Tre sorelline scivolano e muoiono soffocate: incidente choc sul camion, aveva 13 e 11 anni

Quella che vi racconteremo è una storia davvero terribile. Pochi giorni fa, per una sfortunata disattenzione che divenuta tragedia 3 ragazzine hanno perso la vita.
Per l’esatezza le vittime erano sorelline e vivevano nella fattoria di famiglia a Withrow, in Canada. Catie Bott, 13 anni, e le gemelle undicenni Dara e Jana stavano giocando nel rimorchio di un camion carico di semi quando sono improvvisamente sprofondate. Le bambine hanno provato invano a riemergere. Due di loro sono state dichiarate morte sul posto: inutile, per la terza vittima, la corsa in ospedale.
“Le nostre figlie sono morte vivendo nella fattoria di famiglia. Non ci pentiamo di averle cresciute qui, questa è la nostra vita”, le parole diffuse dalla famiglia in una nota.

Mamma che muore per 10 minuti durante il parto

Alcune cose che succedono nella vita sono davvero inspiegabili. Proprio come la storia di Melanie Pritchard, 34 anni, che ha vissuto un’esperienza davvero miracolosa. Durante la sua seconda gravidanza e tutto procedeva per il meglio quando, alla 39° settimana, durante la notte del 28 ottobre di quattro anni fa, inizia ad avvertire delle contrazioni forti e regolari, segno dell’inizio del travaglio. Suo marito Doug la porta in ospedale. Lei chiama sua madre per avvertirla e questa telefonata è l’ultima cosa che è in grado di ricordare delle ore che si sono susseguite.
Arrivata in ospedale viene praticata un’epidurale, le contrazioni sono più ravvicinate e il medico decide di rompere le acque per accelerare il travaglio. Poi avviene l’inimmaginabile.
Melanie dice al marito di non sentirsi bene e di avvertire che qualcosa non stava andando per il verso giusto, si sente mancare. Improvvisamente Melanie si gira sul fianco ed inizia ad avere le convulsioni, il suo battito cardiaco scende drasticamente e la pressione crolla. Sui monitor Doug vede chiaramente che tutti i tracciati diventano piatti. E’ il panico totale. Crolla anche il battito della bambina ancora nel ventre della mamma. Il viso di Melanie diventa cianotico e Doug realizza che il suo cuore aveva smesso di battere.
Un team di dottori portano la donna in sala operatoria nel disperato tentativo di salvare la piccola con un cesareo di emergenza.
Doug inizia a telefonare all’impazzata ad amici e parenti per chiedere immediate preghiere per la moglie e la piccola. La mamma che stava lottando per la sua vita e quella di sua figliaaveva incontrato migliaia di ragazze e portato avanti campagne pro-life antiabortiste, sulla castità prematrimoniale, il matrimonio cattolico, i metodi naturali in tutti gli Stati Uniti.
Subito inizia una catena di preghiera forte e numericamente impressionante che sostiene Doug nella speranza di poter abbracciare la sua piccola e la moglie.
I dottori riescono a salvare la bimba ma preparano il marito al peggio e confermano la morte della mamma che muore durante il parto, non c’era nessuna possibilità di sopravvivenza.
Doug non ha nessuna esitazione e chiama la piccola con il nome Gabriella che significa “eroina di Dio”.
I dottori spiegano che Melanie aveva sofferto di un’embolia di liquido amniotico: un’evenienza estremamente rara, il liquido amniotico si era embolizzato nel circolo polmonare ed era seguito un arresto cardiaco. Avevano tentato di rianimarla tre volte, era rimasta clinicamente morta per ben dieci minuti, i polmoni erano collassati, aveva avuto una forte emorragia interna e le avevano tolto ben 3 litri di sangue mentre praticavano il cesareo, le condizioni erano gravissime e non c’era nessuna possibilità di sopravvivenza e nel caso fosse sopravvissuta i danni neurologici potevano essere molto estesi.
Doug le strinse le mani dicendo: “Ti amo, ti amerò sempre, Brady e Ella (Gabriella) sono bellissimi e ti amano, se hai una possibilità di lottare, ti prego: lotta! Al di là delle mie speranze, promettimi di seguire il tuo angelo custode dovunque ti porti, dove ti porterà sarà lì che il Signore avrà bisogno di te!”
Ciò che è successo durante le successive 24 ore in terapia intensiva ha lasciato i medici senza parole e senza nessuna spiegazione. Melanie si era ripresa, non aveva più bisogno di ossigeno, di nessun aiuto farmacologico, tranne gli antidolorifici ed era in grado perfettamente di parlare. Aveva solo una lieve perdita di memoria a breve termine, normalissima dopo uno shock fisico del genere.
Solo 48 ore dopo Melanie poteva abbracciare Gabriella e una settimana dopo era di nuovo a casa!
Melanie è convinta che il miracolo più grande non sia stata la sua guarigione ma la miriade di persone che si erano mobilitate per lei in quelle ore e che avevano pregato o iniziato di nuovo a pregare e ad andare in chiesa magari dopo anni.

