Si prende uno sputo in faccia dopo 7 mesi la Poliziotta muore

Oggi vi racconteremo la storia di una poliziotta che ha commosso il mondo. È una vicenda tanto assurda quanto triste. Lei è Arina Koltsova una poliziotta ucraina, morta a seguito di una malattia contratta proprio a causa del suo lavoro. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Come è avvenuto tutto”]

Una delle tante persone moleste che ha acciuffato durante la sua carriera, le ha sputato in faccia. Una cosa da nulla, che capita molto spesso. Ma, purtroppo, questa volta non è bastata una doccia a risolvere il problema. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Il motivo della malattia”]

Aveva arresto l’uomo il giorno di Capodanno: si era beccata alcuni insulti e anche uno sputo, ma non poteva di certo sospettare che quell’uomo, che ha resistito all’arresto, fosse affetto da tubercolosi. La 35enne Arina Koltsova non si è accorta della malattia per diverso tempo. Un giorno però ha perso i sensi nel suo ufficio e i medici le hanno diagnosticato una grave malattia polmonare infettiva e per la poliziotta è iniziata una vera e propria odissea tra ospedali e cure mediche. CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Il ricordo dei colleghi”]

Il suo fisico ne è uscito fortemente indebolito. Qualche giorno fa ha lasciato parenti amici e colleghi che hanno commentato così la sua perdita: “Si tratta di una perdita insostituibile per tutta la polizia di Kiev”.CONTINUA A LEGGERE

Mise la figlia di 14 mesi in forno, arriva l’appello della ragazzina

Cose come queste fanno, di certo, riflettere su quanto può essere cattivo l’essere umano. Pensate che solo nel 2002, la donna che vedete in foto, si rese protagonista di una oscena violenza in casa contro la figlia di appena 14 mesi chiudendola nel forno per alcuni minuti tanto da provocarle ustioni di terzo grado su gran parte del corpo. Sono passati 14 anni da quell’assurda azione. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Le richieste della donna dal carcere”]

Ecco cosa chiede la donna dal carcere. La criminale è una donna americana di nome Melissa Wright, e oggi ha avuto il coraggio di chiedere la scarcerazione sulla parola davanti al tribunale spiegando di essersi pentita del gesto per la quale è stata condannata a 25 anni di carcere. L’accusa? Ovviamente, per tentato omicidio. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”L’esito dell’appello”]

Il tribunale dell’Alabama però, non ha accettato la richiesta. La testimonianza della figlia Ashley Smith, le foto del suo calvario dopo l’aggressione della madre, sono bastate a confermare la pena.
Oggi, quella che al tempo era una neonata, ha 14 anni e vive con gli zii che l’hanno cresciuta in questi anni e che lei considera i veri genitori. Ashley ha spiegato che il suo non è rancore perché ha perdonato la madre ma che non si fida di lei e teme perla sorte di altri bambini come i nipotini di 8 anni e 27 mesi. Ecco le sue shockanti parole:CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Le parole della ragazzina”]

“Hanno circa la stessa età mia e di mia sorella quando tutto questo è accaduto e onestamente non mi fido di lei e ho paura per la loro sicurezza. Io non la odio, ma non l’amo. L’ho perdonata ormai”. Per rimettersi in salute, dopo il tentativo di omicidio, la 14enne ha dovuto subire 30 interventi chirurgici. Se è ancora viva oggi lo deve a suo padre, che sentendo le sue grida entrò in cucina trovandola nel forno. La madre per difendersi disse che la bambina era caduta nel forno e la porta si era chiusa. Le indagini però portarono alla luce l’atroce verità: la donna aveva tolto con cura tutte le piastre dal forno accendendolo prima di mettere la figlia dentro, quindi non era stato un incidente.CONTINUA A LEGGERE

Lucca, ingerisce cocaina a 14 mesi: bimba gravissima in ospedale

Bastano pochi secondi perché accada l’irreparabile. È successo proprio a Lucca, dove una piccola di soli 14 mesi ha ingerito una sostanza molto pericolosa: cocaina. Ovviamente, la piccola ora è ancora ricoverata in gravissime condizioni in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.
È, nello specifico, un’intossicazione acuta da cocaina e ansiolitici (benzodiazepine). Vi segnaleremo i prossimi sviluppi della vicenda.CONTINUA A LEGGERE

9 mesi di gravidanza in soli 4 minuti: il meraviglioso processo della vita

Quando guarderete questo video sicuramente vi renderete conto di quanto la vita possa essere bella e meravigliosa! E lo sviluppo della vita umana nel grembo materno è semplicemente incredibile.

