PANICO IN QUESTE ORE IN CASA BERLUSCONI, COSA STA SUCCEDENDO

Sono ore a dir poco frenetiche quelle che sta vivendo ultimamente la famiglia Berlusconi. L’ex cavaliere Silvio non deve solo far fronte alla discussa cessione del Milan, si sta parlando parecchio anche…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”L’arrivo dei francesi”]

…del superamento della soglia del 15% da parte dei francesi di Vivendi, giunti al 20% per quel che riguarda la quota di Mediaset. In precedenza i transalpini avevano fatto riferimento a poco più…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Atteggiamento ostile”]

…del 12%. La società guidata da Vincent Bollorè sta aumentando progressivamente la scalata al Biscione, un atteggiamento definito addirittura “ostile” dalla stessa famiglia Berlusconi. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Rialzo in borsa”]

Il gruppo televisivo ha comunque fatto registrare il maggior rialzo in Borsa degli ultimi venti anni, mettendo a segno un rally di quasi 32 punti percentuali e raggiungendo quota 3,58 euro.

ULTIM’ORA – TERREMOTO, PANICO A ROMA: ECCO COSA STA ACCADENDO A PIAZZA SAN PIETRO

schermata-2016-11-02-alle-18-33-53Le scosse di terremoto che stanno avendo come epicentro da alcuni giorni diversi paesi di Umbria e Marche non fanno stare tranquilli neanche i romani. Domenica la Capitale si è svegliata con grande apprensione e…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”I danni a una colonna”]

…ora si è scoperto che ci sono dei danni a due passi da Piazza San Pietro. La Polizia Locale di Roma Capitale ha deciso di transennare un tratto di Via della Conciliazione, la strada che porta alla Basilica a…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Gli effetti del terremoto”]

…causa di alcune verifiche da fare su una colonna che potrebbe essere stata rovinata dal sisma. Entrambe le corsie laterali della via sono state chiuse al traffico veicolare e pedonale per…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Problemi alle Mura Aureliane”]

…motivi precauzionali. Ci sono problemi anche a un’altra parte importante della Città Eterna, quella delle Mura Aureliane. In effetti, è stata scoperta una crepa nel tratto fra Porta San Sebastiano e…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE [nextpage title=”Le altre chiusure a Roma”]

…Porta Latina. Tra le altre chiusure successive al terremoto del 30 ottobre vanno ricordate quella di Ponte Mazzini e l’accesso alla Tangenziale Est.

Napoli, terrore al Centro direzionale folle tenta una strage. Ecco cosa sta accadendo

Un incubo quello che hanno dovuto vivere le persone che si trovavano al Centro Direzione di Napoli, dove alle 7.15 un cittadino straniero ha aggredito e sottratto violenza la pistola a guardia giurata. L’episodio, avvenuto nei pressi dell’isola E, ha visto come protagonista un…

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uomo di colore, che dopo essersi impossessato della pistola ha iniziato a girovagare per il Centro Direzionale con l’arma in pugno.  Ha tentato di seminare il panico tra le poche persone presenti a quell’ora della giornata, le quali in preda al panico si sono riparate presso i bar e gli uffici appena aperti. Fortunatamente l’arma non aveva il colpo in canna e l’uomo non è riuscito a sparare.  Le forze dell’ordine sono…

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[nextpage title=”L’intervento”]

state subito allertate e intervenute nel giro di una decina di minuti: arrivati sul posto gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale, diretti dal primo dirigente Michele Spina, hanno bloccato e arrestato l’uomo.La guardia giurata che aveva subito precedentemente l’aggressione ha riportato delle ferite ed è stata soccorsa dall’intervento di un ambulanza . Adesso l’obiettivo è capire se si sia trattato di un folle o di un lucido gesto di compiere una strage.

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Attacchi di panico: una lettera struggente di una persona che ne ha sofferto per 12 anni

