Se in Bolletta c’è Scritto Questo puoi Chiedere il Rimborso Enel: Ecco Come Fare

Una delle beffe peggiori per il consumatore è quella di ritrovarsi una bolletta con importi da pagare più alti rispetto ai consumi reali. Spesso le aziende giustificano la differenza con le tasse e i nuovi prezzi, ma può anche capitare che dipenda tutto da un grave errore. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”La vera residenza dell’utente”]

Un caso di questo tipo sta coinvolgendo l’Enel, come ricostruito dal sito Laleggepertutti.it.
In pratica, a essere sbagliata è la fascia tariffaria applicata, perché in alcuni casi l’azienda non “conosce” la vera residenza dell’utente. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Nuovi allacci”]

Nel contratto di fornitura è spiegato come per i nuovi allacci si abbiano cinque mesi per autocertificare la residenza e in caso di mancata comunicazione l’Enel dà altri 30 giorni di tempo. Se anche questo termine non viene rispettato si applica automaticamente la tariffa più alta, anche se si è residenti. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Uso domestico”]

Per capire se gli importi sono eccessivi bisogna verificare la presenza della voce “Uso domestico non residente con Tariffa D3 bioraria” nella bolletta. Se dovesse esserci questa voce e si è residenti si avrà la certezza che i costi sono più alti. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE [nextpage title=”Errore da comunicare”]

Per rimediare è necessario comunicare all’Enel l’errore e richiedere la fascia tariffaria corretta (la D2). Inoltre, è possibile anche ottenere un rimborso, valido fino alle bollette di 10 anni prima.

Bollo Auto: chi non lo paga ADDIO STIPENDIO!

Ecco quali sono le ultime novità riguardanti le varie sanzioni per chi non paga il bollo, distinguendo tra chi paga il bollo in ritardo e chi non lo ha proprio pagato. Riguardo alla prima ipotesi: 

• se si paga nei primi 14 giorni la sanzione è dello 0,1% dell’imposta evasa per ogni giorno di ritardo;

• se si paga dal 15esimo al 30esimo giorno, la sanzione si riduce invece a 1/10 dell’imposta evasa;

• se si paga dal 30esimo al 90esimo la sanzione è pari al 1,67% dell’imposta evasa;…

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• se si paga dal 90esimo giorno fino a un anno, la sanzione è pari al 3,75%;

• se si paga dopo un anno non si può più usufruire del ravvedimento operoso e si applica una sanzione pari al 30% dell’imposta evasa oltre agli interessi dello 0,5% per ogni sei mesi di ritardo.

La Regione, in caso non vengano rispettati tali termini, deve inviare un avviso di pagamento entro un massimo di  tre anni. se tale scadenza viene superata, sopraggiunge la prescrizione e l’automobilista non deve nulla. Se invece sopraggiunge la richiesta di pagamento, la somma viene iscritta a ruolo e comunicata….

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all’Agente della riscossione, esso deve notificare la cartella esattoriale entro un massimo di due anni, altrimenti anche in questo caso l’automobilista non deve nulla. All’eventuale notifica, l’agente della riscossione deve comunicare il pignoramento o il sollecito di pagamento entro 3 anni, altrimenti sopravviene la prescrizione. Se superati i 60 giorni dalla notifica, se il contribuente non paga sono previste diverse sanzioni: ….

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• Blocco Auto o fermo amministrativo (Ganasce fiscali). A meno che non si dimostri che l’automobile è necessaria per il lavoro e solo per tale utilizzo viene concessa la circolazione. L’auto con il fermo si può vendere, ma la sanzione resta attiva. Si può tornare a circolare se si chiede una dilazione di pagamento della cartella esattoriale e versando la prima rata si ottiene una sospensione del fermo. Concludendo i pagamenti il blocco auto viene poi cancellato.

• Radiazione dal Pra: chi non paga il bollo non può più circolare con la propria auto.

• Pignoramento: l’automobilista rischia il blocco del conto corrente, della pensione o dello stipendio.

