Cesarina Silvi, una delle superstiti al crollo dell’Hotel Roma dopo il terremoto di Amatrice, ha raccontato ciò che è successo in un’intervista al ‘Resto del Carlino’. Lei ce l’ha fatta, ma purtroppo non il partito Guerino Pirelli, autotrasportatore 75enne di Jesi: “Non ho più notizie di mio marito con cui ho parlato appena pochi minuti prima dell’inferno, mi ero preoccupata perché lui è cardiopatico ed ha sempre freddo. Dopo il crollo l’ho chiamato ma non l’ho più sentito, eppure era accanto a me. Non mi capacito. Noi eravamo al piano rialzato sul davanti, non dovrebbe essere sprofondata quella parte”.
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Così la donna aveva descritto quella terribile notte: “Come un ciclone il letto che si muoveva ondulando a destra e sinistra poi il crollo, la polvere, il buio. Una trave del soffitto credo mi abbia protetto la testa e con il braccio destro libero ho preso un pezzo di mattone, battendolo per farmi sentire. Sentivo gli amici di Roma della stanza 104 accanto alla mia, mi chiedevano di continuare a parlare. Ma io respiravo con difficoltà, mentre loro vedevano un po’ di luce. Allora nel panico li ho anche mandati a quel paese”.
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Cesarina Silvi racconta infine di quel presentimento, arrivato in sogno: “La notte prima mia madre in sogno mi aveva avvertito di non fare troppi spostamenti e stare attenta. L’avevo detto a mio marito che aveva scherzato: ‘Hai mangiato pesante’. E pensare che quella era l’unica notte lì ad Amatrice, l’indomani avremmo gustato i bucatini. Guerrino mi chiedeva di andare da 4-5 anni. Così visto che volevamo andare a trovare sua sorella al cimitero a L’Aquila abbiamo prenotato una notte all’hotel Roma di cui tutti parlavano bene”.