Fermato in tempo, prima che succedesse una tragedia. Almeno questo è quanto ricostruito dall’intelligence italiana, che ha fermato ed espulso un pakistano, pronto a colpire l’aeroporto di Bergamo. Si tratta di Farook Aftab, magazziniere accusato di essere un aspirante combattente arruolato tra le fila dell’Isis. Aveva progettato un suo martirio e secondo le indiscrezioni avrebbe rivelato di considerare gli attentati di Parigi una “legittima” reazione alle operazioni dalla Francia.
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Nonostante si sia professato “non terrorista” prima della sua espulsione dall’Italia, secondo gli accertamenti del Ros di Milano, Farook – in Italia dal 2003 – ha lasciato delle tracce sul web, in cui ha esaminato documenti e filmati riconducibili al fondamentalismo islamico e al terrorismo di matrice jihadista. Non solo: sono state trovate prove anche di un suo giuramento, seppur in modo anonimo, di sottomissione al Califfo davanti a un video on line, seguendo così il rito previsto dall’Isis per gli aspiranti affiliati che si trovino in uno stato occidentale.
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L’uomo ha tentato di difendersi così: “Sono un musulmano ma non un terrorista, tutti mi conoscono come una persona disponibile. Non mi sono convertito al Califfato. Non sono mai andato sui siti degli estremisti”.