Una settimana dopo la decapitazione del busto di Giovanni Falcone a Palermo, la Sicilia è nuovamente funestata da uno sfregio ai danni di un magistrato che ha fatto della lotta alla mafia la propria vita. Si sta parlando della stele…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”I fatti avvenuti ad Agrigento”]
…dedicata ad Agrigento a Rosario Livatino, il cosiddetto giudice-ragazzino, morto nel settembre del 1990. Ecco cosa ha riferito Cosimo Maria Ferri, sottosegretario al Ministero della Giustizia: PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Strage di Via D’Amelio”]
“Danneggiata la stele dedicata al giudice Livatino, un atto vergognoso da respingere con fermezza, avvenuto alla vigilia del 25esimo anniversario della strage di via D’Amelio. Nessuno si farà intimidire e la voce del ricordo e della lotta contro la mafia sarà sempre forte e decisa. Livatino, Borsellino magistrati liberi, seri, onesti, che hanno lavorato con coraggio contro le mafie, senza mai arretrare e rinunciando a tutto: carriera, affetti, famiglia”. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Le parole di Grasso”]
Anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha voluto dire la sua in proposito:
“Dopo Falcone, Livatino: inutile tentativo di infangare così la memoria e l’esempio di chi ha onorato l’Italia con impegno e coraggio”.