Per 10 ore il fidanzato la picchia brutalmente. Ma il messaggio che lei registra in ospedale ora fa il giro del mondo!

La storia di questa ragazza ha lasciato il mondo a bocca aperta. Lei è Darrian Amaker, ed è una semplice ragazza americana di 24 anni che prova a vivere delle sue passioni. È impegnata con un ragazzo da qualche tempo, ma un giorno lui decide di prenderla a botte in maniera atroce. L’ha picchiata per 10 lunghe ore, quasi fino ad ammazzarla. Ma Darrian è riuscita a farcela. Anche se ancora in un letto di ospedale, la ragazza ha voluto condividere la terribile vicenda per aiutare altre donne. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La decisione della ragazza picchiata”]

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Ha registrato un video che ha poi deciso di postare su Facebook ma lo ha anche inviato alla “National Coalition Against Domestic Violence”. (L’Associazione Nazionale Contro la Violenza Domestica). Ecco il messaggio che ha commosso il mondo. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Il messaggio”]

“Salve – il mio nome è Darrian. Lo scorso anno, qualche tempo dopo il giorno del ringraziamento, il mio compagno è diventato fortemente psicotico e mi ha aggredita picchiandomi brutalmente per 10 ore. Lo aveva programmato; e io pensavo di morire. Ma invece sono sopravvissuta o scappata, comunque vogliate chiamare questa cosa, e ho trascorso 4 giorni all’ospedale, con gli occhi gonfi, semi chiusi, continuando a chiedermi perché, perché… Ora sono salva, almeno fisicamente. Il mio non-più-amore è stato formalmente condannato per numerosi reati a scontare molti anni di prigione.” Il messaggio continua, con una richiesta molto triste. CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”L’appello”]

“Ho chiesto al mio medico perché appaio diversa allo specchio, presumendo che sia una conseguenza psicologica della violenza che ho subito. Dolcemente, lei mi ha fatto notare che ho ancora molti lividi e che il mio viso è diverso, ora, un poco più ampio di prima per le percosse. Ho trascorso la mia vita intera a raccogliere e ascoltare le storie degli esseri umani: sono una cantante, una fotografa, una scrittrice. Faccio cose. Dò via le cose. Per la prima volta mi sono imbattuta in una storia disumana e sono profondamente scossa”. Ecco come termina il suo appello. CLICCA SUL PUNTO 5 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”L’obiettivo del messaggio”]

“ Di solito non faccio riprese video di me stessa ma era l’unica cosa che volevo fare in ospedale. Ho insistito per fare qualcosa, qualsiasi cosa, cui il mio piccolo cuore allo sbaraglio potesse ora aggrapparsi. La violenza domestica non è qualcosa di lontano da noi. Colpisce persone che conosciamo, gente allegra, gente che canta e ama la vita. Come esseri umani dobbiamo essere migliori, più gentili, più forti. E non dobbiamo tollerare abusi di nessun genere ma combatterli invece con l’amore e con la voglia di vivere”.
Le sue parole sono semplici e dirette al cuore di chi le ascolta che deve fare qualcosa perché questi abusi terminino. CONTINUA A LEGGERE

“Tenetela ferma”: suocera, cognato e marito la legano al letto. Per lei, incinta, inizia l’inferno…

Al dramma si è sommato altro dramma: una donna, in avanzato stato di gravidanza, ha purtroppo perso il suo bambino. Ecco come è successo tutto. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

Era al sesto mese di gravidanza , la 20enne afghana che si è vista vittima di una violenza senza ragione. È stata proprio lei a denunciare l’accaduto. Secondo la sua ricostruzione, il marito ha cominciato a colpirla senza motivo con un bastone di legno, le ha poi tagliato i capelli con un paio di forbici e le ha rasato in parte la testa. La suocera e la cognata lo hanno aiutato a legarla al letto con una corda e poi l’hanno massacrata di botte. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Le condizioni della ragazza”]

Attualmente la ragazza è ricoverata nell’ospedale di Kunduz in condizioni critiche e la polizia è sulle tracce del marito. È l’ennesima aggressione nella provincia di Takhar contro le donne. La sua aggressione è poi terminata con un atto osceno: la mutilazione dei genitali della poveretta da parte del marito, cosa che ha così provocato l’aborto. Ecco la dichiarazione del fratello della vittima. CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Le parole del fratello della donna”]

Alla Bbc, il fratello della donna mutilata e selvaggiamente picchiata, ha raccontato che le ferite della sorella sono molto gravi. Le foto della donna sono state trasmesse anche nella tv britannica per denunciare con maggior forza il fatto. Il comandante della polizia locale, Noor Muhammad Hakimi, ha dichiarato che l’uomo è “ricercato” e che è stata aperta un’indagine. Non è la prima volta che si verifica un caso simile. Pensate ch solo 24 ore prima un’altra ventenne incinta era stata uccisa a colpi di pistola da alcuni parenti del marito nella provincia settentrionale di Faryab, accusata di tradimento.CONTINUA A LEGGERE

Cuneo, 19enne picchiata dal marito perché incapace di cucinare

Ci troviamo di fronte a un caso di violenza domestica, dove una ragazza di soli 19 anni è stata picchiata dal marito perché non sapeva cucinare bene. La vicenda risale a qualche sera fa, dove la giovane è stata trovata in lacrime mentre camminava a piazza Galimberti, a Cuneo. È stata una signora a notare la ragazza magrebina, avvisando i carabinieri che stavano controllando il centro cittadino.

Le forze dell’ordine hanno quindi fermato la 19enne chiedendole che cosa fosse successo e se avesse bisogno d’aiuto. Inizialmente la ragazza è stata piuttosto titubante, ma poi ha raccontato di essere stata malmenata dal marito e dalla madre di lui. Grazie a un interprete, è stato possibile scoprire che si è sposata per procura restano nel proprio Paese con un ragazzo di 24 anni, seguendo accordi tra famiglie islamiche.

Si sarebbe quindi trattato di un vero e proprio matrimonio combinato. La ragazza è rimasta per alcuni mesi in Nord Africa, riuscendo a conoscere il marito dopo poco. Insieme alla coppia vive anche la madre del ragazzo di 50 anni. A quanto pare, in quell’appartamento veniva picchiata sia dalla madre che dal marito per motivi futili: non sapeva cucinare o non puliva la casa a dovere. Attualmente la giovane è in affidamento presso associazioni di volontariato interessate a casi simili.