“Entrate vi offro un bicchier d’acqua”. Per la signora inizia un incubo atroce

Una donna di 67 anni è stata legata e rapinata da due ragazzini in provincia di Belluno dopo aver fatto entrare i giovanissimi in casa e aver offerto un bicchiere di acqua. Sono entrati in azione nel tardo pomeriggio e si sono…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Legata in camera da letto”]

…mostrati accaldati e sudati per conquistare la fiducia della vittima. L’hanno in seguito legata in camera da letto, cominciando a rovistare. Il bottino non è stato quello che si attendevano, circa duemila euro tra contanti e oggetti…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”La descrizione dei rapinatori”]

…preziosi. I malviventi, secondo la signora un 17enne e un 22enne, puntavano a una refurtiva da 20mila euro, visto che hanno chiesto le chiavi della cassaforte, dimostrando di conoscere l’organizzazione della casa. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Il bottino”]

Si sono portati via i pochi euro che ha nel borsellino, il Rolex (non originale) che era in una camera e l’orologio che si trovava in cucina, oltre ai 1.500 euro faticosamente guadagnati e tenuti in cassaforte.

11Km in contromano, quando la polizia vede il guidatore non crede ai propri occhi

Non c’è stata la tragedia, ma il finale negativo è stato sfiorato di pochissimo. Un’auto ha percorso ben undici chilometri contromano lungo l’autostrada Baden-Wuerttemberg, in Germania. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Direzione sbagliata”]

Gli automobilisti si sono accorti della macchina che procedeva in direzione sbagliata e hanno avvisato immediatamente la polizia stradale. Non è stato semplice rintracciare e bloccare l’automobilista, poi…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”La scoperta”]

…c’è stato il rintraccio e gli agenti non hanno creduto ai loro occhi. Avevano pensato immediatamente a un conducente ubriaco o drogato, mentre invece alla guida c’era una…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Sono esperta”]

…donna di 72 anni che non si era resa conto di nulla e non ha saputo spiegare come sia accaduto l’ingresso nel senso sbagliato. Si è comunque definita una guidatrice esperta, anche…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE [nextpage title=”Il suo racconto”]

…perchè da anni lavora con la propria auto per consegnare giornali e conosce molto bene le strade della zona.

La donna si rivolge a lui chiamandolo “SPORCO MOTOCICLISTA”: la sua risposta su Facebook è esemplare

L’apparenza spesso inganna e questo modo di dire è perfetto per descrivere quanto accaduto a Luc Perrault, un motociclista americano: il suo aspetto e i suoi tatuaggi hanno spinto una donna a chiamarlo…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”L’insulto”]

…”sporco motociclista” senza sapere nulla della sua vita. Il fatto è avvenuto in un autogrill: la signora si trovava nel locale con la figlia di sei anni. La bambina è stata incuriosita dall’uomo e ha cominciato a fare domande. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”La risposta su Facebook”]

La risposta di Luc non si è fatta attendere. Come ha spiegato su Facebook, i suoi 130 chili di peso e i tatuaggi non devono far sparlare. L’uomo ha raccontato di lavorare come saldatore e di avere…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”La famiglia”]

…un’aria minacciosa, ma di essere anche laureato e avere una famiglia felice. Luc è sposato da undici anni e i figli lo adorano. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE [nextpage title=”Sentimenti feriti”]

Anche la madre è fiera di lui e gli ricorda spesso che è un figlio meraviglioso: ha invitato la donna a evitare offese di quel tipo, le quali hanno ferito i suoi sentimenti.

