Attila e Charlotte Szakacs hanno visto morire la loro piccola Evlyn a sole quattro settimane di vita: per la piccola è stata fatale la traslocazione cromosomica sbilanciata con cui era nata. Una malattia che le aveva provocato un ritardo nello sviluppo del cervello, dei polmoni e delle narici, oltre a un restringimento dell’aorta. Davanti a questa situazione pressoché irrecuperabile, i genitori hanno deciso di interrompere le cure… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La dura scelta dei genitori”]
una scelta durissima, come ammesso dalla madre ai microfoni del Sun. Dopo che il cuore della piccola aveva smesso di battere, la coppia ha però deciso di portarlo fuori già morta e tenerla con sé per 16 giorni. Negli ultimi quattro, hanno tenuto la loro piccola a casa, dentro una culla refrigerata offerta dalla clinica dov’era ricoverata… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”La bambina con loro per 16 giorni”]
“Non mi sono mai sentita realmente madre. La piccola è cresciuta con le infermiere, non con me. L’unica differenza è che ora non sono più incinta”, racconta Charlotte. Che ha deciso di pubblicare sui social le foto che la ritraggono insieme alla sua bambina ormai defunta. Questo per lanciare il messaggio di non trascurare il tempo a disposizione con i propri figli. Insieme ad Attila, si è offerta di prestare sostegno alle coppie nelle loro condizioni e stanno sollecitando le autorità affinché permettano ai genitori di tenere con sé i propri bambini morti fino al funerale.