Mangia un chicco d’uva e soffoca. Il piccolo Jacob è morto

Il bambino che vedete in foto è stato protagonista di uno sfortunato evento: stava mangiando con la famiglia in un ristorante della catena Pizza Hut ad Hartlepool, in Regno Unito. Improvvisamente ha smesso di respirare, i paramedici gli hanno poi estratto un chicco d’uva dalla gola. Dopo due giorni d’agonia, purtroppo, è scomparso. Jacob è morto è morto dopo il ricovero presso il Royal Victoria Infirmary di Newcastle dove era in coma. I isuoi genitori Abigail Wilson e David Jenkins hanno vegliato tutto questo tempo accanto al suo letto, pregando per il loro bambino.
In centinaia si sono riuniti davanti all’ospedale per mostrare il loro sostegno rilasciando palloncini. “E’ andato in cielo, per questo abbiamo scelto di ricordarlo così, tutti hanno pensato a lui in quel momento. Non c’era niente altro che potevamo fare per lui”.
Una pagina di crowdfunding è stata subito aperta e i sostenitori hanno già donato £ 3.000 per la famiglia.”Io e David vogliamo ringraziare tutti per i vostri messaggi gentili e le preghiere di sostegno per Jacob” ha detto Abigail. “Jacob è in coma. Noi siamo vicini a lui 24 ore al giorno, sento sempre il suo battito cardiaco schiena e spero che lui continui a lottare per potervi dare la notizia che tutti attendiamo” ha aggiunto la donna. “Continuate a pregare per noi”.

Ad un frate e una suora capita spesso di dormire insieme…

Ad un frate ed a una suora capita spesso di dormire nella stessa stanza. Una sera molto fredda la suora dice:
padre ho freddo…
solo un attimo figliola, ti prendo subito una coperta..
Il frate prende la coperta e la porta alla suora, che si copre per bene. Dopo pochi secondi però dice:
padre, ma io ho ancora freddo…
Il frate, molto paziente, si alza e prende un’altra coperta.
tenga sorella, così starai al caldo.
Dopo pochi secondi la suora:
padre, io sento ancora freddo…
senti sorella, facciamo come marito e moglie?
si! Si! Facciamolo!
ok! Senti, hai rotto le scatole! Alzati! Vai a prenderti un’altra coperta, stai zitta e fammi dormire!

Operai rompono il pavimento di un appartamento, quello che trovano li lascia senza parole- VIDEO

Il video che vedrete di seguito vi mostrerà delle scene davvero forti che sicuramente vi lasceranno a bocca aperta . Gli uomini che vedete nel video stavano semplicemente picconando il pavimento di un appartamento per fare delle ristrutturazioni quando hanno fatto una terribile scoperta: dalle travi è venuta fuori un’intera colonia di topi.
La scena lascerà disgustati gli sguardi più sensibili. Quindi, se ne consiglia la visione solo ad un pubblico dotato di uno stomaco forte.
Ecco il video che sta facendo il giro del web.

