Tra i sacramenti più importanti della religione cattolica, c’è sicuramente quello della Confessione. Confidare al sacerdote i propri peccati è la via per riconciliarsi con Dio. A tal proposito, come riporta il sito Lalucedimaria.it, Monsignor Mario Delpini ha proposto su “Milano Sette” (inserto di Avvenire) un decalogo di errori da evitare in occasione della confessione. Ecco cosa rende inutile confessarsi:
- confessare i peccati degli altri
- elencare come fosse una lista della spesa i peccati commessi, con il solo pensiero di arrivare a fine confessione e magari salutando con un sospiro di sollievo, come fosse tutto concluso, il sacerdote
- giustificarsi dei propri peccati: è fondamentale pentirsi
PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Non confessare i peccati più gravi”]
- non confessare i peccati più gravi per il timore infondato di non essere assolti
- esordire dicendo che non si ha nulla da confessare
- confessarsi perché invitati dai genitori, dai parenti ecc.
- parlare del più o del meno con il sacerdote confessore
PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Confessarsi solo per farlo ogni tanto”]
- approfittare della presenze di un confessore per confessarsi
- confessarsi perché si ritiene giusto farlo ogni tanto
- confessarsi per “giustificare” la presenza del confessore
Un principio basilare, invece, rende utile la confessione: pentirsi dei propri peccati e proporsi di vivere meglio, più cristianamente.