Vent’anni con il cadavere del figlio in casa, il dramma di Rita: “Pensavo fosse partito”

Quello che stiamo per raccontarvi è un caso di cronaca che ha sconvolto il mondo. La protagonista è una donna anziana cieca e sola di Brooklyn. Lei si chiama Rita Midwood Wolfensohn. La donna ha vissuto per diversi anni senza sapere che in una stanza al primo piano della villetta in cui viveva c’era il corpo senza vita del figlio, morto per cause naturali. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La scena incredibile”]

Uno scenario da film horrror: la donna ha vissuto per vent’anni con il cadavere del figlio Louis in casa. La donna si è giustificata dicendo: “Pensavo fosse partito, che si fosse trasferito altrove”. La donna lo aveva detto anche ad amici e parenti. I rapporti tra i due ormai si erano interrotti. La casa era in condizioni di estremo degrado: spazzatura ovunque. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La terribile scoperta”]

Quando uno dei parenti è salito al primo piano per dare un’occhiata ha trovato dietro una porta, in una stanza colma di spazzatura e ragnatele, steso su un materassino, uno scheletro vestito con jeans, calzini e camicia. Ecco quali sono state le parole di Alfred Hitchcock. L’uomo ha detto ad un poliziotto del New York Post: “ La casa era sommersa da rifiuti: come se un camion avesse scaricato chili di immondizia dentro la villetta». CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Quello che ha scoperto la Polizia”]

Nessuno aveva più notizie di Louis da più di 15 anni. Le indagini hanno confermato la versione della donna, ignara di avere in casa il cadavere del figlio. CONTINUA A LEGGERE

Sono stata alle porte del Paradiso e dell’Inferno e sono Ritornata per Gridarlo al Mondo intero!

Oggi vi parleremo dell’esperienza davvero incredibile che una signora di nome Gloria Polo ha vissuto in prima persona e che le ha permesso, secondo quanto da lei stessa affermato, di fare un tour nell’inferno e nel paradiso, un po’ come nei versi della Divina Commedia.
Ecco la sua testimonianza: vi invitiamo a leggerla con attenzione perché è ricca di particolari interessanti che potrebbero stimolare il vostro interesse soprattutto se siete persone religiose che credono in Dio. Gloria era a Bogotà (Colombia), era a Lisbona e Fatima, l’ultima settimana di Febbraio 2007, per dare la sua testimonianza. Per l’estratto in lingua originale dovreste cliccare sul sito : www.gloriapolo.com di un intervista che lei ha dato a Radio Maria in Colombia.

