LA FRANCIA SAPEVA DA 3 GIORNI DEL CAMION: L’ALLARME FU IGNORATO

Se fosse confermata, la notizia renderebbe ancora più sconcertante ciò che è accaduto nella notte a Nizza. Una tragedia di proporzioni gigantesche ad opera, come oramai purtroppo ci siamo abituati, dello stato islamico, per tutti l’ISIS. Secondo quello che rivela il Corriere della Sera, però, forse si sarebbe potuto evitare, perché…

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per il prestigioso quotidiano gli 007 francesi erano venuti a conoscenza già 3 giorni fa del piano dell’Isis di colpire con una sorta di camion bomba la popolazione occidentale. Il portavoce dell’Isis Al Adnani aveva riportato alla ribalta una vecchia teoria quaedista: “Se non hai un fucile, usa quello che trovi. Magari anche la tua auto, lanciata a tutta velocità sulla folla”. A Nizza..

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è andata esattamente così. Con un metodo che permette agilmente di sfuggire ai controlli, ma che riesce comunque a seminare panico e sangue. Chiaro che sarebbe stato comunque difficile prevedere e arginare una follia del genere, ma insomma resta qualche perplessità sulla considerazione che i servizi segreti francesi hanno dato all’allarme.

Italiani obbligati a giustificare i soldi che prelevano dal bancomat

Ormai il governo Renzi non sa più cosa inventarsi per controllare le tasche degli italiani in modo sempre più invasivo. Questa volta la proposta è quella di fare una legge che imputi agli italiani di giustificare ogni minima spesa. Ogni volta che prelevano dal conto corrente devono indicare una causale, una giustificazione. Insomma, bisogna indicare a cosa ci servono quei soldi. Chi non sarà in grado di giustificare in modo concreto, con prove come scontrini, fatture, le proprie spese sarà sanzionato. È un decreto che mira a restringere il campo dell’evasione fiscale. Ma in questo modo non si lede la privacy?

Ecco un video che vi mostrerà cosa pensa Daniele Pecci esponente del Movimento Cinque Stelle. La sua reazione è fortemente indignata come quella di molti italiani che sicuramente la pensano come lui.CONTINUA A LEGGERE

Al via l’Anagrafe nazionale Nasce il “Cittadino digitale”

A quanto pare in 27 grandi comuni italiani sarà estesa entro il 2016 la nuova anagrade digitale vera e propria rivoluzione sul fronde della gestione dei dati personali. Si arriverà all’unificazione delle verie banche dati locali realizzando un archivio unico per tutta la penisola in cui sarà inserito anche l’innovativo concetto di domicilio digitale.
Tutte le comunicazioni relative alla vita dei cittadini sanno così archiviate in un unico sistema che gestirà su scala centrale i dati di tutto il territorio. I vantaggi saranno tantissimi. I tempo saranno più rapidi circa la richiesta di documentazione specifica. Saranno più veloci i cambi di residenza e tanto altro ancora.

Aumenta l’Iva: batosta del 791 euro a famiglia

Potrebbe scattare un gravoso aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia alla legge di stabilità, famiglie e consumi. Tutti gli italiani subiranno una vera e propria batosta. Secondo i calcoli del Codacons nel 2018, solo per costi diretti, la stangata complessiva sarà pari a 791 euro a famiglia, 250 euro solo nel 2016.

Come ricorda l’associazione dei consumatori le clausole di salvaguardia della legge finanziaria 2015 del governo Renzi (finanziata in deficit per 11 mld) prevedono l’aumento delle aliquote dal 10 al 13% e dal 22 al 25,5%, aumenti spalmati tra il 2016 e il 2018.

Tutto ciò:

“si tradurrebbe in un maxi-esborso per le famiglie italiane, con danni enormi per l’economia nazionale. Alla stangata per gli effetti diretti da 791 euro a famiglia, occorre aggiungere gli effetti indiretti derivanti dalla maggiore Iva, con rincari a cascata in tutti i settori. Ciò determinerebbe inoltre una ulteriore riduzione dei consumi, già in picchiata negli ultimi anni, stimabile in un -2% solo per effetto delle nuove aliquote”.

Inoltre se le clausole di salvaguardia troveranno applicazione, l’Italia salirebbe sul secondo gradino del podio tra i paesi del vecchio continente, diventando il paese europeo con l’Iva più alta, superando Svezia e Danimarca, dove l’aliquota è del 25%, e dietro solo all’Ungheria (27%). Proprio quello che ci vorrebbe per affossare ancora di più i consumi e arrecare ulteriori danni sul fronte della competitività e degli investimenti.