Bambino Morto Soffocato, Dopo 3 Anni si Aspetta Giustizia

Un genitore non dimentica mai, non lo può fare. In questi tre anni continuano a far vivere Alessandro nei loro cuori e attraverso le loro parole nella pagina facebook del figlio, gestita anche insieme alla nonna Annalisa, la nonna “tesora” come amava chiamarla lui.
Sono passati tre anni ma i genitori di Ale devono sopportare il terzo anniversario della morte di Alessandro: un bambino morto soffocato, la cui esistenza è stata troncata da quello che per i genitori è stato un tragico ed assurdo errore.
Alessandro era un bambino con un lieve ritardo psicomotorio, vivace, allegro, socievole, che amava la musica, cantare e divertirsi, amava i suoi animali, la vita! Era stato operato due volte per un difetto al rachide, operazioni importanti ma senza complicazioni postume, che lui aveva affrontato con forza e coraggio.
Tra settembre e ottobre del 2012 Alessandro presenta i sintomi di una bronchite insistente e più e più volte i suoi genitori si recano fiduciosi dai medici, sia dal pediatra che in ospedale per un consulto. Nessuno riscontra problemi particolari e viene rimandato a casa quasi fosse un’esagerazione dei genitori e del bimbo, il bambino morto soffocato non viene ricoverato, non vengono richiesti ulteriori indagini diagnostiche doverose soprattutto in un quadro clinico di questo tipo!
Eppure potete constatare anche dal video che vi vogliamo riportare qui sotto quanto fossero evidenti le sue difficoltà anche agli occhi di una persona non competente, di un “non” medico, un semplice esame obiettivo avrebbe già dovuto suscitare dubbi da indagare. Malgrado tutto ciò e le condizioni delicate del bimbo non si fa nulla per indagare ulteriormente sulle cause…Dal giorno 11 ottobre fino al 5 novembre, l’immagine che i genitori hanno scelto come copertina della pagina sarà quella della bara che custodiva il suo corpicino. Una scelta che può essere giudicata forte da alcuni, dell resto come forte è stata la perdita di un figlio!
Le parole della mamma sono queste:
Da oggi fino al 5 novembre questa sarà l’immagine di copertina. Oggi di 3 anni fa cominciavano i nostri viaggi in pediatria. Erano passate appena tre settimane dall’intervento anteriore alla colonna vertebrale la sera dell’ 11 ottobre sentimmo che Ale respirava male, con un affanno che non ci convinceva, quindi alle otto di sera lo portammo in pediatria.
Spiegammo tutta la storia e le complicazioni che c’erano state durante il primo intervento e nel secondo, complicazioni al polmone che si riempiva di secrezioni e a causa del quale sia a marzo che a settembre Ale si era fatto 5 giorni di terapia intensiva invece delle normali 24 ore. Diagnosi: bronchite. Antibiotico e cortisone e ci rassicurarono mandandoci a casa…
Due settimane dopo quella prima visita il mio bambino è MORTO per un arresto respiratorio in casa nostra, fra le nostre braccia…e nei giorni seguenti quando giaceva in una cella frigo all’obitorio sotto sequestro dalla procura ci è toccato l’innaturale compito di organizzare un funerale degno di lui, degno di un bimbo di 10 anni che amava la vita e meritava di vivere… il 3 novembre ci sarà l’udienza preliminare… confido nella giustizia…”

Meningite, bimba di 3 anni infetta A Pisa l’Asl 5 si prepara per profilassi

Martedì una piccolissima bimba di soli 3 anni è stata ricoverata in serata all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze per un caso di meningite. La piccola, che attualmente è ricoverata in prognosi riservata, è originaria di Pisa. Sottoposta a tutti gli esami di tipizzazione, è risultata positiva al meningococco di tipo B.
La bambina frequenta la scuola materna di Ghezzano (Pisa), nel comune di San Giuliano Terme.

L’Als di riferimento, la 5 coordinata da Emanuela De Franco, ha fatto sapere che si “sanno eseguendo la profilassi su tutti quanti sono entrati in contatto con la piccola paziente”.
La De Franco ha ricordato, inoltre, che per i bambini nati dal 2014 il vaccino è gratuito e che la vaccinazione contro la meningite B è fortemente raccomandata.

