Pressione minima alta? Ecco come abbassarla naturalmente

Molti italiani soffrono di questo problema: l’innalzamento della pressione minima. L’esercizio fisico aiuta il nostro cuore ad usare l’ossigeno in maniera più efficiente, così non deve lavorare troppo per pompare sangue. Si consiglia di camminare per almeno 30 minuti quasi tutti i giorni.
Inoltre, bisogna respirare profondamente: Prova per 5 minuti ogni giorno: inspira profondamente ed espandi la tua pancia. Espira e rilascia tutta la tensione.
È consigliabile mangiare alimenti ricchi di potassio: Pomodori, patate, banane, piselli, fagioli, prugne e uva secca sono tra i cibi indicati. Non guasterebbe, moderare il consumo di sale.
Prendere un integratore. Una del coenzima Q potrebbe ridurre sensibilmente la pressione. Grazie alla sua capacità di agire come antiossidante, questa molecola dilata i vasi sanguigni. Prima è meglio consultare uno specialista, ma il consiglio è di assumere tre volte al giorno una quantità che va dai 60 ai 100 mg.
Un ottima idea è quella di mangiare un po’ di cioccolato e non bere molto alcol. In sostituzione si può bere infusi e tè che contengono ibisco.

Prezzemolo: rimedio naturale per sciogliere i calcoli

Il prezzemolo ha tantissime proprietà benefiche che molti ignorano. Il suo uso, infatti, non è solo decorativo e culinario ma è utile in numerosi casi. Eccone un elenco:
– infezione delle vie urinarie e stitichezza.
-asma e tosse
-disturbi gastrointestinali
-fonte di vitamina C, ferro, calcio, potassio
– dolori mestruali
– acne o macchie della cute
La sua caratteristica più evidente è quella che è un ottimo purificatore di reni. Se avete problemi di questo tipo vi consigliamo, infusi e tisane utili a ristabilire l’equilibrio del vostro corpo.

Semi di chia: per perdere peso e contrastare le malattie cardiovascolari

Non tutti conoscono le incredibili proprietà che i semi di chia hanno. I semi contengono dal 25% al 40% di grassi con il 60% di acido alfa-linolenico (omega-3) e il 40% di acido linoleico (omega-6). Buono è anche il contenuto in proteine (15-25%), in fibre (18-30%) e inantiossidanti (miricetina, quercitina, kaempferolo, acido caffeico). Discreto è poi l’apporto in vitamine e sali minerali: vitamina A 54 UI; acido ascorbico 1,6 mg; Calcio 631 mg; Ferro 7,7 mg; Magnesio 335 mg.
Dal momento che i semi di chia non contengono glutine possono essere inseriti tranquillamente nell’alimentazione del soggetto celiaco.
In virtù di questa loro interessante composizione e del più basso valore calorico rispetto ad altri semi oleosi (486 kcal versus 607 kcal delle noci e 575 delle mandorle), i semi di chia si inseriscono con merito nell’ambito di regimi alimentari dimagranti. La quantità consigliata non dovrebbe superare comunque i 20-30 grammi.
Proprietà e benefici:
Ma a cosa fanno bene questi preziosi semi? In uno studio di qualche anno fa (F. Jin et al. Supplementation of milled chia seeds increases plasma ALA and EPA in postmenopausal women. Plant Food For Human Nutrition vol. 67, pp. 103-110, 2010) 10 gentili signore che avevano già varcato la soglia della menopausa sono state invitate ad assumere 25 grammi di semi di chia per sette settimane. Alla fine di questo periodo il loro sangue si era sensibilmente arricchito di acidi grassi omega-3. Considerati essenziali dal momento che il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli, gli omega-3 sono in grado di favorire lo sviluppo e il mantenimento delle strutture nervose; di modulare la risposta infiammatoria; di migliorare l’elasticità delle arterie contrastando allo stesso tempo l’aggregazione piastrinica, riducendo i livelli di trigliceridi e aumentando il colesterolo buono. Tutte queste azioni contrastano l’instaurarsi e il progredire delle malattie cardiovascolari. Per questo i medici consigliano l’integrazione di omega-3 nei pazienti a rischio.
In un altro studio si è arrivati a dimostrare che l’assunzione di un gel di semi di chia, in ragione dell’alto contenuto in fibre e in acido alfa-linolenico, ha un effetto favorevole sulla perdita del peso corporeo e contribuisce a ridurre il rischio cardiovascolare (D.C. Nieman et al. Chia seed does not promote weight loss or alter risk factors in overweight adults” Nutriotion Research, vol. 29, no. 6, pp. 414-418, 2009). Per ottenere il suddetto gel gli Autori avevano frullato 25 g di semi in 250 g di acqua minerale naturale. Nei vari siti questo preparato viene indicato come valido sostituto dei comuni condimenti.
E ancora G.C. Martha et al. si sono divertiti a dimostrare come la glicemia post-prandiale si riduca dopo aver mangiato 50 g di pane bianco contenente semi di chia. Avevano a disposizione 4 diverse ricette: il panino senza semi di chia, quello a cui erano stati aggiunti appena 7 g, quello con 15 e infine quello con 24. Negli 11 pazienti testati la glicemia risultava maggiore dopo aver mangiato il panino senza i semi mentre diminuiva sensibilmente con il pane ai semi di chia (A dietary pattern including Nopal, Chia seed, soy protein, and oat reduces serum triglicerides and glucose intolerance in patient with metabolic syndrome. Journal of Nutrition, vol. 142, no. 1, pp. 64-69, 2012).
FALSI MITI (almeno per ora!)
Dunque i semi di chia fanno bene, ma spesso quando ci si fa prendere dall’entusiasmo si tende ad esagerare un po’. Da qualche parte nel web sentirete dire che vanno benissimo anche in caso di raffreddore. Di questa presunta proprietà non si fa riferimento nella bibliografia ufficiale.
I livelli di acido ascorbico dei semi di chia ( 1,6 mg) sono di gran lunga inferiori a quelli presenti nei kiwi ( 85 mg) negli agrumi (50 mg) e nei broccoli (53 mg). E allora il fatto che le noci ne contengano solo in tracce ha dato ai semi di chia il primato di frutta oleosa con il maggior contenuto in Vitamina C. Basterà questo a farci passare il raffreddore?
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Unghia Incarnita Sintomi e Cause, Cosa Fare e NON Fare

