Felix Alexander di Worcester, in Inghilterra, aveva 17 anni quando si è suicidato saltando contro un treno in corsa, perché i suoi compagni di classe lo prendevano in giro per il fatto che i suoi genitori non gli avevano dato il permesso di giocare a l videogame “Call of Duty: Modern Warfare 2”.
A qualche mese dal suicidio la madre, Lucy Alexander, ha scritto una lettera molto toccante per far conoscere a tutti i motivi per cui Felix si è tolto la vita:
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“Il 25 aprile del 2016 il nostro bellissimo figlio di 17 anni si è tolto la vita. Ha deciso di farlo perché non pensava più di poter essere felice. La stima in se stesso era stata sgretolata in seguito a un lungo periodo di molestie.
Tutto ha avuto inizio con gesti di scortesia e isolamento e, nel tempo, con l’arrivo dei social media, è diventato ancora più crudele. Anche chi non lo aveva mai conosciuto lo insultava sui canali social. Per lui era impossibile fare o mantenere le amicizie, dal momento che era il ragazzo “più odiato” della scuola.
Anche le sue prestazioni scolastiche ne hanno sofferto, andare a scuola ogni giorno era una lotta. Ha anche cambiato scuola, cosa a cui non avrebbe mai pensato prima. Ed era in quel caso terrorizzato dal nuovo e non era sicuro che avrebbe fatto, in fondo, la differenza.
Era riuscito a farsi degli amici nella nuova scuola e gli insegnanti pensavano fosse molto intelligente e premuroso. Ma era così ferito ancora dagli abusi subiti da non essere in grado di vedere che piaceva a molta gente.
Non scrivo questa lettera perché voglio empatia, ci sono così tanti ragazzi come Felix che lottano e abbiamo tutti bisogno di capire in quale mondo crudele viviamo. Chiedo a tutti i ragazzi di essere SEMPRE gentili e di denunciare gli episodi di bullismo.
Siate la persona che…
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non sopporta gli abusi. Non vi pentirete mai di essere stato un buon amico. Mi è stato detto che ‘chiunque dice delle cose che non pensa sui social media’. La scortesia viene vista come un nonnulla e, dal momento che non è possibile constatare gli effetti devastanti sugli altri, allora si pensa che non ce ne siano.
Un messaggio che ho visto su Facebook di recente mi è risuonato e penso che valga la pena pensare prima di postare qualunque cosa sui social media. Ma è vero? È carino da dire? I nostri ragazzi hanno bisogno di capire che le azioni hanno delle conseguenze e che gli altri possono essere feriti, a volte fatalmente, da questi ‘guerrieri della tastiera’.
Non tutti i ragazzi sono complici degli abusi online, ma sono colpevoli di lasciarlo fare ad altri. Lo fanno non denunciando quello che vedono o mettendo da parte la vittima degli atti di bullismo in questione.
Mi appello anche agli insegnanti, perché non ignorino i segnali che vengono dai ragazzi che stanno soffrendo. Voti bassi e comportamento scostante sono dei segnali. Ascoltate i genitori che riportano problemi e monitorate le interazioni sociali.
Rimangono da soli durante l’intervallo? Sono particolarmente sileziosi o forse troppo rumorosi? Non mi aspetto che gli insegnanti li psicanalizzino, ma hanno un punto di vista unico sulle loro vite, sono in grado di riconoscere le difficoltà.
L’educazione ha un ruolo vitale nel cambiamento. Ai ragazzi bisogna fare vedere sin dall’inizio la necessità di essere gentili con gli altri. Dovrebbero esserci delle lezioni su questo inserite nel ciclo di studi sin dalla più tenera età. Hanno tutti cellulari di ultima generazione, bisogna insegnare loro come usarli in maniera responsabile.
Infine, mi rivolgo ai genitori. Siate curiosi di quello che i vostri ragazzi fanno online, scoprite quali piattaforme usino e che lo facciano in maniera appropriata. Non ci piace pensare che i NOSTRI figli siano colpevoli di atti crudeli nei confronti di altri. Ma io sono rimasta scioccata dai ‘bravi’ ragazzi che erano coinvolti nella storia di Felix.
Anche se…
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hanno detto solo una cosa orribile una volta, non sono certo l’unica persona che lo ha fatto quella settimana… Le chat di gruppo sono terribili, possono caricare l’odio.
È troppo semplicistico dire ‘Perché non li blocchi? Non devi leggere!’. Questo è il modo in cui le giovani generazioni comunicano oggi, stanno perdendo la capacità di comunicare faccia a faccia.
In diverse occasioni abbiamo tolto a Felix ogni contatto social ma gli causava ancora più stress, lo isolava ancora di più e gli faceva percepire una forma di protezione come una punizione. Guardate i profili Twitter, Instagram, Snapchat e Facebook dei vostri figli.
Aiutateli a capire che se scrivono o postano qualcosa che non vorrebbero leggere di loro stessi, allora non dovrebbero scriverlo. Aiutateli a correggersi prima di pubblicare. Cosa guardano online mentre sono nelle loro camere? Le forme di violenza e pornografia sono ‘normalizzate’ dall’accesso semplice a questo tipo di contenuti.
Abbiamo una responsabilità sociale di evitare che giovani vite vengano sacrificate a causa del bullismo. In questa lettera ho usato più volte una parola, gentilezza, e l’ho detto anche durante il rito funebre per nostro figlio.
Per favore, siate sempre gentili, dal momento che non sapete quello che c’è nella testa o nel cuore dell’altro. Le nostre vite sono state danneggiate inesorabilmente dalla morte del nostro adorato figlio, fate in modo che non succeda a un’altra famiglia”.
Adesso per Felix è ormai troppo tardi, ma speriamo che le parole di Lucy raggiungano così tanta gente da poter fare la differenza.