Arisa ha deciso di confessarsi in una lunga intervista rilasciata per Vanity Fair in cui ha raccontato i soprannomi che i colleghi di lavoro le attribuiscono: “Ros, bocconcino e anche rompico*lioni perché un po’ rompico*lioni sul lavoro sono. Un disco è come un quadro e a me piacciono le cose fatte bene. Se vedo passione e gente che ci mette l’anima, con gli errori altrui sono indulgente, se invece capisco che dominano sciatteria e pressappochismo mi inca*zo”.
[nextpage title=”La confessione sulla sua adolescenza”]
Arisa ha inoltre svelato alcuni dettagli sulla sua adolescenza, dove avrebbe lavorato come estetista prima di intraprendere la carriera di cantante: “Prendevo la corriera all’alba e dal piccolo paese in cui vivevo con i miei raggiungevo Potenza. Ho fatto mille lavoretti e ho guadagnato i miei primi soldi da estetista. Avevo i miei riti, merenda e tè freddo sul solito gradino e poi via per appartamenti a curare unghie, mani e piedi. Nel fine settimana, senza chiedere una lira ai miei, raggiungevo il mio ragazzo a Roma. Anni meravigliosi come è meravigliosa la Basilicata che certo l’Altare della Patria in Piazza Venezia non ce l’ha, ma ha tante altre cose bellissime”.
[nextpage title=”La FURIA di Arisa”]
Arisa ha concluso parlando delle polemiche sorte in merito alla sua esclusione da Wind Music Awards: “Voglio farmi vedere, esibirmi, essere con gli altri artisti, partecipare alla vita musicale del Paese. Forse è vanità, non lo so. Ma so che la mia vita non è una passeggiata e che impegnandomi così tanto voglio poter vedere i frutti di quell’impegno. Per un certo periodo mi sono sentita molto vicino a Mia Martini. Non come artista perché lei è irraggiungibile, ma sotto l’aspetto dell’esclusione perché anche lei, come me, non era ovunque e avrebbe meritato di appartenere di più al pubblico. Io non mi sono pentita di quella frase, ma se ho sbagliato e se qualcuno si è sentito offeso dal paragone me ne scuso. Pazienza”. CONTINUA A LEGGERE