Nato ad Donetsk in Ucraina e consegnato alle cure di una famiglia italiana, questa è la vicenda di affido di un bambino di 9 anni. Purtroppo il piccolo non è stato fortunato, costretto dalla stessa famiglia ad indossare un cartello da portare al collo con scritto ”Sono un bambino sporco”. Questa la punizione voluta dai genitori adottivi, una delle tante che il bimbo era costretto a subire. Oggi il ragazzo, 17enne, vive in una comunità a seguito di un provvedimento del Tribunale per i Minorenni di….
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Torino. Indagati nel mentre i due genitori, accusati dalle parole dello stesso figlio adottivo: “I miei genitori mi portano nel bosco e mi picchiano; mi costringono a specchiarmi con un cartello appeso al collo su cui c’è scritto: “Sono un bambino sporco”. Mi fanno fare docce fredde, mi costringono a zappare l’orto. Mi impediscono di…
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andare alle gite scolastiche”. I genitori dal canto loro si difendono ”Siamo innocenti, mai usato violenza nei sui confronti”. Le indagini finora svolte però non sono a loro favore, grazie alla testimonianza di alcune maestre della scuola frequentata quando era un bambino, le stesse a rivelare che arrivava in classe con vestiti grandi, sporchi e puzzolenti, e sulla schiena aveva spesso dei lividi lasciati da una cinghia o da un bastone.