<<Fratelli e sorelle, è meraviglioso per me condividere con voi in questo istante, l’ineffabile grazia che mi ha dato Nostro Signore, ormai più di dieci anni fa.
Mi trovavo all’Università Nazionale della Colombia a Bogotà (nel maggio 1995). Con mio nipote, dentista come me, noi preparavamo una lezione.
Quel venerdì pomeriggio, mio marito ci accompagnò perchè noi dovevamo prendere dei libri alla Facoltà. Pioveva molto e mio nipote ed io stessa, ci riparavamo sotto un piccolo ombrello. Mio marito, coperto da un impermeabile si avvicinò alla biblioteca del Campus. Mio nipote ed io lo seguivamo, ci siamo diretti verso degli alberi per sfuggire agli scrosci d’acqua.
In quell’attimo siamo stati tutt’e due colpiti da un fulmine. Mio nipote è morto sul colpo; era giovane e nonostante la sua giovane età, si era consacrato a Nostro Signore; aveva una grande devozione per Gesù Bambino.
Portava ogni giorno la Sua Santa Immagine in un cristallo di quarzo sul suo petto. Secondo l’autopsia il fulmine era passato per l’immagine; carbonizzò il suo cuore e uscì sotto i suoi piedi.
Esteriormente non presentava alcuna traccia di bruciature.
Per quanto mi riguarda, il mio corpo fu bruciato in modo orribile, sia all’interno che all’esterno. Questo corpo che voi ora avete davanti, risanato, lo è per la grazia della misericordia divina. Il fulmine mi aveva carbonizzato, io non avevo più i seni e praticamente tutta la mia carne e una parte delle mie costo erano scomparse. Il fulmine è uscito dal mio piede destro dopo aver bruciato quasi completamente il mio stomaco, il mio fegato, i miei reni e i miei polmoni.
Io praticavo la contraccezione e portavo una spirale intra uterina in rame. Il rame essendo un eccellente conduttore d’elettricità, carbonizzò le mie ovaie. Mi trovai perciò con un arresto cardiaco, senza vita, il mio corpo aveva dei soprassalti a causa dell’elettricità che aveva ancora.
Ma questo è solamente per quello che riguarda la parte fisica di me stessa perché, quando la mia carne fu bruciata, nello stesso istante mi ritrovai in un bellissimo tunnel di luce bianca, piena di gioia e di pace; nessuna parola può descrivere la grandezza di quel momento di ferità. L’apoteosi dell’istante era immensa.
Io mi sentivo felice e piena di gioia, perché non ero più soggetta alla legge di gravità. Alla fine del tunnel, io vidi come un sole da dove proveniva una luce straordinaria. Ve la descriverei come bianca per darvene una certa idea, ma in realtà
Nessun colore di questa terra è paragonabile a questo splendore. Io ne percepivo la sorgente di tutt’amore e pace.
Nel mentre che mi elevavo, realizzai che stavo morendo. In quell’istante ho pensato ai miei figli e mi sono detta: “Oh, mio Dio, i miei figli, che penseranno di me? La mamma molto attiva che ero stata, non ha mai avuto tempo da dedicare a loro!” Mi era possibile vedere la mia vita quale era stata realmente e questo mi rattristava.
Io lasciavo la casa ogni giorno per cambiare il mondo e non ero mai stata capace di occuparmi dei miei figli.
In quell’istante di vuoto che provavo a causa dei miei figli io vidi qualcosa di magnifico: il mio corpo non faceva più parte dello spazio e del tempo. In un istante mi era possibile abbracciare con lo sguardo tutto il mondo: quello dei vivi e quello dei morti.
Ho potuto sentire i miei nonni e i miei genitori defunti. Ho potuto stringere a me tutto il mondo, era un bellissimo momento!
Capii allora di aver sbagliato credendo alla reincarnazione di cui mi ero fatta avvocato.
Io avevo l’abitudine di “vedere” dappertutto mio nonno e mio bisnonno. Ma là essi mi abbracciavano ed ero in mezzo a loro. Nel medesimo istante noi eravamo vicini a tutte le persone che io avevo conosciuto nella mia vita.
Durante questi così belli fuori dal mio corpo, io avevo perduto la nozione del tempo. Il mio modo di vedere era cambiato: (sulla terra) io distinguevo tra chi era grasso, chi era di altra razza o disgraziato, perché avevo sempre dei pregiudizi.