“Io e mia madre viviamo con 600 euro al mese, ora rischiamo di finire per strada”

La storia di Michela D’Errico e di sua madre Maria ci fa capire come molti italiani, purtroppo, siano costretti a vivere con pochissimi soldi. Anche in presenza di invalidità quasi totali. Michela è una donna torinese di 40 anni ed è disoccupata, mentre Maria ha un’invalidità del 90%. Due anni e mezzo fa, racconta Michela a Torino Today, “mia sorella è venuta a mancare per un tumore al cervello. Era lei che provvedeva a tutto, aveva un buon lavoro. Da allora mia madre, già gravemente invalida, è caduta in depressione”… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Senza lavoro e con pochissimi soldi”]

Da quel momento la situazione diventa buia, Michela perde anche il suo posto alla Protezione Civile: “Mi hanno licenziata per esubero di personale, lavoravo due volte a settimana per 150 euro al mese. Mi sono iscritta in tutte le agenzie possibili e immaginabili, ho collezionato tanti ‘le faremo sapere’, ma il lavoro non è arrivato”. Le due donne ora vivono con appena 600 euro al mese, la pensione percepita dalla madre. Tra affitto e bollette, rimangono solo 150 euro al mese per mangiare e vivere… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Cosa le aspetta”]

E poi ci sono 4 mila euro di arretrati per l’affitto: “Il 13 marzo il giudice dovrà decidere se concederci un’altra proroga o firmare lo sfratto esecutivo”. Nel secondo caso Michela non si aspetta granché: “Forse il Comune ci assegnerà una residence, ma lì, tra degrado e sporcizia, come faccio con mia madre? Una donna anziana e invalida non può stare in quel posto… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE[nextpage title=”Per dare un contributo”]

Se non ci fosse lei andrei sotto i ponti, o forse mi butterei sotto un autobus”. Michela spera almeno in una casa popolare: “Finora non avevo mai fatto domanda, non avrei mai immaginato di poter finire così. Anche i nostri parenti ci hanno abbandonato”. Per chi volesse dare una mano a Michela e Maria, può contattare il numero di telefono 366.4364845 per consegnare dei viveri o altri beni di prima necessità.

Premio di 800 euro alla nascita e per le adozioni: tutti i requisiti

“A decorrere dal 1° gennaio 2017 è riconosciuto un premio alla nascita a all’adozione di minore dell’importo di 800 euro”. Il bonus “futura madre”, “mamme domani” o premio alla natalità, ovvero quella cifra una tantum che si può richiedere già in gravidanza e che dovrebbe coprire le prime spese per il bambino. E’ stata infatti pubblicata la circolare dell’Inps che ne specifica i requisiti.
• non è vincolato all’Isee
• viene erogato in un’unica soluzione
• si può richiedere a partire dal compimento del settimo mese di gravidanza oppure al parto, anche se antecedente all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza;
• se nascono due gemelli (oppure si adottano due fratelli) il bonus rimane comunque di 800 euro
• possono richiederlo anche le mamme che hanno adottato un bimbo o che ce l’hanno in affido in vista dell’adozione (affidamento preadottivo nazionale o internazionale). L’adozione, nazionale o internazionale, deve essere disposta con sentenza definitiva….
CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”Beneficarie “]
Chi sono le beneficiarie?
• le gestanti con residenza in Italia;
• gestanti con cittadinanza italiana o comunitaria;
• cittadine non comunitarie con il permesso di soggiorno UE oppure in possesso di una delle carte di soggiorno per famigliari di cittadini comunitari
• le cittadine non comunitarie con lo status di rifugiate politiche o con la stessa protezione equiparabile alle cittadine italiane…..

CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”Documentazione “]
Che documentazione bisogna presentare?
• si dovrà allegare la certificazione sanitaria rilasciata dal ginecologo, con l’indicazione della presunta data del parto
• autocertificazione della data del parto e le generalità del bambino se la domanda viene presentata dopo il parto
• nel caso di adozione o affido bisogna allegare alla domanda il provvedimento giudiziario del caso o fornire le informazioni (sezione del tribunale, la data di deposito in cancelleria e il relativo numero) che consentano all’Inps di recuperare il provvedimento….
CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”Procedura “]
• se la domanda è presentata dalla cittadina non comunitaria vanno allegati le copie di uno dei titoli di soggiorno utili o occorre indicare gli elementi identificativi che consentano all’Inps di recuperare il documento (tipologia del titolo, numero, questura)
L’Inps però non ha ancora comunicato l’avvio della procedura richiesta per la presentazione della domanda né come verranno effettuati i pagamenti, quindi bisognerà pazientare ancora un po’.
In attesa che le procedure vengano avviate, si può ipotizzare che le domande possano essere fatte:
• sul sito dell’Inps
• rivolgendosi ai patronati.

“Quasi due milioni di italiani devono restituire il bonus di 80 euro”

Altro che bonus da “80 euro”, molti italiani lo hanno visto svanire in men che non si dica, a vantaggio delle casse del Fisco. Ecco cosa emerge dal consultivo delle dichiarazioni fiscali per l’anno…
CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”Bonus”]
d’imposta 2015 pubblicate dal dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia. Erano stati quantificati bonus per 11,9 milioni di persone, che sono tornati nella maggior parte dei casi automaticamente…
CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”Restituito”]
nelle casse dello stato. In 996mila casi, chi lo ha incassato ha dovuto restituirlo attraverso la dichiarazione, in quanto i redditi supplementari accumulati lo hanno portato a superare la soglia dei…
CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”Soglia”]
bonus: questo perché possono beneficiarne solo coloro che arrivano a 24mila euro di reddito complessivo, calando fino ad azzerarsi quando si arriva a 26mila euro.

Euro, 15 anni fa la svolta epocale. Ma tutto potrebbe tornare come prima, ecco perché…

Il 1° marzo 2002, dopo due mesi a braccetto con la lira, l’euro diventò l’unica moneta in circolazione in Italia (e negli altri Paesi dell’Unione Europea che l’hanno adottata). Da quel momento di quindici anni fa, difensori e critici della moneta unica hanno continuato a dividersi. Nel 2014, Beppe Grillo lanciò questa campagna… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Le tesi contro l’euro”]

“Dal 1997, quando l’Italia rivalutò la lira per agganciarla all’ECU (condizione postaci per poter entrare nell’euro) la produzione industriale italiana è scesa del 25%. Nello stesso arco di tempo la produzione industriale della Germania è aumentata del 26%”, scriveva sul suo blog il leader del Movimento 5 Stelle… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”I pro euro”]

Posizioni contrarie all’euro sono state adottate anche dal leader della Lega Matteo Salvini o da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Chi invece sostiene che tornare alla lira sarebbe un disastro portano a suffragio della propria tesi il balzo stratosferico fino al 190% del rapporto debito/Pil.

ADDIO AL CODICE FISCALE. ECCO DA COSA SARA’ SOSTITUITO A BREVE. TUTTE LE NOVITA’

Ci sono delle novità importanti per quel che riguarda la tessera sanitaria, un documento che ovviamente non dovrebbe mai mancare nel nostro portafogli. In effetti, sta per essere trasformata in qualcosa di diverso rispetto a quello a cui siamo stati abituati finora. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Carta nazionale dei servizi”]

Diventerà una Carta Nazionale dei Servizi e verrà sfruttata anche come strumento informatico per essere riconosciuti dal punto di vista digitale. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Un accesso più semplice”]

Questo vuol dire che permetterà di accedere più facilmente ai servizi sanitari e a quelli della Pubblica Amministrazione. Ma come deve essere usata per avere questi vantaggi? PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Sportelli regionali”]

Anzitutto, bisogna attivarla negli sportelli abilitati presso la Regione in cui si vive. Ci sarà un microchip di colore oro che certificherà il riconoscimento e tutelerà la privacy di ogni cittadino. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE [nextpage title=”Pubblica amministrazione”]

I contatti con la Pubblica Amministrazione avverranno tramite internet, un po’ come già avviene in Sardegna.