Secondo una ricerca ben 1 persona su 5 ha avuto a che fare col disturbo dell’unghia incarnita. Qui sintomi, cause e rimedi naturali per superare il problema.
L’unghia incarnita è una patologia infiammatoria, comunemente conseguente a traumi o micro-traumi, a carico delle unghie dei piedi, in gergo medico si chiama onicocriptosi.
Cosa determina un evento traumatico a carico del piede tale da ingenerare una lesione del dito e quindi il danno dell’unghia incarnita?
Il microtrauma può essere determinato da scarpe strette, da un urto forte, da un eccesso di sudorazione non ben trattato. Se la pelle intorno all’unghia si gonfia, facilmente, come conseguenza del gonfiore e dell’infiammazione, tenderà ad inglobare l’unghia che così si farà spazio sotto la carne.
Prevenire è meglio che curare, posto che l’unghia incarnita non dipende da una malformazione ma da un “incidente” in cui il piede è incorso, per preservare le nostre unghie è consigliabile:
• usare calzature comode,
• variare le scarpe e preferibilmente non indossare la stessa scarpa chiusa per più di due giorni di seguito;
• prediligere le pantofole o i calzini antiscivolo quando si è in casa;
• prediligere le calzature aperte quando fa caldo;
• prediligere le calzature traspiranti;
• usate biancheria comoda e di buona qualità;
• detergere ed idratare la pelle dei piedi senza trascurarla mai;
tagliare le unghie diritte dei piedi diritte lasciando negli angoli una “via di fuga verso l’esterno” ovvero non arrotondare le unghie (un taglio rotondo tenderà a lasciare entrare l’unghia sotto-pelle con più facilità). Non di rado l’unghia incarnita consegue a pedicure o anche manicure troppo aggressivi. Prestate particolare attenzione alla profondità e alla forma del taglio delle unghia: mai unghie troppo corte e mai arrotondate nei bordi. Riconoscere i sintomi prontamente aiuta l’automedicazione come la prevenzione dell’unghia incarnita, nei casi più gravi e a stadi avanzati della patologia è indispensabile ricorrere al parere del medico. Attenzione alla tecnica della garza: secondo i fautori dell’automedicazione con la tecnica della garza, l’introduzione di una garza sterile tra unghia e pelle servirebbe a veicolare la crescita dell’unghia stessa. Questo è un rimedio fai da te non utile e non proficuo, può maggiorare la proliferazione batterica a danno della cute nell’area interessata e a danno dell’unghia stessa. Impacchi di limone o pomodoro, che pure sono antichi rimedi della nonna, espongono al medesimo rischio di aumento esponenziale dei batteri.

