Pagamenti in contanti: ora cambia tutto…

Pagamenti in contanti, cambiano le regole. Con l’entrata in vigore della legge 208/2015, il tetto di contanti che può essere utilizzato per una transazione è salito a 3.000 euro… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La legge di stabilità”]

Questo limite vale per le transazioni verso un soggetto terzo. La legge di stabilità 2016 ha invece stabilito il divieto di trasferire contanti, libretti di deposito bancari o postali e titoli al portatore oltre i 3.000 euro. Rimangono invece ammesse… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Ammesse invece…”]

le operazioni di prelievo e versamento superiori a questa cifra, effettuate presso sportelli bancari o postali e quindi non verso soggetti terzi. Questo fermo restando che l’operatore della banca o della posta possa chiedere legittimamente il motivo del prelievo specifico. 

Casa, addio Mutuo. La nuova legge cambia le REGOLE. Ecco come funziona

Il governo ha approvato un emendamento alla Legge di Stabilità, che potrebbe facilitare la vita a molti italiani. Stiamo parlando di un emendamento che rende più chiaro il contratto di locazione finanziaria, la banca o il suo intermediario sarà, obbligata a procedere con l’acquisto dell’immobile.
Il cliente pagherà un affitto per un periodo di tempo stabilito prima in concordato e solo alla scadenza del contratta l’utilizzo può chiedere il riscatto della casa ad un prezzo stabilito.

L’utilizzatore pagherà all’intermediariovita quanto pattuito ma in caso di difficoltà, come la perdita di lavoro, l’utilizzatore potrà chiedere la sospensione del pagamento per una sola volta però, per un periodo non più lungo di 12 mesi.
Inoltre, l’emendamento prevede una detrazione fiscale del 19% fino ad un massimo di 8mila euro. I giovani con meno di 35 anni, con un reddito minore di 55 mila euro, che decidano di ricorrere alla locazione finanziaria in alternativa al mutuo per l’acquisto della prima casa.

Altre agevolazioni sono previste anche sull’imposta di registro sui contratti di locazione finanziaria stipulati.

Fonte: sostenitori.info

Canone Rai seconda casa: modulo per evitare il pagamento

Non tutti hanno già capito cosa succede con la legge di Stabilità, che prevede la riscossione dell’imposta sulla televisione attraverso la fattura dell’energia elettrica collegata alla casa di residenza: chi ha la seconda casa paga una sola volta il canone Rai, mentre chi ha due residenze lo paga due volte. Questa dovrebbe essere il criterio logico, ma anche per gli anni futuri varranno gli stessi principi applicati in passato, ossia:
– è dovuto un solo canone per nucleo familiare: quindi, basterà che a pagare, per la stessa famiglia, sia un solo soggetto (per esempio, il padre o la madre) affinché tale adempimento valga anche per gli altri membri, liberandoli dall’obbligo medesimo. Diverso il discorso nel caso di coppia di conviventi: non essendosi in presenza di uno stesso nucleo familiare, si dovrà pagare due volte;
– è dovuto un solo canone a prescindere dal numero di televisioni presenti all’interno dell’appartamento del nucleo familiare;
– è dovuto un solo canone a prescindere dal numero di immobili detenuti dal nucleo familiare: così, per esempio, se il sig. Rossi, con nucleo familiare composto da quattro persone, è titolare di un’abitazione in città (ove ha fissato la residenza propria e dei suoi familiari) e di una al mare, pagherà l’imposta sulla televisione solo con il contratto della luce del primo immobile e non del secondo. Sarà già la stessa compagnia elettrica in grado di stabilire se il canone andrà addebitato o meno, recependo le indicazioni fornite dall’utente, all’atto della sottoscrizione del contratto, sulla destinazione dell’immobile (se di residenza o meno).
Penalizzante è però l’ipotesi di coppia con seconda casa qualora i coniugi abbiano fissato una residenza differente l’uno dall’altro. Soluzioni per non pagare due volte il canone Rai
Oltre alla possibilità di disdire l’utenza elettrica in uno dei due immobili, l’alternativa è quella di ricorrere all’autocertificazione con cui si dichiara la non presenza di una televisione.