Quando Equitalia può pignorare o ipotecare la prima casa

Le cartelle esattoriali di Equitalia mettono da sempre paura, ma il nuovo potere della società di riscossione peggiorerà ulteriormente questo sentimento. La nuova riforma della giustizia, infatti, ha modificato la parte del Codice Civile che parla di revocatoria, vale a dire l’azione con cui il creditore ricorre al giudice contro le garanzie patrimoniali del debitore. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Immobili del debitore”]

La novità prevede che Equitalia possa pignorare gli immobili del debitore anche se questi sono stati donati ad altre persone (una delle principali “difese” sfruttate in questi casi). Le differenze rispetto al passato sono presto dette. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Causa giudiziaria”]

Finora Equitalia e gli altri creditori dovevano avviare una causa giudiziaria molto lunga e incerta, con prove non semplici da dimostrare, oggi invece tutti questi passaggi non ci sono più. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Case donate dai genitori”]

Questo vuol dire che la società potrà assicurarsi la casa donata dal genitore al figlio o da un coniuge all’altro. Dunque verranno coinvolte anche altre persone oltre al debitore. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE [nextpage title=”Registri immobiliari”]

Per esercitare questo potere, comunque, Equitalia dovrà trascrivere il pignoramento nei registri immobiliari entro dodici mesi dalla donazione o dalla vendita. Se dovesse trascorrere un anno le regole rimarranno le stesse che sono rimaste in vigore finora.

Matteo Renzi rilancia: “Italiani, per voi 500 euro…”

La nuova proposta di Matteo Renzi si chiama “lavoro di cittadinanza”. L’ex presidente del Consiglio ha in sostanza rilanciato un’idea già avanzata dal centro-destra con Silvio Berlusconi e Renato Brunetta: garantire tre mesi di occupazione e successivi tre mesi di indennità di disoccupazione al termine di questo periodo… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Il costo”]

Un piano rivolto a chi ne facesse domanda, in base ad alcuni requisiti fissi. L’introito medio sarebbe di 500 euro al mese, per una spesa totale che per lo Stato sarebbe di 4,5 miliardi all’anno. Secondo Tommaso Nannicini del PD, “ci sono a disposizione un miliardo e ottocento milioni di euro con i quali possiamo dare sostegno monetario all’85 per cento delle famiglie con redditi al di sotto dei tremila euro l’anno… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”La proposta “]

Poi, con altri 300 milioni possiamo arrivare al 100 per cento di quelle 500 mila famiglie. Un passo fondamentale verso quella misura unica di contrasto alla povertà di cui si parlava da anni”. I dettagli del programma dovrebbero essere svelati dallo stesso Renzi all’incontro sul programma del Partito Democratico, in calendario il 10 marzo a Torino.

Autovelox, controllate bene: “Attenti a questo dettaglio, ecco quando non dovete pagare”

“I rilevatori fissi di velocità vanno collocati nel punto esatto in cui la loro installazione è autorizzata dall’ente proprietario della strada”, altrimenti, niente multa. Proprio così, a stabilirlo…

CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE [nextpage title=”Decisione “]

è il tribunale di Isernia, accogliendo il ricorso di un automobilista multato per eccesso di velocità, dichiarando molto chiaramente: niente multa se l’autovelox è “fuori posto”. Devono…

CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE [nextpage title=”Multa “]

anche essere sul corrispondente lato della strada, previsto dall’autorizzazione stessa.  In caso contrario l’automobilista ha buone probabilità di non dover pagare la multa. Nello specifico …

CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE [nextpage title=”Caso “]

caso su cui si è espresso il tribunale di Isernia, l’autovelox era stato collocato sul lato destro della carreggiata, invece che su quello sinistro.