Questa volta la truffa gira attorno a servizi molto comuni per la quale dovrete prestare la massima attenzione. A preoccuparvi, infatti, devono essere le mail sospette legate a Enel, Tim. A quanto pare, anche l’agenzia dell’Entrata può mandarvi cartelle esattoriali da pagare che vi indicano cifre davvero altissime, dovrete fare molta attenzione perché potrebbe trattarsi di una truffa bella e buona.
Anche rimborsi, tasse non pagate, possono risultare essere delle truffe. Per prima cosa, dovreste istallare un antivirus, perché aprendo queste emal e i loro allegati potrebbero scaricarsi automaticamente dei virus che rubano i nostri dati elettronici. Aprite bene gli occhi e assicuratevi prima di aprire e pagare qualsiasi cosa che si tratta di enti ufficiali.CONTINUA A LEGGERE
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Canone Rai seconda casa: modulo per evitare il pagamento
Non tutti hanno già capito cosa succede con la legge di Stabilità, che prevede la riscossione dell’imposta sulla televisione attraverso la fattura dell’energia elettrica collegata alla casa di residenza: chi ha la seconda casa paga una sola volta il canone Rai, mentre chi ha due residenze lo paga due volte. Questa dovrebbe essere il criterio logico, ma anche per gli anni futuri varranno gli stessi principi applicati in passato, ossia:
– è dovuto un solo canone per nucleo familiare: quindi, basterà che a pagare, per la stessa famiglia, sia un solo soggetto (per esempio, il padre o la madre) affinché tale adempimento valga anche per gli altri membri, liberandoli dall’obbligo medesimo. Diverso il discorso nel caso di coppia di conviventi: non essendosi in presenza di uno stesso nucleo familiare, si dovrà pagare due volte;
– è dovuto un solo canone a prescindere dal numero di televisioni presenti all’interno dell’appartamento del nucleo familiare;
– è dovuto un solo canone a prescindere dal numero di immobili detenuti dal nucleo familiare: così, per esempio, se il sig. Rossi, con nucleo familiare composto da quattro persone, è titolare di un’abitazione in città (ove ha fissato la residenza propria e dei suoi familiari) e di una al mare, pagherà l’imposta sulla televisione solo con il contratto della luce del primo immobile e non del secondo. Sarà già la stessa compagnia elettrica in grado di stabilire se il canone andrà addebitato o meno, recependo le indicazioni fornite dall’utente, all’atto della sottoscrizione del contratto, sulla destinazione dell’immobile (se di residenza o meno).
Penalizzante è però l’ipotesi di coppia con seconda casa qualora i coniugi abbiano fissato una residenza differente l’uno dall’altro. Soluzioni per non pagare due volte il canone Rai
Oltre alla possibilità di disdire l’utenza elettrica in uno dei due immobili, l’alternativa è quella di ricorrere all’autocertificazione con cui si dichiara la non presenza di una televisione.
Passi col rosso? Multa nulla se al semaforo fuori città non c’è un agente
Per una serie di incongruenze legislative non è possibile installare strumenti automatici sui semafori delle strade extraurbane quindi le multe sono valide solo se c’è un agente.
La vicenda ha avuto inizio con il nuovo codice della strada del 2010 quando il legislatore stabilì che l’uso fuori dai centri abitati dei rivelatori automatici delle infrazioni, i cosiddetti Photored, poteva avvenire solo sui “tratti di strada individuati dai prefetti, secondo le direttive fornite dal ministero dell’Interno, sentito il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”.
Quest’ultimo però non ha mai emanato la direttiva in materia e per un motivo molto semplice: non esistono apparecchi automatici in grado di rilevare molte delle violazioni del codice della strada introdotte nella stessa normativa. Nel 2010 infatti sono state inserite diverse infrazioni che sarebbe impossibile controllare con apparecchi automatici come il numero dei passeggeri trasportati su moto, l’utilizzo del casco ecc. A questo punto l’unica soluzione è cambiare la normativa permettendo di rilevare solo quelle infrazioni per le quali già esistono gli strumenti omologati.
Cliente dimentica di pagare conto: spedisce i 3 euro al bar per Posta e si scusa
Nel “Bar Franceschi” di Gavinana, in provincia di Pistoia, poche ore fa è avvenuto un fatto alquanto sconcertante: è arrivata una lettera raccomandata con dentro tre euro (due monete da 1 e 2 euro), come potete vedere dall’immagine in allegato.
Sul biglietto c’era anche una nota: “All’interno ci sono tre euro-si legge nel biglietto-per succo di frutta e caffè consumati il 1-10-2015 tardo pomeriggio e dimenticato di pagare. Scusate”. La storia è riportata dal Tirreno: praticamente giovedì 1° ottobre, due clienti si sono recati nel bar e hanno preso due consumazioni. Poi, dopo aver bevuto succo e caffè, se ne sono andati, dimenticandosi appunto di pagare il conto: 3 euro.
I gestori si erano accorti del mancato pagamento e hanno dichiarato che dall’accento : “Mi sembra che fosse gente di Prato. Sinceramente mi sono accorto che erano usciti senza pagare ma mi vergognavo a richiamarli. Invece dopo pochi giorni abbiamo ricevuto questo piacevole biglietto con tanto di scuse”. Un bel gesto che i baristi hanno voluto condividere, pubblicando la foto del biglietto su Facebook. E come era prevedibile, il post è diventato virale. Magari tutti i clienti fossero così!
Governo: non riesci a pagare Imu e Tasi? Arriva il baratto con il lavoro
Purtroppo nonostante la fase più critica sia passata, l’Italia non è di certo tra i paesi che vive meglio. I cittadini, infatti, non se la passano piuttosto bene, alcuni infatti non riescono nemmeno a pagare le tante tasse imposte dal governo.
Da oggi però è possibile potare gli alberi e aiutare i netturbini nella pulizia delle strade per saldare il debito con l’amministrazione comunale e pagare così Imu e Tasi. Ovviamente questa possibilità è ristretta ai cittadini di Invorio, piccolo paese nel Novarese. L’opzione è prevista dallo Sblocca Italia e il sindaco Dario Piola è stato il primo ad introdurla.
Il decreto prevede che chi voglia chiedere volontariamente il “baratto amministrativo” debba essere un residente maggiorenne con indicatore Isee non superiore a 8.500 euro, con tributi comunali non pagati o che ha ottenuto contributi come inquilino moroso negli ultimi 3 anni. Come riporta “La Stampa”, un’ora di lavoro equivarrà a 7,5 euro e c’è già un primo caso di volontario, un 60enne che da quattro anni ha perso il lavoro.
Inizierà lunedì prossimo a pulire le strade e lavorerà 4 ore al giorno per circa due mesi. Un ottimo modo per trovare un senso alla propria esistenza e soprattutta la dignità.