Fuori del mio corpo io consideravo le persone interiormente (l’anima), . Com’è bello vedere la gente interiormente (l’anima)!
Io potevo conoscere i loro pensieri e i loro sentimenti. Io li abbracciavo tutti in un istante mentre continuavo a salire sempre più in alto e piena di gioia. Capii allora che potevo godere di una vista magnifica, di n lago di una bellezza straordinaria.
Ma in quel momento, sentii la voce di mio marito che piangeva e mi chiamava singhiozzando:”Gloria, ti prego, non andartene! Gloria svegliati! Non abbandonare i ragazzi, Gloria” L’ho guardato e non solo l’ho visto ma ho sentito il suo profondo dolore.
E il Signore mi ha permesso di tornare anche se non era mio desiderio. Io provavo una si grande gioia, tanta pace e felicità! Ed ecco che discendo ormai lentamente verso il mio corpo ove io giacevo senza vita. Esso era posto su una barella, al centro medico del Campus.
Io potevo vedere i medici che mi facevano l’elettrochoc e tentavano di rianimarmi dopo l’arresto cardiaco che avevo avuto. Noi siamo rimasti lì per due ore e mezzo. Prima, questi dottori non ci potevano toccare perché i nostri corpi erano ancora troppo conduttori di elettricità; dopo quando poterono, si sforzarono di richiamarci alla vita.
Io mi posai vicino alla testa e sentii come uno choc che mi entrò violentemente all’interno del mio corpo. Questo fu doloroso perché questo faceva scintille da tutte le parti. Io mi vidi incorporato a qualcosa di così stretto. Le mie carni morte e bruciate mi facevano male. Esse sprigionavano fumo e vapore.
Ma la ferita più orribile era quella della mia vanità: Io ero una donna di mondo, un dirigente, un’ intellettuale, una studiosa schiava del suo corpo, della bellezza e della moda. Io facevo della ginnastica quattro ore al giorno, per avere un corpo snello: massaggi terapie, diete di ogni genere, etc. Questa era la mia vita, una routine che mi incatenava al culto della bellezza del corpo. Io mi dicevo: “Ho dei bei seni, tanto vale mostrarli. Non c’è nessuna ragione di nasconderli.”
Lo stesso per le mie gambe, perché io credevo di avere delle belle gambe e un bel petto! Ma in un istante, avevo visto con orrore che avevo passato la mia vita a prendere cura del mio corpo. L’amore per il mio corpo era divenuto il centro della mia esistenza.
Ora, in questo momento, non avevo più corpo, niente petto, niente se non un orribile buco. Il mio seno sinistro in particolare era sparito. Ma il peggio, era che le mie gambe non erano che piaghe aperte senza carne, completamente bruciate e carbonizzate.
Di là, mi trasportano all’ospedale ove mi dirigono d’urgenza alla sala operatoria ove cominciano a raschiare e pulire le bruciature.
Quando ero sotto anestesia, ecco che esco di nuovo dal mio corpo e che vedo ciò che i chirurghi sono in procinto di farmi.
Io ero preoccupata per le mie gambe.
Di colpo passai un momento orribile: tutta la mia vita, io non ero stata che una cattolica di “regime”: Il mio rapporto con il Signore era la Santa Messa della domenica, per non più di 25 minuti, là dove l’omelìa del sacerdote era più breve, perchè non ne potevo sopportare di più. Tale era la mia relazione con il Signore. Tutte le correnti (di pensiero) del mondo m’avevano influenzato come una banderuola.
Un giorno, quand’ero gia Dentista professionista avevo sentito un prete affermare che l’inferno come i diavoli, non esistevano. Ora questa era la sola cosa che mi tratteneva per frequentare la Chiesa. Sentendo tale affermazione, io mi dissi che saremo andati tutti in paradiso, indipendentemente da quello che noi siamo e mi allontanai completamente dal Signore.
Le mie conversazioni divennero malsane perché non potevo più reprimere il peccato. Io cominciai a dire a tutti che il diavolo non esisteva e che quella era una invenzione dei preti, che c’era della manipolazione…
