le mie braccia e fino alla camera da letto. Da quel giorno e per un mese avrei dovuto portarla in braccio fuori dalla nostra camera. Pensai che fosse una richiesta folle, ma mi dissi d’accordo per rendere accettabili i nostri ultimi giorni insieme.
Il primo giorno eravamo tutti e due piuttosto goffi, ma nostro figlio applaudì, canticchiando: “Papà porta mamma in braccio!”. E le sue parole liberarono del dolore in me. La portai dalla camera da letto, fino alla sala da pranzo e fino alla porta d’ingresso. Lei chiuse gli occhi e disse a bassa voce: “Non dire nulla a nostro figlio del divorzio”. Annuì e la feci scendere.
Il secondo giorno, andò meglio. Lei si poggiò sul mio petto e io sentii il profumo della sua maglietta. Mi accorsi che era tanto che non guardavo mia moglie, il suo viso con le rughe, i capelli che piano piano diventavano bianchi. Il nostro matrimonio aveva lasciato dei segni. E per un momento mi chiesi cosa le avessi fatto.
Quando la presi in braccio il terzo giorno mi parve che fosse tornata un po’ di intimità tra noi: questa era la donna che mi aveva regalato 10 anni della sua vita. Il quarto e il quinto giorno questa vicinanza crebbe. E con l’avvicinarsi della fine del mese, portarla in braccio si rivelò ogni giorno più semplice, e mi accorsi all’improvviso che lei stava diventando più magra.
Un giorno il pensiero che lei avesse tanto dolore e amarezza nei miei confronti mi attraversò e, senza pensare, le accarezzai i capelli. In quel momento nostro figlio entrò e disse: “Papà, è tempo di prendere mamma”: era diventato un rituale del mattino per lui, mia moglie lo prese e lo avvicinò al petto. Mi girai dall’altra parte, avevo paura che qualcosa cambiasse. La presi tra le mie braccia e lei mi mise le mani intorno al collo, la strinsi forte, proprio come il giorno del nostro matrimonio.
L’ultimo giorno, quando provai a prenderla non ressi più. Sapevo quello che dovevo fare. Guidai fino all’appartamento di Jane, salii in fretta le scale e le dissi: “Mi dispiace, ma non voglio lasciare mia moglie”.
All’improvviso mi era tutto chiaro: avevo portato mia moglie all’altare, promettendole che ci sarei stato “finché morte non ci separi”. Tornando a casa, le presi dei fiori e quando il fioraio mi chiese cosa scrivere sul bigliettino, sorridendo gli dissi: “Ti prenderò tra le braccia ogni giorno, fino a che morte non ci separi”.
Con i fiori in mano e un sorriso enorme in viso, tornai a casa. Ma mia moglie era morta nel sonno mentre ero via. Scoprii in seguito che aveva combattuto il cancro negli ultimi mesi ma io ero così preoccupato per Jane che non mi ero accorto di nulla. Lei sapeva che sarebbe morta presto e non voleva che la storia del divorzio rovinasse il rapporto tra me e mio figlio. Ai suoi occhi, ero il papà più romantico del mondo. E così la portai per l’ultima volta sulla soglia di casa…”
Purtroppo non sempre ci rediamo conto dell’effettivo valore delle cose che abbiamo!CONTINUA A LEGGERE
Fonte: Attivotv.it