Sinodo, mistero sulla lettera segreta dei cardinali al Papa

A fare scandalo questa volta è una lettera di protesta che alcuni cardinali, tredici ‘padri sinodali’, avrebbero consegnato direttamente al Pontefice.
La missiva diffusa in prima istanza dal vaticanista Sandro Magister e poi ripresa dagli altri giornali, è chiara; i cardinali chiedono a Papa Francesco di intervenire direttamente perché a loro giudizio le procedure del Sinodo sarebbero configurate per facilitare dei risultati predeterminati su questioni controverse.
La svolta, però, è arrivata al momento della pubblicazione della notizia: i cardinali, firmatari della lettera, hanno fatto un passo indietro affermando di non saperne nulla. “Io non ho firmato niente” ha dichiarato il cardinale Angelo Scola, seguito poi dal cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e anche vicepresidente del Sinodo, e il cardinale Peter Erdo, arcivescovo di Budapest e relatore generale del Sinodo.
“Una lettera privata che appartiene al Papa! Com’è possibile che sia stata pubblicata?” si chiede Muller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. “Io non dico se ho firmato o no. Lo scandalo è che si renda pubblica una missiva privata del Pontefice. Questo è un nuovo Vatileaks: gli atti privati del Papa sono proprietà privata del Papa e di nessun altro. Nessuno può pubblicarla, non so come sia potuto accadere. È chi lo ha fatto a doversi giustificare” ha spiegato al Corriere della Sera.

Anziani rifiutano il cameriere di colore al bar

Laura Coietto, una studentessa di Montagnana spiega il gesto che l’ha spinta a invitare due anziani clienti dal bar: «Il rispetto è il primo mattone su cui far crescere qualsiasi tipo di rapporto, lavorativo o di amicizia». Aveva rifiutato il servizio di un cameriere solo perché di colore. Una azione, come sottolinea il gruppo Facebook ‘Montagnana 2.0, parliamone…’ del quale fa parte la ragazza, accolta dai concittadini con grande favore, al punto da farle ricevere sul posto di lavoro vari mazzi di fiori come segno di apprezzamento. L’episodio è accaduto qualche giorno fa nel locale.
A prendere le ordinazioni di una anziana coppia era stato un cameriere di colore, che vive in Italia sin dall’infanzia. «Non vogliamo essere serviti da una persona di colore» avrebbero affermato i due. A dar manforte al giovane, in evidente imbarazzo, è stata proprio Laura, che ha risposto per le rime: «potete pure andare via, qui non serviamo clienti razzisti».
La notizia ha fatto in breve il giro del paese grazie alla pagina Facebook, che conta più di 1.400 iscritti. Facendo piovere nelle braccia della giovane mazzi di fiori come tangibile ringraziamento per il gesto. Ecco le parole della ragazza: «Per quanto riguarda ciò che è accaduto, vorrei che passassero solo i bei valori che ci stanno dietro al di là di me, del ragazzo o dei due signori protagonisti del fatto. Alla base di tutto ci deve essere il rispetto per ogni persona, aspetto fondamentale per instaurare un rapporto con chiunque ci capiti davanti, sia esso un nostro conoscente, parente o un perfetto sconosciuto». E aggiunge: «Sarebbe stato bello restare nell’anonimato ma in una piccola cittadina com’è Montagnana era quasi impossibile! Penso che la maggior parte di voi avrebbe reagito come me – conclude – quindi non credo sia il caso di enfatizzare ulteriormente l’accaduto, seppur sia servito a sensibilizzare e smuovere gli animi di molti di noi. Come mi ha insegnato qualcuno, “Il bene si fa in silenzio, tutto il resto e’ palcoscenico”».

“Parlavo con mio padre morto l’11 settembre”

La mamma di questa particolare bimba si chiama Lisa O’Brien. Intuì che la sua bimba si nome Jacie aveva qualcosa di speciale quando a soli 4 anni la sorprese a conversare in una stanza vuota.
“Jacie, con chi stai parlando?” chiese alla figlia ottenendo una riposta incredibile: “Col mio papà! Sto parlando con papà”.
Il padre della ragazzina era da poco morto nell’attacco dell’11 settembre, da allora e fino a poco tempo fa, la figlia ha avuto il dono di parlare col padre e anche di vederlo. Non solo il padre ma anche gli altri colleghi che con lui persero la vita.
La signora O’Brien ha detto che ha cercato di interrogare delicatamente Jacie, che le ha rivelato che il suo papà giocava con lei a far gli indovinelli. Jacie riferì anche i nomi dei colleghi del padre, molti dei quali sua madre afferma di non avere mai incontrato. Ecco le parole scioccanti della donna:
“Inizialmente pensavo fosse un gioco, o che avesse reagito male alla perdita del papà. Rimasi però atterrita quando mi disse che il papà era in compagnia di tanti amici e colleghi”. Oggi Jacie ha 18 anni e, purtroppo, pare non possedere più il dono che le era stato dato, purtroppo.