Ogni famiglia potrà risparmiare circa 880 euro all’anno. L’imposta sul valore aggiunto è una tassa statale che da sempre, ed in maniera sempre crescente, grava sui già esosi versamenti che gli italiani si ritrovano più o meno mensilmente a dover affrontare.
Un’eventuale abolizione dell’IVA provocherebbe un buco gigantesco nelle casse dello Stato, e fra le poche soluzioni al vaglio, la più logica potrebbe essere quella di ricorrere ad una quota d’imposta più elevata per i soli beni di lusso, attuando una tassazione patrimoniale indiretta per coloro che hanno la facoltà di acquisire taluni beni. Un aumento eccessivo dell’IVA sui costi già elevati di barche, gioielli, automobili di grossa cilindrata e abbigliamento griffato potrebbe però colpire in maniera infausta tali settori e provocare una contrazione della domanda ed una parallela diminuzione dell’offerta, con ovvie ripercussioni sui già preoccupanti livelli di disoccupazione. Un cane che si morde la coda, insomma. Quel che è certo è che una diminuzione o addirittura la totale abolizione dell’IVA sui pagamenti delle utenze, potrebbe fruttare agli italiani un risparmio netto di quasi 900 euro annuali, soldi che in larga parte verrebbero utilizzati per acquisire altre categorie di beni, contribuendo nel dare una virata importante ai consumi. Pro e contro si rincorrono, in attesa di tempi migliori.

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