Banane: bombe energetiche che combattono varie malattie

Non tutti sanno che le banane sono bombe energetiche naturali usate dagli atleti per avere un apporto energetico immediato, ma possono anche essere utili per la prevenzione e la cura di vari problemi. Analizzeremo, in seguito, tutti i benefici messi in evidenza dal Sole24ore.
Le banane, secondo il sito web sopracitato, possono essere utili per:
1) Cura del diabete: “Le fibre della banana aiutano anche i diabetici. In particolare, grazie alla loro presenza le banane riducono la glicemia in caso di diabete di tipo 1 e migliorano i livelli di zuccheri, lipidi e insulina in chi ha a che fare con il diabete di tipo 2. Infine, la presenza dell’amminoacido triptofano fa sì che le banane proteggano la memoria e aiutino a migliorare l’umore”.
2) Prevenzione del cancro: “Sempre in tenera età, la vitamina C delle banane aiuta a ridurre il rischio di leucemia, mentre la lotta contro la comparsa del cancro al colon retto passa attraverso le fibre”
3) Contro la depressione: Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience Letters, la vitamina B che contengono aiuta a calmare il sistema nervoso, il triptofano aiuta l’umore e il potassio potenzia l’intelligenza. Depressione e buon umore sono aiutati dalla grande quantità di vitamine B che contengono le banane e dalla presenza del triptofano, la cui conversione in serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”, provoca sensazioni generali di benessere.
4) Regolare la pressione: Il potassio contenuto nelle banane è utile anche per regolare la pressione. Questo frutto è, insieme a pomodori, patate, prugne e uva secca, tra i cibi indicati per abbassare la pressione. La raccomandazione è di assumere tra i 2.000 e i 4.000 mg al giorno di potassio.
5) Rimedio naturale alle scottature: Come spiegato su Greenme”anche le parti di scarto della frutta possono risultare utili per alleviare i fastidi causati dalle piccole scottature. Provate allora ad applicare un pezzetto di buccia di banana, dalla parte interna, sulla zona da trattare”.

“Soli 25 minuti di camminata al giorno possono allungare la vita di 7 anni”

Una buona notizia per chi ama fare le passeggiate. Camminare 25 minuti al giorno non solo aiuta a mantenere una linea invidiabile, ma allungherebbe anche la vita di ben 7 anni. È quanto emerge da uno studio della Saarland University, presentato all’European Society of Cardiology Congress.I ricercatori hanno testato 69 persone sane, non fumatrici, tra i 30 e i 60 anni, che non avevano mai fatto un esercizio fisico costante. Il campione è stato sottoposto a sei mesi di esercizio aerobico intervallato da un allenamenti ad alta intensità. E gli esami del sangue dimostrerebbero che il training costante attiverebbe un processo di anti-invecchiamento e ricostruzione del Dna antico. Secondo i ricercatori, non è possibile bloccare l’invecchiamento, ma ritardarlo sì. E in base ai risultati dello studio, con l’esercizio fisico la vita si allungherebbe dai 3 ai 7 anni. In particolare i 70enni che iniziano ad allenarsi hanno meno probabilità di sviluppare fibrillazione atriale. Una patologia che colpisce il 10 per cento degli over 80.

Sintomi della Celiachia, Come Riconoscerli Subito

Al giorno d’oggi, la celiachia è una malattia a carico dell’intestino tenue che impedisce il corretto assorbimento delle sostanze nutritive. Questo tipo di risposta è dovuta all’intolleranza di alcune persone al glutine, una proteina presente in molti cereali tra cui il frumento, l’orzo, la segale, farro, kamut, spelta e triticale.

