Il protagonista di questo sconcertante episodio è un ragazzino che invece che studiare preferiva passare lunghe ore incollato ai videogiochi tanto da venire bocciato per ben tre volte. Il padre, un pescatore 55enne, proprio non sopportava più quella situazione esasperante tanto che non mancava di rimproverare il ragazzino fino a quando l’uomo si è trovato una denuncia per i maltrattamenti psicologici al figlio minorenne. Sembrerebbe paradossale ma è una situazione che trova una sua logica nel passato di questa famiglia, un passato non proprio dei più rosei. L’uomo è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione e dovrà pure risarcire il proprio pargolo con un indennizzo da 5000 euro. Il Tribunale di Rimini che ha ritenuto i comportamenti dell’ uomo veri e propri maltrattamenti psicologici, punibili secondo l’ articolo 572 del codice penale.
Il figlio, adesso maggiorenne, l’aveva denunciato insieme a madre e due sorelle per maltrattamenti in famiglia ritenendo di essere stati vessati per anni dall’uomo.
Al figlio il pescatore dovrà anche versare una provvisionale di 5mila euro. Dovrà, invece risarcire con 500 euro l’ex moglie essendo stato condannato ad altri due mesi di reclusione (anche in questo caso pena è stata sospesa) anche per aver lanciato pietre verso la finestra della sua abitazione sapendo che al suo interno c’era il suo nuovo compagno. La sua, insomma, non è stata poi una bella condotta.
Tag: padre
Le fughe notturne del Santo Padre
Sembrerebbe una storia di un romanzo d’autore, eppure, a quanto pare, la vicenda risulterebbe molto reale. Monsignor Konrad Krajewski è l’attuale arcivescovo dell’Elemosineria Apostolica, il dipartimento della Curia Romana istituito da papa Gregorio X nel XIII secolo per amministrare l’assistenza del Santo Padre ai poveri.
Nel dicembre 2013, in un’intervista, monsignor Konrad ha affermato che quando conversava con papa Francesco sulle sue visite notturne ai senzatetto di Roma era frequente il “rischio” che il papa decidesse di andare insieme a lui.
Uno dei giornalisti ha chiesto se Francesco ci era già andato qualche volta. Monsignor Konrad ha solo sorriso e ha detto: “Prossima domanda, per favore!”
Quando era cardinale a Buenos Aires, Jorge Bergoglio aveva l’abitudine di uscire di notte per far visita ai poveri e ai senzatetto, sedersi con loro in mezzo alla strada, parlare e condividere il cibo. Era del tutto normale anche incontrarlo sui mezzi di trasporto pubblici della capitale argentina. È una vicenda che testimonia la sua grande bontà e il suo animo puro.
Monsignor Konrad ha riferito che in un’occasione il papa gli ha detto: “Lei può vendere la sua scrivania. Non ne ha bisogno. Quello che deve fare è uscire dal Vaticano. Non aspetti che le persone vengano qui a bussare alla porta. Esca lei e cerchi i poveri”.
Secondo le guardie, papa Francesco uscirebbe dal Vaticano di notte, travestito da “semplice sacerdote”, per andare a trovare chi vive in strada. Il Vaticano nega le informazioni.
Francesco non sarebbe il primo pontefice a effettuare delle “fughe”. Si dice che papa Giovanni XXIII amasse camminare per Roma di sera e che Pio XII si vestisse da francescano per aiutare a nascondere gli ebrei perseguitati durante la II Guerra Mondiale.
Pastelli consumati: questo papà ha avuto un’idea geniale per utilizzarli di nuovo
Era il 2011 e stava festeggiando il suo compleanno al ristorante quando questo papà americano ebbe un intuizione: mentre festeggiava al ristorante il suo compleanno del 2011 e il cameriere portava ai suoi due figli dei pastelli a cera per colorare Brian Ware, un ingegnoso papà di San Francisco, ha avuto un’intuizione. Si è chiesto che fine avrebbero fatto tutti quei pastelli una volta che i suoi figli li avessero lasciati al ristorante, e così tanti altri bambini in tanti altri ristoranti: il cameriere gli ha risposto che sarebbero stati cestinati. Da qui l’idea: raccogliere tutti i pastelli usati da ristoranti e scuole per dargli una nuova vita grazie al progetto “Crayons”.
Una volta raccolti i pastelli e suddivisi per colore grazie all’aiuto di grandi e piccoli volontari, questi vengono sciolti e ricreati in nuovi stampi, un po’ più grandi del normale. I colori così prodotti vengono regalati ai bambini costretti in ospedale. “Se questi pastelli riescono a dare una via di fuga da quella stanza d’ospedale per dieci minuti, abbiamo fatto il nostro lavoro”, ha detto il signor Ware.