Se la leggi e condividi, forse sarà una Pasqua migliore per tutte le famiglie

Questa storia sicuramente vi farà riflettere su una delle tematiche piuttosto moderne. Vi consigliamo anche di condividerla con le persone più care.
Un vecchietto fragile ed anziano andò a vivere con suo figlio, la nuora, e il nipotino di quattro anni.
Le mani del vecchietto tremavano, la vista non era buona, e le gambe non lo tenevano più con stabilità.
La famiglia mangiava insieme al tavolo. Ma le mani dell’anziano nonnino tremavano così forte e ci vedeva così male che gli restava difficile riuscire a mangiare. I piselli gli cadevano dal cucchiaio sul pavimento.
Quando afferrava un bicchiere, il latte si rovesciava sulla tovaglia.
Il figlio e la nuora si irritavano per tutta la confusione che creava.
“Dobbiamo fare qualcosa riguardo a papà,” disse il figlio.
“Non ce la faccio più a sopportare il suo modo di mangiare rumoroso, il latte rovesciato
e il cibo sparso sul pavimento.”
Così il marito e la moglie apparecchiarono un piccolo tavolino in un angolo.
Là, il nonno mangiò da solo mentre il resto della famiglia si godeva la cena.
Poiché il nonno aveva già rotto uno o due piatti, il cibo gli venne servito un una ciotola di legno.
Quando la famiglia lanciava uno sguardo nella direzione del nonno, a volte vedevano che
aveva una lacrima all’angolo degli occhi, mentre mangiava da solo.
Nonostante ciò, le sole parole che la coppia aveva per lui erano taglienti ammonizioni
quando faceva cadere una forchetta o rovesciava del cibo.
Il nipotino di quattro anni osservava tutto in silenzio.
Una sera prima di cena, il padre notò che suo figlio stava giocando con la pialla sul pavimento.
Chiese al figlio dolcemente: “Cosa stai facendo?”
Altrettanto dolcemente, il bambino rispose: “Oh, sto costruendo una piccola ciotola per te e mamma
in modo che possiate mangiare il vostro cibo quando sarò cresciuto.”
Il bimbo di quattro anni sorrise e ritornò al suo lavoro.
Le parole del figlio colpirono i genitori così tanto da lasciarli senza parole.
Allora lacrime iniziarono a scorrere sulle loro guance.
Sebbene non fosse stata pronunciata nemmeno una parola, entrambi sapevano cosa doveva essere fatto.
Quella sera il marito prese la mano del nonno e gentilmente lo accompagnò nuovamente al tavolo della famiglia.
Per il resto dei suoi giorni egli mangiò ogni pasto con il resto della famiglia.
E per ragioni inspiegabili, né il marito né la moglie sembravano prestare più alcuna attenzione
quando una forchetta cadeva, o del latte veniva versato, o la tovaglia sporcata.
A volte, basta leggere un piccolo racconto per cambiare la propria giornata in meglio, non credete? CONTINUA A LEGGERE

Muore il papà e fanno volare un palloncino con un messaggio, 2 mesi dopo accade l’impensabile

A volte nella vita accadono cose che è difficile spiegare in modo razionale. Cose che, spesso, ci appaiono ingiuste e crudeli. E ancora più difficile che certi episodi negativi, come la perdita di una o più figure importanti, ai bambini che, ovviamente, non possono ancora comprendere l’imprevedibilità della vita.
Una perdita davvero molto forte, l’hanno dovuta subire i protagonisti di questa vicenda: due bambini che hanno perso il loro amato papà. I bambini, quando il loro papà è volato in cielo hanno pensato di fargli un regalo lanciando un palloncino con allegato un messaggio d’amore.

Quello che è successo ha dell’incredibile: il palloncino ha attraversato mezza Europa, volando in cielo per 1.700 chilometri prima di giungere, con il messaggio ancora intero, in un campo di Borgo Montone, nel ravennate.

I bambini che si chiamano, Beth e Oscar, ed hanno rispettivamente 7 e 3 anni. La loro famiglia vive a Bordon, un paese dell’Hampshire, nell’Inghilterra del sud. Il suo papà si chiamava Simon Cook, ed era un uomo molto stimato da tutta la comunità. La sua vita viene però stroncata da un cancro che lo divora e gli lascia poche speranza fino a spegnerlo completamente nel 2015.
L’asilo di Beth e Oscar ha voluto fare qualcosa per queste creature: l’istituto ha organizzato una commemorazione: tutti i bambini dell’asilo hanno messo la foto di Simon, in un palloncino e lo hanno lanciato nel cielo. Anche i figli di Simon hanno fatto lo stesso.
I palloncini volano nel cielo lontano e finiscono proprio nell’ azienda agricola biologica, la Mater Naturae di Christian Grassi. L’uomo raccoglie il palloncino e legge il bigliettino allegato. Non o conoscendo i due piccoli, pubblica su Facebook un post per raccontare dell’evento, commuovendo l’intero web. La notizia fa il giro del mondo è torna da dove è partita: cioè da Bordon, oltre Manica.
I ragazzini sono stati ospitati nel uglio 2015, gratuitamente e per una settimana, a Ravenna da Grassi.

Ieri sera sei uscita di nuovo con Marco, ma la gaffe questa volta è colossale

Tra sorelle spesso ci si dicono dei segreti che vanno tenuti ben nascosti al costo di qualsiasi cosa. A volte però, non pensando alle conseguenze si finisce a parlare di queste cose con i genitori che per buona regola dovrebbero tenersi le cose per se stessi.
Una delle due figlie racconta alla madre che la sorella è uscita nuovamente con Marco e si raccomanda di non dirle nulla. Prontamente, come volevasi dimostrare, la mamma, prende il telefono ed invia un messaggio alla figlia che si era rivista con Marco.
Però come destino vuole, sbaglia destinatario e il messaggio arriva alla figlia che gli aveva raccontato l’accaduto. Questa è alquanto infastidita, in quanto sì era raccomandata di tenere questo segreto per sé.
Ed invece come per incanto la mamma non ha saputo resistere ed il gioco è fatto. Non si conosce l’esito, se alla fine la mamma sia riuscita a scrivere all’altra figlia per sapere della sua uscita con Marco.

