Carlo Cracco, celebre chef italiano stellato e giudice della versione italiana di Masterchef, sta continuando ad essere al centro delle critiche e delle polemiche. L’ultimo scoop risale alla sua preparazione di un piccione, ma le discussioni continuano, soprattutto legate alla sua sfera professionale. Carlo Cracco ha ricevuto critiche anche da parte del giornale Cronaca di Verona in merito a una cena organizzata in occasione del Vinitaly. Noi riportiamo un pezzo dell’articolo che ha scatenato la furia di Carlo Cracco:

Smartwatch free

“Se l’equipe di Veronafiere può brindare al grande successo del cinquantenario del Vinitaly, dove tutto è filato liscio con successo di pubblico, autorità, business e affari futuri, la stessa cosa non si può dire per il grande, così sembrava, chef Carlo Cracco che ha gestito la cena di gala nel cuore dell’anfiteatro areniano sabato scorso. Menu, qualità del cibo e relative mescolanze sono state per la gran parte dei 400 vip invitati una delusione. Il commento più buono reso è stato “migliori le patatine San Carlo di cui Cracco fa da testimonial”. Risotto insipido, carne dura, verdure che non vi si abbinavano, se non nella follia di una grandeur culinaria che non è esistita. Tutti alla fine se ne sono usciti delusi, un po’ affamati e tentati di entrare nei kebab limitrofi. Senza contare che un Cracco modello “lei non sa chi sono io”, se l’è tirata neanche fosse George Clooney. Quanto a simpatia poi, zero di zero. Ci ha pensato la bellissima Arena e la coreografia a far dimenticare il palato”.

Loading...

Carlo Cracco non accetta simili insinuazioni nei suoi confronti e ha deciso di replicare su Facebook, utilizzandolo come una vera e propria valvola di sfogo: “Oramai parlare male di me o attaccarmi per qualunque cosa è diventato l’hobby più ambito per ottenere più visualizzazioni o più notorietà.
Un modo per fare parlare di sè insomma. Che sia un piccione, una cena che faccio o una frase che dico poco importa: a loro non interessa il cosa, ma il chi. Parlando di me, sanno che faranno parlare di loro.
E il frutto di questo loro “lavoro”, o accanimento, lo sbandierano pure ai quattro venti e se ne compiacciono. “Grande successo per noi”, scrivono loro. “Grande tristezza”, penso io. Avanti il prossimo”. CONTINUA A LEGGERE

 

LEAVE A REPLY