Il bambino che vedete in foto ha una storia molto particolare. Questo angioletto vive insieme ai suoi genitori a West Palm Beach. Quando i suoi genitori sapere di essere in attesa di lui, erano veramente molto felici. Pochi mesi dopo la sua nascita, però, la madre comincia a preoccuparsi: Kaden, non si sviluppa come i suoi coetanei. Poi scoprono la sconvolgente verità. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La malattia del bambino”]
Kaden soffre di atrofia muscolare spinale, di tipo 2. Purtroppo non sarà mai in grado di camminare da solo e già ora riesce a sedersi con grande difficoltà in una posizione verticale. Non sarà mai indipendente. Non invecchierà. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”La battaglia di Kaden”]

Kaden non si arrende, cerca di imparare a fare tutto quello che le sue possibilità fisiche gli consentono. Ha imparato a sedersi, a sollevare le braccia, e può finalmente utilizzare una sedia a rotelle manuale. Katie è molto orgogliosa del suo piccolo combattente. Spesso lo accompagna all’acquario o al museo della scienza. Un giorno, Kaden sta giocando come può presso un dispositivo con palle colorate che transitano per vari percorsi. Katie rimane a una certa distanza e lascia il bimbo libero di scoprire da solo quel gioco. A un certo punto arriva un bambino un poco più grande di Kaden e fa qualcosa che commuove profondamente Katie, al punto da farle scattare una foto sul suo profilo Facebook e scrive: CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”Il messaggio al bambino incontrato nel museo”]

“Al bambino incontrato al museo della scienza: non so chi sei, ma ti ringrazio per essere stato così straordinario. Hai lasciato che mio figlio giocasse e prendesse contatto con te. Lo hai aiutato a raccogliere la pallina da terra quando hai visto che non ci riusciva da solo. Non hai chiesto cosa ci fosse in lui di sbagliato, né perché non poteva farlo da sè, tu hai solo visto. Kaden è molto simile a te, è molto curioso e straordinariamente intelligente. Vuole sapere come funziona tutto. Grazie per averlo aiutato a spingere la leva quando ti sei accorto che era troppo debole per farlo da solo. Probabilmente non leggerai mai questo post ma sappi che, semplicemente con l’essere stato te stesso, hai fatto di questo mondo un posto migliore. Vorrei dire ai suoi genitori che figlio incredibilmente empatico hanno, tratta tutti alla stessa maniera”, dice Katie. CONTINUA A LEGGERE