Riconoscere con tempestività i sintomi della celiachia riduce più possibile le problematiche e spesso anche il grado di severità della malattia stessa.
Il glutine inoltre si trova in modo indiretto anche in alimenti che spesso non si associano comunemente con il grano e derivati, ad esempio in molti affettati o prodotti di vario tipo a causa di conservanti, aromi, additivi, bevande a base di cereali come la birra, alcuni farmaci, integratori, il burro cacao…
I sintomi della celiachia possono essere facilmente confusi con una miriade di altri problemi, per questo a volte la loro individuazione non è così immediata.
Il primo sintomo della celiachia è la malnutrizione:
la persona, pur alimentandosi regolarmente e apparentemente in modo equilibrato, non prende peso, anzi spesso lo perde e accusa tutti quei sintomi legati alla malnutrizione, come stanchezza, difficoltà di concentrazione, letargia diffusa, nei bambini vi è mancanza di crescita.
I sintomi della celiachia possono essere anche molto diversi da persona a persona.
I sintomi della celiachia possono colpire principalmente l’apparato digerente e dar luogo a:
– Gonfiori e dolori addominali come per l’accumulo di gas intestinali, crampi addominali, meteorismo e flatulenza;
– Dissenteria o vomito che aggravano il malassorbimento funzionale e incidono sulla potenziale disidratazione;
– Al contrario si possono avere fenomeni di costipazione anche ostinata fino a blocchi intestinali;
– Le feci spesso appaiono maleodoranti o oleosi e presentano un colore pallido.
I bambini in particolare possono dare segni di grande insofferenza e nervosismo anche per la mancanza di nutrienti vitaminici e minerali fondamentali per il loro sviluppo fisico ma anche per il sistema nervoso. Negli adulti è abbastanza normale trovare anche uno o più dei seguenti sintomi della celiachia, che non sono però esclusivi di questa patologia:
– Mancanza di ferro inspiegabile in altro modo
– Dolori articolari, artrite
– Osteoporosi o fragilità delle ossa, danneggiamento dello smalto e del colore dei denti (mancato assorbimento di calcio)
– Ansia e forme depressive
– Formicolio delle estremità
– Convulsioni e crisi epilettiche (a causa di calcificazioni cerebrali dovute a mancato assorbimento di acido folico)
– Amenorrea o ciclo mestruale irregolare
– Aborti spontanei ricorrenti o difficoltà a rimanere incinta
– Stomatiti e ragadi agli angoli della bocca, ispessimento della lingua.
– Eruzioni cutanee pruriginose soprattutto su natiche, gomiti e ginocchia
Nei casi più gravi le lesioni a carico dell’intestino possono essere anche gravi e dar luogo a neoplasie intestinali o problemi seri al fegato.
I sintomi della celiachia si presentano in stadi diversi, singolarmente o numerosi, in età diverse, insomma le variabili sono così tante che anche per questo a volte non è facile individuarla.
A volte è silente, cioè non i sintomi della celiachia non compaiono, soprattutto all’inizio. Alcuni studi mettono in relazione lo scatenarsi della malattia con l’allattamento al seno più o meno prolungato, l’età in cui si iniziano a proporre cibi contenenti glutine (dovrebbe avvenire non prima dell’anno di età) e la loro quantità nella dieta.

I cibi migliori per purificare il fegato

Purtroppo il fegato è uno degli organi più delicati del nostro corpo che bisogna sempre tenere sotto controllo. Lo sapevi che il pompelmo e il limone sono ricchi di vitamina C, che può riuscire a sintetizzare i materiali tossici in sostanze in grado di essere eliminate più facilmente? Vediamo allora insieme quali sono tutti i cibi adatti a depurare il fegato. Il limone, dalle molte proprietà benefiche, presenta un elevato contenuto di vitamina C.
Le noci rappresentano un vero toccasana, perché sono ricche di arginina. Questo aminoacido aiuta il fegato a depurarsi e a disintossicarsi. Con questa spezia possiamo condire molti nostri piatti ed è davvero importante per la depurazione del fegato. La curcuma è capace di stimolare l’attività degli enzimi che contribuiscono all’eliminazione delle tossine. L’uva ha un effetto depurativo molto efficace. Lo hanno dimostrato diverse ricerche scientifiche che si sono occupate dell’argomento. Il pompelmo è ricco di vitamina C, sostanza che aiuta a ripulire il fegato in maniera naturale. Allo stesso tempo le sostanze contenute in questo frutto sono in grado di stimolare il fegato e bruciare i grassi. L’avocado, dalle diverse proprietà nutrizionali e benefiche, aiuta l’organismo a produrre il glutatione, un potente antiossidante che non solo protegge dai danni provocati dairadicali liberi, ma è utile per il fegato, perché lo libera da tossine pericolose. Anche il tè verde è ricco di antiossidanti, che ci aiutano a prevenire l’invecchiamento cellulare. Inoltre abbonda di catechina, componente essenziale per il buon funzionamento del fegato. Le mele sono ricche di sostanze che, intervenendo nell’apparato digestivo, favoriscono l’eliminazione delle tossine. I cereali integrali sono ricchi di vitamine del gruppo B, che hanno la funzione di stimolare il miglior funzionamento del fegato. I cereali integrali sono ricchi di vitamine del gruppo B, che hanno la funzione di stimolare il miglior funzionamento del fegato.