Quando uscivo con i miei colleghi dell’università, dicevo loro che Dio non esisteva e che noi eravamo un prodotto dell’evoluzione. Ma in quell’istante, là, nella sala operatoria, io ero veramente terrificata vedevo dei diavoli venire verso di me perché io ero la loro preda. Dai muri della sala operatoria io vidi spuntare molta gente.
All’inizio, sembravano normali, ma in seguito essi avevano dei visi pieni di odio, detestabili. In quel momento, per una certa perspicacia che mi fu data, capii che io appartavo a ciascuno di loro.
Io compresi che il peccato non era senza conseguenze e che la menzogna più infame del demonio, era quella di far credere che egli non esisteva.
Io li vedevo tutti venire a cercarmi, immaginate il mio spavento! Il mio spirito intellettuale e scientifico non mi era di nessun aiuto. Io volevo ritornare nel mio corpo , ma quello non mi lasciava entrare. Io corsi allora verso l’esterno della stanza, sperando di nascondermi da qualche parte tra i corridoi dell’ospedale ma di fatto finii di saltare nel vuoto.
Io cadevo in un tunnel ce mi aspirava verso il basso. All’inizio c’era della luce e questo assomigliava a un alveare d’api. C’era moltissima gente. Ma presto cominciai a discendere passando per dei tunnels completamente oscuri.
Non c’è alcun paragone tra l’oscurità di quel luogo e la più totale oscurità della terra quando non potrebbe comparire la luce delle stelle. Questa oscurità suscita sofferenza, orrore e vergogna. L’odore era pestilenziale.
Quando infine finii di discendere questi tunnels, io atterrai su una piattaforma. Io che avevo l’abitudine di dichiarare che avevo una volontà d’acciaio e che nulla era troppo per me… là, la mia volontà non serviva a niente, io non riuscivo affatto a risalire.
A un certo punto, io vidi aprirsi al suolo come un gigantesco baratro e vidi un immenso abisso senza fondo. La cosa più orribile di questo buco spalancato era che vi si percepiva l’assenza assoluta dell’amore di Dio e questo, senza la minima speranza.
Il precipizio mi aspirava ed io ero terrificata. Sapevo che se andavo là dentro, la mia anima ne moriva. Io ero trascinata verso questo orrore, qualcuno m’aveva preso per i piedi. Il mio corpo entrava ormai in questo buco e fu un momento di estrema sofferenza e di spavento.
Il mio ateismo mi abbandonò e cominciai a gridare verso le anime del Purgatorio per avere dell’aiuto.
Mentre urlavo, sentivo un dolore fortissimo perché mi fu dato di capire che migliaia e migliaia di esseri umani si trovavano là, soprattutto dei giovani.
E’ con terrore che sento stridore di denti, grida orribili, e dei gemiti che mi scuotevano nel più profondo del mio essere.
Mi sono stati necessari degli anni prima di rimettermi perché ogni volta che mi ricordavo di questi istanti, piangevo pensando alle loro terribili sofferenze. Compresi che è là che vanno le anime dei suicidi, che in un attimo di disperazione, si ritrovano in mezzo a questi orrori. Ma il tormento più indicibile, era l’assenza di Dio. Non si poteva percepire Dio.
In quei tormenti, mi sono messa a gridare:”Chi ha potuto commettere un errore simile?
Io sono quasi una santa: non ho mai rubato, non ho mai ucciso, ho dato da mangiare ai poveri, ho fatto cure dentarie gratuite a che ne necessitava; che ci faccio qui? Io andavo alla Messa la domenica… io ho mai mancato alla messa domenicale non più di cinque volte nella mia vita! Allora perché sono qui? Io sono cattolica, vi prego, sono cattolica, fatemi uscire di qui!”
Mentre gridavo che ero cattolica scorsi un debole bagliore. E io vi posso assicurare che in quel posto la più piccola luce era il più bello dei doni. Io vidi dei gradini al di sopra del precipizio e ho riconosciuto mio padre, deceduto cinque anni prima.
