Allergie, la scoperta è davvero sconcertante: sarà sempre peggio?

La quantità di pollini nell’aria è aumentata del 46% rispetto agli anni ’90. È uno dei dati al centro del congresso della Società italiana di allergia e immunologia pediatrica, in corso a Firenze. Questo perché, come spiegano gli esperti, il riscaldamento globale faciliterebbe l’incremento di alcune specie di piante allergeniche anche in zone in cui prima non esistevano. “Il cambiamento climatico ha fatto allungare di circa 10 giorni la durata media della stagione di fioritura dei pollini… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Rispetto a 40 anni fa l’inizio della pollinazione per molte specie polliniche come la betulla, le graminacee, la parietaria è anticipata di circa un mese”, spiega Salvatore Tripodi, direttore UOC Pediatria e Allergologia Pediatrica dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. I sintomi dell’allergia possono essere accentuati anche dagli effetti delle polveri sottili e degli agenti inquinanti presenti nell’ambiente: “È stato infatti… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Le polveri sottili”]

documentato che per ogni 50 ppb in più di ozono e ogni 5 mcg/m3 in più di polveri sottili da traffico urbano, i sintomi asmatici e il consumo di farmaci antiasmatici aumentano dal 10 per cento al 30 per cento. Inoltre livelli di ozono oltre 10 ppb e/o delle polveri sottili (PM 2.5) oltre 10 mcg/m3 portano ad un aumento, di circa il 20 per cento, degli individui con allergia respiratoria”.