Questa donna drogava i bambini e li metteva in una bara: decenni dopo è stata nominata per questo premio

Questa di Irena Sendler è una storia che non tutti conoscono, ma che va assolutamente studiata e condivisa. Nata il 15 febbraio 1910, questa infermiera polacca ha aiutato i bambini ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale a sfuggire ai rastrellamenti dei nazisti. Per riuscirci, avevano escogitato un sistema studiato nei minimi particolari… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Come nascondeva i bambini?”]

Irene nascondeva questi piccoli nei sacchi della spazzatura o addirittura dentro le bare, spesso dopo averli sedati con droghe che davano l’aspetto di morte apparente. In questo modo Irene è riuscita a salvare oltre 2.500 bambini: una volta scoperta dai nazisti… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Il Premio Nobel”]

è stata torturata in maniera selvaggia e condannata a morte, prima di scappare grazie all’aiuto dei suoi sostenitori. Nel 2007 ha ricevuto il prestigioso Premio Nobel per la Pace, prima di morire l’anno successivo all’età di 98 anni.

Questa donna ha messo migliaia di bambini in bare e scatole per tanti anni fino a quando non l’hanno presa. Il motivo vi farà piangere

Una storia fantastica quella di Irena Sendler, una donna polacca che durante la seconda guerra mondiale ha salvato centinaia di vite. Allarmata dalle terribili condizioni di vita nel ghetto, Irena aveva deciso di unirsi al Concilio Polacco per l’Aiuto agli Ebrei (“Zegota”) pur mettendo a rischio la sua vita. Così ha iniziato ad aiutare…

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segretamente gli i bambini ebrei, trovando di volta in volta modi alternativi per farli uscire: spesso venivano trasportati nelle ambulanze, insieme a malati molto gravi. Quando però i controlli si erano fatti più intensi, li nascondeva in sacchi della spazzatura e perfino bare. Una bambina, Elzunia, è quelle…

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tra le storie più particolari: Irena l’aveva aiutata mettendola in una cassa di legno che trasportava mattoni, quando aveva appena cinque e il suo unico ricordo della famiglia era un cucchiaio di argento che la madre le aveva nascosto tra i vestiti. Irena venne beccata dai nazisti, che la condannarono a morte, ma grazie all’aiuto di una guardia carceraria era riuscito…

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a evitare la punizione continuando a vivere sotto falsa identità: “Il motivo per cui ho salvato i bambin- racconta successivamente –  risale alla mia casa, alla mia infanzia. Sono stata educata nella consapevolezza che chi ha bisogno di aiuto deve riceverne, senza badare a religione e nazionalità”. Ha vinto il Nobel alla Pace 2007.