Ecco il processo dei 9 mesi di gravidanza, riassunti in soli 4 minuti. Una riproduzione da brividi realizzata dal team di medici di Medicine Forever.

Mamma uccisa incinta di 8 mesi, la confessione del marito

Una storia del genere dovrebbe farci riflettere sul vero significato dell’amore: Eligia, una donna di 35 anni che era incinta di otto mesi, è stata uccisa brutalmente per futili motivi.
Eligia era un’infermiera che amava il suo lavoro e si dedicava con passione agli altri, sposata con Christian Leonardi, un disoccupato di 40 anni. Aspettavano una bambina: Giulia che non ha mai potuto abbracciare quella mamma che già la coccolava e la chiamava, accarezzandosi il pancione come molte di voi hanno fatto e stanno facendo in questo momento.
La sua vita è stata spezzata da un atto spregevole di rabbia e follia. La coppia viveva un momento di difficoltà per problemi economici, dovuti anche al fatto che il marito era senza lavoro. Una condizione non rara purtroppo, come può succedere nella vita che può essere fatta di alti e bassi. L’arrivo della bambina poteva rappresentare un punto di forza, una speranza in un futuro migliore e anche un motivo di unione maggiore e invece tutto si è concluso nel peggiore dei modi…

Il 19 gennaio scorso Eligia Ardita aveva invitato per cena i suoi genitori e poco dopo le 21 la serata si era conclusa e la donna era rimasta sola con il marito. Questi aveva espresso l’intenzione di uscire con gli amici come era solito fare, lasciando spesso Eligia sola. La mamma si era opposta, forse aveva con fatica raccolto un po’ di coraggio per esprimere la sua sofferenza e il suo disagio nel sentirsi spesso abbandonata e insiste perché lui resti. Forse sono bastati questi pochi attimi di contrarietà per scatenare la furia cieca del marito.
I vicini avevano sentito delle grida ma erano abituati a sentire i litigi dei due.
Christian la colpisce ripetutamente alla testa, Eligia vomita e sviene, segue un arresto cardiaco che non la farà più riprendere. La piccola Giulia segue la tragica fine della mamma, le due rimarranno abbracciate, l’una dentro l’altra, per sempre. Purtroppo la storia nono finisce qui: il marito trascina la mamma uccisa sul letto, con una freddezza inimmaginabile ripulisce la scena del delitto e chiama il 118, presumibilmente dopo circa un’ora. Una voce fredda e lucida parla con l’operatore dicendo di aver trovato la moglie priva di sensi a letto, probabilmente a seguito di un malore ed era stato svegliato da un rantolo. Arriva subito un’ambulanza che constata la morte di Eligia e corre verso l’ospedale per cercare di salvare la bimba con un cesareo ma è tutto inutile…
Questa versione non aveva mai convinto i genitori di Eligia, in particolare il padre, che fin da subito si è mostrato sospettoso nei confronti del genero, tanto da convincere gli inquirenti ad indagare.
Il marito non aveva seguito la moglie in ambulanza ma aveva detto ai paramedici di voler rimanere a casa per sistemarla e vestirsi, una giustificazione che si commenta da sola, tanto più che era già vestito! Le indagini avevano già sollevato sospetti quando il letto dove era stata adagiata la donna era stato trovato pressoché intatto e la povera Eligia era stata trovata in una posizione innaturale: coperta dal lenzuolo con le braccia incrociate sul petto vestita solo con un maglione a collo alto e non il pigiama.
Eppure per sviare i sospetti il marito aveva addirittura sporto denuncia per malasanità, sostenendo che si poteva salvare Eligia e che i colpi alla testa fossero stati causati dall’ambulanza…
Le indagini svolte, i risultati dell’autopsia ed in ultimo un ulteriore sopralluogo a casa della coppia da parte dei Ris di Messina che hanno trovato tracce di colluttazione e di occultamento di prove hanno incastrato Christian che ha finalmente confessato.
Stanno emergendo anche ulteriori particolari inquietanti e pare che forse la mamma uccisa avesse anche scoperto una relazione extraconiugale del marito e non si escludono per ora eventuali complici.

