Dislessia: un deficit dell’apprendimento che rende difficoltosa la lettura fluente e la comprensione di testi. Anthony Hamilton, uno dei tanti ragazzini a soffrire di questo disturbo. Per questo, come purtroppo spesso accade, veniva deriso e preso in giro. Tra i tanti a divertirsi in questo, c’era anche un suo insegnate, cosa che segnò molto il ragazzo. Con il passare degli anni però Anthony supera il problema, diventando anche l’autore di The Autobiografhy of a Strong Child. Una piccola ma profonda ferita era comunque rimasta aperta nell’orgoglio del ragazzo fin quando, non a rincontrato in un bar proprio quell’insegnate che un tempo lo rendeva per primo ostaggio di insulti e prese in giro. Ecco quanto da lui stesso raccontato: “Da piccolo non mi è stata insegnata l’importanza dell’educazione. Non ho mai pensato che la scuola fosse il biglietto da visita per il futuro. Non riuscire a formulare verbalmente ciò che sentivo dentro mi faceva arrabbiare. Ero in una classe piena di studenti e quando toccava a me leggere, avrei voluto nascondermi. Piangevo costantemente, ma senza darlo a vedere: le mie lacrime erano interne. Avevo 13 anni e….
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odiavo essere come ero. Avevamo un insegnante d’inglese, il signor Creech, che era il mio incubo. Lui sapeva. Sapeva che non ero in grado di leggere. E rivelò il mio segreto. Un giorno si girò verso di me dicendo: “Anthony, perché non leggi il prossimo paragrafo?” Avrei voluto provare, ma il solo suono della mia voce stentata ha fatto ridere tutti gli altri. Per anni ho soffocato dentro tutte le mie inadeguatezze, cercando di smantellarle una dopo l’altra. Ma, sapendo da dove proveniva il mio disagio, ero riluttante, odiavo leggere perché sapevo che non ero in grado di farlo. Era un circolo vizioso. Come ho fatto? Né i professori né i miei genitori mi hanno mai incoraggiato. Tempo dopo, all’età di 41 anni, sono tornato in Texas, per andare a trovare la mia famiglia e gli amici. All’aeroporto, il mio migliore amico propose di…
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andare a bere un drink. Mi sono seduto e ho riconosciuto una persona nella sala fumatori. Era il signor Creech, che stava comprando da bere. Sono corso verso di lui con l’intenzione di offrirglielo: “Ti conosco?”, mi chiese. Io risposi: “Si, mi conosce. Mi chiamo Anthony Hamilton, facevo la quarta elementare”. L’espressione sul suo volto mi ha fatto capire che si ricordava di me e di quando mi aveva messo in imbarazzo davanti a tutti. “Sono contento di averla rivista signor Creech e voglio darle una bella…
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notizia. Non solo ho imparato a leggere, sono diventato uno scrittore!” Gli chiesi di farmi un favore e quando mi ha chiesto di cosa si trattasse ho risposto: “La prossima volta che avrà in classe un altro Anthony Hamilton, gli insegni a leggere”. Gli esperti dicono che si trattava di dislessia. Ma posso dirvi che c’era dell’altro. Era la mancanza del desiderio di un’educazione! Per fortuna, quello che non mi hanno insegnato a quel tempo, l’ho raggiunto poi da solo”.