Incubo manovra: Iva al 25% e aumento delle accise!

Aumento dell’Iva a partire dal 2018 e aumento della accise se le entrate previste non venissero confermate. Sono questi due degli scenari principali della prossima manovra economica del Governo, così come emerge dalla bozza divulgata dall’Ansa… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Aumento IVA”]

Le aliquote Iva del 10% e 22% sarebbero dovute aumentare già nel 2017, ma il loro incremento sarà posticipato di un anno: dal 10% si passerà al 13% e dal 22% al 25%… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Aumento accise”]

Se le entrate di 1,6 miliardi venissero poi disattese, a partire dal 10 settembre 2017 aumenterebbero anche le accise, per un totale di 800 milioni, su carburanti, alcol, tabacchi.

L’Iva aumenterà ancora, lo ha deciso Monti: Ecco come ha fatto a mettere gli italiani spalle al muro

L’aumento dell’Iva è stato deciso dal governo Monti, mentre il governo Renzi non l’ha minimamente corretto: l’unica misura prevista dal ministro dell’Economia Padoan è stata evitare che gli aumenti scattassero già nella legge di bilancio di quest’anno… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Il posticipo”]

L’escamotage sarà farà passare questo mancato aumento come un taglio delle tasse, ma in realtà si tratta solo di un procrastinamento. Nel 2018 la tassa sul prezzo imponibile lieviterà ancora… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”L’ammanco”]

Rimandando il conteggio al 2018, il mancato aumento dell’Iva – insieme a quello delle accise – comporterà un ammanco di quasi 20 miliardi di euro.

[ ATTENZIONE, INCOSTITUZIONALE ] ABOLIZIONE IVA su UTENZE (luce, acqua e gas). Risparmio di 880 Euro per famiglia

Ogni famiglia potrà risparmiare circa 880 euro all’anno. L’imposta sul valore aggiunto è una tassa statale che da sempre, ed in maniera sempre crescente, grava sui già esosi versamenti che gli italiani si ritrovano più o meno mensilmente a dover affrontare.
Un’eventuale abolizione dell’IVA provocherebbe un buco gigantesco nelle casse dello Stato, e fra le poche soluzioni al vaglio, la più logica potrebbe essere quella di ricorrere ad una quota d’imposta più elevata per i soli beni di lusso, attuando una tassazione patrimoniale indiretta per coloro che hanno la facoltà di acquisire taluni beni. Un aumento eccessivo dell’IVA sui costi già elevati di barche, gioielli, automobili di grossa cilindrata e abbigliamento griffato potrebbe però colpire in maniera infausta tali settori e provocare una contrazione della domanda ed una parallela diminuzione dell’offerta, con ovvie ripercussioni sui già preoccupanti livelli di disoccupazione. Un cane che si morde la coda, insomma. Quel che è certo è che una diminuzione o addirittura la totale abolizione dell’IVA sui pagamenti delle utenze, potrebbe fruttare agli italiani un risparmio netto di quasi 900 euro annuali, soldi che in larga parte verrebbero utilizzati per acquisire altre categorie di beni, contribuendo nel dare una virata importante ai consumi. Pro e contro si rincorrono, in attesa di tempi migliori.

Bollette, sentenza storica: potete chiedere rimborsi

Finalmente una buona notizia per gli italiani: “L’Iva sulla bolletta di gas ed elettricità non va calcolata anche sulle accise come avviene attualmente: quanto pagato in più dai consumatori va restituito”. Lo ha stabilito un giudice di pace di Venezia: l’Enel ti dovrà rimborsare poco più di 100 euro all’utente che aveva fatto ricorso.
Una sentenza storica decisione che crea un precedente importante: se tutti i clienti domestici facessero ricorso – e i giudici di pace condividessero l’interpretazione data nel capoluogo veneto – le entrate per l’erario potrebbero diminuire di circa un paio di miliardi di euro.

La notizia, come riportato dal portale Qualenergia.it, parla chiaro:
“Tra i principi che hanno dato ragione al consumatore che sarà rimborsato, quello stabilito dalla Cassazione, in seduta 3671/97, secondo il quale, salvo deroga esplicita, un’imposta non costituisce mai base imponibile per un’altra. Per l’Iva indebitamente pagata su 8 fatture per la fornitura di gas e 12 per l’elettricità, Enel ora dovrà pagare al ricorrente 103,78 euro, più interessi e spese.
Il decreto ingiuntivo è infatti passato in giudicato, visto che Enel non ha fatto opposizione, ‘presumo per disorganizzazione’, ipotizza parlando con QualEnergia.it l’avvocato Enrico Cornelio, che ha curato la pratica per conto del ricorrente, mentre da Enel, interpellata, non commenta”.
“A contestare l’Iva sull’accisa dovrebbero essere le società energetiche e in quel caso la questione sarebbe competenza delle Commissioni tributarie. Però evidentemente non hanno interesse a farlo, anche perché possono riversarla sui consumatori finali. Nel momento in cui la controversia è tra chi emette la fattura e chi la riceve, si instaura un diritto civilistico al rimborso, per cui è competente il giudice ordinario, in questo caso il giudice di pace, dato l’importo limitato”.
“La decisione su questo ricorso vale come precedente – spiega l’avvocato – sia per il giudice di pace che per gli altri tribunali ordinari, che potranno emettere sentenze basandosi sull’interpretazione data in questo ricorso, se la condivideranno”.
Conclude l’nchiesta del portale: “Gli utenti commerciali, che possono scaricare l’Iva pagata, non hanno interesse a ricorrere. Diversa la questione per i clienti domestici. Se tutti i circa 21 milioni di utenti domestici italiani ricorressero e fosse loro garantito un rimborso paragonabile a quello che Enel deve pagare all’utente veneziano, per l’erario sarebbe un danno da oltre 2 miliardi di euro”.

Aumenta l’Iva: batosta del 791 euro a famiglia

Potrebbe scattare un gravoso aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia alla legge di stabilità, famiglie e consumi. Tutti gli italiani subiranno una vera e propria batosta. Secondo i calcoli del Codacons nel 2018, solo per costi diretti, la stangata complessiva sarà pari a 791 euro a famiglia, 250 euro solo nel 2016.

Come ricorda l’associazione dei consumatori le clausole di salvaguardia della legge finanziaria 2015 del governo Renzi (finanziata in deficit per 11 mld) prevedono l’aumento delle aliquote dal 10 al 13% e dal 22 al 25,5%, aumenti spalmati tra il 2016 e il 2018.

Tutto ciò:

“si tradurrebbe in un maxi-esborso per le famiglie italiane, con danni enormi per l’economia nazionale. Alla stangata per gli effetti diretti da 791 euro a famiglia, occorre aggiungere gli effetti indiretti derivanti dalla maggiore Iva, con rincari a cascata in tutti i settori. Ciò determinerebbe inoltre una ulteriore riduzione dei consumi, già in picchiata negli ultimi anni, stimabile in un -2% solo per effetto delle nuove aliquote”.

Inoltre se le clausole di salvaguardia troveranno applicazione, l’Italia salirebbe sul secondo gradino del podio tra i paesi del vecchio continente, diventando il paese europeo con l’Iva più alta, superando Svezia e Danimarca, dove l’aliquota è del 25%, e dietro solo all’Ungheria (27%). Proprio quello che ci vorrebbe per affossare ancora di più i consumi e arrecare ulteriori danni sul fronte della competitività e degli investimenti.