Non tutti sono informatissimi circa il cibo che mangiano. Il pane nero, ad esempio, non è un alimento che molte persone amano mangiare. C’è da dire che comunque c’è molto da sapere.
L’uso massiccio di questo pane sta riscuotendo un successo sempre maggiore nel nostro paese. Cerchiamo, per quanto è possibile, di fare un po’ di chiarezza, nonostante non siano ancora usciti studi scientifici qualificati in grado di chiarirci definitivamente la faccenda.
Partiamo dal colore. Il nero è dovuto all’aggiunta di carbone vegetale alla ricetta classica del pane. Il carbone vegetale si ottiene dal legno di pioppo, salice e altre essenze.
Il primo uso che si è fatto di questo tipo di pane è stato in ambito medico. Per la sua grande capacità assorbente, trattenendo liquidi, gas, tossine, è l’ideale per i disturbi gastrointestinali, come meteorismo e diarrea. Viene anche impiegato nel caso d iavvelenamenti per agevolare l’assorbimento della sostanza ingerita.
In America ne viene però vietato l’uso alimentare a causa della sua potenzialità cancerogena. Siccome non si può escludere in maniera assoluta la presenza di benzopirene e altri idrocarburi policiclici aromatici altamente nocivi si è proibito.
Noi invece lo possiamo consumare liberamente perché ci atteniamo a una ricerca del 2012 (a dire il vero un po’ datata) condotta dalla Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare. Lo studio è stato finalizzato alla valutazione della sicurezza del carbone vegetale (E 153) utilizzato appunto come colorante aggiunto al normale impasto del pane.

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