Addio piccola Letizia: il suo cuoricino si è fermato e 8 giorni

Il padre Stefano Ascione, 52enne ha dichiarato: «È stata brava fino alla fine, piena di forza e di voglia di vivere. Se Dio se l’è presa vuol dire che forse non voleva che soffrisse». Il padre era in lacrime mentre raccontava la notizie della morte della sua piccola di soli cinque mesi e otto giorni.
Una vita breve, quella di Letizia, ma già carica di sofferenza e un’operazione al cuore. «Era forte, malgrado il suo cuoricino avesse problemi. È stata a casa con la mamma e me, si rotolava sul letto era piena di energia, pensavamo ce la potesse fare, invece…».
Purtroppo non è stato così e questa tenera piccolina ha dovuto salutare il mondo troppo presto.

Ikea nuovo prodotto ritirato dal commercio perché pericoloso:bimbo lesionato

Ad essere ritirato dal commercio è  la  luce con sensore di marca Patrull, considerata potenzialmente pericolosa per i più piccoli. Questa decisione è stata presa dopo la segnalazione verificata di un incidente accorso ad un bambino di un anno e sette mesi che, giocando con la luce Patrull, cercando di estrarla dalla presa di corrente ha preso una forte scossa dopo che il coperchio protettivo si è staccato dal prodotto Ikea.

 Il bimbo ha riportato evidenti lesioni sulla mano. Ikea, sempre attenta alle questioni relative alla sicurezza, ha immediatamente disposto il blocco della vendita e il ritiro dal mercato della luce con sensore Patrull.

L’azienda invita i clienti che hanno acquistato il prodotto Ikea a non usarlo e a riportarla in qualsiasi punto vendita, anche senza lo scontrino fiscale relativo dove si provvederà ad un rimborso.

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Nasce con 4 mesi di anticipo, i medici credevano che non ce l’avrebbe fatta ma è viva e vegeta

Lily è la bambina protagonista di questa storia d’amore e di speranza. Lei, nata prematura con ben 4 mesi di anticipo rispetto al normale termine della gestazione, aveva poche possibilità di venire al mondo viva e vegeta, eppure ce l’ha fatta.
In pratica la madre, una donna inglese, seppre tutto in maniera casuale. Si recò all’ospedale per una visita di controllo ma i medici la ricoverarono e sottoposero a una serie di esami, finché non stabilirono che la figlia sarebbe nata così tanto in anticipo che non avrebbe avuto nessuna possibilità di sopravvivere.
Lo staff ch si prendeva cura di lei chiese alla donna e al suo compagno se avessero voluto firmare un documento in cui li si autorizzava a non tentare nessuna rianimazione cardiopolmonare, giudicata perfettamente inutile.
I genitori però, rifiutarono di sottoscrivere quel documento ma insistettero perché Lily venisse rianimata e trasportata in una struttura sanitaria specializzata, dove sarebbe stata sottoposta a cure intensive.
E a quanto pare ce l’hanno fatta. L’uomo e la donna hanno vinto la loro battaglia: dopo tre mesi la piccola ha quadruplicato il suo peso corporeo e ora assume latte da un biberon. E’ sana e perfettamente normale, ma solo 4 mesi fa era stata letteralmente condannata a morte. Questa le parole di commozione ma anche di indignazione dei genitori: “I medici ci avevano detto che non sarebbe sopravvissutama noi non abbiamo mollato ed abbiamo avuto ragione. Se avessimo firmato quel documento ora Lily sarebbe già morta”. Oggi la bambina è stata trasferita dall’University Hospital di Essex alla clinica specializzata di Homerton: qui, grazie alle competenze e alla tenacia dei dottori, è riuscita a sopravvivere e a dare segni di miglioramento.