Padre ferma i bagnini e la figlia annega: “Meglio morta che toccata da altri uomini”
Aveva solo 20 anni la ragazza di Dubai morta annegata per una ragione veramente assurda. Suo padre non voleva che i bagnini toccassero il corpo della figlia deturpandone la purezza. L’uomo, un asiatico, era sulla spiaggia con la famiglia per un pic-nic, quando la ragazza, entrata in acqua, ha cominciato a chiedere aiuto. I bagnini non hanno potuto fare nulla e il padre è poi stato arrestato.
L’uomo infatti si è opposto fisicamente e con aggressività per fermare i soccorritori fino a quando la figlia non è annegata. “Sosteneva che se fosse stata toccata da quelle mani, sarebbe stata disonorata per sempre. Ecco le parole di un agente di polizia del posto: “Da quando faccio questo lavoro non mi era mai capitato un fatto simile. Faccio ancora fatica a crederci, ciò che è accaduto è vergognoso”. L’agente infatti è sicuro che se il padre della ragazza non si fosse opposto i bagnini sarebbero riusciti a raggiungerla in tempo e quindi a salvarla.
Il figlio piange troppo, il padre lo afferra e lo sbatte contro il muro
Tyler Duddy è il nome di questo padre orribile. Ha 25 anni ed è stato ovviamente arrestato dopo il ricovero del figlio di pochi mesi in ospedale.
Dal suo folle gesto il bimbo ha riportato conseguenze molto gravi, ferite alla testa che potrebbero causargli dei danni cerebrali permanenti. Ovviamente i medici hanno sporto la denuncia scoprendo che a causare le lesioni è stato lo stesso padre colto da un raptus a causa del pianto incessante del bambino. Tyler ha ammesso le sue colpe alla polizia ed è stato arrestato con l’accusa di maltrattamento di minore.
Di conseguenza, è stato revocato l’affidamento esclusivo e ora il piccolo è in custodia dei nonni che vegliano su di lui in ospedale. Speriamo non riporti conseguenze gravi.
Segregava e violentava le figlie da 30 anni: arrestato un padre di Ancona
Una notizia terribile quella che arriva da Ancona, dove un padre di 58 anni ha torturato, violentato, molestato le sue figlie per ben 30 anni. L’uomo ha costretto sua moglie e le sue cinque figlie nate tra il 1980 e il 1997 ad abusi e umiliazioni che nessuno di noi si sarebbe potuto immaginare. Secondo quanto dichiarato dalla Procura, l’uomo avrebbe trasformato sua moglie in una schiava subito dopo le nozze; la stessa sorte è tocca alle figlie.
Secondo le ultime indagini, la penultima figlia sarebbe stata appesa per i piedi e lasciata a testa in giù quando aveva solamente due anni perché aveva bagnato il letto; nel frattempo, la madre è stata segregata in camera. La povera moglie, mentre era incinta di quattro mesi, si è buttata dalla finestra per poter aiutare la figlia.
Altre due figlie più grandi sono state chiuse in una stanza senza cibo e acqua per ben quattro giorni. Che cosa avranno mai fatto per meritarsi una punizione simile? Non avevano cucinato il pranzo per il padre. Un’altra delle figlie è stata frustata con una cintura per essere ritornata a casa senza velo. Tuttavia, non sono queste le situazioni peggiori: il trattamento più umiliante è stato rivolto alle figlie nate tra il 1983 e il 1986: le due ragazze sono state violentate dal padre sopra un vecchio materasso o in auto. In un’altra occasione, mentre la madre delle ragazze era in ospedale per partorire un’altra figlia, l’uomo aveva cercato di sodomizzare la più piccola delle due. Nel 2004 sono riuscite a scappare.
Catania: padre impedisce alla figlia di andare al mare, lei si getta dal balcone
Una notizia che poteva finire in tragedia a Catania, dove una ragazzina di soli tredici anni ha deciso di gettarsi dal proprio balcone a seguito di un rifiuto da parte del padre. La ragazza si trovava al secondo piano della sua abitazione nel momento del folle gesto, dovuto a una discussione avuta con il padre.
La famiglia vive nel quartiere periferico di Nesima e secondo le ultime ricostruzioni la causa del litigio sarebbe stato il mare. Ebbene sì, il padre aveva deciso di impedire alla figlia 13enne di andare al mare; per ripicca o per capriccio, la ragazzina ha così deciso di lanciarli dal balcone della sua abitazione.
Subito dopo l’incidente, la giovanissima è stata condotta in ospedale: il forte impatto le ha causato numerosissime fratture, ma la sua vita non sarebbe in pericolo. I Carabinieri stanno indagando sulla vicenda per saperne di più, anche se la dinamica dei fatti sembra essere abbastanza chiara.