Bambino Morto Soffocato, Dopo 3 Anni si Aspetta Giustizia

Un genitore non dimentica mai, non lo può fare. In questi tre anni continuano a far vivere Alessandro nei loro cuori e attraverso le loro parole nella pagina facebook del figlio, gestita anche insieme alla nonna Annalisa, la nonna “tesora” come amava chiamarla lui.
Sono passati tre anni ma i genitori di Ale devono sopportare il terzo anniversario della morte di Alessandro: un bambino morto soffocato, la cui esistenza è stata troncata da quello che per i genitori è stato un tragico ed assurdo errore.
Alessandro era un bambino con un lieve ritardo psicomotorio, vivace, allegro, socievole, che amava la musica, cantare e divertirsi, amava i suoi animali, la vita! Era stato operato due volte per un difetto al rachide, operazioni importanti ma senza complicazioni postume, che lui aveva affrontato con forza e coraggio.
Tra settembre e ottobre del 2012 Alessandro presenta i sintomi di una bronchite insistente e più e più volte i suoi genitori si recano fiduciosi dai medici, sia dal pediatra che in ospedale per un consulto. Nessuno riscontra problemi particolari e viene rimandato a casa quasi fosse un’esagerazione dei genitori e del bimbo, il bambino morto soffocato non viene ricoverato, non vengono richiesti ulteriori indagini diagnostiche doverose soprattutto in un quadro clinico di questo tipo!
Eppure potete constatare anche dal video che vi vogliamo riportare qui sotto quanto fossero evidenti le sue difficoltà anche agli occhi di una persona non competente, di un “non” medico, un semplice esame obiettivo avrebbe già dovuto suscitare dubbi da indagare. Malgrado tutto ciò e le condizioni delicate del bimbo non si fa nulla per indagare ulteriormente sulle cause…Dal giorno 11 ottobre fino al 5 novembre, l’immagine che i genitori hanno scelto come copertina della pagina sarà quella della bara che custodiva il suo corpicino. Una scelta che può essere giudicata forte da alcuni, dell resto come forte è stata la perdita di un figlio!
Le parole della mamma sono queste:
Da oggi fino al 5 novembre questa sarà l’immagine di copertina. Oggi di 3 anni fa cominciavano i nostri viaggi in pediatria. Erano passate appena tre settimane dall’intervento anteriore alla colonna vertebrale la sera dell’ 11 ottobre sentimmo che Ale respirava male, con un affanno che non ci convinceva, quindi alle otto di sera lo portammo in pediatria.
Spiegammo tutta la storia e le complicazioni che c’erano state durante il primo intervento e nel secondo, complicazioni al polmone che si riempiva di secrezioni e a causa del quale sia a marzo che a settembre Ale si era fatto 5 giorni di terapia intensiva invece delle normali 24 ore. Diagnosi: bronchite. Antibiotico e cortisone e ci rassicurarono mandandoci a casa…
Due settimane dopo quella prima visita il mio bambino è MORTO per un arresto respiratorio in casa nostra, fra le nostre braccia…e nei giorni seguenti quando giaceva in una cella frigo all’obitorio sotto sequestro dalla procura ci è toccato l’innaturale compito di organizzare un funerale degno di lui, degno di un bimbo di 10 anni che amava la vita e meritava di vivere… il 3 novembre ci sarà l’udienza preliminare… confido nella giustizia…”

Ragazzo decapitato a Pesaro: ora parla la madre che vuole solo giustizia

La madre del ragazzo 17enne ucciso, Debora Lulli, si sfoga: “Tutte le prove raccolte fanno pensare a un delitto premeditato. Per un motivo assurdo, poi. E’ l’ora di chiedere una pena certa”.
La donna continua: “Adesso non è il momento del perdono, adesso voglio giustizia”. Un omicidio ancora senza un perché per il quale sono stati fermati due ragazzi di 19 e 20 anni, presunti amici di Ismaele.
Secondo gli investigatori la vittima – hanno avrebbe “commesso l’errore di aver suscitato la gelosia di uno dei due, fidanzato con una ragazza anche lei del luogo. Secondo gli inquirenti uno dei due ragazzi “ha iniziato a convincersi che il ragazzo in questione fosse interessato o addirittura avesse avuto una relazione con la sua fidanzata”.
La mamma di Ismaele dichiara di non credere alle parole dei due fermati. “Ma come si fa a dire che la situazione gli è scappata di mano? Tutte le prove raccolte fanno pensare a un delitto premeditato. Per un motivo assurdo, poi. Non è l’ora del perdono. E’ l’ora di chiedere una pena certa”.
La sorellina di 4 anni di Ismaele, ancora non sa cosa è successo e che non rivedrà più il suo fratellone. La madre della vittima continua: “Glielo dicevo di stare attento alle amicizie. Lui si fidava di tutti, era gentile, disponibile. Fiducioso”.
E continua: “Che brutta fine hanno fatto i suoi sogni. Mio figlio mi aveva detto che da settembre si sarebbe messo a studiare sodo: voleva diventare chef, o carabiniere. Gli piacevano tutte e due le cose. Aveva una ragazza, Giulia, che ci voleva presentare. ‘Ti piacerà mamma’, mi aveva detto, ‘anche lei vuole che io smetta di fumare'”.
Un bravo ragazzo davvero, Ismaele, “Sognava di trasferirsi all’estero, sognava una grande città che gli offrisse opportunità professionali e svaghi che un piccolo paese non può certo garantire” dice Michele, compagno di Debora.
Si è sempre dato da fare per realizzare i suoi sogni .
“Chiedo perdono alla famiglia di Ismaele”. Sono le parole del padre del 20enne che ha ammesso di aver tagliato la gola a Ismaele. “Igli non è quella persona lì, ogni mattina mi dava un bacio prima di andare a scuola. E’ un ragazzo tranquillo e buono, sono distrutto. Noi siamo in Italia per lavorare” dice l’uomo.
Sarà molto difficile per la famiglia accettare le scuse, perdora e andare avanti. Il dolore, al momento, è ancora troppo forte.