Chi non ha mai avuto un attacco di panico non sa di cosa si tratta nello specifico. Leggendo questa struggente lettera potrete rendervi conto della sua gravità:
“La paura della paura, le ossessioni perché se la porta si chiude resto intrappolato, il terrore di uscire a cena, la paura di un concerto, i percorsi alternativi che studi per non prendere la metropolitana per andare al lavoro, cercare le uscite di sicurezza…”
La nostra sezione Benessere si è spesso occupata di attacchi di panico trattandosi di una disturbo massivamente diffuso nella società contemporanea che interessa molti lettori. Riceviamo spesso commenti e richieste di informazioni più approfondite sull’argomento. La vigilia di Natale, però, ho ricevuto una mail di una nostra lettrice che racconta in maniera davvero struggente cosa significhi convivere con questo tipo di disturbo, quello che può arrivare a “prendersi” e l’inferno che ne deriva. La parte più importante del suo scritto, però, è nel finale in cui viene dimostrato come sia possibile uscire da questo tunnel superando i retaggi legati a vergogna e alle cure farmacologiche che spesso, a causa di pressapochismo informativo e profonda ignoranza, vengono stupidamente demonizzate. Abbiamo quindi deciso di pubblicare questa testimonianza, su richiesta di chi l’ha scritta e rigorosamente in forma anonima, per dimostrare che il dolore privato spesso è un dolore comune a molti dal cui giogo è possibile liberarsi.
“Ho letto i vostri articoli sugli attacchi di panico (in particolare questo:Attacchi di panico come aiutare, 5 cose che dovete ricordarvi di dire a chi amate e che ne soffre) e ho provato un senso di sollievo. Sono una donna separata di 42 anni che soffre di questo male da 12 anni. Il senso di legittimazione che mi ha dato leggere tutti quei commenti di persone sconosciute che parlavano precisamente di quello che io provo ogni giorno, chiusa nella vergogna e nella solitudine di comunicarlo, mi ha fatto riflettere. Io non ho mai accettato di soffrire di una cosa tanto difficile da spiegare, in parte mi aspettavo che dicendolo a qualcuno non avrebbe capito. Per una volta nella vita, anche se in forma anonima, vorrei invece liberarmi e condividere con il mondo intero, protetta dall’anonimato, quello che una persona che soffre di attacchi di panico prova. Magari qualcuno troverà conforto nel riconoscersi, si sentirà meno solo e più “normale”. Altri, forse, che hanno persone che amano a fianco che ne soffrono potranno sforzarsi di capire quello che a loro pare indecifrabile.
La prima cosa che odio del panico è che è invisibile: un occhio pesto, un’allergia, persino un singhiozzo li puoi vedere ma il panico ti si agita dentro e ti fa scoppiare le bombe nel corpo senza dare alcun segnale esterno. Questo ti fa pensare che sei pazzo, perché è tutto nella tua testa, perché fuori non c’è niente, perché gli altri sono tranquilli. Questo fa anche credere agli stupidi, agli ignoranti, agli insensibili che tu finga. Come se ti piacesse il ruolo della malata.
Il panico ti lega a lui, ti sposa, ti entra sottopelle e non sparisce all’esaurirsi di un attacco. Nel frattempo resta l’ansia, iniziano i meccanismi perversi: la paura della paura, le ossessioni perché se la porta si chiude resto intrappolato, il terrore di uscire a cena, la paura di un concerto, i percorsi alternativi che studi per non prendere la metropolitana per andare al lavoro. La macchina che di colpo hai paura di guidare e il senso di umiliazione profonda che deriva dalla coscienza di essere diventato dipendente dagli altri. Da solo è impensabile, fa troppa paura. Se succede mentre guido? Se sbando e vado fuoristrada? Se succede in autostrada? I posti a teatro sempre vicini all’uscita di sicurezza, le scuse che ci si inventa per evitare un aperitivo, il terrore dei luoghi affollati e che manchi l’aria, la paura che venga un infarto mentre cammino. E’ come se si potesse avere una sorta di visione della morte senza morire davvero. L’ansia ti cambia, ti umilia, ti mette all’angolo, si mangia la tua personalità, si divora la tua vita. Tu non decidi più nulla, semplicemente vivi in punta di piedi per non svegliarla. E’ l’esperienza assoluta: nascere e morire insieme.
E poi la nascondi, te ne vergogni. Diventi bravissimo a mentire, a inventare le scuse migliori e più credibili per abbandonare una cena, una riunione, una festa. Non ti muovi senza un piano di emergenza per la fuga. Ho sbagliato, mi sono nascosta e mi sono vergognata a lungo. Mi sono colpevolizzata perché nonostante gli sforzi non passava, mi impegnavo ma non passava. L’anno scorso un’amica carissima, che ha capito senza che io le dicessi nulla, mi ha letteralmente trascinata da uno psichiatra. Già dalla prima seduta ho capito quanto tempo avessi perso: lui traduceva i miei sintomi e miei disagi come fossero la cosa più normale e più diffusa del mondo. Mi ha anche detto sorridendo che si tratta di una delle patologie più diffuse in assoluto e che quindi di cure ce ne sono davvero parecchie. Lo psichiatra mi ha detto che prima si cura l’urgenza, ovvero si fa rientrare l’attacco farmacologicamente e poi, quando sono serena, si lavora anche a livello terapico. Così abbiamo fatto. Mese dopo mese ho iniziato a smettere di soffrire, gli attacchi sono spariti anche se l’ansia generalizzata è rimasta. In 12 anni non avevo mai avuto una tregua di 10 mesi, ora facciamo anche terapia. Ho paura a dirlo, perché mi sembra troppo bello per poterci credere davvero, ma inizio a credere, per come stanno andando le cose, che curarsi e uscirne sia possibile. L’unica cosa che non è possibile è dimenticarli: non si torna mai più gli stessi dopo averne sofferto.
Grazie se pubblicherete questa lettera che spero di cuore possa servire ai tanti che conoscono questo dramma.”