Virus letali: ecco in quanto tempo l’umanità sarebbe contagiata

Le invasioni degli zombie sono stati temi ricorrenti in tanti film visti al cinema. Una invasione reale che cosa comporterebbe. Secondo una ricerca scientifica appena pubblicata, l’umanità verrebbe…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Virus letale”]

…annientata in meno di sei mesi, visto che ci sarebbe il rischio di diffondere un virus letale e in grado di eliminare ogni essere umano. Nel giro di appena 100 giorni ci sarebbero soltanto…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Lo scenario”]

…100 superstiti, immuni all’infezione, uno scenario davvero inquietante e preoccupante. Bisogna credere a questo studio oppure si tratta di una fantasia eccessiva? Gli effetti del virus sarebbero evidenti…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Unici superstiti”]

…nel giro di poco più di tre mesi e in altri tre mesi anche le uniche persone rimaste verrebbero colpite dalla stessa infezione, morendo in tempi rapidi. Il sistema di calcolo di questi…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE [nextpage title=”Idea di massima”]

…ricercatori non è comunque perfetto e non considera la variabile degli zombie uccisi dagli umani sopravvissuti, dunque si sta parlando di una idea di massima.

“Sotto i ghiacci siberiani c’è un virus preistorico pronto risvegliarsi”

Lo scioglimento dei ghiacci siberiani potrebbe riportare alla luce patogeni sopiti per migliaia di anni. Uno scenario apocalittico che però, secondo un team di scienziati francesi, potrebbe non essere così distante
Il riscaldamento globale sta provocando dei danni non indifferenti alla nostra terra: il terreno ghiacciato della tundra siberiana si scioglie, trivelle e pozzi cominciano a bucare il sottosuolo a caccia di gas e petrolio. È un virus che ha dormito per qualcosa come 30mila anni nel ghiaccio si ‘risveglia’ e attacca l’uomo, che non possiede difese immunitarie per contrastarlo: sembra davvero l’inizio di una pellicola apocalittica, produzione hollywoodiana.

È qualcosa di simile, con un po’ di fantasia, a quello che temono gli scienziati ed è, a conti fatti, un’altra delle minacce che il “global warming” potrebbe riservare. Lo sostengono i ricercatori che stanno davvero per risvegliare, in laboratorio, il “Mollivirus sibericum”, scoperto nel 2015 all’estremità orientale della Russia nella remota regione di Kolyma, all’interno del permagelo siberiano. Ma non prima di aver verificato con sicurezza che non può provocare malattie pericolose per l’uomo o gli animali.