Molto vicina e quattro gradini più in alto, stava mia madre in preghiera, illuminata di più dalla luce.
Il vederli, mi riempì di gioia e dissi loro: ”Papà, Mamma, fatemi uscire! Vi supplico, fatemi uscire!
Quando si chinarono verso l’abisso. Voi dovreste vedere il loro immenso dispiacere.
Il quel posto, voi potete percepire i sentimenti degli altri e sentire le loro pene. Mio padre si mise a piangere tenendo la testa tra le sue mani:”Figlia mia, figlia mia!” diceva. Mamma pregava e capii che essi non mi potevano far uscire di là, la mia pena si accrebbe della loro perché essi condividevano la mia.
Così, io mi misi a gridare di nuovo: “Vi supplico, fatemi uscire di qui! Io sono cattolica! Chi ha potuto commettere un tale errore? Vi supplico, fatemi uscire di qui!
Questa volta, una voce si fece sentire, una voce così dolce che fece tremare la mia anima. Tutto allora fu inondato d’amore e di pace e tutte queste tetre creature che mi circondavano scapparono perché esse non possono stare di fronte all’Amore. Questa voce preziosa mi dice: ”Benissimo, poiché tu sei cattolica, dimmi quali sono i comandamenti di Dio.”
Ecco una mossa sbagliata da parte mia. Sapevo che aveva dieci comandamenti, punto e nient’altro. Che fare? Mamma mi parlava sempre del primo comandamento d’amore: non avevo che da ripetere ciò che lei mi diceva. Pensai di improvvisare e nascondere così la mia ignoranza degli altri (comandamenti). Io credevo di potermela cavare, come sulla terra dove trovavo sempre una buona scusa; e mi giustificai difendendomi per mascherare la mia ignoranza.
Dissi: “Amerai il Signore, tuo Dio al di sopra di tutto ed il prossimo come te stesso”. Sentii allora: “Benissimo, li hai tu amati?” I risposi. “Sì li ho amati, li ho amati, li ho amati!”
E mi fu risposto: “No. Tu non hai amato il Signore tuo Dio al di sopra di tutto e ancora meno il tuo prossimo come te stessa. Tu ti sei creata un dio che tu adattavi alla tua vita e tu te ne servivi solamente nel caso di urgente bisogno.
Tu ti prosternavi davanti a lui quando eri povera, quando la tua famiglia era umile e quando desideravi andare all’università. In quei momenti, tu pregavi sovente e ti inginocchiavi per delle ore per supplicare il tuo dio di farti uscire dalla miseria; perché ti accordasse il diploma che ti permetteva di diventare qualcuno. Ogni volta che tu avevi bisogno di soldi tu recitavi il rosario. Ecco la tua relazione con il Signore”.
Sì, devo riconoscere che prendevo il rosario e aspettavo del denaro in cambio, tale era la mia relazione con il Signore.
Mi fu dato da vedere subito il diploma preso e la notorietà ottenuta, non ebbi mai il minimo sentimento d’amore per il Signore. Essere riconoscente, no, mai!
Quando aprivo gli occhi al mattino, io non avevo mai un grazie per il giorno nuovo che il Signore mi dava da vivere, non Lo ringraziavo mai per la mia salute, per la vita dei miei figli, per tutto ciò che mi aveva donato.
Era l’ingratitudine più totale. Io non avevo compassione per i bisognosi. In pratica, tu collocavi il Signore così in basso che avevi più confidenza con i responsi di Mercurio e di Venere.
Tu eri accecata dall’Astrologia, proclamando che le stelle dirigevano la tua vita!
Tu vagabondavi verso tutte le dottrine del mondo, Tu credevi che saresti morta per rinascere ancora! E tu hai dimenticato la misericordia. Tu ti sei dimenticata che sei stata riscattata dal Sangue di Dio. Ora mi mette alla prova con i dieci comandamenti. Ora mi dimostra che pretendevo di amare Dio ma che in realtà, era satana che io amavo.
Così, un giorno, una donna era entrata nel mio studio dentistico per offrirmi i suoi servizi di magìa ed io le avevo detto: “Non ci credo, ma lasciate questo portafortuna qui nel caso che funzioni”. Io avevo messo in un angolo, un ferro da cavallo ed un cactus, tenuti per allontanare le energie cattive.