Casen Broussard: il Bambino Malato che ha Incontrato Gesù

Forse già avete sentito parlare di lui. Questo bellissimo bambino si chiama Casen Broussard e purtroppo è gravemente malato. Durante il suo periodo di dolore e sofferenza ha visto Dio e parlato con Gesù. Lo racconta la mamma in Tv:
La vicenda di Casen Broussard, così come raccontata dalla WLBT e dall’Indipendent Journal, ha dell’incredibile: Casen è stato un piccolissimo paziente oncologico, nel 2014, quando aveva appena 2 anni e mezzo, gli fu diagnosticato unneuroblastoma e da allora ad oggi la sua vita è divenuta una lotta per la sopravvivenza e contro la malattia.
Prima di addentrarci nel racconto della storia di Casen Broussard, sento l’irrefrenabile bisogno di esprimere un personalissimo parere sulla fede:
“Molte persone credono ma tanti, a volte troppi, credenti cercano per una vita intera una riprova concreta della loro fede. Oggi è lunedì e ieri sono stata in chiesa con la mia famiglia, il parroco dall’altare ci ha ricordato che Dio è amore e speranza. Nelle celebrazioni religiose che conducono al Natale l’officiante della chiesa cattolica indossa una veste viola e il viola nasce dalla combinazione di due colori: il rosso, colore dell’amore, mescolato al blu, colore del cielo. Amore e speranza non meritano di essere ricercati se prima non vengano praticati e vissuti. Con questo non voglio mettere, io per prima, in dubbio la storia di Casen Broussard, intendo solo dire che ciascuno di noi può trovare più semplicemente conferma dell’esistenza di Dio nel proprio agire quotidiano.”
Casen Broussard, malgrado la sua giovane età, a causa della sua malattia è stato spesso vicino alla morte; ha subito ricoveri lunghi e terapie estenuanti; è entrato in sala operatoria più volte e il suo corpo ha dovuto resistere ad operazioni invasive e profonde.

Il neuroblastoma è una forma di cancro molto aggressiva e tipica in età pediatrica, colpisce soprattutto neonati e bambini al di sotto dei 10 anni. E’ un tumore che ha origine dalle cellule del sistema nervoso, colpisce il pannello di controllo delle funzioni vitali perché le cellule del sistema nervoso controllano alcune funzioni vitali ed involontarie come il battito cardiaco, la respirazione o la digestione.
Data la giovane età dei pazienti è facile comprendere che nella malattia vengono coinvolte cellule immature o ancora in via di sviluppo. Dette cellule, che i medici chiamano neuroblasti, si trovano in tutto l’organismo, ciò comporta che nel caso in cui divengano tumorali ovvero si ammalino, il mneuroblastoma può colpire e può svilupparsi in diverse aree del corpo.
Dopo alcuni interventi, il piccolo Casen Broussard cominciò a raccontare alla sua famiglia di avere incontrato Gesù e di aver parlato con lui.
In un’occasione in particolare, prima di un ingresso in sala operatoria, il bambino indicò a suo nonno la presenza di Gesù presso il suo capezzale.
Sua madre, Linzey Broussard, ha riportato con dovizia di particolari i racconti del figlio. Ha dichiarato anche che durante i lunghi periodi di sofferenza avrebbe sorpreso il bambino mentre parlava da solo, e si sarebbe sentita rispondere che lì c’era Gesù venuto a far visita a Casen.
Durante le operazioni Casen Broussard “sognava” il paradiso e uscito dalla sala operatoria riportava ai familiari racconti celestiali.
<<Ha detto: “Sono andato in cielo”.
Io ho detto: ”Ok, chi c’era?”
Mi ha risposto: “Gesù, il Padre, e si sa, l’altro>>, questo uno dei passaggi del racconto di Linzey, la mamma di Casen Broussard.
Secondo Linzey e gli altri familiari, il bambino non avrebbe potuto apprendere da nessuno racconti su Gesù, Dio e il Paradiso, quindi, secondo i suoi cari, Casen Broussard avrebbe veramente avuto l’onore e il privilegio di incontrare Gesù.
Quella di questo bambino sarebbe un’esperienza pre mortem molto sui generis. Sebbene esistano testimonianze di esperienze pre mortem in casi di interventi chirurgici gravi o serissimi incidenti oppure condizioni di coma, va detto che quella di Casen Broussard sembra più una personale testimonianza di speranza.

Casen Broussard racconta di essere stato spinto da Gesù giù da una nuvola e di aver volato nel cielo con ali che sono tornare in paradisi dopo aver liberato il suo corpo; racconta di aver visto la gente del Paradiso e di essere stato al cospetto di Dio; narra di incontri con la trinità, padre figlio e Spirito Santo e descrivi viaggi verso la salvezza.
Dovresti avere una linea che va a finire tra il medio e l’indice.