Come coltivare lo zenzero in casa

Ecco come, da tutto l’occorrente necessario ai passaggi obbligatori da fare, una piccola guida per la coltivazione fai da te dello zenzero. Una premessa è d’obbligo, la coltivazione fai da te dello zenzero è davvero facile e alla portata di tutti. Non si tratta di una pianta che ha bisogno di cure speciali o di accortezze particolari. Basta evitarle l’esposizione a temperature troppo rigide, i ristagni d’acqua e poco altro per farla crescere senza problemi. In particolare, le regole base per coltivare lo zenzero sono: no alle temperature al di sotto dei 15°; sì al terreno sempre umido, ma evitando accuratamente iristagni d’acqua nel vaso che sono deleteri; sì a un po’ di sole.
La prima cosa da procurarsi è un rizoma, cioè la radice dello zenzero, meglio se provvista di qualche germoglio. L’ideale è che la radice sia di origine biologica. Poi, è necessario avere un vaso profondo, di almeno 20 centimetri di diametro, riempito con terriccio argilloso-sabbiosoe unito a una buona dose di compost per fertilizzare a dovere il tutto.
Quando rizoma, vaso e terriccio sono pronti, non resta che piantare lo zenzero per dare il via ufficiale alla sua coltivazione.
Allo scopo basta interrare il rizoma nel vaso a qualche centimetro di profondità, avendo cura di posizionare i germogli verso l’alto, per lasciare che le sue radici crescano e si diffondano liberamente sfruttando la profondità del vaso. Il consiglio è di preferire il periodo più adatto dell’anno per questa operazione, cioè le ultime settimane dell’inverno, la primavera o l’inizio dell’estate.
Per la manutenzione della pianta, è sufficiente innaffiarla regolarmente, tutti i giorni nei mesi più caldi e meno frequentemente in autunno e inverno. Il momento migliore per dare da bere allo zenzero è sempre la sera. Per assicurare alla coltivazione la durata più lunga possibile, meglio riparare la pianta di zenzero sia dalle intemperie sia dalle temperature troppo rigide,posizionandola sul terrazzo o sul balcone in primavera ed estate – scegliendole un angolo abbastanza riparato – e in casa quando fuori il termometro scende sotto i 15°.

Come depilarsi con metodi naturali

Ancora non tutte le donne sanno che è possibile depilarsi anche facendo a meno di cerette costose e pericolose, rasoi inefficienti e metodo supercostosi che solo chi si vende un polmone può permettersi.
Tra i più conosciuti tra i metodi naturali, c’è quello dello zucchero e limone: si crea una sorta di caramello che servirà come una striscia depilatoria. In una pentola versate circa 400 grammi di zucchero, unite il succo di limone e un po’ d’acqua, poi miscelate il tutto fino a quando lo zucchero non sarà completamente sciolto. Portate il composto a ebollizione, poi abbassate il fuoco mescolando fino a ottenere una pastella densa e appiccicosa; lasciatela raffreddare e applicatela sulla pelle in direzione della crescita, strappando poi contropelo. Anche il bicarbonato può essere un alleato nella lotta contro i peli superflui. In un bicchiere di acqua bollente sciogliete un cucchiaio di bicarbonato: una volta raffreddato immergete delle bende e applicatele sulla pelle per una notte. Il mattino successivo eliminatele con un leggero sfregamento, applicando poi della crema idratante.

Miscelando pepe bianco tritato in modo molto fine con della canfora e dell’olio di mandorle dolci, otterrete un composto denso e morbido da applicare sulle gambe: lasciatelo in posa per 15 minuti, poi sciacquate via il tutto e i peli saranno spariti. Spesso possono esserci dei peli superflui anche sul viso: per eliminare potete preparare un composto con farina di ceci, 1 cucchiaino di curcuma, mezza tazza di latte e un cucchiaino di yogurt, lasciandola in posa sul viso per 30 minuti. Anche la depilazione con il filo può essere pratica e veloce: è perfetta per baffetti e sopracciglia, e ritarda la crescita del pelo.