Come tutto questo era vergognoso! Questo fu un esame della mia vita a partire dai dieci comandamenti. Mi fu mostrato quel che era stato il mio comportamento faccia a faccia col mio prossimo. Mi fu fatto vedere come io pretendessi di amare Dio mentre avevo l’abitudine di criticare tutti, di puntare il dito su ciascuno, io la santissima Gloria! Mi si mostrò come ero invidiosa ed ingrata! Io non avevo mai provato riconoscenza verso i miei genitori che mi avevano dato il loro amore ed avevano fatto tanti sacrifici per educarmi e mandarmi all’Università. Dall’ottenimento del diploma, essi divennero anche miei inferiori; aveva anche vergogna di mia madre a causa della sua povertà, della sua semplicità e della sua umiltà.
Per quanto concerne il mio comportamento come moglie,mi fu mostrato che mi lamentavo sempre, dalla mattina alla sera. Se mio marito mi diceva: “Buongiorno”, io replicavo: “Perché questo giorno sia buono quando fuori piove”. Mi lamentavo anche continuamente dei miei figli: Mi fu mostrato che non avevo mai amato né avuto compassione per i miei fratelli e sorelle della terra.
E il Signore mi dice: “Tu non hai mai avuto considerazione per i malati nella loro solitudine, tu non hai mai tenuto loro compagnia. Tu non hai mai avuto compassione degli orfani, di tutti questi bambini infelici”. Io avevo un cuore di pietra dentro un guscio di noce. Su questa prova dei dieci comandamenti, io non avevo una mezza risposta corretta.
Era terribile, devastante! Io ero completamente sconvolta. E mi dicevo: “Almeno on mi potrà rimproverare di avere ucciso qualcuno! Per esempio, compravo delle provviste per i bisognosi; questo non era per amore, piuttosto per apparire generosa, e per il piacere che avevo di manipolare quelli che erano nel bisogno. Dicevo loro: “Prendete queste provviste e andate al mio posto alla riunione dei genitori e dei professori perché io non ho il tempo di parteciparvi”.
Inoltre, amavo essere circondata da persone che mi incensavano. Mi ero fatta una certa immagine di me stessa.
Il tuo dio era il denaro, mi ha ancora detto. Tu sei stata condannata a causa del denaro. E’ per questa ragione che sei sprofondata nell’abisso e che tu ti sei allontanata dal Signore.
Noi eravamo stati effettivamente ricchi, ma alla fine eravamo diventati insolvibili, senza un soldo e peni di debiti. Per tutta risposta, gridai: “ Che denaro? Sulla terra, noi abbiamo lasciato un sacco di debiti!”
Quando venni ad un secondo comandamento, io vidi con tristezza che nella mia infanzia, avevo presto capito che la menzogna era un eccellente mezzo per evitare le severe punizioni di mamma.
Io cominciai mano nella mano con il padre della menzogna (satana) e divenni bugiarda. I miei peccati aumentavano come le mie menzogne. Io avevo osservato come mamma rispettava il Signore ed il Suo Nome Santissimo. I vi trovai un’arma per me e mi misi a bestemmiare il Suo Nome. Dicevo: Mamma, io giuro su Dio che…”. E così evitavo le punizioni. Immaginate le mie menzogne , implicando il Nome Santissimo del Signore…
E notate, fratelli e sorelle che le parole non sono mai vane perché quando mia madre non mi credeva, avevo preso l’abitudine di dirle: “ Mamma, se io mento, che un fulmine mi colpisca qui e subito”. Se le parole sono volate via con il tempo, si riscontra che il fulmine mi ha bella e ben colpito; mi ha carbonizzato ed è grazie alla misericordia divina che io ora sono qui.
Mi fu mostrato come, io che mi dichiaravo cattolica, non rispettassi nessuna delle mie promesse e come utilizzavo futilmente il nome di Dio.
Io fui sorpresa di vedere che alla presenza del Signore, tutte queste orribili creature che mi circondavano, si prosternavano in adorazione. Io vidi la Vergine Maria ai piedi del Signore che pregava ed intercedeva per me.>>
Sono parole forti, un racconto che colpisce il cuore e l’anima.CONTINUA A LEGGERE
Fonte: Laluce di Maria

