Ha un sapore molto particolare e c’è chi ne mangerebbe in grandi quantità. Stiamo parlando ovviamente del salmone: un pesce che non è tra quelli raccomandati dagli esperti, anzi. Il salmone selvatico, infatti, è una specie in via d’estinzione e quello che consumiamo abitualmente proviene dagli allevamenti.
È Slow Food, ha elecanto almeno 10 motivi per cui sarebbe meglio non mangiarne.
- Il salmone proveniente dagli allevamenti intensivi viene pescato da un ambiente che non viene mai ripulito dai reflui, per cui escrementi e rifiuti rimangono lì, e le loro tracce si depositano sui pesci.
- La permanenza del salmone da allevamento in un ambiente così sporco aumenta le mutazioni di agenti patogeni.
- Uno scienziato statunitense, David O. Carpenter, in un suo articolo del 2004 ha dichiarato che “… il salmone di allevamento si dovrebbe evitare come la peste”.
- Il colore dei salmoni di allevamento non è rosa come quello del salmone selvatico, per cui viene alterato artificialmente tramite l’aggiunta di coloranti ai mangimi.
- In Norvegia, l’Unione Europea ha consentito di aumentare le quantità di Endusolfano nei mangimi, un pesticida pericoloso bandito da gran parte dei Paesi.
- I mangimi con cui i salmoni vengono alimentati contengono derivati animali.
- Le reti presenti negli allevamenti sono un pericolo per altre specie che vi rimangono intrappolate.
- Per alimentare i salmoni presenti in un allevamento, vengono sacrificati molti più pesci di altre specie, il che ne sta provocando la scomparsa.
- La presenza di allevamenti intensivi ha ridotto ulteriormente il numero di salmoni selvatici.
- Il salmone da allevamento contiene molte tossine, per cui i medici norvegesi ne sconsigliano il consumo alle donne in gravidanza, poiché potrebbero danneggiare lo sviluppo del cervello del nascituro.