Una signora dal medico..

Avete mai sentito parlare della signora che va dal medico e… una storia davvero incredibile che merita di essere letta.
“Una signora si reca dal medico, pregandolo di risolvere il grosso problema del marito: “Dottore, sono disperata! Ogni volta che io e mio marito usciamo abbiamo un problema: lui ce l’ha talmente lungo che tocca per terra! La scongiuro, faccia qualcosa per noi!”.

“Signora, possiamo soltanto intervenire chirurgicamente per poterlo accorciare”
Lei, ancora più disperata: “Mah, dottore, non potete allungargli le gambe?!”
FONTE: Blog.Pianetadonna.

Sono stata soccorsa nella notte da uno strano uomo. Quello che ha fatto mi ha sbalordita!

Renato quasi non aveva visto la signora dentro la vettura ferma al lato della carreggiata. Pioveva forte ed era buio, ma si rese conto che la donna aveva bisogno di aiuto. Così fermò la sua macchina e si avvicinò. L’auto della signora odorava ancora di nuovo. Forse lei pensava che poteva essere un assalitore (non ispirava fiducia quell’uomo, sembrava povero e affamato).
Renato percepiva che la signora aveva molta paura e le disse: “Sono qui per aiutarla, signora, non si preoccupi.
Perchè non aspetta nella mia auto dove fa un po’ più caldo? A proposito, il mio nome è Renato”… La signora aveva bucato una ruota e oltretutto era di età avanzata. Mentre la pioggia cadeva a dirotto, Renato si chinò, collocò il cric e alzò la macchina… quindi cambiò la gomma, sporcandosi non poco.
Mentre stringeva i dadi della ruota, la donna aprì la portiera e cominciò a conversare con lui. Gli raccontò che non era del posto, che era solo di passaggio e che non sapeva come ringraziarlo per il prezioso aiuto. Renato sorrise mentre terminava il lavoro. La donna gli domandò quanto gli doveva.
Già aveva immaginato tutte le cose terribili che sarebbero potute accaderle se Renato non si fosse fermato per soccorrerla. Ma Renato non pensava al denaro, gli piaceva aiutare le persone… Questo era il suo modo di vivere.
E rispose: “Se realmente desidera pagarmi, la prossima volta che incontra qualcuno in difficoltà, si ricordi di me e dia a quella persona l’aiuto di cui ha bisogno”… Alcuni chilometri dopo la signora si fermò in un piccolo ristorante, la cameriera arrivò e le porse un asciugamano pulito per farle asciugare i capelli rivolgendole un dolce sorriso. La donna notò che la cameriera era circa all’ottavo mese di gravidanza, ma dal suo sguardo si poteva intravedere che la tensione e il dolore non le impedivano di avere il suo grazioso atteggiamento e fu sorpresa nel constatare come qualcuno che ha così poco, possa trattare tanto bene un estraneo. Allora si ricordò di Renato. Dopo aver terminato la sua cena, mentre la cameriera si allontanò ad un altro tavolo, la signora uscì dal ristorante.
La cameriera ritornò, curiosa di sapere dove la signora fosse andata, quando notò qualcosa scritto sul tovagliolo, sopra al quale aveva lasciato una somma considerevole. Le caddero le lacrime dagli occhi leggendo ciò che la signora aveva scritto. Diceva: “Tieni pure il resto… Qualcuno mi ha aiutato oggi e alla stessa maniera io sto aiutando te. Se tu realmente desideri restituirmi questo denaro, non lasciare che questo circolo d’amore termini con te, aiuta qualcuno”.
Quella notte, rincasando stanca, si avvicinò al letto, suo marito già stava dormendo e rimase a pensare al denaro e a quello che la signora aveva scritto. Quella signora come poteva sapere della necessità che suo marito e lei avevano di quel denaro: con il bebè che stava per nascere, tutto sarebbe diventato più difficile…
Pensando alla benedizione che aveva ricevuto, fece un grande sorriso.
Ringraziò Dio e si voltò verso il suo preoccupato marito che dormiva al suo lato, lo sfiorò con un leggero bacio e gli sussurrò: “Andrà tutto bene… Ti amo… Renato!”. ♥

“Signora, abbandoni la sua casa: ci sarà un terremoto”, ma è una truffa, l’allarme della Protezione Civile

La Protezione Civile di Concorezzo è dovuta scendere in campo per smentire i finti avvisi recapitati via telefono agli ignari cittadini da sedicenti volontari, che invitano a lasciare le proprie case in vista di un imminente terremoto.
Ecco il messaggio della polizia che mette in allerta i cittadini: “Volevamo informare i cittadini che ci sono persone che si spacciano per volontari di protezione civile o simili che telefonano nelle case dicendo che tra quattro giorni ci sarà un terremoto e che quindi devono evacuare le proprie abitazioni. I terremoti non si possono prevedere e nessuno della protezione civile telefona nelle abitazioni per avvertire personalmente di abbandonare le case. Un’eventuale evacuazione di massa deve essere gestita tramite interfono o quanto previsto dal piano di emergenza comunale”.
Secondo gli esperti non si tratta solo di uno scherzo di cattivo gusto quanto piuttosto di una truffa per indurre i cittadini, soprattutto gli anziani soli, a lasciare incustoditi case e beni.
“Invitiamo i cittadini che ricevono queste chiamate a recuperare il numero di telefono del chiamante e di avvertire le autorità competenti al 112” .

Un uomo in treno è seduto di fronte a una bella signora…

Un uomo è in treno seduto di fronte a una bella signora. A un certo punto il signore dice alla signora:
– Senta… lei verrebbe a letto con me per cento euro?
E la donna: – Ma come si permette? Certo che no!
– E per duecento?
– Le ho detto di no!
– E se le offrissi mille euro?
– Beh… per mille euro… sì…
– E se gliene dessi cinquanta?
A questo punto la signora si arrabbia e dice: – Ma con chi crede di avere a che fare? Con una prostituta?!?
– Beh… quello lo abbiamo già stabilito. Ora stiamo trattando sul prezzo!